DISSIDENZA


Da: g.carpi
Oggetto: Solzhenicyn
Data: 25 settembre 2008
A: jugocoord

Cari compagni,
per un foglio comunista della mia zona ho scritto un breve
"necrologio" di Solzhenicyn:

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Fra gli alti lai di intellettuali, stampa, nani e ballerine e'
recentemente scomparso Aleksandr Solzhenicyn. Condannato nel 1945 a
una pena detentiva in un campo di lavoro correzionale per aver diffuso
propaganda disfattista al fronte, durante la detenzione fu curato dal
cancro e salvato. Tornato in liberta', scrisse veri e propri monumenti
di antisovietismo belluino in cui, pur di dare addosso al proprio
Paese, giungeva ad elogiare i reparti collaborazionisti filonazisti
russi (del generale traditore Vlasov) e ucraini (i cosiddetti
benderovcy).
Ricevuto meritatamente il premio Nobel per tali opere e buttato fuori
dall’Unione sovietica nel 1974, si mise al servizio della Cia e,
ritiratosi in una sfarzosa tenuta in Vermont, continuò a scrivere
romanzi soporiferi che nessuno legge mai e a sostenere la causa della
democrazia sbeffeggiando il movimento contro la guerra in Vietnam e
inneggiando alla Vandea, allo zarismo, a Franco e a Pinochet. La sua
megalomania e la convinzione di essere una via di mezzo fra un
redentore e un Napoleone del popolo russo gli guadagnano il sarcasmo
perfino degli altri emigrati antisovietici: nel romanzo “Mosca 2042”,
Vladimir Vojnovich lo descrive come una macchietta squilibrata.
Tornato in Russia nel 1994 con un pacchiano e magniloquente viaggio in
treno da Vladivostok, Solzhenicyn prese subito ad atteggiarsi a guida
spirituale di un Paese distrutto anche a causa sua, ma il suo roboante
mix di integralismo religioso e nazionalismo messianico tanto poco
interessava al pubblico, che il suo programma televisivo fu in breve
chiuso per far posto a una serie di telefilm di Chuck Norris. L’ultimo
periodo della sua vita è illuminato dal lungo saggio antisemita “Due
secoli insieme”, che suggella nel modo migliore la sua carriera di
intellettuale. Inutile dire che ci manchera'.

Guido Carpi