QUANTE COSE SI IMPARANO IN TV


Gentile dott. Augias,

sono un italiano residente all’estero, in Russia, per la precisione.
Guardo con molto interesse, quando posso, la Sua trasmissione,
apprezzando molto la Sua precisione, cura, attenzione, rispetto nei
confronti della lingua italiana. Nella puntata N°32, che ho visto oggi
su RAItalia, Lei ha chiesto, giustamente, ad una sua collaboratrice,
Cristina (che Lei ha presentato come “praticamente russa”: in effetti,
aveva un leggero accento slavo, ma molto più era evidente l’accento
romano), se si dicesse:

1. Kòssovo o Kossòvo;

2. Ucràina o Ucraìna.

La collaboratrice in questione ha affermato, senza nemmeno tentennare:

1. Kossòvo, perché così si dice in russo;

2. Per diretta conseguenza, Ucràina o Ucraìna indifferentemente,
sempre perché – si suppone – così è in russo.

Il sottoscritto non è solo residente in Russia: ho vissuto in Italia
27 anni su 46 (collaborando anche con la RAI, ad esempio, ma non solo,
con RAI 3 nel periodo del golpe in URSS del 1991), ho iniziato la
scuola a Mosca e l’ho terminata a Roma, ma soprattutto faccio
l’interprete da 30 anni esatti. Per tutto ciò mi permetto di farLe
notare che:

1. In russo si dice esclusivamente Ukraìna, mentre in italiano si
dice e si scrive Ucraìna, non Ucràina, mentre ucràini sono gli
abitanti di tale Paese, sempre in italiano. Il tutto rigorosamente con
la “c”, essendo un Paese noto fin dai tempi, relativamente recenti, in
cui Paesi e città si “traducevano”, per cui Lei si reca a Londra e non
a London, ed a Mosca e non a Moskva, a Ragusa e non a Dubrovnik, ma a
Ekaterinburg e non a Caterinburgo. Fin qui, una questione linguistica;

2. In russo, ed in tutte le lingue slave in genere, si dice Kòsovo
(con una “s”) e non Kossòvo, che invece è il nome imposto dagli Stati
Uniti in seno all’ONU perché tale è la sua dizione in albanese. E qui,
invece, è una questione squisitamente politica.

Dispiace avere assistito a questo scivolone di superficialità che,
sono convinto, è del tutto episodico e non potrà diventare una regola
della Sua apprezzabile trasmissione.

Cordialmente,

Mark Bernardini