(english / francais / deutsch /italiano)

Dal movimento contro la N.A.T.O.


1) L'agenda del movimento No War nei prossimi mesi (PATTO PERMANENTE
CONTRO LA GUERRA) /
L'appello contro la guerra uscito dall'assemblea del FSM a Belèm

[in particolare ricordiamo che tutte le informazioni in merito a
TARGET - Meeting internazionale di Vicenza (21-22 marzo) nel X
Anniversario dei bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale di
Jugoslavia - si trovano al sito:
https://www.cnj.it/24MARZO99/2009/TARGET/index.htm
E' imminente la pubblicizzazione del programma definitivo!
TARGET - International Meeting on the 10.th Anniversary of the NATO
bombing of the Federal Republic of Yugoslavia - VICENZA 21-22/3/2009:
https://www.cnj.it/24MARZO99/2009/TARGET/eng.htm

TARGET - Međunarodni miting povodom X godišnjice bombardovanja Savezne
Republike Jugoslavije od strane NATO - VICENZA 21-22.3.2009. god.:
https://www.cnj.it/24MARZO99/2009/TARGET/jug.htm ]


2) 21st Century Star Wars And N.A.T.O.'s 60th Anniversary Summit
(Rick Rozoff)

3) OTAN: le Pitbull Impérial
(Edward S. Herman)

4) A Letter to the editor of the Russian Information Agency Novosti,
January 22, 2009
(Rick Rozoff)

---

More recent analyses from the StopNATO newsletter:

# http://groups.yahoo.com/group/stopnato #

Eastern Partnership: West's Final Assault On Former Soviet Union
http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/37302

Balkans: Staging Ground For NATO's Post-Cold War Order
http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/37227

NATO In The Persian Gulf: From Third World War To Istanbul Cooperation
Initiative
http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/37164

NATO's, Pentagon's New Strategic Battleground: The Arctic
http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/37104

Proliferation Security Initiative And US 1,000-Ship Navy: Control Of
World's Oceans, Prelude To War
http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/37058

Global Military Bloc: NATO's Drive Into Asia
http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/36946

Global Energy War: Washington's New Kissinger's African Plans
http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/36874

EU, NATO, US: 21st Century Alliance For Global Domination
Rick Rozoff - Stop NATO - February 19, 2009
http://groups. yahoo.com/ group/stopnato/ message/37422

---

Demo gegen Nato-Sicherheitskonferenz
Weitere Proteste Anfang April

Mehr als 6.000 Menschen haben am 7. Februar in München gegen die
Nato-Sicherheitskonferenz demonstriert. Die Teilnehmerinnen und
Teilnehmer machten deutlich, dass die Kriegspolitik der Nato und die
deutsche Beteiligung an Kriegen nicht erwünscht sind. Auch Attac
München hatte – neben zahlreichen weiteren Gruppen – zu der Demo
aufgerufen. Sie wird in diesem Jahr nicht die einzige bleiben: Anfang
April feiert die Nato bei einem Gipfel in Strasbourg und Baden-Baden
ihr 60jähriges Bestehen. Auch zu jenem Anlass hat sich ein
internationales Bündnis aus Hunderten von Friedensorganisationen,
politischen und sozialen Bewegungen gebildet, das zu Protesten gegen
Krieg, Militärintervention, Rüstung und Militarisierung im Inneren und
für friedliche und soziale Alternativen aufruft...

Bericht: www.attac.de/news/2684
Attac Nato-Sonderseite: www.attac.de/nato


=== 1 ===

Da: info@...
Oggetto: L'agenda del movimento No War nei prossimi mesi
Data: 17 febbraio 2009 14:24:45 GMT+01:00

www.disarmiamoli.org

L'agenda del movimento No War nei prossimi mesi

Raccogliendo l' APPELLO CONTRO LA GUERRA DELL'ASSEMBLEA FSM DI BELEM ,
Il Patto permanente contro la guerra in Italia chiama alla
mobilitazione.

Si legge nell'appello:"Noi, movimenti per la pace e contro la guerra,
riuniti durante il FSM di Belem, dichiariamo: che la NATO è un
organismo militare il cui obiettivo è la dominazione militare,
politica ed economica degli Usa nel mondo; in tal senso respingiamo la
celebrazione del 60°anniversario della NATO che si terrà il 4 Aprile
2009 nella sede del Parlamento europeo nella città di Strasburgo in
Francia. Per questo motivo lanciamo un appello alla mobilitazione
mondiale per l'abolizione della NATO con manifestazioni in tutto il
mondo in quella giornata, e in particolare per l'Europa a Strasburgo.
Esigiamo lo smantellamento di tutte le basi militari straniere nel
mondo. ..

Per ciò che riguarda l'Italia " Ci opponiamo alla costruzione di nuove
basi come quella di Vicenza in Italia e di altre basi NATO in
Europa. .E condanniamo anche la creazione di Africom, come strumento
di controllo militare del continente africano,-il cui comando centrale
e le cui basi logistiche sono previste in italia ( Vicenza, Napoli e
Sigonella). ..
Condanniamo lo stato di Israele per le politiche di aggressione ed
occupazione nei territori palestinesi. Condanniamo i massacri
commessi a Gaza e chiamiamo ad una giornata d'azione in solidarietà
col popolo palestinese e per il boicottaggio, il disinvestimento e le
sanzioni (BDS) contro Israele programmato per il 30 marzo 2009,
giornata della Terra palestinese. Facciamo appello affinché in tutto
il mondo vengano realizzate azioni di BDS. Per fare di questa giornata
una giornata storica per il movimento antiapartheid vogliamo
concentrare l'attenzione su:

1) azioni contro le multinazionali israeliane e internazionali che
appoggiano l' occupazione e l'apartheid portati avanti da Israele;
contro il libero commercio e gli accordi preferenziali con Israele e
contro il commercio di armi con Israele;

2) azioni legali per mettere fine all'impunità di Israele e perseguire
i suoi crimini di guerra attraverso Tribunali Internazionali e
Nazionali."

In sintonia con queste istanze e questa volontà di lotta, il Patto
contro la guerra definisce la propria agenda di iniziative secondo il
seguente calendario:

- 18 febbraio 2009 a Roma, sit-in apiazza SS. Apostoli contro lo scudo
spaziale presso la sede del Parlamento europeo-con presidi anche a
Milano, Torino, Firenze, Trieste, Palermo, in collaborazione con la
campagna Europe for peace;

- 19 febbraio 2009 a Caltagirone-Niscemi in Sicilia, Assemblea-
seminario: I pericoli della militarizzazione -Dal potenziamento di
Sigonella alla costruzione del MUOS a Niscemi, in collaborazione con
la campagna per la smilitarizzazione di Sigonella;

- 14 marzo a NAPOLI- ASSEMBLEA NAZIONALE CONTRO LA GUERRA E CONTRO LA
NATO, in preparazione della mobilitazione a Strasburgo, per opporci al
vecchio Patto Atlantico con le sue nuove strategie di guerra, tra cui
l'installazione del nuovo comando per le guerre d'Africa in Italia a
Napoli ( e a Vicenza e Sigonella). Mobilitazione il pomeriggio presso
il porto nucleare di Napoli davanti al Comnando Centrale della NATO
in collaborazione col Comitato pace disarmo e smilitarizzaizone di
Napoli.

- 17 marzo, a Terni, nell'anniversario del primo morto per la protesta
contro il Patto Atlantico ( 1949) un operaio di Terni, iniziativa di
mobilitazione in corso di preparazione;

- 21 e 22 marzo a VICENZA - MEETING INTERNAZIONALE NEL X ANNIVERSARIO
dei bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale di Jugoslavia
"TARGET", promosso dal Coordinamento nazionale per la Jugoslavia e
dalle reti Disarmiamoli, Semprecontrolaguerra, RdbCUB e Forum di
Belgrado Italia.
[tutte le informazioni su:
https://www.cnj.it/24MARZO99/2009/TARGET/index.htm ]

- 30 marzo iniziativa per la PALESTINA in occasione della giornata
della Terra, meeting in corso di preparazione.

- 4 APRILE VERTICE DELLA NATO A STRASBURGO PER IL 60° ANNIVERSARIO DEL
PATTO ATLANTICO- MOBILITAZIONE EUROPEA "60 ANNI SONO GIA' TROPPI" per
lo scioglimento della NATO ed il disarmo in Europa e nel Mediterraneo.

Per la manifestazione europea di Strasburgo verranno organizzati
pullman in partenza da Milano e da Torino. Per ulteriori informazioni
vedi il sito DISARMIAMOLI.ORG.

PATTO PERMANENTE CONTRO LA GUERRA

---

L'appello contro la guerra uscito dall'assemblea del FSM a Belèm

"Noi, movimenti per la pace e contro la guerra, riuniti durante il FSM
di Belem, dichiariamo:

che il capitalismo vive una crisi globale, economica, ambientale,
energetica ed alimentare; ma la crisi più grande è quella vincolata
alla guerra permanente portata avanti in tutto il mondo e sostenuta
dagli Stati Uniti;

che una delle cause della crisi economica mondiale è stata la guerra
permanente e la sua preparazione;

che respingiamo qualsiasi intenzione di scatenare nuove guerre come
via d'uscita dall'attuale crisi;

che la NATO è un organismo militare il cui obiettivo è la dominazione
militare, politica ed economica degli Usa nel mondo; in tal senso
respingiamo la celebrazione del 60°anniversario della NATO che si
terrà il 4 Aprile 2009 nella sede del Parlamento europeo nella città
di Strasburgo in Francia. Per questo motivo lanciamo un appello alla
mobilitazione mondiale per l'abolizione della NATO con manifestazioni
in tutto il mondo in quella giornata, e in particolare per l'Europa a
Strasburgo.

Esigiamo lo smantellamento di tutte le basi militari straniere nel
mondo. Appoggiamo la lotta del paese ecuadoriano per la chiusura della
base di Manta ed esigiamo che non venga trasferita in nessun altro
paese dell'America Latina. Allo stesso modo esigiamo la chiusura della
base di Guantanamo e la sua restituzione al governo di Cuba, così come
ci opponiamo alla costruzione di nuove basi come quella di Vicenza in
Italia e di altre basi NATO in Europa. Condanniamo la riattivazione
della Quarta Flotta della marina di guerra degli Usa nei mari e fiumi
dell'America latina. Le sue attività hanno come obiettivo intimidire
i governi ed ostacolare le trasformazioni politiche e sociali degli
attuali processi latinoamericani. Condanniamo anche la creazione di
Africom come strumento di controllo militare del continente africano.

Esigiamo lo smantellamento unilaterale di tutti gli armamenti nucleari
nel mondo e lanciamo un appello a mobilitarsi in occasione della
conferenza sulle armi nucleari. Condanniamo inoltre tutte le azioni
che mirano alla costruzione di nuove armi nucleari in qualsiasi
continente.

Chiamiamo alla mobilitazione contro il vertice del G8 che si
realizzerà in Italia dall' 8 al
10 di Luglio 2009 nell'isola della Maddalena in Sardegna.

Chiediamo l'abbattimento di tutti i muri che ostacolano la libera
circolazione delle persone, specialmente del muro che divide la
Cisgiordania, di quello che separa il Messico dagli Stati Uniti, di
tutte le barriere militari e di polizia nel Mediterraneo.

Solidarizziamo con la lotta del popolo vietnamita per la pace e
giustizia nella campagna internazionale di appoggio alle vittime del
Napalm.

Condanniamo lo stato di Israele per le politiche di aggressione ed
occupazione nei territori palestinesi. Condanniamo i massacri
commessi a Gaza e chiamiamo ad una giornata d'azione in solidarietà
col popolo palestinese e per il boicottaggio, il disinvestimento e le
sanzioni (BDS) contro Israele programmato per il 30 marzo 2009,
giornata della Terra palestinese. Facciamo appello affinché in tutto
il mondo vengano realizzate azioni di BDS. Per fare di questa giornata
una giornata storica per il movimento antiapartheid vogliamo
concentrare l'attenzione su:
1) azioni contro le multinazionali israeliane e internazionali che
appoggiano l' occupazione e l'apartheid portati avanti da Israele;
contro il libero commercio e gli accordi preferenziali con Israele e
contro il commercio di armi con Israele;
2) azioni legali per mettere fine all'impunità di Israele e perseguire
i suoi crimini di guerra attraverso Tribunali Internazionali e
Nazionali."

(fonte: cpiano@...)


=== 2 ===

http://groups.yahoo.com/group/stopnato/message/36725

Stop NATO - January 15, 2009

21st Century Star Wars And NATO's 60th Anniversary Summit

Rick Rozoff

Regular contentions by US civilian and military
officials that the installation of projected third
position interceptor missile facilities in Poland and
the Czech Republic are aimed at so-called rogue states
like Iran and North Korea are a geographical,
geometrical and geopolitical absurdity.

In fact such plans are entirely aggressive in nature
and present the potentially most dangerous threat the
world has known.

Missile deployments in Poland and the linked missile
radar site in the Czech Republic are an integral,
indeed the central, component of a global (and more
than global) US-dominated system to neutralize
targeted nations' deterrence and retaliation
capabilities, both before and after the fact, for uses
of blackmail and actual implementation.

It's worthy of note that the two affected countries,
Poland and the Czech Republic, are two of the three
first nations incorporated into NATO since the end of
the Cold War, at the Alliance's 50th anniversary
summit in Washington in 1999 in an event that occurred
as NATO was launching its first war (in or out of
area), against Yugoslavia.

The third member inducted at the same time was
Hungary, where protests have halted the construction
of a projected NATO radar station.

In fact the American missile shield outposts in
Eastern Europe are an overt effort to implement the
Reagan era Strategic Defense Initiative (SDI),
infamously known as Star Wars.

The X-Band radar that is to be installed in the Czech
Republic will be shifted from the US Marshall Islands
where it is linked with the Reagan Test Site, and the
missile center, at the Vandenberg Air Force Base, from
which US (and allied) interceptor tests have been
regularly conducted in conjunction with a Sea-Based
X-Band Radar off the coast of Alaska and more
interceptor missiles at Fort Greely in the Alaskan
mainland is named the Ronald Reagan Ballistic Missile
Defense Site.

The floating X-Band Radar periodically moved off the
shores of Alaska for these exercises weighs 2,000 tons
and is 30 stories high.

Its permanent base is in Hawaii where a local
newspaper wrote, referring to the sea-based Aegis
component of the system, in June of 2008:

"The Missile Defense Agency co-manages the Navy's
Aegis program, partners with the Army on its
ground-based Patriot missiles and has primary
responsibility for other, developing anti-ballistic
missile technologies. It's an evolution of the
Strategic Defense Initiative begun by President Reagan
and has an $8.7 billion budget this year."

Similarly, the US Missile Defense Agency (MDA) is
based in Huntsville, Alabama, where the Pentagon
employed former German missile scientists in the 1950s
for its own Cold War programs and where last year the
MDA completed its Von Braun III building, a
$240-million, 900,000-square-foot facility.

The center is named, of course, after the founder of
Nazi Germany's missile program.

Upon completion of the Von Braun III building in April
of last year Alabama Senator Richard Shelby said that
naming the complex after Dr. Wernher von Braun was
"fitting."

"His spirit is with us here today," Shelby said, "and
certainly his vision continues because of the work
started here."

Despite the regular disclaimers that the current US
global missile shield program is not a so-called Son
of Star Wars, an Alabama newspaper reported in 2006
upon the completion of the earlier Von Braun II
building in Huntsville that:

"On the back wall of the lobby area are five pages,
hand-edited with scribbled notes and revisions, in a
simple wooden frame. It is the Star Wars speech given
by President Ronald Reagan on March 23, 1983...."

And as Reuters reported in the same month, "The Bush
administration and Republican allies in Congress are
again pushing for seed money to explore options for
putting a multibillion-dollar layer of
ballistic-missile interceptors in space [which was]
first floated in the 1980s as part of then-President
Ronald Reagan's Strategic Defense Initiative."

Time Magazine echoed that observation in November of
last year, stating that "President George W. Bush
promised to build a 'Star Wars' missile shield, and he
has kept that promise...."

With the above in mind, the extension of revamped US
Stars Wars installations to Eastern Europe, in the
case of Poland within immediate striking distance of
Russia, takes on ominous dimensions.

As the Russian Novosti agency's chief military
commentator remarked last November:

"[T]he strategic importance of these interceptor
missiles would increase were the U.S. to deliver a
first nuclear strike against Russia.

"In this scenario, interceptor missiles would have to
take on the limited number of missiles surviving the
first strike, which would allow the U.S. to hope for
success and, for the first time since the 1950s, for a
victory in a nuclear war."

And the official Chinese party newspaper People's
Daily reported in May of 2007:

"[T]he U.S. is seeking to deploy bases within [the
territory] of its
European allies [and], if it succeeds, in building
interceptor bases and radar bases.

"Then, its missile defense system takes the shape with
its homeland as its center and East Asia and Europe as
the two wings.

"[T]he existing layout is...targeted directly and
entirely at both Russia and China, and this is
precisely the reason to arouse strong the opposition
of Russia."

That is, the missiles in Poland have to be seen as
part of a first strike strategy in two respects in
which, if the threat doesn't work, the actual use
remains.

The ground-based missiles themselves can hit Russia's
two largest cities, Moscow and St. Petersburg, within
minutes.

Whether such missiles contain conventional or nuclear
warheads, a fact only the Pentagon would know, is a
distinction Russian air defenses and strategic forces
wouldn't have the time or luxury to evaluate.

Even to take the US at its word and to assume that
missiles with non-nuclear payloads would be used
against 'rogue states,' they could produce the
following results, in the words of the the Chief of
the Russian General Staff Yury Baluyevsky and
Ukrainian Defence Minister Anatoly Gritsenko,
respectively:

"Within a radius of 500 to 600 kilometers, depending
on the size of the interceptor's nuclear charge, an
electro-magnetic impulse will be generated and cause a
total power blackout, shutting down computers,
generating plants, gas works, water-pump stations,
radio and television, and dispatcher's offices in
airports and at railroad stations.

"A shock wave will destroy many buildings and
structures, while radioactive fallout will contaminate
the terrain for years. The Chernobyl disaster would
look like a child's prank." (December 2005)

ìNobody knows what can be inside these fragments [of
alleged intercepted missiles]. If it is not nuclear
bomb or nuclear warhead in a literal sense, it can be
a dirty bomb, for example, with radioactive agents
that in addition to the effects from Chernobyl nuclear
disaster may pollute our territory much more. It can
be also any virus or biological weapon.î (March 2007)

The first addition to the missiles in Poland, even
before their deployment, is the US's commitment to
station a Patriot battery with 96 warheads to Poland,
within striking distance of Russia's Kaliningrad
enclave and Belarus now that the Pentagon has
developed a Patriot Advanced Capability-3 (PAC-3)
system with a range of 120 kilometers.

And all of the above is only a small portion of the
integrated full spectrum global and space system the
US and its allies have already successfully tested and
are preparing to deploy, which include:

-Ground-Based Midcourse Defense (GMD)
-Exoatmospheric Kill Vehicle (EKV)
-Ground Based Interceptor (GBI)
-Forward Based X-Band Radars (FBXB)
-Terminal High Altitude Area Defense (THAAD)

These permit the destruction of other nations'
missiles in the launch, boost, midcourse and terminal
phases and in theory in the silo.

The global missile system also includes - in addition
to ground-based interceptor missiles - air, sea and
space components.

The sea-based element is the Aegis Ballistic Missile
Defense System, increasingly being deployed on US and
allied NATO and what has recently been termed Asian
NATO warships. Linked with the Pentagon's plans for a
"1,000-ship navy" and a complementary
US/NATO/Asia-Pacific NATO "3,000-ship navy," this
would provide Washington and its military allies the
ability to patrol all the world's waterways and
shipping lanes with missile killer capacities.

The spaced-based components include kinetic-energy
weapons, space lasers, space-based conventional
weapons space-based Interceptors, with the
Exoatmospheric Kill Vehicle an 'amphibious'
intermediate weapon.

Regarding the third leg of the US nuclear triad, not
even in theory a defensive one, the B-2 stealth bomber
is described by its proponents as being equipped with
"sixteen 2,400 lb (1,100 kg) B83 nuclear bombs in a
single pass through extremely dense anti-aircraft
defenses."

The Pentagon and the B-2's manufacturer, Northrop
Grumman, regularly boast that it can penetrate radar
and air defenses and strike "deep in the interior" of
a targeted state that possesses "strategic depth."

That description, given today's political reality, can
only pertain to Russia and China.

As authors Keir A. Lieber and Daryl G. Press,
referring to the general strategy of delivering
crippling first strikes, wrote in their paper "The
Rise of U.S. Nuclear Primacy" in Foreign Affairs, a
publication of the Council of Foreign Affairs, in its
March/April 2006 edition:

"It will probably soon be possible for the United
States to destroy the long-range nuclear arsenals of
Russia or China with a first strike.

"The U.S. Air Force has finished equipping its B-52
bombers with nuclear-armed cruise missiles, which are
probably invisible to Russian and Chinese air-defense
radar. And the air force has also enhanced the
avionics on its B-2 stealth bombers to permit them to
fly at extremely low altitudes in order to avoid even
the most sophisticated radar."

On the general strategy of so-called missile defense,
the Russian analyst Yury Rubtsov said late last
September:

"The pending deployment of interceptor missiles in
Poland is a link in the system of the global
anti-missile shield sweeping from Greenland to Alaska
created by the United States that does not conceal its
plans for setting up a fourth and a fifth position
area for its anti-missile shield.

"The system that Americans are forming is to include
offshore and on-land elements in Alaska, California,
Japan, Greenland and a number of European countries.
A naval base in the Aleutian Islands has been put back
in service to support sea-based radar mounted on a
re-built oil platform.

"The radar in turn will be a component of the
integrated system of the anti-missile shield alongside
the interceptor missiles deployed in Alaska.

"[M]ore than ten countries are involved in the
formation of the US anti-missile shield, including
Australia, Britain, Germany, the Czech Republic
Denmark, France, Japan, India, Israel, Italy, the
Netherlands, Poland, Taiwan and Ukraine."

All of the above are NATO members or partners except
for India and Taiwan - it would be too overt a
challenge to China to formalize partnerships with them
- but the latter two are also being progressively
integrated into the US/NATO international nexus.

This past September the Pentagon began its first-ever
permanent military deployment in Israel, to man an
X-Band missile radar site with a range of 1,240 miles;
that is, able to operate throughout the Middle East
and into Southern Russia.

In addition, outgoing US Missile Defense Agency
director Lt Gen Henry Obering has over the past
eighteen months either alluded to or been accused of
laying plans for deploying Star Wars missile and radar
bases in Azerbaijan, Georgia, Turkey and Ukraine.

At the last summit of NATO in Bucharest, Romania in
April of last year, all 26 member states endorsed US
missile system plans in Poland and the Czech Republic.

That support was reiterated at a NATO defense
ministers meeting last November (with the attendance
of the military chiefs of over sixty nations, over a
third of the countries of the world) and the following
month at a meeting of NATO foreign ministers, evoking
this response from Russia Defense Minister Anatoly
Serdyukov:

"The deployment of a U.S. missile shield in
central Europe would disrupt the strategic balance
among the world's nuclear powers."

With the upcoming NATO sixtieth anniversary summit on
April 3-4 of this year, and with the incoming Obama
administration naming former Bush administration NATO
Supreme Allied Commander James Jones as its National
Security Adviser, all indications are that US and
allied missile plans for Europe may expand yet
further.

While in Prague three weeks ago California
Congresswoman Ellen Tauscher, chairwoman of the House
of Representatives Strategic Forces Subcommittee, was
described by the Czech News Agency as having "long
been demanding that the system protecting the USA and
its allies against possible hostile missiles be
fully included in the NATO complex of defence."

The same agency reported the previous month that
"Czech Prime Minister Mirek Topolanek..said the
approval of the treaties would crucially influence the
defence capability of NATO."

And Polish Minister of Defense Radoslav Sikorski said
that the elements of the air defense shield which will
be deployed in Poland will become
part of the air defense shield of the entire NATO
bloc.

A sentiment shared by NATO Spokesman James Appathurai
last April in also calling for the integration and
expansion of the US interceptor sites into a broader,
continent-wide Alliance system.

Even more ominously, last month current NATO Supreme
Allied Commander General John Bantz Craddock affirmed:

"[T]he fact is there is strategic need and advantage
for nuclear weapons....The alliance has made the
decision to have them. There has been no debate to
retrograde them out."

And in reference to the 400 U.S. B-61 tactical nuclear
bombs stored at bases in several NATO countries,
including Germany, Italy, Turkey and the United
Kingdom, a Pentagon report released on December 8,
2008 stated:

"The presence of U.S. nuclear weapons in Europe
remains a pillar of NATO unity."

The combination of US nuclear warheads in Europe and
the expansion of the NATO Alliance and US missile
interceptor sites to encircle Russia on its eastern,
southern and western borders is a far more threatening
development than anything that occurred during the
Cold War.

Recent surveys show two-thirds of Czech opposed to the
US missile radar site with 71% demanding a referendum
on the issue and 54% of Poles in opposition to having
their nation turned into a potential ground zero in a
cataclysmic missile war.

Czechs and Poles clearly realize the danger that most
of the rest of the world has been oblivious but can no
longer remain indifferent to except at its own peril,
perhaps at the risk of its very survival.

The half century long stationing of US nuclear
warheads throughout Europe and current plans to deploy
US missiles and missile radar sites on the continent's
eastern perimeter would both be impossible, would be
inconceivable, if the nations and peoples of Europe
were not enchained by an increasingly ambitious and
expansive military bloc that places bases, nuclear
arms and missiles on their soil and sends their sons
and daughters to kill and die in 21st Century colonial
wars of conquest and domination.

As self-styled global NATO prepares its 60th
anniversary, first bi-national, summit in France and
Germany this April, the abolition of this, history's
first, attempt at an international aggressive military
axis must be brought to an end.


=== 3 ===

http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2009-02-03%2015:27:34&log=invites

OTAN: le Pitbull Impérial

Edward S. Herman



L'un des clichés les plus fallacieux de l'histoire des pays
occidentaux après la Seconde Guerre mondiale est que l'OTAN fut créée
comme une organisation défensive pour contrer la menace d'une attaque
soviétique contre l'Europe de l'Ouest. C'est parfaitement faux !

Février 2009

Source: Z Magazine

Certes, la menace soviétique joua un rôle majeur dans la propagande
occidentale, mais bon nombre des plus grands dirigeants U.S. ou
d'Europe de l'Ouest reconnaissaient en coulisse que ladite invasion
soviétique n'avait rien d'une menace réelle. L'Union Soviétique venait
d'être dévastée et, bien que disposant d'une armée considérable, elle
était exténuée et avait besoin de temps pour récupérer. Les USA pour
leur part étaient en plein essor, la guerre avait revitalisé leur
économie, ils n'avaient subi aucun dommage de guerre et disposaient
dans leur arsenal d'une bombe atomique dont ils avaient démontré
l'efficacité à l'Union Soviétique en tuant un quart de million de
Japonais à Hiroshima et Nagasaki [ndt : soit quelque 250 000 personnes
en moins de 4 jours, dont une majorité de civils]. A Washington, on
envisagea sérieusement de frapper l'Union Soviétique avant qu'elle ne
se remette ou ne se dote elle-même de l'arme atomique, mais cette
option fut rejetée en faveur des politiques de « Containment », de
guerre économique et d'autres formes de déstabilisation. En avril
1950, le rapport NSC 68 [National Security Council Report 68], tout en
décriant la grande menace soviétique, appelait explicitement à un
programme de déstabilisation visant un changement de régime dans ce
pays, lequel se concrétisa finalement en 1991.

De fait, même un partisan de la ligne dure comme John Foster Dulles
déclarait en 1949 : « Je ne connais aucun haut responsable militaire
ou civil [...] dans ce gouvernement ou dans aucun autre gouvernement,
qui croie que les Soviétiques préparent actuellement une conquête sous
la forme d'une agression militaire ouverte ». On peut souligner ici
que Dulles parle seulement d'une « agression militaire ouverte ». Pour
les Occidentaux, la « menace » consistait davantage en un éventuel
soutien soviétique à des formations politiques de gauche en Europe de
l'Ouest. Le Sénateur Arthur Vandenberg, l'un des pionniers de l'OTAN,
déclarait ouvertement que le but d'un renforcement des dispositifs
militaires de l'OTAN « devait être avant tout l'objectif pratique
d'assurer une défense adéquate contre une subversion interne ». Bien
évidemment, le soutien infiniment plus conséquent des USA aux
formations de droite ne pouvait nullement sembler appuyer une
subversion interne ou constituer une quelconque menace pour la
démocratie. Seule une éventuelle aide soviétique à la gauche pouvait
s'inscrire dans cette catégorie. (Adlai Stevenson, en 1960,
n'appelait-il pas « agression intérieure » la résistance conduite au
Sud Vietnam par des populations hostiles au régime minoritaire imposé
par les Etats-Unis ?)

Les élites occidentales non-allemandes s'inquiétaient bien davantage
d'un possible réveil de l'Allemagne et d'une « menace allemande », et
étaient bien plus préoccupées à l'instar des responsables américains,
par le moyen de juguler la montée en puissance des forces de gauche en
Europe, que par une quelconque menace militaire soviétique. Les
Américains n'en pressaient pas moins les Européens de développer leurs
forces armées en achetant de l'armement aux industriels U.S. ! Bien
que délibérément exagérée, voire fabriquée de toute pièce, la menace
militaire soviétique était des plus utiles pour discréditer la gauche
en l'associant d'office à Staline, au bolchevisme et à une prétendue
invasion soviétique ou à un mythique projet de conquête mondiale.

En réalité, le Pacte de Varsovie était une organisation infiniment
plus défensive que l'OTAN. Il fut mis en place après la création de
l'OTAN et très clairement en réponse à celle-ci. C'était une union des
plus faibles et dont les membres étaient moins fiables. C'est
d'ailleurs elle qui finit par s'effondrer, tandis que l'OTAN gardait
une place centrale dans le processus à long terme de déstabilisation
et de démantèlement de l'Union Soviétique. Cela pour une bonne et
simple raison : la puissance et l'armement de l'OTAN faisaient partie
intégrante de la stratégie U.S. qui avait consisté à pousser les
Soviétiques à des dépenses colossales en armement, au détriment de
celles liées à l'amélioration des soins, de la qualité de vie et de
tout ce qui leur assurait le soutien de leurs populations. Au
contraire, parce qu'elle constituait une menace réelle pour la
sécurité, l'OTAN encourageait un niveau de répression aussi néfaste à
la loyauté envers l'Etat, qu'à la réputation de celui-ci sur le plan
international. Pendant toute cette première période, les dirigeants
soviétiques s'efforcèrent vainement de négocier des accords de paix
avec l'Ouest, quitte à céder l'Allemagne de l'Est, mais les USA comme
leurs alliés et clients dédaignèrent toute proposition de cet ordre.

Comme nous venons de le voir, le point de vue officiel aux Etats-Unis
– et de fait celui des médias – est que seule une intervention
soviétique en Europe de l'Ouest après la Seconde Guerre mondiale
pouvait sembler choquante ou représenter un risque de « subversion
interne ». Pour autant, dans un univers moins Orwellien que le nôtre,
on conviendrait volontiers que les USA dépassaient largement l'URSS en
matière de soutien, non seulement à une « subversion interne », mais
au terrorisme pur et simple, dès après 1945. Pour avoir réellement
combattu contre l'Allemagne nazie et l'Italie fasciste, la gauche
avait considérablement gagné en puissance au cours de la Seconde
Guerre mondiale. Les USA s'opposèrent donc par tous les moyens
possibles au pouvoir de la gauche et à sa participation politique, y
compris par les armes comme en Grèce [ndt : première utilisation de
bombes au napalm contre des civils], ainsi qu'en finançant massivement
les partis et personnalités politiques anti-gauche à travers toute
l'Europe. En Grèce, ils soutinrent l'extrême droite, et notamment bon
nombre d'ex-collabos fascistes, et parvinrent à mettre en place [ndt :
avec l'aide des Britanniques] un épouvantable régime autoritaire
d'extrême droite. Ils continuèrent aussi à soutenir l'Espagne fasciste
et acceptèrent le Portugal lui aussi fasciste comme membre fondateur
de l'OTAN, l'armement de l'OTAN permettant notamment au Régime des
Généraux portugais de poursuivre ses guerres coloniales [ndt : et à
Franco de continuer ses purges]. Un peu partout dans le monde, les
USA, puissance dominante de l'OTAN, soutinrent des hommes politiques
de droite et d'anciens nazis, tout en se prévalant bien sûr d'être
pro-démocratiques et de combattre les totalitarismes.

Le plus intéressant est sans doute le soutien des USA et de l'OTAN à
des groupes paramilitaires et au terrorisme. En Italie, ils
fonctionnaient main dans la main avec les factions politiques, des
organisations secrètes (Propaganda Due : la fameuse loge maçonnique
P-2), et des groupes paramilitaires d'extrême droite qui, forts du
soutien des forces de l'ordre, mirent en place ce qu'on appela la «
Stratégie de la Tension », dans le cadre de laquelle furent menées
diverses actions terroristes imputées ensuite aux activistes de
gauche. La plus célèbre fut l'attentat de la Gare de Bologne, en 1980,
qui fit 86 morts. L'entraînement et l'intégration d'anciens fascistes
et d'ex-collabos au sein d'opérations conjointes CIA-OTAN-police,
atteignit des sommets en Italie mais n'en était pas moins courant dans
le reste de l'Europe. (Pour ce qui concerne l'Italie, cf. Herman et
Brodhead « The Italian Context : The Fascist Tradition and the Postwar
Rehabilitation of the Right », dans l'ouvrage "Rise and Fall of the
Bulgarian Connection", New York: Sheridan Square, 1986). Concernant
l'Allemagne, cf. William Blum, "Germany 1950s," dans Killing Hope,
Common Courage, 1995).

L'OTAN prit notamment part à la dite "Opération Gladio", un programme
organisé par la CIA en collaboration avec les gouvernements des pays
membres de l'OTAN et l'establishment de leurs forces de l'ordre, qui
mit en place dans différents Etats européens des installations
secrètes et des caches d'armes, prétendument pour parer la menace
d'une invasion soviétique, mais en réalité destinées à une éventuelle
« subversion interne » et à disposition pour soutenir d'éventuels
coups d'Etat. Elles furent utilisées en diverses occasions pour mener
des opérations terroristes (tels que l'attentat de la gare de Bologne
[ndt : ou celui de la Piazza Fontana en 1969] et divers attentats
terroristes notamment en Belgique et en Allemagne). [ndt : la mise en
place des GAL en Pays Basque entre aussi dans ce cadre]. Les plans du
Gladio et l'OTAN furent aussi utilisés pour combattre une « menace
intérieure » en Grèce, en 1967 : à savoir, l'élection démocratique
d'un gouvernement de gauche. Pour y faire face, les militaires grecs
mirent en place un « Plan Prometheus », qui remplaça tout bonnement le
mode démocratique par une dictature militaire tortionnaire. L'OTAN et
l'administration Johnson n'y trouvèrent absolument rien à redire.
D'Italie ou d'ailleurs, d'autres forces du Gladio purent ainsi venir
s'entraîner en Grèce pendant cet interlude fasciste, afin d'y
apprendre les moyens de gérer une « subversion interne ».

En définitive, dès sa création, l'OTAN s'avéra être une organisation
offensive et non défensive, politiquement orientée, diamétralement
opposée à toute idée de diplomatie ou de paix, et intrinsèquement liée
à des opérations terroristes de très grande envergure ainsi qu'à
d'autres formes d'interventionnisme politique anti-démocratiques et
menaçant même directement la démocratie (et qu'on aurait évidemment
dénoncées comme ouvertement subversives si elles avaient pu être
imputées aux Soviétiques).


L'OTAN post-soviétique

Avec l'effondrement de l'Union Soviétique et du si menaçant Pacte de
Varsovie, l'OTAN perdait théoriquement sa raison d'être. Or, bien que
cette raison d'être n'ait jamais été qu'une supercherie pour que le
public reste dupe, l'OTAN devait redéfinir sa raison d'être et se
trouva aussitôt investie de prérogatives infiniment plus étendues et
agressives. N'ayant plus aucun besoin de soutenir la Yougoslavie du
fait de l'effondrement soviétique, l'OTAN collabora bientôt avec les
USA et les services allemands pour affronter puis démanteler cet
ancien allié de l'Ouest, violant au passage la Charte des Nations
Unies qui interdit les conflits transfrontaliers (c'est-à-dire les
guerres d'agression).

Curieusement, au beau milieu des bombardements de la Yougoslavie par
l'OTAN, en avril 1999, l'Alliance fêta son cinquantenaire, à
Washington, célébrant ses succès et rappelant, avec une rhétorique
typiquement Orwellienne, qu'elle avait vocation à imposer le respect
du droit international, alors qu'elle était en pleine violation
patente de la Charte des Nations Unies. En réalité, le texte fondateur
de l'ONU, de 1949, ouvrait précisément sur l'engagement solennel de
ses membres à « rester fidèles à la Charte des Nations Unies ». Dès
son article premier ils prêtaient serment « conformément aux règles de
la Charte des Nations Unies, de régler tous les conflits
internationaux par des moyens pacifiques ».

La session d'avril 1999 de l'OTAN rendit publique la nomenclature d'un
« Concept Stratégique » établissant le prétendu nouveau programme de
l'Alliance Atlantique, à présent que son rôle préventif de « défense
mutuelle » contre une invasion soviétique avait cessé d'être plausible
(à savoir : "The Alliance's Strategic Concept," Washington, D.C.,
April 23, 1999 (http://www.nato.int/docu/pr/1999/p99-065e.htm ).
L'Alliance y insiste toujours sur la « sécurité », mais elle s'y
déclare « dédiée à de nouvelles activités essentielles, dans l'intérêt
d'une stabilité élargie ». Elle y accueille ses nouveaux membres et de
nouveaux accords de « partenariat », bien qu'à aucun moment la
nécessité de cet élargissement ou de ces accords – et d'une telle
position de force des USA et de leurs plus proches alliés – n'y soit
clairement définie. Le document reconnaît qu'une « agression
conventionnelle de grande envergure contre l'Alliance demeure
extrêmement improbable », mais bien évidemment il élude totalement
l'éventualité d'une « agression conventionnelle de grande envergure »
PAR des membres de l'Alliance, et de célébrer le rôle de l'OTAN dans
les Balkans comme la plus parfaite illustration de son « dévouement à
une stabilité élargie ». Non seulement ce document officiel visait
seulement à légaliser une agression caractérisée – « illégale mais
légitime » selon l'euphémisme Orwellien de ses principaux apologistes
– mais contrairement à ses revendications, l'OTAN jouait un rôle
central de déstabilisation dans les Balkans, en stimulant la dimension
ethnique du conflit et en faisant obstacle à toute possibilité de
règlement diplomatique du conflit du Kosovo. Il justifiait de facto
l'attaque de la Yougoslavie et une campagne de bombardements d'ores et
déjà en cours au moment même où ce document était rendu public. (Pour
une analyse plus détaillée du rôle de l'OTAN, cf. Herman and Peterson,
"The Dismantling of Yugoslavia," Monthly Review, Oct. 2007:
http://monthlyreview.org/1007herman-peterson1.php )

Ce « Concept Stratégique » se prétend en outre favorable à une
limitation de l'armement. En réalité, depuis sa création l'OTAN a
toujours promu une politique inverse et tous les nouveaux membres, à
l'instar de la Pologne et de la Bulgarie, ont été contraints à
développer substantiellement leur armement « inter-opérable »,
c'est-à-dire à acheter plus d'armes et à les acheter aux Etats-Unis et
aux autres fournisseurs occidentaux. Depuis la publication de ce
document en 1999, l'élément leader de l'OTAN (les Etats-Unis) a plus
que doublé ses budgets militaires, et ses ventes d'armement à
l'étranger ont très fortement augmenté. Son programme militaire
spatial a considérablement avancé, il s'est retiré du traité ABM de
1972 [ndt : traité de limitation des missiles balistiques dont il
était signataire], refusé de ratifier le « Comprehensive (nuclear)
Test Ban » [ndt : nouveau moratoire international sur les essais
nucléaires (le précédent ayant été rompu par la France en 1995)], et
rejeté à la fois le traité concernant la production et l'utilisation
des mines antipersonnel et armes à sous-munitions et un Accord
International de l'ONU visant à réduire les ventes illicites d'armes
légères [ndt : celles qui font le plus de victimes dans les conflits
dits « de basse intensité » (Rwanda, Congo, Colombie, etc.)]. Forts de
l'appui de l'OTAN, les Etats-Unis ont lancé une nouvelle course aux
armements à laquelle nombre de leurs alliés et clients (et de leurs
adversaires ou cibles potentielles) n'ont pas manqué de se joindre.

Le document de 1999 rappelle aussi le prétendu soutien de l'OTAN au
Traité de Non-Prolifération Nucléaire, mais non sans insister au
passage sur l'importance de l'armement nucléaire dans ce qui fait la
puissance de l'OTAN. Il rejette donc de facto l'un des points
fondamentaux de ce traité, à savoir l'engagement des puissances
nucléaires d'œuvrer activement à l'élimination de ce type d'armement.
En clair, cela signifie que la non-prolifération à laquelle l'OTAN
demeure si attachée concerne exclusivement ses cibles et adversaires
potentiels (l'Iran par exemple). Les armes nucléaires « offrent une
contribution cruciale en rendant les risques d'agression contre
l'Alliance incalculables et inacceptables ». Mais si l'Iran possédait
de telles armes, « les risques d'agression » nucléaires par «
l'Alliance » – ce que les USA, membre de l'OTAN et Israël menacent de
faire – seraient-ils jugés inacceptables ? Bien sûr que non ! (1)

Au chapitre Sécurité, le « Concept Stratégique » déclare lutter pour
un environnement sécuritaire « reposant sur le développement
d'institutions démocratiques et sur un engagement à résoudre les
conflits pacifiquement, de sorte qu'aucun pays ne soit en mesure d'en
intimider ou contraindre un autre par la menace ou le recours à la
force ». Un tel degré d'hypocrisie laisse pantois. L'essence même des
politiques et des pratiques de l'OTAN est de menacer constamment de
recourir à la force, et la politique de Sécurité Nationale U.S. est
aujourd'hui parfaitement explicite sur l'intention des Etats-Unis de
maintenir leur supériorité militaire et de veiller à ce qu'aucune
puissance rivale ne puisse remettre en cause leur hégémonie, de façon
à pouvoir conserver leur emprise globale [ou mondiale]. En d'autres
termes, ils tiennent à gouverner par intimidation.

L'OTAN prétend aujourd'hui n'être plus une menace pour personne et
évoque même dans ce Concept Stratégique l'éventualité « d'opérations »
conjointes avec la Russie. Ici encore, le niveau d'hypocrisie est
ahurissant. Comme nous avons pu le voir dans de précédents articles,
en acceptant le principe de réunification de l'Allemagne, Gorbatchev
avait fait promettre aux Américains qu'en échange l'OTAN s'engageait à
ne pas avancer d'un centimètre plus à l'Est. Clinton et l'Alliance
Atlantique s'empressèrent de rompre cet engagement, en incorporant
dans l'OTAN toutes les ex-satellites soviétiques d'Europe de l'Est
ainsi que les Pays Baltes. Seuls ceux qui sont assez sots pour se
persuader du contraire et les propagandistes pourraient ne pas y voir
une menace directe pour la Russie, l'unique puissance de la région à
pouvoir, ne fût-ce que théoriquement, constituer une menace pour les
pays membres de l'OTAN. Mais le document de l'Alliance joue les idiots
et seules les menaces contre ses membres y sont prises en compte.

De même, bien que la nouvelle Alliance Atlantique se prétende très
préoccupée par « l'oppression, les conflits ethniques [et la]
prolifération des armes de destruction massive », ses relations avec
Israël restent des plus étroites. Aucune disposition, de quelque
nature que ce soit, n'est venue (ni ne saurait venir) faire obstacle à
l'oppression exercée par Israël, à son nettoyage ethnique, à son
arsenal nucléaire considérable (dont on reconnaît à peine
l'existence), ni bien sûr à sa nouvelle agression du Liban, en 2006 ou
à ses dernières attaques meurtrières contre Gaza. Il n'est pas plus
question de laisser ternir d'aussi bonnes relations que de voir
l'agression/occupation anglo-américaine illégale de l'Irak entamer le
moins du monde l'inaltérable solidarité des Etats membres de
l'Alliance. Israël étant de très loin le client privilégié des
Etats-Unis, il va sans dire que ce pays est parfaitement libre de
violer les nobles idéaux dont se prévaut le Concept Stratégique. En
2008, l'OTAN et Israël ont signé un pacte militaire. On verra donc
peut être bientôt l'OTAN collaborer aux opérations de sécurité
d'Israël à Gaza. Voilà plus d'un an que l'actuel Conseiller à la
Sécurité Nationale d'Obama, James Jones, réclame à cor et à cris
l'envoi de troupes de l'OTAN pour occuper la bande de Gaza et la
Cisjordanie. Et dans l'administration américaine, il est loin d'être
le seul...

Ce nouvel OTAN est littéralement le pitbull des USA et de l'OTAN. Il
contribue activement au réarmement mondial, encourage la
militarisation des Pays Baltes et des anciens satellites de l'URSS en
Europe de l'Est – qui soutiennent activement Israël, en tant que
partenaire de l'OTAN, dans son travail de nettoyage ethnique et de
spoliation de ses « untermenschen » – il aide son maître à établir aux
portes de la Russie, des Etats clients – endossant très officiellement
l'installation par les USA de missiles anti-balistiques en Pologne, en
République Tchèque, en Israël, et menaçant d'en installer davantage
ailleurs, très loin des Etats-Unis – et il fait son possible pour
arracher l'aval des pays membres sur les projets américains de «
bouclier » élargi de l'OTAN. Cette attitude accule littéralement la
Russie à des positions plus agressives et à un réarmement accéléré (à
l'instar de ce qu'a fait l'OTAN il y a quelques années).

Bien évidemment, l'OTAN soutient l'occupation américaine de l'Irak. Le
Secrétaire Général de l'Alliance, M. Scheffer, se flatte régulièrement
que tous les Etats membres sont engagés dans l'Opération Liberté
Irakienne, soit en Irak, soit au Kuwait. Tous les pays des Balkans, à
la seule exception de la Serbie, ont envoyé des troupes en Irak et en
envoient aujourd'hui en Afghanistan. Ces deux pays sont devenus des
terrains d'entraînement pour apprendre aux nouveaux « partenaires » à
être « inter-opérationnels », et permettent le développement d'une
nouvelle assise mercenaire pour les opérations « hors périmètre » de
l'OTAN, de plus en plus fréquentes depuis que l'OTAN s'investit plus
activement que jamais dans les campagnes américaines d'Afghanistan et
du Pakistan.

Comme on l'a vu plus haut, l'OTAN se targue du rôle qu'elle a joué
dans les guerres des Balkans, alors que celles-ci violaient la Charte
des Nations Unies au même titre que celles d'Afghanistan et du
Pakistan. L'illégalité fait manifestement partie intégrante du nouveau
« Concept Stratégique ». Succédant au concept frauduleux «
d'autodéfense collective », les pouvoirs sans cesse élargis de l'OTAN
l'autoproclament légitimement habilité à conduire des campagnes
militaires « hors périmètre » ou de prétendues missions « non-article
V », hors du territoire initial de l'OTAN. Comme l'observait en 1999
l'universitaire spécialiste du droit Bruno Simma, « le message dont
ces voix sont porteuses dans notre contexte est très clair : s'il
s'avère que le mandat ou l'aval du Conseil de Sécurité [de l'ONU] pour
de futures missions de l'OTAN `non-article V' engageant des forces
armées ne peut être obtenu, l'OTAN doit rester en mesure de poursuivre
ce type d'opérations. Sa capacité à agir de la sorte, l'Alliance en a
déjà fait la démonstration dans la crise du Kosovo ». ("NATO, the UN
and the Use of Force: Legal Aspects," European Journal of
International Law, Vol. 10, No. 1, 1999, accessible sur :
http://www.ejil.org/journal/Vol10/No1/ab1.html).

Le pitbull OTAN sert bien sûr avec joie les ambitions hégémoniques
planétaires de son maître. Outre qu'elle contribue à encercler et
menacer la Russie, l'Alliance accumule les « accords de partenariat »
et mène des manœuvres militaires conjointes avec les pays du prétendu
« Dialogue Méditerranéen » (Israël, Egypte, Jordanie, Maroc, Tunisie,
Mauritanie et Algérie). L'OTAN a aussi signé de nouveaux partenariats
avec le Conseil de Coopération des Etats du Golfe (Bahrayn, Kuwait,
Arabie Saoudite, Oman, Qatar et Emirats Arabes Unis) élargissant
d'autant ses ambitions militaires de la rive atlantique de l'Afrique
jusqu'aux confins du Golfe Persique. Dans le même temps, on a assisté
à un continuum de visites et de manœuvres militaires maritimes avec la
plupart de ces nouveaux partenaires, et à la signature l'année
dernière du premier traité militaire bilatéral officiel entre l'OTAN
et Israël.

Le pitbull a désormais toute latitude pour aider Israël à poursuivre
ses violations massives du droit et des conventions internationales,
pour aider les Etats-Unis et Israël à menacer voire attaquer l'Iran,
pour élargir son propre programme de coopération et de pacification
des lointaines populations d'Afghanistan, du Pakistan (et certainement
d'ailleurs), et tout cela dans le prétendu intérêt de la paix et de la
fameuse « stabilité élargie » évoquée dans le Concept Stratégique.
L'OTAN, à l'instar de l'ONU elle-même, offre en définitive une
confortable image de multilatéralisme à ce qui n'est en réalité qu'un
expansionnisme impérial totalement hors la loi et littéralement hors
de contrôle. Dans les faits, l'OTAN, comme bras armé mondial et
agressif des Etats-Unis et d'autres impérialismes affiliés, constitue
une très sérieuse menace contre la paix et la sécurité
internationales. A la veille de la célébration de son soixantième
anniversaire et alors qu'elle aurait dû être liquidée dès 1991,
l'Alliance Atlantique ne cesse de s'étendre et de s'affirmer dans le
rôle de menace permanente où la consacrait dès 1999 le texte du
Concept Stratégique, avec une satisfaction malveillante qui donne
vraiment froid dans le dos.


1. [ndt : En fait la phrase du document de l'OTAN est à double sens :
« ... en rendant les risques d'agression contre l'Alliance
incalculables et inacceptables » signifie en principe que la prise de
risque (pour l'agresseur) est trop grande pour être seulement
envisageable. C'est le « principe de dissuasion ». Mais si l'Iran
venait à se doter de telles armes, « les risques d'agression contre
l'Alliance » seraient alors jugés « inacceptables », d'où le projet
très officiel d'attaque nucléaire préventive contre l'Iran s'il
poursuit son programme nucléaire. La Turquie étant membre de l'OTAN et
frontalière de l'Iran, elle serait considérée comme directement
menacée et les autres pays membres tenus de réagir de par leurs
engagements]


Traduit de l'anglais par Dominique Arias

(Les notes entre [ndt : ...] sont du traducteur et n'engagent que lui)



=== 4 ===

http://en.rian.ru/letters/20090122/119743596.html

Russian Information Agency Novosti
January 22, 2009

Letters to the editor

There has been a disturbing silence in the Russian
media on the subject of the upcoming NATO sixtieth
anniversary summit on April 3-4 of this year.

Occurring as it will on the tenth anniversary of
NATO's first full-fledged military campaign, the war
against Yugoslavia, and the first complete integration
of former Warsaw Pact states into the Alliance, this
event is far more ominous than the lack of public
concern about it would indicate.

This past November 19-20 NATO held a meeting of its
Chiefs of Defense, its highest military authority,
which was attended by the defense chiefs of over sixty
nations; that is, of a third of all the countries of
the world. Current US ambassador to NATO Kurt Volker
boasted three years ago that in 2005 the bloc was
running eight operations in four continents.

And although General Secretary Jaap de Hoop Scheffer
and Spokesman James Appathurai have for years now
routinely referred to Global NATO, and the above
substantiates their claim, it's worth noting that at
the November defense ministers meeting there were
present the military heads of five NATO members and
six Partnership for Peace cohorts that border Russia.

The Partnership nations have proven willing to accede
to NATO demands to deploy troops to war and
post-conflict zones like Bosnia, Kosovo, Macedonia,
Afghanistan and Iraq, and there's no reason to doubt
that they may be equally obliging in regards to NATO's
plans for Russia.

Regarding the latter, although over the past decade
NATO has expanded into history's first international
military bloc with farflung outposts and compliant
partners around the world, a sensible observer would
recognize that its main target is Russia.

The same sensible person would realize that there are
but two reasons, though neither precludes the other,
for effecting a military encirclement of a nation.

To blockade and effectively starve it out or to lay
the groundwork for a military assault.

Anniversaries serve to restore a historical
perspective that is lost in day-to-day existence with
its mundane demands and in doing so help us to better
understand not only the past but the present.

In 1949 everyone knew that the world was a perilous
place; sixty years later far too few appreciate that
in many ways it's even more so.

Rick Rozoff
Chicago, USA