(La stampa straniera registra con sgomento l'agibilità politica accordata in Italia ai gruppi nazi-fascisti con provvedimenti come quello delle “ronde”...)


da The Sunday Times

13 settembre 2009

Piccoli Hitler d'Italia

Con il patrocinio di Silvio Berlusconi, gruppi di vigilantes di estrema destra sono intenzionati a pattugliare le strade d’Italia, risvegliando timori di un ritorno al fascismo.  

Christine Toomey
(Articolo segnalato da Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus.
Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

La voce scandita di Gaetano Saya raggiunge una tonalità quasi isterica quando egli punta con un gesto secco il dito in direzione delle quattro gigantesche aquile marmoree ad ali spiegate che si librano sopra il porticato semicircolare di Piazza della Repubblica a Roma. 
“Guardate! Ecco, quelli sono i simboli della potenza dell’Impero Romano! Ce ne sono dappertutto!” 
Quando così si esprime, Saya pronuncia queste parole quasi con violenza e rabbia. 
Per tutto il tempo che noi siamo stati seduti nell’afoso caldo estivo, sorseggiando caffè espresso in un bar al riparo degli archi della piazza tanto frequentata, egli conserva la sua compostezza. Ma quando la discussione cade sulla baraonda generata dai segni distintivi scelti dalle unità di ronda di recente formazione da parte di un rinato partito neo-fascista – che includono l’aquila imperiale, un tempo portata dalle Camicie Nere di Mussolini – a stento contiene la sua furia. 
“Le aquile sono nostri simboli di Roma, non emblemi fascisti. Se in Italia venissero messe all’indice, si dovrebbero strappare aquile da ogni edificio pubblico. Le aquile fanno parte della nostra storia. Proprio come Cromwell fa parte della vostra storia.”, così pronuncia con enfasi, lisciandosi i baffi ben curati.  

Per la prima volta dalla fine della seconda Guerra mondiale, Roma è governata da un sindaco appartenente allo schieramento di destra. Gianni Alemanno non solo è un uomo di destra, ma anche un neo-fascista che una volta scendeva ad esercitare la sua violenta protesta per le strade, i cui sostenitori hanno salutato la sua vittoria elettorale con ostentati saluti fascisti.   
Alemanno è stato eletto sindaco nella primavera dello scorso anno sull’onda dell’isteria nazionale in seguito al brutale assassinio avvenuto a Roma della moglie di un ufficiale di marina italiano per mano di un nomade Rom di provenienza Rumena. Nell’ottobre 2007, l’aggressore aveva sottratto pochi denari dalla borsetta della donna, che stava ritornando a casa percorrendo una strada deserta, l’aveva violentata e lasciata morire. Il volto di questa insegnante di religione di 47 anni era tanto massacrato che la polizia aveva potuto descriverla solo come una donna di “età non ben determinata”, tanta era stata la violenza che l’aveva condotta a morte. 
A seguito della copertura a forti tinte riservata dai mezzi di comunicazione alla morte della signora Giovanna Reggiani per mano della “bestia Rom”, gruppi di vigilantes hanno messo in atto vendette. Quattro nomadi che mendicavano nel centro di Roma venivano bastonati e feriti, mentre baracche di immigrati in tutta Italia venivano dati alle fiamme. 
Da quel momento il paese si è trovato stretto nella morsa di una crescente ondata di xenofobia, che i politici di destra hanno sfruttato in modo spietato. Allora, estremisti, come quel Saya, con il suo rinvigorito Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN), si sono nutriti del terrore nei confronti degli immigrati.  
L’“utilizzatore finale” è stato Silvio Berlusconi, il sempre-abbronzato 72.enne miliardario primo ministro. Usando la potenza del suo vastissimo impero mediatico, egli immediatamente dichiarava che il suo paese era investito da una “emergenza Rom” di criminale attività. 
In quel momento, molti articoli di stampa e notiziari televisivi violentemente soffiavano sul fuoco, per cui erano gli immigrati i responsabili del crimine in Italia, dando libero sfogo perfino al fatto che “tutti i Rumeni nutrono intenti criminali”.
Complessivamente le cifre sul crimine in Italia non hanno visto una loro crescita per oltre un decennio, mentre più di un terzo dei carcerati sono attualmente stranieri. Nell’ultimo anno sono state addebitate a stranieri il 68% delle violenze carnali e il 32% delle rapine.    
La preoccupazione sui livelli dei crimini commessi da immigrati ha aiutato Berlusconi ad arrivare al potere nell’aprile 2008 su un programma elettorale di legge-e-ordine. Immediatamente Berlusconi annunciava l’introduzione di un “pacchetto sicurezza nazionale”, che prevedeva migliaia di soldati in uniforme mimetica da combattimento dispiegati a guardia degli angoli delle strade delle metropoli e delle città Italiane. 
Il pacchetto viene reclamizzato come uno sforzo per stroncare sia il crimine che l’immigrazione illegale, attualmente spesso dipinti come del tutto sinonimi in Italia, paese che Berlusconi afferma mai avrebbe permesso di trasformarsi in una “società multi-etnica”.  
L’aver focalizzato così grande attenzione sulle buffonerie di un premier ardentemente focoso, salterellone da un letto all’altro, ha consentito a questo sgradevole fiume sotterraneo di razzismo di procedere con calma insidiosa. La decisione di Berlusconi di legalizzare le nuove ronde di vigilanti sta sollevando un particolare allarme.  

Agitando le sue mani con gesti plateali di auto-compiacimento, Saya si vanta che migliaia di Italiani ora stanno chiedendo a gran voce di far parte delle ronde vigilanti di estrema destra, che egli ha battezzato come Guardia Nazionale Italiana, istituita in giugno dal suo partito. Quando la Guardia Nazionale ha presentato al pubblico la sua uniforme – basco nero di foggia militare adorno di aquila imperiale, guanti neri, calzature nere, camicia khaki e fascia al braccio recante il simbolo del sole nero a lungo associato al Nazismo – gli inquirenti Italiani immediatamente hanno promosso un’inchiesta giudiziaria nei confronti del gruppo. Dopo la seconda guerra mondiale in Italia sono stati messi al bando tutti i simboli nazisti e fascisti. Ma  Saya, (52 anni), che nel passato era stato inquisito per incitazione all’odio razziale, è pienamente convinto che l’inchiesta verrà tranquillamente fatta cadere. 
“Noi siamo solamente degli ardenti patrioti. Come è possibile che qualcuno faccia obiezione a questo? Noi siamo sostenitori dell’ultra-nazionalismo. Noi difendiamo la nostra storia e siamo in marcia.”  
Saya accusa i “milioni di stranieri che stanno invadendo l’Italia” per la crisi economica, sociale e morale che ora il suo paese deve affrontare. 
“Mussolini era un grande uomo ispirato da un effettivo amore per la sua nazione. Era un leader legittimato, non un dittatore.” 
Saya agita la mano per chiamare un giovane seguace che è stato a gironzolare nelle vicinanze. Riccardo Lanza è un trentatreenne agente di borsa, buon parlatore, vestito con cura con un buon abito e camicia a righine. Egli afferma che la ragione per cui l’uniforme paramilitare della Guardia Nazionale sta appesa nel suo guardaroba è che “gli Italiani non sono più in grado di dirigere il loro stesso paese.” Lanza denuncia le mafie Russe e Cinesi per il “caos totale” in Italia. “Si sono infiltrate nella nostra economia, proprio come hanno fatto gli stranieri a prendere possesso delle nostre strade. Noi dobbiamo mettere un fermo a tutto questo.”    

Diversamente da molti paesi Europei con un lungo passato coloniale, l’immigrazione di massa è un fenomeno relativamente recente in Italia, che per tradizione è stato più paese uso alla costante emigrazione dei suoi cittadini. Negli ultimi 20 anni hanno investito questo paese ondate di immigrazione – prima dai paesi del blocco orientale come l’Albania e la ex Jugoslavia in occasione della caduta del Muro di Berlino, e più di recente dall’Africa del nord e sub-Sahariana – ed è stato valutato che in Italia sono arrivati legalmente per viverci 3 milioni e mezzo di migranti, e un altro milione e mezzo illegalmente. 
L’Italia si trova alle prese con il fatto di non essere più un paese monoculturale. Di recente Berlusconi si lamentava che la sua città di nascita, Milano, “sembra una città Africana”.  
Opportunismo politico sta dietro alla creazione dei gruppi di vigilanti. 
Berlusconi è stato aiutato a ritornare al potere con il sostegno della Lega Nord, movimento di estrema destra, originariamente fondata per far passare il progetto della secessione dell’Italia del Nord dal resto del paese, ma più di recente determinata nella sua opposizione alla migrazione di massa. 
Dieci anni fa, era stata la Lega Nord che aveva iniziato ad organizzare non ufficialmente ronde stradali anti-crimine nelle città e nei paesi di tutto il nord-Italia con il più largo numero di immigrati. Quando divenne chiaro che il partito di Berlusconi di recente formazione, il Popolo della Libertà, (una ampia coalizione tra l’ex movimento Forza Italia di Berlusconi e Alleanza Nazionale, diretta dal politico neo-fascista riformato Gianfranco Fini) aveva bisogno dell’appoggio della Lega Nord, venivano presi impegni sulla questione sicurezza, compresa l’introduzione di ronde di vigilanti. Il modo di contrastare l’immigrazione illegale, dichiarava Roberto Maroni, un uomo politico cardine della Lega Nord, divenuto quindi Ministro dell’Interno, era quello di “diventare cattivi”.  

Infatti, il pacchetto sicurezza, gradualmente introdotto negli ultimi dodici mesi, prevede in modo stringente nuove norme che rendono l’immigrazione illegale un reato criminale punibile con una ammenda fino a 10.000 Euro. I bambini degli immigrati illegali devono essere espulsi dalla scuola e non possono ricevere assistenza sanitaria, e coloro che consapevolmente danno ospitalità a clandestini possono essere condannati fino a tre anni di prigione. 
Questi provvedimenti sono stati paragonati da importanti uomini di cultura e scrittori alle infami leggi razziali di Mussolini, che bandivano gli Ebrei dai posti di lavoro e di studio. Il Vaticano li ha definiti fonte di “grande preoccupazione” e “una ragione di deplorazione”. Perfino Berlusconi sembra avere realizzato di essersi spinto troppo lontano in questo suo appoggio al vigilantismo. 
Quando gruppi come la Guardia Nazionale di Saya hanno cominciato a farsi vedere in giro tutti tronfi nelle loro uniformi di stile fascista, e nel luglio scorso violenti scontri sono scoppiati fra appartenenti a ronde di estrema destra e oppositori di sinistra nella stazione climatica di Massa in Toscana, Maroni ha annunciato che i gruppi di vigilanti avrebbero dovuto sottostare a criteri ben definiti prima che fosse concesso loro di cominciare a pattugliare le strade.
Le ronde non potevano essere costituite da più di tre componenti, i membri delle ronde non dovevano indossare uniformi di foggia militare, non dovevano essere armati e potevano avere in dotazione solo walkie-talkies e telefoni cellulari per allertare la polizia in caso di disordini. 

Ma il genio della legge imposta a furor di popolo è già stato lasciato sfuggire dalla lampada. Da nessuna parte questo è più evidente che fra i seguaci della formazione di estrema destra al centro delle violenze che sono scoppiate d’estate nella cittadina di Massa.  
Massa sembra essere una stazione climatica di mare tipicamente Italiana, con le sue ben ordinate file di lettini e di ombrelloni a strisce colorate. Comunque la cittadina è collocata ai piedi delle scoscese Alpi Apuane e possiede un orgoglioso primato di resistenza. Durante la seconda guerra mondiale queste montagne hanno fornito rifugio ad un gran numero di partigiani. Molte delle più tristemente famose atrocità commesse in Italia dai reparti Tedeschi delle SS sono avvenute in questa zona, compreso il massacro di Sant’Anna di Stazzema, un piccolo paese dove 560 civili, per lo più donne, bambini ed anziani sono stati raggruppati, colpiti a morte e i loro corpi sono stati dati alle fiamme. 
Allora, quando Stefano Benedetti mi racconta la storiella su come il nome per la ronda, che egli ed altri estremisti di destra hanno creato a Massa, gli sia venuto per caso, chiaramente che ciò risulta risibile. Il gruppo è stato battezzato come Soccorso Sociale e Sicurezza, e quindi le sue iniziali, SSS, risultano altamente provocatorie. 
Benedetti, un venditore ambulante ben noto per diffondere dagli stereo della sua macchina inni fascisti e per tenere appeso in casa un ritratto di Mussolini, è l’unico consigliere comunale di destra in una municipalità governata dalle sinistre.  
“La gente mi definisce un Nazi ed un fascista. Invece io sto facendo solo il mio dovere di cittadino,” egli argomenta, spiegando come le sue ronde SSS hanno cominciato ad operare di notte ai primi di quest’anno, battendo le zone della città frequentate da immigrati, vigilando su possibili disordini.  “Ve ne sono troppi di stranieri presenti nella nostra comunità, e costoro sono dediti al crimine, a rubare le macchine, ad introdursi nelle abitazioni commettendo violenze.”   
Quando membri di SSS si sono riuniti all’esterno di un bar nei pressi del luogo dove esponenti sindacali di sinistra stavano organizzando una manifestazione nella notte del 25 luglio, gli scontri fra le due fazioni hanno causato un fuggi-fuggi generale fra i turisti. Tre poliziotti e due dimostranti hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere; i manifestanti di sinistra hanno messo in atto un presidio sul raccordo alla strada ad alto scorrimento. 
Quando le notizie della comparsa di SSS hanno iniziato a circolare fra le piccole comunità di immigrati e di Rom presenti a Massa e nei suoi dintorni, funzionari locali hanno riferito che genitori di nazionalità straniera hanno cominciato a ritirare i loro bambini dai programmi di attività estive.   Una visita ad un campo nomadi Rom disastrato di baracche e di roulotte disseminate lungo la strada ferrata tra Massa e la vicina città di Carrara rivela subito il perché. “Gli Italiani ci hanno sempre odiati. Ma, fino ad ora ci hanno lasciato tranquilli per più del tempo,” ci ha dichiarato un ventitreenne padre di tre bambini, che vuole essere identificato solo per nome, Ercoles. “Queste ronde, dicono che renderanno le strade più sicure. Ma ora noi abbiamo paura di lasciare i nostri bambini fuori dalla nostra vista. Noi temiamo che se li lasciamo andare nelle piscine o nelle spiagge locali, i bambini verranno aggrediti.”  
“Massa ha una reputazione di città più sicura, sesta in Italia,” spiega esausto il suo sindaco, Roberto Pucci. “Invece il modo in cui queste ronde di destra operano è solo quello di suscitare un non giustificato senso di paura, di creare una percezione che qui ci siano più problemi di quelli che in realtà esistono, quindi dipingono se stessi come gli unici interessati a questi e in grado di risolverli. E Pucci conclude: “Noi siamo una democrazia giovane, e quello che sta avvenendo qui dobbiamo prenderlo in considerazione seriamente.”   
Pucci ha ora proibito a SSS di operare a Massa, e molte municipalità in tutta Italia governate dalla sinistra pensano di seguirne l’esempio. Però Benedetti e i suoi seguaci giurano che riprenderanno con le loro ronde. “Loro hanno impedito a SSS di operare. Allora noi cambieremo il nostro nome e costituiremo una nuova organizzazione,”così dichiara un sostenitore. “Quello che noi stiamo facendo sta all’interno delle nuove norme. Ora, nessuno può fermarci.”  

A questa sfida fa eco Gaetano Saya. Sebbene la Guardia Nazionale abbia rinviato la messa in attuazione operativa delle ronde di suoi vigilanti come risultato della promozione dell’indagine giudiziaria, Saya afferma che loro eluderanno le norme che vietano le uniformi riclassificandosi come una “milizia di partito”.  
“La Guardia diverrà il braccio operativo del nostro Partito, di scorta ai nostri uomini politici dove questi sceglieranno di andare per le strade. Non potranno fermarci!”
Per di più Saya dichiara di essere spalleggiato da un gruppo di ricchi industriali, che hanno finanziato per la Guardia l’acquisto di un elicottero di sorveglianza. 
La prospettiva di ronde di vigilanti che si trasformano in milizie politiche, come esisteva al tempo di Mussolini, ha messo in allarme molti Italiani, in particolare sull’onda di misure assunte dal governo, come la decisione di prendere le impronte digitali alla intera popolazione di 150.000 zingari Rom presenti nel paese, anche se molte famiglie di nomadi sono presenti in Italia dai tempi del Medio Evo. Il programma della raccolta delle impronte digitali è stato messo in attuazione immediatamente in alcune città, ma è stato attenuato con l’esclusione dei bambini in seguito alle proteste delle associazioni per i diritti umani. 
Comunque tali programmi hanno già avuto un effetto desensibilizzante. I corpi di due giovani sorelle nomadi, annegate mentre nuotavano al largo di una spiaggia di Napoli nell’estate 2008, sono stati lasciati per ore sulla sabbia coperti da un asciugamano, mentre i bagnanti continuavano nei loro  picnic e a giocare a frisbee.
A Padova, città in un territorio di vitale importanza per la Lega Nord, le autorità locali avevano eretto una barriera di acciaio alta tre metri intorno ad una comunità di immigrati ritenuta responsabile di avere portato prostituzione e spaccio di droga in quella zona della città. In seguito la barriera è stata rimossa; (N.del tr.: informazione non precisa; gli immigrati sono stati fatti sgombrare dalle palazzine che occupavano, e quelle case fatiscenti sono state murate. In quelle abitazioni fatiscenti vivevano anche famiglie di immigrati regolarmente in affitto che erano costrette a convivere con delinquenti organizzati ed un immenso degrado. Alcuni appartamenti venivano affittati a posti letto, anche dieci e più di numero per abitazione, al prezzo di 200 – 300 euro, logicamente in nero, da proprietari e amministratori senza scrupoli, non certamente immigrati, ma cittadini Padovani. Le famiglie sgombrate in regola hanno ricevuto dalla amministrazione sistemazioni in case popolari sane e decenti. La barriera non è stata ancora smantellata); nella vicina cittadina di Abano, il sindaco ha predisposto una taglia di 500 euro in favore di chiunque denunci un immigrato clandestino. 
In molte aree del nord, dove ci si aspetta tutta una fioritura di ronde di vigilanti, la Lega Nord ha perfino proposto che gli esercizi che forniscono kebab e i ristoranti Cinesi vengano espulsi dai centri cittadini in quanto considerati “non compatibili con il contesto storico”.  

Negli ultimi anni, molti Italiani hanno provato fastidio per la proliferazione di prostitute, provenienti dall’Europa dell’Est e dall’Africa, che esercitano senza riserbo la loro professione per strada in tutto il paese. E il fiorire del crimine organizzato e la violenza delle bande hanno avuto un più ampio effetto. Agli inizi di quest’anno, a Roma il sentimento anti-immigrati si è esacerbato dopo che una donna ventenne Italiana aveva subito una violenza di gruppo e il suo fidanzato brutalmente bastonato da una gang di cinque Rumeni.  
Ma con il precipitare nel paese del tasso di natalità e dell’invecchiamento della popolazione, molti settori dell’economia troverebbero difficile sopravvivere senza lavoratori stranieri. Un documento governativo dell’anno scorso sulle relazioni con l’immigrazione dimostrava che il 42% degli Italiani riconosce che gli immigrati sono essenziali all’economia. 
Però, questo non ha impedito negli ultimi 12 mesi tutta una serie di feroci attacchi contro stranieri. Lo scorso febbraio, in un’aggressione è stato percosso un Indiano di 35 anni senza-casa e dato alle fiamme in una cittadina di mare vicino a Roma, e prima un immigrato del Burkino Faso era stato bastonato a morte con una spranga di ferro da un negoziante di Milano che lo aveva accusato di avergli rubato un pacchetto di biscotti.
Marco Rovelli, uno studioso di Massa che ha scritto sull’emigrazione Italiana, attribuisce la comparsa del vigilantismo e il successo di movimenti politici come quello della Lega Nord nell’incoraggiare la xenofobia alla storia stessa del paese, come una nazione povera di migranti fino alla metà del secolo scorso.“Quando gli Italiani vedono degli stranieri vivere nella condizione di povertà che loro solo di recente si sono lasciati alle spalle, ecco che si spaventano. Per molti è doloroso ricordare il loro passato e quindi temono di perdere quella prosperità che hanno acquisito.”  

Al di sotto della manipolazione governativa sull’insicurezza nazionale si trova una diversa agenda, mette in guardia un altro studioso. James Walston è professore di relazioni internazionali presso l’Università Americana di Roma. Questa la sua affermazione: “Focalizzando l’attenzione sugli immigrati, e questa è l’intenzione delle ronde vigilanti, sebbene non venga mai detto, e suscitando il sentimento per cui le strade Italiane siano insicure, incolpando gli stranieri, Berlusconi sta distogliendo i riflettori dai reali problemi di questo paese.”  
Waltson ritiene che i problemi reali siano costituiti dal crimine organizzato e dalla mafia. “Ma qualsiasi citazione della mafia viene totalmente omessa dall’ordine del giorno, e in parte questo è dovuto ai legami con la mafia dello stesso primo ministro.”  Walston cita il verdetto di colpevolezza nei confronti di Marcello Dell’Utri, uno dei più stretti consiglieri di Berlusconi, accusato di  complottare con la mafia Siciliana. 
In molte parti d’Italia una percentuale significativa di popolazione continua a pagare ogni giorno la protezione, “il pizzo”, ai gruppi mafiosi presenti nel territorio. Molti temono che, particolarmente al sud, le ronde di vigilanti cadranno subito sotto il controllo della mafia, consolidando la sua influenza e causando ulteriore spargimento di sangue. 
Nel settembre scorso, nei pressi di Napoli, una squadra omicida del tristemente famoso clan dei Casalesi ha abbattuto a colpi di arma da fuoco sei Africani dell’Africa Occidentale in una guerra per l’esclusività del controllo della prostituzione e dello spaccio di droga. (N.d.tr.: in seguito, accurate indagini hanno dimostrato che il motivo della strage consisteva in un puro atto intimidatorio nei confronti di una comunità di lavoratori clandestini, che avevano dato segni di insofferenza e di ribellione per essere trattati come schiavi da caporali camorristi che li sfruttavano, e continuano tuttora a sfruttarli, mentre le forze dell’ordine dello Stato si rivelano impotenti a mettere fine a questa violenza. Non sarà certamente un movimento di ronde a mettere termine a questo schifo!) 
Diversi mesi prima, a Napoli, criminali Camorristi avevano scatenato un’orgia di violenza contro i campi nomadi Rom, dando alle fiamme le baracche, aggredendo e picchiando gli occupanti e cacciandoli dalle loro abitazioni, dopo che erano circolate voci che una piccina era stata rapita da una donna zingara. La risposta del ministro degli Interni del governo, Maroni, è stata semplicemente di non curanza: “Questo è quello che avviene quando gli zingari rubano i bambini!”   

Poca meraviglia, allora, che la magistratura Italiana, in passato stigmatizzata da Berlusconi come un “cancro per la società”,  e i sindacati di polizia siano veramente critici nei confronti del nuovo pacchetto sicurezza del premier, che prevede anche la legalizzazione delle ronde di vigilanti: si ritiene che questi provvedimenti creino solo “confusione” e stornino risorse dagli organismi deputati ufficialmente a far rispettare le leggi.  
Inoltre, alle ronde approvate dalle municipalità locali sarà concesso un seppur limitato finanziamento. La polizia ritiene che sarà difficile individuare dove esattamente questo denaro andrà a finire, come sembra confermare un incontro a Milano con due vigilantes grandi e grossi.  
Vincenzo Scavo non ha difficoltà a presentarmi ad un suo socio dai muscoli robusti, il cui cellulare di continuo ha in funzione la suoneria con il motivo dal tema del film “Il Padrino”. 
Fino all’inizio di luglio, Scavo dirigeva a Milano un gruppo denominato “Berretti Blue” che veniva finanziato con più di mezzo milione di euro per condurre nelle strade ronde anti-crimine nei luoghi cittadini che destano preoccupazione, come la stazione ferroviaria e il sistema della Metropolitana.   Questo, finché si è scoperto che Scavo aveva in tasca la tessera del partito neo-fascista MSI - Destra Nazionale guidato da Gaetano Saya.  Il contratto veniva immediatamente sospeso e il sindaco di Milano ordinava un’inchiesta nei confronti dei “Berretti Blue”. 
Scavo, di mestiere guardia del corpo privata, tutto tatuato, originario dalla Sicilia, spiega con toni offesi che la sola ragione per cui possedeva la tessera di quel partito era dovuta al fatto che diversi anni prima era stato contattato per fornire servizi privati di sicurezza a quel partito. Egli non aveva mai preso servizio e dopo non aveva mai più avuto contatti con il MSI - Destra Nazionale.     
Scavo protesta: “Siamo stati bloccati per il nostro buon operare, per la nostra missione.” 
Egli insiste: “Il contratto copriva solo una parte delle attività dei Berretti Blue. Infatti i nostri volontari si sono prestati a fare la spesa per quegli anziani residenti in zone marginali della città, vicino a campi nomadi e a comunità di immigrati dove gli Italiani hanno paura a camminare per le strade. Ora, i nostri concittadini dovranno affrontare da soli i pericoli e vivere nella paura degli stranieri.”  
Facciamo una camminata in alcune delle zone identificate da Scavo come luoghi poco raccomandabili ed insicuri, come Via Padova a nord-est del centro di Milano, e diventa subito chiaro che sono gli immigrati ad avere paura. 
“Un discreto numero di componenti queste ronde sono proprio razzisti, che utilizzano le ronde come scusa per compiere abusi nei confronti degli stranieri,” afferma Isabel Ceveño di 39 anni proveniente dall’Ecuador, che ha vissuto in Italia per 13 anni. 
Molti immigrati che ho avvicinato in questa zona con un gruppo chiamato “City Angels”, un’organizzazione umanitaria che aiuta i senza casa, non osano più esprimere le loro effettive preoccupazioni. Mario Furlan, il fondatore dei “City Angels” ribadisce: “Loro sono abituati a parlare apertamente con noi. Ma ora sono diventati ben più cauti. Alcuni pensano che anche noi facciamo parte di queste nuove pattuglie di vigilanti. Mentre noi andiamo per le strade per cercare di aiutare la gente, il vigilante classico è uno che gira alla ricerca di un nemico.” 
“Le ronde vanno proprio a creare più agitazione per le strade,” afferma Jona Qamo, un giovane di 27 anni dall’Albania. “Non sarebbe meglio aiutare gli immigrati ad inserirsi piuttosto di spiarli e tenerli sottocontrollo?” 
Qamo ha una sua opinione. Il comportamento attitudinale delle autorità Italiane a tutti i livelli è stato di presumere che le persone avrebbero in qualche modo affrontato da sole il problema e accettato gli immigrati nel loro ambiente sociale, in quanto gli Italiani avrebbero un atteggiamento indifferente a riguardo.  
“Ma il presupposto della tolleranza degli Italiani non è sufficiente,” dichiara James Walston, “quando fra il 5 e il 10% della popolazione è costituito di stranieri.” Egli argomenta che quella che è necessaria è una “effettiva direzione” nel promuovere l’integrazione. “Ma questo è l’opposto di quello che sta avvenendo.”  
Jean Leonard Touadi, nato nella Repubblica del Congo ed ora primo africano Parlamentare Italiano  proveniente dall’Africa sub-Sahariana, afferma: “È veramente duro per gli Italiani ammettere di essere razzisti, dato che loro non associano se stessi con quella parte di Europa con una lunga storia coloniale.”   
Touadi è vissuto in Italia per trent’anni e in anni recenti a visto lievitare un marcato razzismo: “Voi non potete sapere che noi stiamo vivendo in un regime fascista. Ma molto di quello che sta avvenendo ora è veramente pericoloso. Con tutti i problemi che questo paese ha, non ultimo quello della mafia, scegliere e porre gli immigrati al vertice delle priorità dell’osservanza della legge e consegnarli alla mercé di vigilanti è sicuramente trasformarli in capri espiatori.”


Commento del traduttore: È necessario fare tesoro di una frase di Primo Levi tratta da “Se questo è un uomo”. “A molti, individui o popoli, può accadere, più o meno consapevolmente, di credere che ogni straniero sia nemico. Quando questo avviene, allora, al termine della catena sta il lager.”
Indubbiamente l’articolo presentato ha una sua valenza, è una testimonianza di una giornalista straniera sicuramente preoccupata che una nazione come l’Italia, culla e patria del fascismo razzista, sia ancora preda di rigurgiti razzisti e xenofobi profondamente radicati, con la potenzialità di ridiventare terreno di coltura, come nel passato, di germi di forme di governo autoritarie, che possano andare ad infettare altri paesi in Europa e nel mondo.
Ciò non di meno, bisogna anche sottolineare che l’articolista, a volte, appare documentata superficialmente e le sue carenze di informazioni puntuali possono rendere tutto il suo lavoro come improbabile, mentre risulta meritoria la sua enfasi assegnata al fatto che in questo nostro disastrato paese si puntino i riflettori sulle insicurezze provocate dalla presenza degli immigrati, magari “colored”, e non sui tanti problemi che la nostra classe politica dimostra di non avere la volontà di affrontare, tanto di meno di superare.
Come atto consolatorio, allego il breve, ma documentato articolo del giornalista italiano Stefano Milani riportato  da “il Manifesto” del 22 settembre, sempre a proposito di ronde.


La Legge  
di Stefano Milani

Tanta propaganda ma tre mesi dopo gli albi sono vuoti
«È la legge voluta dagli italiani». 
Così, un minuto dopo l'approvazione a Palazzo Madama (il 2 luglio scorso), sorridenti senatori leghisti applaudivano alle ronde, punta di diamante del pacchetto sicurezza made in Maroni, insieme alla caccia ai clandestini. 
Ora, a neanche tre mesi dal quella «storica giornata» si scopre che gli italiani poi tutta questa voglia di vedere sfilare sotto le loro finestre pettorine fluorescenti armate di torce e telefonino non ce l'hanno. Gli italiani rimangono anche in questo tradizionalisti: per la tutela dell'ordine pubblico continuano a preferire polizia e carabinieri. Padani compresi. 
Basta andare in giro per le prefetture del profondo nord e chiedere all'addetto di turno l'apposito modulo necessario per iscriversi all'albo rondista. Alla domanda i più rimangono basiti: «Modulo, quale modulo, ma è sicuro?». Ma c'è anche chi si meraviglia e, sotto sotto, si compiace: «Finalmente uno». 
È quello che capita in una insospettabile prefettura di Treviso. Città del sindaco-sceriffo Gentilini che ha fatto della sicurezza a tutti i costi il suo modello da esportare, da cui ti aspetti valanghe di domande ed invece di ronde nemmeno l'ombra. «Nessuna associazione - conferma il capo della procura Antonio Fojadelli - ha chiesto di iscriversi nell'apposito registro: evidentemente non se ne sente la necessità». D'altronde, ammette, «è richiesta una serie di adempimenti così faticosi da dissuadere».
È infatti dura la vita dell'aspirante rondista. 
Prima cosa bisogna fondare un'associazione, poi presentare regolare domanda d'iscrizione e ancora, una volta inseriti nell'elenco, aspettare che i Comuni diano il beneplacito. E per girare di notte alla ricerca del brutto ceffo possono passare dei mesi. 
A Padova le ronde da quando sono «legalizzate» sono addirittura sparite. Non ci sono più quelle di quartiere, al Pescarotto, quelle leghiste di Veneto Sicuro, quelle dei commercianti del centro storico. «Ad oggi non ci è arrivata nessuna richiesta - sottolinea l'assessore alla Polizia municipale Marco Carrai - probabilmente i limiti che ha introdotto la legge sulla Sicurezza come l'impossibilità di appartenere a sindacati e movimenti politici, la gratuità del servizio evidentemente hanno scoraggiato gli eventuali interessati». 
Insomma, checché ne dica la Lega, quello delle ronde è un vero e proprio flop. Buono solo per vincere le elezioni.
Del resto anche illustri esponenti della stessa maggioranza di governo non hanno mai nascosto qualche perplessità. Alemanno, ad esempio, evita di parlarne. E se proprio deve farlo, allora preferisce consultare il dizionario dei sinonimi e dei contrari e trovare alternative linguistiche più soft, tipo «comitati di quartieri» o «volontari della sicurezza». Ma mai ronde, «nella nostra città non ci saranno mai». 
Per poi ritrovarsele, qualche giorno fa, una niente male a marciare su Roma col braccio teso, in divisa color ocra, cravatta nera, aquila romana e scritta «SPQR». Una «pagliacciata» l'ha definita il sindaco. Peccato però che carnevale sia ancora lontano.  
        


Il giorno 17/set/09, alle ore 20:47, Coord. Naz. per la Jugoslavia ha scritto:

(La stampa straniera registra con sgomento l'agibilità politica accordata in Italia ai gruppi nazifascisti con provvedimenti come quello delle "ronde"...)


From The Sunday Times

September 13, 2009

Little Hitlers

Encouraged by Silvio Berlusconi, groups of far-right vigilantes are patrolling the streets of Italy, awakening fears of a return to fascism

Christine Toomey

Gaetano Saya’s staccato voice rises to a near-hysterical pitch as he points skywards, jabbing his finger in the direction of four giant marble eagles with outspread wings that tower above the semicircular porticoes of Rome’s Piazza della Repubblica. “Look! There they are — symbols of the mighty Roman Empire. They are everywhere!” ...

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