Intervento di Stevan Mirkovic in occasione del 65-mo anniversario della Giornata della liberazione di Belgrado
Belgrado e’ l’ unica capitale europea occupata nelle due Guerre mondiali, che e’ stata liberata dal proprio popolo ed esercito, con l’ aiuto della gloriosa Armata Rossa. Nelle battaglie per Belgrado i cittadini hanno dato il pieno sostegno e praticamente tutto l’ aiuto possibile alle unita’ dell’ Esercito Popolare di Liberazione Jugoslava e all’ Armata Rossa. Migliaia di giovani belgradesi, sin dalla lotta sulle strade durata per 7 giorni entrano nelle file dell’ EPLJ. Era il 1941 della nostra generazione. La vittoria belgradese ha cosi affermato la concezione della lotta della resistenza in generale, la piu’ efficace per i piccoli popoli. Purtroppo a cio’ abbiamo rinunciato facilmente, fin troppo, percio’ oggigiorno cerchiamo la sicurezza del paese patteggiando con le grandi potenze.
Alla vigilia della lotta per la liberazione a Belgrado operavano piu di 150 unita’ di resistenza e piu’ di 2000 combattenti armati (precedentemente formati dall’ organizzazione del PCJ di Belgrado contro l’ occupatore tedesco e contro i collaborazionisti nella citta’ occupata). Tutto quello che Belgrado e i belgradesi avevano fatto durante i 3 anni sotto l’ occupazione, combattendo contro i tedeschi e i quisling locali, il lavoro di massa politico, propagandistico e organizzativo del PCJ e della SKOJ (Lega dei giovani comunisti jugoslavi) nella preparazione della resurrezione, la mobilizzazione e l’inserimento dei cittadini nella GLP (Guerra di liberazione popolare), con oltre 50 sabotaggi e azioni sovversive – nel luglio e agosto del 1941, la raccolta e invio di materiale e aiuto finanziario, materiale sanitario ai reparti partigiani, con la partecipazione della gente, e cosi via -, lo hanno fatto con una delle forze motrici della GLP (Guerra di Liberazione Popolare). Questo infatti dovrebbe svolgere ogni citta’ capitale del paese invaso, come e’ oggi la Serbia... Purtroppo la Belgrado odierna non e’ per niente tale, il che si vede dal misero o quasi nessun impegno nella liberazione del Kosovo-Metohija occupato.
La liberazione di Belgrado ha avuto una grandissima importanza per la Serbia. Essa e’ arrivata passo passo fino alla ricostruzione dell’ unita’ territoriale. Le terre del Kosovo e Metohija, dello Srem, Banato, Backa, i comuni di Bosilevgrad, e Pirot, strappati nel 1941 verranno presto uniti alla madrepatria. La storia ricordera’ per sempre che queste terre sono state liberate dal popolo serbo e dalle altre nazionalita’ che ivi vivono, sotto la guida del PCJ e di Tito.
Finalmente fu annientato il piano per la formazione di uno Stato danubiano tedesco particolare (“Donaustaat”, “Donauschwabenland”, ”Prinz Eugene – Gau”) con Belgrado come fortezza nazionale tedesca e tramite la repressione etnica, cioe’ la cacciata dei serbi nello spazio territoriale nel quale si trovava la Serbia di Kumanovo e Banat. Questo dimostrava che il concetto nella formazione di una Nuova Europa del Terzo Reich non era la formazione della Serbia come Stato, e questo e’ stato un ulteriore argomento contro la firma del Patto con l’ Asse. Il Patto e’ stato un atto contro la propria nazione, firmato dal governo traditore Cvetkovic – Macek.
Questo deve essere un insegnamento anche per l’attuale situazione, perche’ nel nuovo ordine mondiale creato dagli USA, non esistera’ la Serbia odierna ma una prekumanova o simile, in ogni caso senza il Kosovo-Metohija.
Il 20 ottobre 1944 e’ stata anche la sconfitta del sistema quisling del governo Nedic e delle sue forze militari. I suoi miserabili resti (i membri del governo, gli agenti speciali di polizia) scappavano con i loro padroni tedeschi in panico dalla Serbia, verso l’ Austria e l’ Italia, cercando lì aiuto anche dai nuovi padroni, allora nostri amici - inglesi e americani. Quelli che non sono riusciti scappare, sono stati imprigionati e condannati per i loro crimini. Nedic e’ stato arrestato dagli Inglesi e poi restituito a Belgrado perche il popolo lo processasse. Bisogna ricordare che la maggior parte di quelli che in qualche modo collaboravano con i tedeschi, ma non avevano commesso crimini, sono stati amnistiati su intervento del Maresciallo Tito e per decisione dell’ AVNOJ (Consiglio antifascista popolare jugoslavo) venendo amnistiati l’ 11 novembre 1944. Percio’ le storie di vendetta e di uccisioni in massa dei nemici ideologici del PCJ dopo la Liberazione sono una pura menzogna
Molti industriali, bancari, commercianti, possidenti di terre ed altri ricchi che dell’ occupazione hanno approfittato per aumentare la propria ricchezza, e che hanno lavorato per la macchina della Germania, hanno seguito la strada dell’ Austria, dell’ Italia e della Germania. Percio’ una delle prime risoluzioni del nuovo governo fu la confisca dei beni di questi servi dei tedeschi. Beni che loro si sono guadagnati sulle spalle del popolo, dei comunisti e dei partigiani. E' una vergogna che i beni di questi profittatori, conseguiti sulla sofferenza e le morti di migliaia di vittime del fascismo, vengano oggi denazionalizzati e restituiti ai loro eredi.
I tentativi dopo il 1991 di cancellare dalla memoria dei belgradesi e del popolo serbo la lotta partigiana e le sue conquiste con menzogne e diffamazioni, e nel presentare Nedic e Draza (Mihajlovic) quali bravi, coscienziosi capi che collaboravano coll’ occupatore soltanto per salvare il proprio popolo, sono falliti. Soltanto gli ksenomani e gli eredi dei quisling tedeschi rinnegano quei giorni gloriosi e chiamano occupazione l’ ingresso dei partigiani e dei soldati dell’ Armata Rossa nella citta’ di Belgrado. Non si accoglie un occupatore straniero cosi’ come fecero i belgradesi e tutta la Serbia, coi partigiani ed i soviet, ma soltanto un amico, un compagno.
Il nostro ingresso a Belgrado fu un incubo per quelli che avevano salutato l’ arrivo dei tedeschi a Belgrado il 12.4.1941 alle ore 17 con il saluto hitleriano (non erano cosi pochi, lo posso personalmente testimoniare) e che avevano iniziato “la ricostruzione nazionale della patria” sotto il protettorato del Terzo Reich, che fedelmente servirono fino al giorno della fuga delle loro truppe, il 22.10. 1944.
Non sono forse in pericolo anche oggi i nostri governanti, servi fanatici dell’ UE e della NATO che in queste vedono qualche salvezza per la Serbia, di commettere lo stesso errore ed entrare nella storia nello stesso modo? Purtroppo la mentalita’ e la psicologia servile e ubbidiente, fatta di sommissione ed inferiorita’, l’ incapacita’ di prendere decisioni autonome per il proprio avvenire - cose che i comunisti ed i partigiani della guerra di Liberazione hanno completamente distrutto facendo ritornare al popolo serbo la fiducia nelle proprie forze – si sono risvegliate nelle nostre anime trasformandoci di nuovo, di fronte alle grandi potenze, in sottomoneta di scambio.
Non sono sicuro che la Belgrado odierna, ufficiale, rispecchi la citta’ eroica della II guerra Mondiale e del dopo. Purtroppo lo spirito dei quisling locali e dei collaborazionisti ancora si aggira per Belgrado. L’ accoglienza data ai rappresentanti delle forze occidentali, che ci hanno bombardato nel 1999 e ci hanno tolto il 15% del territorio, mi sembra l’ accoglienza data ai plenipotenziari di Hitler nel 1941! Non c'è differenza tra i bombardamenti del 1999 e la successiva rapina, rispetto quelli del 1941 di Hitler! E di nuovo viene lanciata la tesi che il calcio del cornuto non si puo’ combattere, perche’ bisogna salvaguardare la gente e non il territorio e cosi via. Riabilitando i vari traditori vicini a Draza (Mihajlovic) e Nedic, il governo odierno cerca di ottenere il consenso per il proprio tradimento degli interessi nazionali.
Anche questa Giornata, la festa piu’ solenne per la citta’ di Belgrado, il regime la usa per discreditare i comunisti ed i partigiani. L’ ultimo “can-can”, l'ultimo intrigo di questo governo contro i comunisti ed i partigiani in occasione dell’ imminente visita di Medvedev alla Serbia, e’ il tentativo di metterci in discordia con l’ Armata Rossa con questa storiella, scritta dai piu’ alti vertici del governo: ”... La liberazione di Belgrado non sarebbe stata possibile senza l’ aiuto russo”, ritenendo quasi che la liberazione non soltanto di Belgrado ma addirittura di tutta la Jugoslavia fosse merito soltanto della Russia! Il che si sente approvare, spero involontariamente da alcuni amici russi! Non citano da nessuna parte le eroiche unita’ combattenti dell’ EPLJ (Esercito di Liberazione di Jugoslavia) e i suoi comandanti eroi Tito e Peko (Dapcevic). Malgrado cio’ essi non riusciranno a distorcere la verita’: che ci siamo liberati con le nostre proprie forze, e l’ Armata Rossa ci ha aiutato a Belgrado. La avremmo liberata anche senza il loro aiuto. Naturalmente con piu’ vittime e perdite, ma in ogni caso non siamo meno grati ai combattenti sovietici, particolarmente a quelli che ci hanno consacrato il piu’ alto valore che avevano – la loro vita. Il loro ricordo, il ricordo dell’ Armata Rossa e dell’ URSS, rimarra’ per sempre nel cuore del popolo serbo.
Intervento di Stevan Mirkovic, general-colonnello in pensione ed ex Capo sezione Stato maggiore serbo della RSFJ alla tribuna „Operazione Belgrado“ del 16.10.2009
Beograd je jedina okupirana evropska prestonica u 2.SR , koju je oslobodila njena vojska i njeno stanovništvo uz pomoć slavne Crvene Armije. U borbama za Beograd građani su masovno pružali punu podršku i svestranu praktičnu pomoć jedinicama NOVJ i Crvene Armije. Hiljade mladih Beogradjana i Beogradjanki , još tokom sedmodnevnih uličnih borbi, stupilo je u redove NOVJ. To je bila 1941. naše generacije .Tako je i beogradska pobeda potvrdila koncepciju opštenarodnog odbranbenog rata kao najuspešniju za male narode. Toga smo se olako odrekli i bezbednost zemlje tražimo danas u paktiranju sa velikim silama.
Uoči borbi za oslobodjenje u Beogradu je dejstvovalo više od 150 borbenih grupa otpora ( koje je beogradska organizacija KPJ još ranije formirala za borbu protiv nemačkih okupatora i njihovih pomagača u okupiranom gradu) sa preko 2000 naoružanih boraca. Sve ovo, kao i ono što su Beograd i Beogradjani radili tri godine pod okupacijom boreći se protiv Nemaca i njegovih kvislinga( masovni političko propagandni i organizacioni rad KPJ i SKOJ na pripremi i podizanju ustanka, mobilizaciji i uključivanju gradjana Beograda u NOB, sabotaže i diverzije – u julu i avgustu 1941.preko 50 , prikupljanje i slanje materijalne i finansijske pomoći i sanitetskog materijala partizanskim odredima, njihova popuna ljudstvom itd.) činilo ga je jednim od motora NOB u celini. To, inače, treba da bude svaka prestonica grad zemlje koja je napadnuta, kao što je, recimo, danas slučaj sa Srbijom.Nažalost , današnji Beograd to nije ni izdaleka, što se najbolje vidi iz jadnog ili skoro nikakvog angažovanja na oslobodjenju okupiranog KiM.
Oslobodjenje Beograda bio je dogadjaj od ogromnog značaja za Srbiju. Ona je došla na korak do obnove svoje teritorijalne celovitosti. Uskoro će, 1941. oteti krajevi : KiM, Srem, Banat,Bačka, bosilegradski i pirotski srez biti opet u sastavu matice. Istorija će večito pamtiti da je te krajeve oslobodio i vratio u sastav matice sam srpski narod i narodnosti koje u njoj žive predvodjeni KPJ i Titom.
Konačno su onemogućeni nemački planovi o formiranju posebne nemačke podunavske države / „Donaustaat“, „Donauschwabenland“, „Prinz Eugen – Gau“...) sa Beogradom kao nemačkom nacionalnom tvrdjavom i etničko potiskivanje i progon Srba na prostoru predkumanovske Srbije i Banata. Ovo pokazuje da Treći Rajh u svom konceptu Nove Evrope nije imao Srbiju kao državu, što je još jedan argument da je potpisivanje Trojnog pakta 25.3.1941. bio štetan i anacionalni potez izdajničke vlade Cvetković – Maček. To je pouka i za danasnju situaciju jer u novom svetskom poretku ,koga kreiraju SAD, neće biti današnje Srbije već neke pretkumanovske i slično, a u svakom slučaju bez KiM.
2o oktobar 1944. bio je i slom Nedićevog kvislinškog sistema i njegovih oružanih snaga. Njihovi bedni ostatci( članovi vlade, agenti specijalne policije) panično su bežali iz Srbije sa svojim gospodarima Nemcima ka Austriji i Italiji , tražeći tamo spas , a kasnije i nove gospodare, tada naše saveznike – Engleze i Amerikance. Oni koji nisu uspeli pobeći , zarobljeni su i osudjeni za svoje zločine. Nedića su uhvatili Englezi i vratili ga u Beograd da mu narod sudi. Treba istaći, da je najveći broj onih koji su na neki način „šurovali“, sa Nemcima ali nisu činili zločine, na predlog maršala Tita, amnestiran je Odlukom AVNOJ od 11.11.l944. pa su priče o osveti i masovnim ubistvima ideoloških protivnika KPJ posle oslobodjenja obična laž.
Put Austrije, Italije i Nemačke hrlili su i brojni industrijalci, bankari,veletrgovci, veleposednici i drugi bogataši koji su okupaciju iskoristili za povećanje svog bogatstva radeći za potrebe Hitlerove ratne mašine. Zato je konfiskacija imovine ovih nemačkih slugu bila jedna od prvih mera nove vlasti. I njih su komunisti i partizani skinuli sa grbače naroda.Sramota je da se imovina ovih profitera ,sticana na patnjama i smrti hiljada žrtava fašizma ,danas denacionalizuje i vraća njihovim naslednicima !
Pokušaji, posle 1991.godine, da se lažima i klevetama partizanska borba i njene tekovine izbrišu iz svesti Beogradjana i srpskog naroda a Nedić i Draža, prikažu kao brižne vodje , koji su saradjivali sa okupatorom samo da bi zaštitili svoj narod, ne uspevaju. Samo ksenomani i naslednici nemačkih kvislinga odriču se tih slavnih dana i ulazak partizanskih i boraca Crvene Armije u Beograd nazivaju okupacijom. . Onako kako su Beogradjani i cela Srbija dočekali partizane i crvenoarmejce ne dočekuje se okupator , stranac već svoj čovek,prijatelj,drug.
U neku ruku su i u pravu. Naš ulazak u Beograd bila je mora za one koji su Nemce u Beogradu 12.4.1941 u 17.00 na ulicama dočekali hitlerovskim pozdravom( nije ih bilo baš tako malo ,što sam svojim očima gledao ) i započeli „ nacionalnu obnovu otadžbine“ pod tutorstvom Trećeg Rajha, kome su ,do početka bežanije njegovih trupa 22.10.1944., verno služili. Nisu li u opasnosti i današnji vlastodršci , što fanatično služe EU i NATO i u tome vide nekakav spas za Srbiju,da učine istu grešku i udju istoriju na isti način.? Nažalost, ropski, poslušnički mentalitet i psihologija, pokornost, inferiornost ,nesposobnost da se samostalno odlučuje o svojoj sudbini, što su komunisti i partizani NOB i revolucijom razbili u paramparčad i srpskom narodu vratili samopouzdanje u sopstvene snage - vratili su se u naše duše i učinili nas ponovo monetom za potkusurivanje velikih sila.
Nisam siguran da današnji zvanični Beograd liči na grad heroj iz 2.svetskog rata i posle njega. I da s pravom nosi ime glavnog grada slobodarske Srbije. Nažalost, kvislinški i kolaboracionistički duh još luta Beogradom. Dočeci predstavnika zapadnih sila, koje su nas bombardovale 1999. i otele 15 odsto teritorije, meni liče na dočeke Hitlerovih opunomoćenika tokom 2.svetskog rata. Nema razlike izmedju tog bombardovanja i otimanja i onog Hitlerovog iz 1941! I opet se lansira teza da šut s rogatim ne može da se tuče, da treba čuvati ljude a ne teritorije itd. Rehabilitacijom izdajnika Draže i Nedića sadašnja vlast želi da dobije atest za sopstvenu izdaju nacionalnih interesa .
I ovogodišnju proslavu nekadašnjeg najvećeg praznike Beograda, režim koristi da diskreditujen komuniste i partizane. Najnovija ujdurma vladajućeg režima protiv komunista i partizana i pokušaj da nas „zavade“ sa Crvenom Armijom je ova priča, napisana u najvišem krugu vlasti, :„ Oslobodjenje Beograda ne bi bilo moguće bez ruske pomoći“ a u njoj , verujem nenamerno, učestvuje i neki naši ruski prijatelji govoreći ovih dana, povodom posete Medvedeva Srbiji, kako su maltene Rusi oslobodili ne samo Beograd nego i Jugoslaviju! Nigde se ne spominju slavne jedinice NOVJ i njeni komandanti heroji Tito i Peko. To neće promeniti istinu da smo našu zemlju oslobodili sopstvenim snagama a da nam je Crvena Armija pomogla da to učinimo i sa Beogradom. Oslobodili bi ga i bez njihove pomoći ,uz veće žrtve i gubitke ,ali ni u kom slučaju nismo zbog toga manje zahvalni sovjetskim borcima a naročito onima koji su nam poklonili najvrednije što su imali – svoje živote. Sećanje na njih, Crvenu Armiju i SSSR živeće večito u srcu srpskog naroda.
Stevan Mirković, general – pukovnik u penziji i bivši Načelnik Generalštaba OS SFRJ na tribini „Beogradska operacija“, 16.10.2009