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Sahranjen Momo Kapor

Književnik, slikar, novinar, Momčilo Momo Kapor, koji je prekjuče, u 73. godini, preminuo na Vojno-medicinskoj akademiji, sahranjen je danas u Aleji zaslužnih građana na Novom groblju. Prethodno je u Skupštini grada Beograda održana komemoracija

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Così Jean Toschi Marazzani Visconti ci informa della morte di Momo Kapor:

Momo Kapor era nato a Sarajevo nel 1937. Da questa città aveva assorbito le sfumature più colte della sua multi etnicità nel periodo migliore. Notevole pittore, a Belgrado diventa romanziere, uno dei più apprezzati scrittori jugoslavi del dopoguerra. Ha scritto oltre 30 libri tradotti in molte lingue, ma anche sceneggiature per teatro e cinema. Opinionista per il quotidiano Politika, tracciava con raffinato humour ritratti o  spaccati di vita quotidiana accompagnandoli con divertenti schizzi.  Aveva viaggiato molto e filtrava le sue impressioni attraverso l'ironia che gli era tipica.
Allo scoppio della guerra civile in Bosnia si era messo a disposizione della Republika Srpska. Non so che compito avesse, ricordo di averlo incontrato nei posti più assurdi dalla Krajina come a Pale in divisa mimetica.
Dopo Dayton aveva fatto parte, come senatore, del Parlamento della RSB.
In seguito si era ritirato a Belgrado scrivendo e creando dei quadri pieni di fascino spesso ispirati a zone della Bosnia. Lo hanno tacciato di nazionalismo, in realtà difendeva i diritti dei Serbi di Bosnia alla sopravvivenza e le tradizioni migliori della cultura serba e jugoslava.
Si era ammalato alcuni anni or sono, come il suo amico Dragos Kalaijc, con il quale aveva prestato la sua opera in Bosnia. Aveva combattuto la malattia con un'alternanza di successi e ricadute sempre continuando a scrivere e dipingere.
L'ho incontrato l'ultima volta a casa sua dopo il Forum di Belgrado del marzo 2009. Nel suo grande studio era appeso un quadro straordinario di ultima produzione. La tela rappresentava una piazza di Sarajevo vista dall'alto con una strada che monta verso altri quartieri della città, agli angoli della strada una chiesa ortodossa e una moschea. Nel mezzo della piazza una giostra con cavalli di legno, davanti alla giostra dal lato di chi guarda giacevano dei cavalli  moribondi, morivano per ferite non evidenti, forse di melanconia. Una luce da tramonto invernale, un po' brumosa illuminava la piazza. Dal quadro percepivo una serena, struggente tristezza scevra di rabbia. Era il suo addio a Sarajevo. Ho capito che ci salutavamo per l'ultima volta. 
Eravamo molto amici. Anche se ci vedevamo poco, nutrivamo un profondo rispetto reciproco. Forse per aver condiviso alcune situazioni in guerra. Fra l'altro dopo un incontro casuale a Knin, scrisse un divertente articolo con mio schizzo-ritratto su Politika, dove raccontava con molto spirito quanto avevamo vissuto ad una colazione offerta da un generale. Ispirandosi ad un altro incontro in Bosnia, scrisse un surreale racconto su un pastore e una contessa.
Con lui si chiude un'epoca. Momo Kapor è morto ieri mattina 4 marzo all'Ospedale militare di Belgrado, se n'è andato uno degli ultimi esponenti della raffinata ironica cultura belgradese.