<< 11 feb - Foibe: dossier inedito sulla pulizia etnica
venerdì 11 febbraio 2011di Roberto Fabbri su www.ilgiornale.it
La fondazione Italia protagonista e l'Associazione Nazionale Dalmata presentano la copia del dossier inedito «Trattamento degli italiani da parte Jugoslava dopo l'8 settembre 1943». Per la prima volta in assoluto, informa un comunicato, si potrà prendere visione del documento ufficiale del governo italiano presentato alla conferenza di pace di Parigi del 1947 per denunciare la pulizia etnica perpetrata dalle truppe comuniste del maresciallo Tito nei confronti degli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia dal '43 al '45. Il dossier sarà presentato lunedì 14 febbraio alle 17.30 presso la Sala della Mercede di palazzo Marini-Camera dei deputati, via della Mercede 55.
Attraverso immagini originali ed inedite si ripercorrerà l'orrore delle violenze ai danni di nostri connazionali.
Parteciperanno Maurizio Gasparri, presidente del Gruppo Pdl al Senato; Aldo Giovanni Ricci, sovrintendente emerito dell'Archivio di Stato-Delegato alla Memoria di Roma Capitale; Marino Micich, studioso dell'Archivio del Museo Storico di Fiume; Guido Cace, presidente dell'Associazione Nazionale Dalmata; Aimone Finestra, già Sindaco di Latina e comandante delle truppe cetniche anticomuniste sui monti della Dalmazia [SIC]; Fabiana Santini, assessore alla Cultura della Regione Lazio.
Seguirà la proiezione di un breve documentario in memoria di Luigi Papo, storico delle Foibe recentemente scomparso. L'iniziativa editoriale è sostenuta dalla Regione Lazio - Assessorato alla Cultura. L'Associazione Nazionale Dalmata provvederà a distribuire la ristampa gratuitamente nelle scuole, dove terrà conferenze sull'argomento. >>
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Riceviamo e volentieri diffondiamo:
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Spettabili Presidente e Vice Presidente ANPI
Raimondo Ricci
Armando Cossutta
e Spettabile Responsabile Nazionale
Ufficio Stampa e Comunicazione
Andrea Liparoto
A norma del nostro Statuto, che tra gli altri scopi, per la nostra Associazione individua anche lo scopo di “tutelare l'onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione”, invio questa mia richiesta al fine che l’ANPI, nella sua più autorevole rappresentanza a livello nazionale, prenda posizione riguardo ai fatti che di seguito qui elenco.
Nell’estate dell’anno 2007 mi capitò di sfogliare una pubblicazione che un mio conoscente aveva trovato nella bancarella di un mercatino. Tale pubblicazione dal titolo “Trattamento degli italiani da parte jugoslava dopo l’8 settembre 1943” riporta una documentazione, costituita da testimonianze e fotografie, che, in due capitoli, descrivono il “comportamento delle forze jugoslave di occupazione nei riguardi degli italiani nella Venezia Giulia e in Dalmazia” e “il trattamento dei militari italiani internati nei campi di concentramento Jugoslavi”
La pubblicazione, priva di committente, autore e data di pubblicazione è redatta in lingua italiana e inglese. Quando ebbi modo di consultarla ipotizzai una data di pubblicazione immediatamente successiva alla fine della guerra. Tale ipotesi è poi stata confermata dalle notizie che riporto più avanti nel testo che indicano nell’anno 1947 la data della sua pubblicazione.
Sfogliando il fascicolo, così in maniera casuale, notai che, tra le molte testimonianze, era riportata anche quella del sottocapo meccanico Federico Vincenti. Da questa descrizione non mi fu difficile individuare in quel Federico Vincenti il partigiano Federico Vincenti, attuale Presidente del Comitato Provinciale dell’ANPI di Udine e Vice-Presidente Nazionale dell’Associazione.
Circa due settimane dopo questi fatti ebbi modo di acquistare il libreria il volume “Nei campi di Tito. Soldati, deportati e prigionieri di guerra italiani in Jugoslavia (1941-1952)” di Costantino Di Sante pubblicato da Ombre Corte (2007). Questo volume riportava, in appendice, l’intero secondo capitolo della pubblicazione che avevo avuto modo di consultare poco tempo prima e che, lo ripeto, risulta priva di committente, autore, data di pubblicazione.
Contattai quindi il compagno Vincenti per avere da lui informazioni su quelle dichiarazioni a lui attribuite che mi stupirono (conoscendo la sua vera biografia) e che qui riporto:
“Altri particolari in proposito si trovano riferiti nella lettera del sottocapo meccanico Vincenti Federico (cfr. doc. n. 12), già internato a Lissa, lettera dalla quale stralciamo il seguente passo: “…Al 23 dicembre 1943 entrano tra Lissa e l’isolotto di Bisevo 4.500 soldati italiani in gran parte ex prigionieri dei tedeschi. Sono adibiti ad ogni specie di lavori: come costruzione di strade, canalizzazioni, panificazione, sbarco ed imbarco merci al porto. Essi sono permanentemente sorvegliati da sentinelle partigiane.
Il vitto è scarsissimo e si compone solamente di acqua calda, pane ed un cucchiaio di marmellata per pasto. L’alloggio in due grandi camerini (ex stalle) sul nudo pavimento e solo due mezze coperte. Quasi tutti sono malati di stomaco (ulcere), di dissenteria (sirca) e di deperimento organico.
Il trattamento è disumano: qualunque manifestazione di risentimento e di italianità è stroncata con la fucilazione. Dal 10 al 20 dicembre si calcola siano stati fucilati circa 1.800 militari i cui cadaveri vennero buttati in mare. Le esecuzioni di massa avvengono a Bisevo. Soldati, che quasi completamente nudi dimostrano stanchezza, vengono fatti oggetto di rappresaglie da parte delle sentinelle che sparano addosso colpendo alle gambe. Le cure mediche vengono rifiutate. Un medico italiano, per aver operato un soldato di appendicite perforante, fu segregato. All’ammalato furono rifiutati dai commissari politici un giaciglio e le necessarie trasfusioni di plasma, altroché il vitto e l’opportunità di assistenza da parte degli infermieri”.
Vincenti mi fece pervenire alcune informazioni riguardo al suo impegno nelle file dell’esercito partigiano e una dichiarazione da lui resa, a fronte di una richiesta del magistrato, ai Carabinieri. Tra le altre cose mi risulta che Vincenti abbia provveduto a inoltrare all’ANPI nazionale copia della sua biografia che, però non trovo presente nel sito web della nostra associazione.
Al Comando Legione Carabinieri di Udine alla presenza del Maresciallo Spinelli a fronte richiesta del Giudice Pititto di Roma in relazione a “Indagini sulle foibe” alla domanda inerente la sua esperienza di internato nei campi di concentramento jugoslavi dopo l’8 settembre 1943, Vincenti dichiarava in data 5 maggio 1997:
“Non sono un internato nei campi di concentramento e nemmeno un prigioniero di guerra in Jugoslavia. Sono un combattente della guerra 1940-43, imbarcato sulla torpediniera “Sirtori”. Dal 1944 al 1945 sono stato partigiano italiano combattente all’estero (tale la qualifica assegnatami dalla Marina Italiana – Fronte Clandestino della Resistenza -) e combattente nelle file del E.P.L.J. per il periodo che va dal 25 marzo 1944 al 7 maggio 1945.(…) Nell’isola di Lissa (Vis) nella Dalmazia centrale feci parte delle flottiglie di barche addette agli sbarchi, alle incursioni ed agli attacchi sulle isole del Pelago Dalmato; fui anche addetto alla scorta e al trasporto per mare di missioni militari inglesi ed americane. Per un lungo periodo venni incaricato assieme ai partigiani dalmati al salvamento di molti soldati italiani che riuscivano a fuggire dalla prigionia tedesca e che dalla costa del continente occupato dai nazisti venivano di notte portati in salvo nell’isola di Lissa (di ciò ho dato atto in una mia pubblicazione dal titolo “Partigiani friulani e giuliani combattenti all’estero”). Questi chiedevano delle armi per poter combattere contro i tedeschi. Gli ammalati venivano invece inviati nell’Italia del sud già liberata mediante motozattere inglesi. Dal giugno 1944 nell’isola di Lissa si installò il comando supremo del E.P.L.J. con il Maresciallo Tito proveniente dalla Bosnia. Qui presero stanza anche i reparti di commandos inglesi, di piloti inglesi ed americani nel campo di aviazione allestito sulle alture dell’isola, un ospedale partigiano con medici di diverse nazionalità, missioni militari degli alleati, un battaglione partigiani italiano, facente parte della I Brigata dalmata, e(d) molti italiani che facevano parte di diverse formazioni partigiane locali. Da rilevare che chi non era partigiano doveva lavorare alla difesa dell’isola di Lissa, poiché il servizio informativo (degli) alleato prevedeva un attacco da parte dei parà tedeschi. La disciplina era assoluta ed uguale per tutti fino alle estreme conseguenze; il mangiare era limitato ad un piatto di minestra e ad un pezzo di pane al giorno per ogni partigiano o lavoratore che fosse. Anche il dormire era alla partigiana, per terra sulle rocce con una sola coperta, con l’arma al fianco”
Le dichiarazioni di Vincenti nonché tutta la sua storia di partigiano (pluridecorato) e il suo impegno speso nell’ambito della nostra Associazione confermano la falsità di quanto riportato nella pubblicazione citata, la ripubblicazione della quale, doveva essere preceduta da un rigoroso studio e confronto delle “Fonti” per evitare la diffusione di notizie distorte su un argomento che resta all’ordine del giorno anche nell’attualità delle vicende politiche del nostro Paese e che certuni, sfruttando magistralmente anche le ambiguità offerte dall’istituzione della “Giornata del Ricordo”, non perdono occasione di cavalcare per attaccare la nostra Resistenza
In data 14 febbraio 2011 la “Fondazione Italia protagonista” e “l'Associazione Nazionale Dalmata” presentano la copia del dossier inedito «Trattamento degli italiani da parte Jugoslava dopo l'8 settembre 1943» a palazzo Marini-Camera dei deputati, via della Mercede 55 in Roma. Per la prima volta in assoluto, informa il comunicato stampa, si potrà prendere visione del documento ufficiale del governo italiano presentato alla conferenza di pace di Parigi del 1947 per denunciare la pulizia etnica perpetrata dalle truppe comuniste del maresciallo Tito nei confronti degli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia dal '43 al '45.
A tale presentazione partecipano Maurizio Gasparri, presidente del Gruppo Pdl al Senato; Aldo Giovanni Ricci, sovrintendente emerito dell'Archivio di Stato-Delegato alla Memoria di Roma Capitale; Marino Micich, studioso dell'Archivio del Museo Storico di Fiume; Guido Cace, presidente dell'Associazione Nazionale Dalmata; Aimone Finestra, già Sindaco di Latina e comandante delle truppe cetniche anticomuniste sui monti della Dalmazia; Fabiana Santini, assessore alla Cultura della Regione Lazio.
L’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio e L'Associazione Nazionale Dalmata provvederanno, si evince dal comunicato stampa, a distribuire la ristampa gratuitamente nelle scuole, dove si terranno conferenze sull'argomento.
A parte l’amenità di far presentare questo documento a un “comandante delle truppe cetniche anticomuniste”, che a me risulta essere stato ufficiale del battaglione “Venezia Giulia” della divisione “Etna” della Guardia Nazionale Repubblicana condannato e quindi in seguito amnistiato dal Tribunale di Novara – Senatore nelle file dell’MSI nell’VIII e IX Legislatura, a ulteriore specifica Vi informo che ho provveduto anche a scrivere al prof. Costantino Di Sante (che mi risulta essere socio dell’ANPI di Teramo e studioso del locale ISML) relativamente alla questione ma di non aver ricevuto ad oggi alcun riscontro alla mia segnalazione.
Ritengo che la pubblicazione e distribuzione nelle scuole di tale testo sia di pregiudizio alla nostra Associazione, ai valori della Resistenza, oltre ad essere lesivo nei confronti del compagno Vincenti e dei tanti militari italiani che dopo l’8 settembre 1943 combatterono nelle file dell’Esercito di Liberazione Jugoslavo (circa 40.000 combattenti e 20.000 caduti!).
Chiedo quindi che l’ANPI prenda una posizione ufficiale sulla vicenda anche per ottemperare a quanto previsto dal nostro Statuto.
Vi ringrazio per la cortese attenzione e confermo, per quanto superfluo, la mia disponibilità per ogni chiarimento si rendesse necessario.
Marcolini Provenza Luciano
Segretario ANPI di Cividale del Friuli
Cividale del Friuli li 2 Marzo 2011
[per contatti: Luciano Marcolini Provenza <lucianomarcoliniprovenza@...>]
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Sul "dossier inedito" «Trattamento degli italiani da parte Jugoslava dopo l'8 settembre 1943» si vedano anche le puntuali contestazioni contenute in:
LE FOIBE ISTRIANE
testo di Giacomo Scotti, consegnato ai margini del convegno PARTIGIANI! (Roma 7-8 maggio 2005)
https://www.cnj.it/PARTIGIANI/foibeistriane.htm
testo di Giacomo Scotti, consegnato ai margini del convegno PARTIGIANI! (Roma 7-8 maggio 2005)
https://www.cnj.it/PARTIGIANI/foibeistriane.htm
IL CASO DI CIRO RANER
da La Nuova Alabarda (settembre 2005)