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2 FEBRUAR 1943: STALJINGRAD

1) Canto a Stalingrado (Pablo Neruda)
2) Erklärung der F.I.R. zum 70. Jahrestag des Sieges von Stalingrad
3) SKOJ: Večna Slava i Hvala Herojima Staljingrada

Sul 70.mo della Vittoria di Stalingrado si vedano anche i nostri post precedenti:


=== 1 ===

Da: Scintilla Onlus <scintilla.onlus @ gmail.com>
Data: 12 febbraio 2013 12.00.55 GMT+01.00
Oggetto: Neruda su Stalingrado

Cari compagni e amici,

in questi giorni ricordiamo con emozione la vittoria di Stalingrado, svolta decisiva della grande guerra contro il mostro nazi-fascista. 

Inviamo a tale proposito una poesia del grande poeta cileno Pablo Neruda.

Questa poesia venne pubblicata per la prima volta nell’opera “Poesia politica” (1953), e non ha avuto una vasta diffusione nel nostro paese. Scrive Ilya Ehremburg nella sua prefazione: “La grandiosa ode ai combattenti, in alcune parti suonava come un anatema contro gli alleati della Russia Sovietica,che intenzionalmente avevano rinviato l’apertura del secondo fronte. […Neruda] sapeva che dalla sorte di Stalingrado, dalla guerra nella lontana Russia dipendeva il futuro dell’America e della cultura umana. Però egli non scrisse quei versi solo per il gusto di scriverli, tanto per manifestarsi, ma come politico, come uomo libero, come un uomo, infine, la cui voce era ascoltata da tutti i popoli dell’America”.

Vi invitiamo inoltre a visitare il nostro sito, contenente tantissimo materiale interessante.

Saluti fraterni.



Canto a Stalingrado

 
 

Nella notte il contadino dorme, ma la mano

sveglia, affonda nelle tenebre e chiede all'aurora:

Alba, sole del mattino, luce del giorno che viene,

dimmi se ancora le mani più pure degli uomini

difendono la rocca dell'onore, dimmi aurora,

se l'acciaio sulla tua fronte rompe la sua forza,

se l'uomo rimane al suo posto, ed il tuono al suo posto,

dimmi, chiede il contadino, se la terra non ode

come cade il sangue degli eroi arrossati, nell'immensa notte terrestre,

dimmi se ancora sopra l'albero sta il cielo,

dimmi se ancora risuonano spari a Stalingrado.

 

E il marinaio in mezzo a mare tremendo

scruta le umide costellazioni,

e una ne cerca, la rossa stella della città ardente,

e scopre nel suo cuore quella stella che brucia,

e quella stella d'orgoglio le sue mani vogliono toccare,

quella stella di pianto creata dai suoi occhi.

Città, stella rossa, dicono il mare e l'uomo,

città, chiudi i tuoi raggi, chiudi le tue porte dure,

chiudi città il tuo famoso lauro insanguinato,

e che la notte tremi con lo splendere cupo

dei tuoi occhi dietro un pianeta di spade.

 

E lo spagnolo ricorda Madrid e dice: sorella,

resisti, capitale della gloria, resisti:

dal suolo si alza tutto il sangue sparso

dalla Spagna, e per la Spagna si solleva nuovamente,

e lo spagnolo chiede, già contro il muro

delle fucilazioni, se Stalingrado vive;

e c'è nel carcere una catena di occhi neri

che bucano le pareti col tuo nome

e la Spagna si scuote col tuo sangue e i tuoi morti,

perché le offristi l'anima tua, Stalingrado,

quando partoriva la Spagna eroi come i tuoi.

 

Conosce la solitudine, la Spagna:

come oggi conosci la tua, Stalingrado.

La Spagna strappò la terra con le unghie

quando Parigi era bella più che mai.

La Spagna dissanguava il suo immenso albero di sangue

quando Londra, come Pedro Garfias ci racconta,

pettinava le sue aiuole, i suoi laghi di cigni.

 

Oggi di più conosci questo, forte vergine,

oggi, Russia, conosci di più la solitudine ed il freddo.

Mentre migliaia di obici squartano il tuo cuore,

mentre gli scorpioni con crimine e veleno

accorrono, Stalingrado, a mordere le tue viscere,

New York balla, Londra medita, e io dico "merde"

perché il mio cuore non resiste più

e i nostri cuori non resistono più, non resistono,

in un mondo che lascia morire soli i suoi eroi.

Li lasciate soli? Ora verranno per voi.

Li lasciate soli?

Volete che la vita

precipiti alla tomba, e il sorriso degli uomini

sia cancellato dalla latrina e dal calvario?

Perché non rispondete?

 

Volete più morti sul fronte dell'Est

finché riempiano tutto il vostro cielo?

Ma allora non vi resta che l'nferno

Già si stanca di piccole prodezze

il mondo, dove al Madagascar i generali,

con eroismo, uccidono cinquantacinque scimmie.

 

Il mondo è stanco di congressi autunnali,

ancora con un ombrello a presidente.

Città, Stalingrado, non possiamo

giungere alle tua mura, siamo lontani.

Siamo i messicani, siamo gli araucani,

siamo i patagoni, siamo i guaranì,

siamo gli uruguaiani, siamo i cileni,

siamo milioni di uomini.

E abbiamo altra gente, per fortuna, nella famiglia,

ma non siamo ancora venuti a difenderti, madre.

Città, città di fuoco, resisti finché un giorno

arriveremo, indiani naufraghi, a toccare le tue muraglie

con un bacio di figli che speravano di tornare.

Stalingrado, non esiste un Secondo Fronte,

però non cadrai anche se il ferro ed il fuoco

ti mordono giorno e notte.

 

Anche se muori non morirai!

 

Perché gli uomini ora non hanno morte

e continuano a lottare anche quando sono caduti,

finché la vittoria sarà nelle tue mani,

anche se sono stanche, forate e morte,

perché altre mani rosse, quando le vostre cadono,

semineranno per il mondo le ossa dei tuoi eroi,

perché il tuo seme colmi tutta la terra.

 

                                          Pablo Neruda

                                   “Poesia politica, 1953”



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Scintilla Onlus


=== 2 ===

(Dichiarazione della Federazione Internazionale dei Combattenti nella Resistenza - Lega degli Antifascisti)


Dr. Ulrich Schneider, Generalsekretär der FIR
14:18 07/02/2013

Erklärung der FIR zum 70. Jahrestag des Sieges von Stalingrad

Vergesst niemals die Leistung der Roten Armee und der sowjetischen Menschen bei der Zerschlagung der faschistischen Gefahr

Am 27. Januar wird weltweit der Befreiung des faschistischen Vernichtungslagers Auschwitz durch die Rote Armee 1945 gedacht. In diesem Jahr erinnert die Internationale Föderation der Widerstandsk mpfer (FIR) – Bund der Antifaschisten an ein weiteres Datum: Am 2. Februar 2013 jährt sich zum 70. Mal der welthistorische Sieg der Roten Armee bei Stalingrad. An diesem Tag kapitulierten die deutsche 6. Armee unter Generalfeldmarschall Paulus und ihre Verb ndeten vor den Verb nden der 62. und 64. Roten Armee unter General Schukow. Dieser Sieg war ohne Zweifel die milit rische Wende im Zweiten Weltkrieg.

Der vom deutschen Faschismus angezettelte imperialistische Krieg zielte von Anfang an auf Mord, Totschlag, Ausbeutung, Unterdrückung und Vernichtung. Coventry, Rotterdam, Warschau und Belgrad sind die Symbole des Luftterrors, den die Wehrmacht  über die Städte Europas trugen. Auschwitz, Buchenwald, Majdanek, Sobibor haben sich in die Erinnerung der Menschheit eingegraben als Orte, an denen die Vernichtungspolitik des deutschen Faschismus stattfand. Babi Jar, Oradour, Lidice sind Stätten des faschistischen Mordens, die keiner Erklärung bed rfen. 

Die Schlacht von Stalingrad stellte hingegen den historischen Wendepunkt im Kampf der Anti-Hitler-Koalition mit dem expansionistischen Anspruch des deutschen Faschismus dar. Milit risch wurde hier zum ersten Mal der faschistische Vormarsch gestoppt und der „unbesiegbaren“ Wehrmacht eine vernichtende Niederlage beigebracht. 
Für die Widerstandsbewegung in allen okkupierten L ndern und in Deutschland symbolisierte die Schlacht von Stalingrad die kommende Niederlage des Faschismus. Die Frauen und Männer im Widerstand zogen daraus Kraft, Motivation und Optimismus für die Fortf hrung ihres antifaschistischen Kampfes. 

Die Schlacht von Stalingrad wurde dank der Standhaftigkeit und des Heldenmuts der sowjetischen Truppen und der Bev lkerung gewonnen. Wir erinnern der Toten und gedenken all derjenigen, die sich mit ihrem Leben und ihrer Gesundheit für die Befreiung ihres Landes von der faschistischen Okkupation und die Zerschlagung der faschistischen Bestie eingesetzt haben. In der Stadt Wolgograd erinnern heute mehr als 200 Orte an diese Geschichte. Die FIR grüßt die Einwohner der Stadt und dankt ihnen für die Bewahrung des Andenkens. 

Für alle antifaschistischen Organisationen bleibt der Sieg von Stalingrad ein Gedenktag. Wir verbinden unseren Dank an die Kämpfer mit dem Versprechen, diese Erinnerung an die heutigen Generationen weiterzugeben. 

Internationale Föderation der Widerstandskämpfer (FIR) – Bund der Antifaschisten


=== 3 ===

http://www.skoj.org.rs/120.html



70. godina od pobede u Staljingradskoj bici

Na današnji dan, pre tačno 70 godina, 02. februara 1943. godine desio se konačan slom nemačko-fašističke vojske kod Staljingrada. Ovaj datum predstavlja zasigurno prekretnicu u Drugom svestkom ratu, te otud i dan kada se s dužnim poštovanjem sećamo heroja Staljingrada, Crvenoarmejaca koj su uspeli da slome napad hitlerovaca.

U leto 1942. godine, koristeći se odsustvom drugog velikog fronta, nemačka komanda je prebacila više divizija iz Zapadne Evrope na Istok i koncentrisala velike snage (oko 6 miliona vojnika) na Istočni front. 28. Juna 1942. godine fašisti su započeli novo nastupanje, ovoga puta radi probijanja ka Kavkazu (prema velikim naftnim izvorima), kao i radi zaobilaženja i okruživanja sa juga i istoka prestonice SSSR-a Moskve. Radi postizanja tog cilja nemačke jedinice su morale da izbiju na reku Volgu i zauzmu grad Staljingrad. Zbog toga su fašisti na ovaj grad poslali 13 divizija (oko 270 hiljada vojnika i oficira, 3 hiljade topova i minobacača, 500 tenkova i oko 1200 aviona).

Započela je gigantska borba, neviđena do tada, a ni posle u ljudskoj istoriji, koja je trajala više od 6 meseci. Grad je od avgusta 1942. godine bez prekida bombardovan iz vazduha, a ipak su u gradu i dalje radile ustanove i preduzeća (npr. fabrika traktora „Crveni oktobar“ koja je i dalje proizvodila i remontovala tenkove i tegljače).

Posle tri meseca krvavih borbi, fašistčki tenkovi i motorizovana pešadija su uspeli da se probiju do Volge, ka središtu grada, ali više od toga nisu uspeli da postignu. Borbe su sada vođene za svaku ulicu, kuću ili sprat. "Sve dok je neprijatelj kod Staljingrada, iza Volge za nas zemlje nema", ove reči legendarnog snajpreiste iz Staljingrada, V. Zajceva, prihvatili su kao svoju parolu svi branioci Staljingrada. Neprijatelj je sada poslao čak 80 divizija na Staljingrad. Branioci su pojedine tačke i zgrade u gradu pretvorili u prave tvrđave. Na primer čuven je bio "Dom Pavlova", trospratna zgrada koju su borci gardjiskog narednika Pavlova branili i odbranili posle 58 dana, ili čuveno uzvišenje Mamajev Kurgan koje je mnogo puta prelazilo iz ruke u ruku.

Čitava sovjetska zemlja je pomagala front u Staljingradu. Uporna i herojska odbrana obeskrvila je i izmorila protivnika i omogućila da sovjetska Vrhovna komanda koncentriše kod Staljingrada sveže jake snage i pripremi se za kontranapad. 19. Novembra 1942. godine frontovi Crvene armije (jugozapadni, staljingradski i donski front) posle jake artiljerijske pripreme su prešli u kontrofanzivu, i u toku nekoliko dana neprekidne borbe uspeli su da zatvore obruč oko nemačkih jedinica koje su opsedale grad. U kotlu su se našle 22 fašističke divizije ( više od 330 hiljada vojnika i oficira) pa je Crvena armija započela likvidaciju opkoljenih fašista. Hitlerovska komanda je uputila opkoljenim nemačkim armijama novih 30 divizija sa oko 650 tenkova i 500 aviona, ali su i oni bili uništeni. Svi pokušaju fašista da se spasu iz obruča propali su, i 02. februara 1943. godine grandiozna bitka je završena. Prilikom likvidacije opkoljene grupe koja je nastavila da se bori skor 148 hiljada nemačkih oficira i vojnika je ubijeno, 91 hiljada je zarobljena, među njima 24 generala i komandant Šeste armije feldmaršal Fon Paulus. Ukupni gubici u toku bitke hitlerovaca su bili kolaosalni: oko 1,5 milion ubijenih i ranjenih, potpuno su uništene dve nemačke elitne armije, Šesta i Četvra oklopna armija, a razbijene su i dve rumunske i jedna italijanska armija, jedna ustaška legija, fašistički odredi iz Španije, Mađarske... Zarobljeno je ili uništeno više od 3 hiljade aviona, 3,5 hiljade tenkova, 12 hiljada topova i minobacača... Sve je to činilo oko jednu četvrtinu ukupnih fašističkih snaga na Istočnom frontu.

Staljingradska bitka je označila početak masovnog proterivanja okupatora iz sovjetske zemlje i prektertnicu u toku čitavog Drugog svetskog rata. Strategijska inicijativa prešla je u potpunosti u ruke Crvene armije. Hitlerovska komanda je dugo skrivala od svog sopstvenog naroda katastrofu nemačke vojkse kod Staljingrada, i tek je kroz dva i po meseca bila proglašena trodnevna žalost.

Crvena armija i hrabri sovjetski narod podneli su najveću žrtvu u Drugom svetskom ratu. To nije bilo slučajno. Oni su branili ne samo svoju prebogatu domovinu, već i socijalizam i sva dostignuća socijalizma izgrađena od Velike oktobarske socijalističke revolucije u Rusiji. Oni su branili progres ljudske civilizacije. Kapitalizam je porodio fašizam, porađa ga i danas kada se nalazi u novoj krizi najsličnijoj onoj u kojoj se našao 30-tih godina prethodnog veka. U Srbiji buržoaske vlasti čine to, između ostalog, rehabilitacijama narodnih neprijatelja i kvislinga iz perioda Drugog svetskog rata, onih koji su u svakom smislu bili na suprotnoj strani u odnosu na heroje Staljingrada. U svakom novom obliku u kom se fašizam bude pojavio mi ćemo ga poraziti.

Progres je neminovnost, fašizam/kapitalizam je varvarstvo!

Pamtimo heroje Staljingrada, branimo njihovo nasleđe!

Sekretarijat NKPJ,

Beograd,

02.02.2013.