Oggetto: I: Lettera per Simone Cristicchi
Data: 21 agosto 2013 17.08.00 GMT+02.00
A: CNJ-onlus
V'inoltro la lettera che ho appena inviato a SIMONE CRISTICCHI a seguito delle anticipazioni e dell'anteprima del suo spettacolo Magazzino 18 sugli italiani in Istria.
Caro coetaneo Simone Cristicchi,
sono il Presidente del Comitato provinciale Anpi di Viterbo. Ti scrivo perché dagli aggiornamenti della tua pag. Facebook apprendo che ti stai occupando, previa la rievocazione della figura di Sergio Endrigo, di quanti, ricostituitasi la Jugoslavia, scelsero di riparare in Italia. Chi è costretto o decide di migrare, per qualsivoglia ragione, salvo quelle fiscali, ha tutto il diritto di farlo, allora come oggi, e non esistono argomenti indegni di trattazione e riflessione. Sulla cosiddetta complessa vicenda del Confine orientale italiano, però, sono state fatte così tante speculazioni e mistificazioni per denigrare l’Antifascismo e la Resistenza tutta, che ho voluto approfondire la tua produzione in merito, anche perché la storiografia corretta non può essere elusa, sebbene nell‘arte si debba necessariamente mediare con le esigenze di drammatizzazione. Ho letto i vari post e visionato l’estratto dello spettacolo Magazzino 18 che hai pubblicato (https://www.youtube.com/watch?v=sfbtan4Nqyc). Ebbene, da un noto artista antifascista e fiero iscritto all’Anpi quale sei, è lecito pretendere una corretta ricostruzione delle vicende riportate o, quantomeno, una pur minima contestualizzazione delle medesime.
Nella tua trattazione non si riscontrano cenni alle politiche antislave adottate dal regime fascista, iniziate con lo squadrismo e proseguite con zelo per tutto il Ventennio tra snazionalizzazioni, divieti di parlare lingue non italiane, internamenti ed esecuzioni. Su questo tema, c’è un luogo della memoria proprio nella tua città, forte Bravetta, ove sono stati fucilati anche patrioti e antifascisti slavi (vedi: Augusto Pompeo, Forte Bravetta, Roma, Odradek, 2012). Nulla circa i crimini commessi dagli occupanti fascisti nei Balcani: deportazioni e omicidi di massa, distruzioni e incendi di interi villaggi, e efferatezze d’ogni tipo con cui sono state martoriate le inermi popolazioni jugoslave (vedi: Davide Conti, L‘Occupazione italiana dei Balcani, Roma, Odradek, 2008). Nessun riconoscimento, infine, alla Resistenza jugoslava, trattata quasi come elemento criminale, con il suo enorme tributo di sangue, determinante per la sconfitta del nazifascismo. Una Resistenza cui, dopo l’8 settembre 1943, si affiancarono decine di migliaia di soldati italiani che, in migliaia, morirono poi per mano nazista o per il tifo, riscattando il nostro Paese dall’ignominia in cui l’aveva gettato il fascismo (vedi: Giacomo Scotti, Bono Taliano, Roma, Odradek, 2012, I ed. 1977). Partigiani italiani nelle Divisioni Garibaldi, Matteotti etc., o entrati direttamente nell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo (Eplj). A tal proposito, visto che ti cimenti, tra l’altro con ottimi risultati, nella drammaturgia, ti suggerisco un monologo teatrale prodotto dal nostro Comitato provinciale, che stiamo portando in giro con molto successo: Drug Gojko di Elena Mozzetta con Pietro Benedetti, su Nello Marignoli, nostro Presidente onorario, viterbese radiotelegrafista nella Marina militare italiana e, dopo l’8 Settembre, nell’Eplj. La piece si basa perlopiù su una nostra precedente docuintervista Mio fratello Gojko, per la regia d’un altro nostro coetaneo, Giuliano Calisti. Sempre dello stesso anche la docuintervista Pokret! (Avanti!), Partigiani italiani nella Resistenza jugoslava, 1943-45, con le interviste ai romani Rosario Bentivegna e Avio Clementi, e a Zarko Besenghi, di origini slave.
È tutta documentazione audiovisiva che ti posso inviare qualora mi dessi un recapito. Nelle pubblicazioni cartacee ho citato la romana Odradek, una delle case editrici con all’attivo le pubblicazioni più significative sull’argomento. Tralascio per ora la questione Foibe, per cui riprendi per filo e per segno la vulgata antislava, e su cui, checché ne dicano i detrattori, “antifascisti” o meno che si definiscano, importanti lavori sono stati portati a termine dalle studiose Claudia Cernigoi e Alessandra Kersevan, pubblicati dalla Kappa Vu di Udine.
Sono, inoltre, a disposizione per eventuali chiarimenti e confronti su questioni che non si possono certo liquidare con una lettera.
Un’ultima considerazione. Nello spettacolo ti fai latore del sentimento di sdegno provato verso l’omaggio del Presidente della Repubblica Pertini al feretro di Tito. Suona così ancor più amara la profezia fatta proprio da Pertini riguardo la mancata epurazione dei fascisti:
“Verrà un giorno in cui dovremo vergognarci di aver combattuto contro il fascismo”.Con immutata stima per il cantante e l’artista a tutto tondo.
Salute & solidarietà.
Silvio Antonini
Oggetto: risposta Cristicchi
Data: 21 agosto 2013 18.57.41 GMT+02.00
A: CNJ-onlus
Caro coetaneo Silvio,
Grazie infinite per i suggerimenti.
Sono certo che nella visione dello spettacolo integrale (i 5 minuti andati in onda sono ovviamente pochi per narrare tutto) si potrà riscontrare l'attenzione e la giusta considerazione di tutte le prospettive, dove lo spettatore sarà messo in grado di farsi una propria opinione, senza così voler propagandare alcuna tesi preconcetta o come le chiami tu: "vulgata".
L'argomento a quanto pare è ancora delicato, ma tengo a precisare che "Magazzino 18" non è uno spettacolo sulla Jugoslavia comunista, né sulla Resistenza, oggetto di altri miei spettacoli.
è incentrato soprattutto sul dramma degli italiani che hanno dovuto subire sulla loro pelle un evento storico come l'esodo, evento che -ne converrai - ancora oggi pochissimi conoscono.
Lo spettacolo quindi non sarà certo una conferenza della Kersevan, o di altri storici... né mi diletterò a snocciolare tesi, numeri, ma si propone di emozionare e far riflettere il pubblico attraverso testimonianze reali raccolte in questi anni insieme all'amico Jan Bernas.
Quello che mi interessa e mi ha sempre affascinato, è l'umanità inghiottita dalla Storia. Vedi "Li romani in Russia", "mio nonno è morto in guerra" e lo spettacolo con il coro dei minatori.
Per quanto riguarda l'episodio di Pertini, da ricercatore, ho solo interpretato il sentimento di imbarazzo di tanti esuli italiani, che hanno visto in quel gesto, solo una mancanza di rispetto.
Senza voler recare alcuna offesa a Pertini, non credo si possano biasimare per questo.
Grazie ancora
Simone Cristicchi
Oggetto: Re: risposta Cristicchi
Data: 22 agosto 2013 15.11.11 GMT+02.00
A: ANPI Viterbo
Oggetto: Re: Contributo Andrea Martocchia
Data: 22 agosto 2013 19.36.00 GMT+02.00
A: ANPI Viterbo
Cc: CNJ-onlus
Non accetto lezioni da nessuno, soprattuto con questi toni.
Arrivederci
Inviato da Simone Cristicchi