[Der originaler Text:
Unser Mann, der Gotteskrieger
Ein BND-Informant gehörte zu den Rädelsführern der antiserbischen Pogrome im Kosovo.
Von Jürgen Elsässer - FreiTag, 26.11.2004
kann man an folgender URL lesen:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4067 ]
FreiTag, 26.11.2004
Il nostro uomo, un guerriero di Dio
Un informatore del BND era tra quelli che hanno tirato i fili del pogrom antiserbo in Kosovo
di Juergen Elsaesser
FreiTag, 26.11.2004
Il 17 e 18 marzo del 2004 si è verificato in Kosovo un pogrom in piena regola contro i serbi ed altri non-albanesi, la peggiore esplosione di violenza avvenuta dalla fine della guerra nell'estate del 1999. Ci sono state 19 persone uccise (in un primo momento si parlava perfino di 31 vittime) e circa 1000 feriti, oltre a 30 monasteri/chiese ortodosse e 500 case serbe demolite, e 4500 non-albanesi cacciati via.
La scorsa settimana sul notiziario ZDF-Heute [della seconda rete televisiva tedesca, ndT] un agente al soldo dei servizi segreti tedeschi (BND) ha ammesso di essere stato tra i principali artefici dell’”incendio” di marzo [2004]. Si tratta di Samedin Xhezairi che nell’esercito clandestino albanese UCK operava con il nome di battaglia “comandante Hodza”. L’uomo ha combattuto nel 1999 nella 171.brigata dell’ UCK contro i serbi. Dopo che questa guerra del 1999 con l’aiuto della NATO è stata vinta, Xhezairi ha passato la frontiera ed ha preso parte nella primavera del 2001 alla 112. brigata nell’insurrezione dell’UCK in Macedonia. Lì ha comandato un’unità composta da altri stranieri, guerrieri di Dio, nella regione di Tetovo. Quando nel giugno 2001 quest’unità è stata accerchiata dall’esercito macedone vicino ad Aracinovo, l'esercito degli USA l'ha sciolta. Con Xhezairi e i suoi mudjaheddin si sono salvati altri 17 consiglieri militari statunitensi.
Xhezairi – come mostrano i documenti della NATO resi pubblici dalla ZDF - attualmente è coordinatore di una rete segreta composta da appartenenti del formalmente sciolto UCK che oggi operano nel Corpo di Protezione del Kosovo e nella Polizia kosovara, dunque nelle organizzazioni riconosciute dalla amministrazione ONU (UNMIK) e dalle truppe d’occupazione dirette dalla NATO (KFOR). Mediante questa rete è stato sobillato il pogrom di marzo. Xhezairi stesso ha dato ordini ai terroristi a Prizren e Urosevac. Ma la NATO sospetta allo stesso tempo che egli abbia buoni contatti con AlQaida e con Hezbollah.
Anche se le forze mercenarie di Pullach [sede del BND, ndT] avrebbero agito nella sommossa antiserba senza consultarsi con i loro mandanti, rimane però un'altra accusa, confermata da tre testimoni. Il BND avrebbe sorvegliato le conversazioni telefoniche dell’uomo e perciò prima del pogrom era a conoscenza del progetto. Perchè da Pullach non hanno informato le truppe di protezione della KFOR in Kosovo o almeno il contingente delle forze armate tedesche stanziato lì?
Forse perchè al governo federale tedesco sta bene se i serbi vengono cacciati via e il nodo kosovaro si può così finalmente sciogliere, senza proteste da parte di minoranze noiose, alla vecchia maniera tedesca – “la Serbia deve morire“ [nell'originale:“Serbien muß sterbien” - lo slogan in rima forzata che indicava l’intenzione delle forze occupanti austriache e tedesche nei confronti della Serbia nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale, ndT]. Il ministro della difesa Peter Struck si è già più volte espresso per una “soluzione della questione dello status”, come se lo status della Provincia [di Kosovo e Metohija] nella Risoluzione ONU 1244 non fosse già del tutto chiarito – lì è attestata palesemente la sua appartenenza alla Serbia-Montenegro secondo il diritto internazionale. L’amico di partito di Struck, il presidente del SPD Franz Müntefering, a fine agosto 2004 ha preso posizione molto esplicitamente “che il Kosovo è in grado di essere uno Stato indipendente”. Anche la attivista per la politica estera della SPD Uta Zapf si è subito entusiasmata sulla questione dell’”indipendenza kosovara”: “Un tale Stato sovrano sarà poi incorporato nelle strutture europee”. La più insolente proposta è venuta dalla FDP che ha caldeggiato l’annessione del Kosovo alla UE. Il territorio dovrebbe essere ceduto all’”Europa” come “amministrazione fiduciaria”, è scritto nella proposta che il deputato FDP Rainer Stinner ha lanciato nell’aprile 2004. “La sovranità del Kosovo passerebbe poi all'Europa”. Stinner ha detto alla redazione del portale internet german-foreign-policy.com che dopo l’annessione “un capo europeo si occuperà della politica estera e di difesa” del Kosovo. Questo lavoro potrebbe forse farlo l’eterno traffichino Guido Westerwelle. O forse si dovrebbe lasciare la piccola repubblichetta musulmana sotto la protezione della nuova nazione membro dell’UE, la Turchia? Le proposte sono tante. Il fatto però è che i serbi danno ancora fastidio. Ma per questo abbiamo gente come Xhezairi.
[trad. di M. Jovanovic Pisani, rev. di A.M. per CNJ-onlus]
Zvecan, Kosmet , 04 Luglio 2013
Noi, cittadini liberi e responsabili della Repubblica di Serbia,
Rappresentanti liberamente e legittimamente eletti dalla popolazione del Kosovo e Metohija, nell rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica di Serbia – in qualità di membri delle assemblee municipali nella provincia autonoma del Kosovo e Metohija, che è parte della Repubblica unica e indivisibile di Serbia,
Riconoscendo il bisogno urgente e necessario, in maniera organizzata, di proteggere le nostre vite e famiglie, le nostre case e proprietà, gli altri diritti umani e le libertà fondamentali, la dignità di cittadini, l'identità e l'integrità, la cultura e la religione, il patrimonio culturale e storico, ecc ,
Rispettando la Costituzione e le leggi della Repubblica di Serbia e respingendo tutti gli atti illegali secessionisti,
Facendo riferimento alla Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto finale di Helsinki e alla risoluzione ONU 1244 (1999),
Rifiutando la separazione proclamata dal movimento secessionista albanese, della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija dalla nostra Repubblica di Serbia, contro la nostra volontà democraticamente espressa, così come contro la Costituzione, in modo illegale e priva di significato,
Seguendo la volontà inequivocabile della popolazione dei comuni Kosovska Mitrovica, Zvecan, Zubin Potok e Leposavic, liberamente espresso con il referendum che si è tenuto il 15 febbraio 2012, di non-accettazione delle istituzioni della cosiddetta Repubblica del Kosovo,
Ricordando che la Costituzione della Repubblica di Serbia indica esplicitamente che la Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija è parte integrante del territorio della Repubblica di Serbia, che ha una posizione di sostanziale autonomia all'interno dello stato sovrano della Serbia e da questa posizione il Kosovo e Metohija, segue la responsabilità costituzionale di tutti gli organi dello Stato per rappresentare e tutelare gli interessi statali della Serbia in Kosovo e Metohija, nelle sue relazioni politiche interne ed estere, come pure che la sovranità viene dalla popolazione e nessuno organo di stato, di gruppo o individuale può stabilire la sovranità della popolazione, o stabilirne il governo, trasgredendo la volontà liberamente espressa della popolazione,
Riguardo questo,
Rifacendosi alla Dichiarazione dell'Assemblea Nazionale del popolo serbo, tenutasi il 22 Aprile 2013, a Kosovska Mitrovica, che ha respinto il '" Primo accordo principale che regola la normalizzazione delle relazioni", che a Bruxelles il 19 aprile 2013, firmato dal Primo Ministro della Repubblica di Serbia, Ivica Dacic e dal "presidente del governo del Kosovo", Hashim Thaqi, in contrasto con la volontà del popolo serbo e della popolazione della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija, ed al rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica di Serbia, in quanto è contro la Costituzione e contro le leggi della Repubblica di Serbia. I cittadini che sono fedeli alla Repubblica di Serbia, i comuni con maggioranza serba e tutte le altre istituzioni della Repubblica di Serbia in Kosovo e Metohija vengono abbandonate e spinte nel "sistema costituzionale e legale" non riconosciuto e illegalmente proclamato dalla cosiddetta Repubblica del Kosovo,
degli albanesi dal Kosovo e Metohija,
Resistendo a enormi pressioni e ogni tipo di ingiustizia,alla violenza legale e al dispotismo politico di persone potenti, ai i serbi e alla popolazione della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija, che rispettano la Costituzione e le leggi della Repubblica di Serbia e dell’auto-governo locale in cui vivono,vengono imposti un altro governo sovrano, un "quadro e istituzioni giuridiche" della cosiddetta autoproclamata ed illegale Repubblica del Kosovo,
Con la nostra libera volontà e con la decisione del popolo che rappresentiamo, ci siamo riuniti in Zvecan il 04. Luglio 2013, e secondo l'articolo 2 e 12 della Costituzione della Repubblica di Serbia e degli articoli 88 e 89, delle leggi sul autonomie locali, abbiamo istituito l'Assemblea provvisoria della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija, e deciso di adottare:
La dichiarazione di costituzione della Assemblea provvisoria della provincia di autonoma del Kosovo e Metohija
Stabilendo i seguenti Decreti generali
1. Che l’Assemblea provvisoria della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija (nel testo a seguire : Assemblea provvisoria) è l'organo rappresentativo della popolazione della Repubblica di Serbia nella Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija, che rispetta Costituzione e le leggi della Repubblica di Serbia, e che il diritto di autonomia territoriale è affermato dentro la Costituzione e le leggi della Repubblica di Serbia.
Autorità
2. L’Assemblea provvisoria istituirà uno statuto provvisorio della Provincia Autonoma di Kosovo e Metohija, ed esso sussisterà, fino a quando non verrà stabilita una legge su una sostanziale autonomia della Provincia del Kosovo e Metohija in continuità con la Costituzione e le leggi della Repubblica di Serbia; ed esso disporrà temporaneamente l'esecuzione dei diritti sull’ autonomia territoriale.
Dopo l'emanazione di una legge su una sostanziale autonomia della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija, l’Assemblea provvisoria emetterà uno Statuto di Autonomia della Provincia del Kosovo e Metohija e altri atti generali (decisioni), in cui i diritti in materia di autonomia territoriale saranno coordinati con questa legge.
Composizione ed organi dell'Assemblea provvisoria
3. L’Assemblea provvisoria sarà composta da ____ membri-delegati che devono essere eletti dai membri dei consigli dei Comuni del territorio di Kosovo e Metohija.
4. Il mandato di membro-delegato dell'Assemblea provvisoria durerà fino alla elezione della prima composizione dell'Assemblea della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija ed al massimo potrà essere di quattro anni dal giorno della costituzione dell'Assemblea provvisoria.
5. Ogni Comune, firmatario del documento circa l'istituzione dell’Assemblea provvisoria ha almeno 5 (cinque) membri delegati nell’ Assemblea provvisoria. L'atto di costituzione può essere ulteriormente sottoscritto da un gruppo di cinque o più Associazioni registrate di sfollati provenienti dal Kosovo e Metohija, che guadagnano il diritto a 5 (cinque) membri nell’Assemblea provvisoria.
6. L’Assemblea Provvisoria ha il Presidente, il Vice Presidente, una Segreteria e gruppi di lavoro.
Sessioni dell'Assemblea provvisoria e il modo di lavoro
7. L’Assemblea provvisoria è pubblica.
8. L’Assemblea provvisoria si riunirà in due sessioni annuali regolari e straordinarie se sarà ritenuto necessario.
9. L’Assemblea provvisoria emetterà una Direttiva di Procedure che in dettaglio disporranno le regole e le modalità di lavoro.
10. Tutte le altre questioni saranno regolate con i documenti dell’’Assemblea provvisoria.
Zvecan, 17 Luglio 2013
Attuali Membri dell'Assemblea Provvisoria della Provincia Autonoma del Kosovo and Metohija
Municipalità di Kosovska Mitrovica
Municipalità di Zvecan
Municipalità di Leposavic
Municipalità di Zubin Potok
Municipalità di Pec
Città di Pristina (Gracanica)
Municipalità di Novo Brdo
Altre…
Da Beoforum – Traduzione di Enrico Vigna per Forum Belgrado Italia
http://www.youtube.com/watch?v=AdwYP9Cj3kc
Nuova esplosione a Kosovska Mitrovica
19. 10. 2013. -Dopo la mezzanotte a Kosovska Mitrovica settentrionale le persone ignote hanno gettato la bomba sulla terrazza dell’appartamento di Ninoslav Djeric, il candidato della lista Iniziativa civica serba a Mitrovica. Nel momento dell’esplosione, nella quale nessuno è stato ferito, Djeric si trovava nel suo appartamento con la consorte e figlia. Nelle ultime 24 ore questo è il secondo incidente dinamitardo a Kosovska Mitrovica settentrionale. Nella deflagrazione di ieri mattina sono stati dannneggiati alcuni uffici. La direttrice dell’Ufficio dell’amministrazione a Mitrovica Adriana Hodzic, candidato sindaco di Mitrovica alle elezioni amministrative del 3 novembre, ha detto che nel mirino degli attacchi dinamitardi si trovano le persone che fanno parte del processo elettorale a Mitrovica.
Vulin: traguardo degli attacchi è che serbi abbandonino Kosovo
19. 10. 2013.Il Ministro senza portafoglio per il Kosovo Aleksandar Vulin ha condannato l’attacco contro l’appartamento di Ninoslav Djeric, il quale è il candidato della lista Iniziativa civica serba a Mitrovica settentrionale. Egli ha detto che lo scopo di quell’attacco è che tutti i serbi abbandonino il territorio del Kosovo. L’ultimo attacco dinamitardo contro il candidatro dell’Iniziativa civica serba a Kosovska Mitrovica merita soltanto disprezzo e condanna. L’uomo che l’ha compiuto ha soltanto uno scopo, che i serbi non vivano in Kosovo e che le pulizie etniche organizzate dai terroristi albanesi siano portate e termine dalla mano serba, ha dichiarato Vulin all’agenzia Tanjug.
Dacic: nell’interesse dei serbi kosovari è che partecipino alle elezioni in Kosovo
19. 10. 2013. -Kosovo: U.S., NATO, Ex-KLA Troops Drill For Anti-Serb “Crowd Control”
October 24, 2013
525 BfSB and multinational soldiers test readiness at Silver Saber
U.S. Army Staff Sgt. Cody Harding 4th Public Affairs Detachment
CAMP VRELO, Kosovo: U.S. soldiers from Company C, 1st Squadron, 38th Cavalry Regiment, quickly unload their helicopters and with shields and batons in hand, rush towards their staging area.
Just up the road, members from the Kosovo Police and the European Rule of Law Mission in Kosovo (EULEX) are attempting to calm a growing group of demonstrators. The crowd is becoming increasingly violent and EULEX’s capabilities to disperse the crowd are quickly exceeded.
To help control the escalating situation, EULEX requests assistance from Kosovo Forces and the U.S. soldiers waiting up the road quickly move forward to conduct a relief-in-place with their EULEX counterparts.
Thankfully, the demonstrators here are simply role-players for a training exercise called Silver Saber held at Camp Vrelo Oct. 16. Members from the Kosovo Police, EULEX and KFOR took part in the three-day exercise to help improve the coordination between the different security elements in Kosovo and to test their crowd and riot control capabilities.
The soldiers from the 525th Battlefield Surveillance Brigade make up part of KFOR’s Multinational Battle Group-East: a multinational task force made up of soldiers from nine different countries as well as National Guardsmen from five states.
Silver Saber brought a number of these KFOR soldiers together with their Kosovo Police and EULEX counterparts to train on crowd and riot control, relieving a multinational unit currently engaged in CRC, breaching various obstacles and medically evacuating a casualty.
U.S. Army Col. David Woods, the MNBG-E and 525th BfSB commander, said this exercise was important because it gave KFOR, who operates as a third responder, the opportunity to work with the other security elements in Kosovo.
“We [KFOR] are in a role as a third responder – and that’s not typical for us,” said Woods, a Denbo, Pa., native. “We are typically the lead and that’s hard for us sometimes to wrap our heads around.”
U.S. Army Staff Sgt. Robert Musil, the noncommisioned officer in charge for Detachment 3, Company C, 1st Squadron, 38th Cavalry Regiment, said another challenge the U.S. soldiers faced was their inexperience in performing CRC as a part of peace support operations.
“Nine months ago, none of us had done anything like this [CRC] before,” said Musil, a Chicago native. “We’re traditionally a light infantry or recon element, so CRC isn’t something we’re used to.”
…
To help learn escalation the soldiers from the 525th BfSB leveraged the experience and expertise of their multinational partners.
The 525th BfSB soldiers hit the halfway point for their deployment right before Silver Saber, and Woods said he has seen a considerable amount of development within the battle group.
“Our formation has grown significantly,” said Woods. “I’m confident that we are more than prepared and resourced to deal with any circumstance or any situation that presents itself in Kosovo.”
Niente Miss Universo per la più bella del Kosovo
La Russia non riconosce il suo Paese
Il concorso si svolge a Mosca: per solidarietà alla Serbia
gli organizzatori hanno detto no a Mirjeta Shala
PRISTINA – La kosovara, niet: in naftalina l’abito con lo strascico, niente scarpina di cristallo, per non parlare del principe azzurro… La favola di mezzanotte di Mirjeta Shala, 19 anni, cenerentola albanese del piccolo villaggio di Vucitrin che sta sulla strada fra Pristina e la Serbia, è già finita prima ancora di cominciare. Al gran ballo moscovita di Miss Universo, il prossimo 9 novembre, lei non ci sarà. E non perché non abbia le misure giuste, anzi: 1,83 d’altezza, gran fisico, volto da modella, ha già avuto più d’una copertina. Il punto è che Mirjeta l’estate scorsa è stata eletta Miss Kosovo e la finalissima del concorso di bellezza, per la prima volta, quest’anno si terrà in Russia: uno dei Paesi che non vogliono riconoscere l’indipendenza dell’ultimo nato degli Stati europei, proclamata cinque anni fa. Il presidente russo Vladimir Putin, grande fratello dei Balcani, grande amico della Serbia e soprattutto storico sostenitore delle pretese di Belgrado sul Kosovo, è stato invitato come ospite d’onore alla serata di Mosca. Sarebbe stato proprio lo staff del Cremlino a porre il veto al miliardario americano Donald Trump, che da quasi vent’anni organizza la passerella delle bellezze universali: troppo imbarazzante dover applaudire la rappresentante d’una nazione che, per la Russia, nemmeno esiste.
DON’T CRY FOR ME, ALBANIA - Ci sta piangendo ancora, Mirjeta. E non le importa che le abbiano promesso d’ammetterla d’ufficio all’edizione dell’anno prossimo. O che la manderanno a Miss Mondo. O che pure Miss Albania, Fiorabla Dizdari, per solidarietà etnica si sia ritirata dalla competizione. Il motivo ufficiale, «non ci sono le garanzie necessarie di sicurezza», nasconde (male) una battaglia geopolitica che non risparmia nemmeno le reginette di bellezza: dagli Usa all’Italia, passando per Tonga e le Isole Vergini, sono 106 i governi di tutto il mondo che riconoscono il Kosovo, ma cinque Stati dell’Ue (come la Spagna) e potenze influenti (dalla Cina alla Russia, dal Vaticano a Israele) ancora non accettano l’indipendenza dalla Serbia. La decisione degli organizzatori è irrevocabile e basta andare sul sito di Miss Universo per vedere come l’Albania e il Kosovo, in bella vista nell’edizione 2012, siano spariti dall’elenco partecipanti 2013. La stampa di Pristina ci rimane male: il giornale Koha Ditore ricorda come le Miss Kosovo degli ultimi cinque anni abbiano dato lustro al concorso, una sia arrivata nella top 10 finale, un’altra fra le prime sedici, mentre Aferdita Dreshaj (2011) ha conquistato i titoli del gossip pubblicizzando bene il suo flirt con l’attore Leonardo Di Caprio.
PROTESTANO ANCHE I GAY - Le critiche più roventi sono rivolte però agli americani, padrini storici d’un concorso che sopravvive a più di sessant’anni di storia, raggiunge 600 milioni di telespettatori e va ora alla ricerca di ricchi mercati all’Est. Pristina è l’unico posto al mondo che abbia dedicato un viale e una statua a Bill Clinton, il presidente che nel 1999 bombardò Belgrado e sostenne l’Esercito di liberazione kosovaro. E Donald Trump, che in passato non ha nascosto le sue velleità politiche, prospettando anche una candidatura alla Casa Bianca, ora in Kosovo è quasi più detestato di Putin. Le tv gli rinfacciano l’incoerenza tra quest’attenzione per l’uomo forte di Mosca e l’epoca invece in cui proponeva il boicottaggio economico della Cina comunista, «da trattare come un nemico». Nasce male, la trasferta moscovita dell’uomo che Forbes incorona fra i 300 più ricchi del mondo: la scelta d’invitare Putin al gran ballo delle miss è stata criticata anche dalle associazioni mondiali per i diritti Lgbt. «Trump s’inchina allo Zar dell’omofobia», è il titolo d’un appello che gira sul web. «In Russia c’è qualcosa di peggio d’essere attivisti di Greenpeace», ironizzava giorni fa la vignetta d’un giornale canadese, Le Droit, riferendosi ai recenti arresti degli ecologisti: «È peggio essere gay». La sera del 9 novembre, chissà, omosex, ambientalisti e kosovari potrebbero trovarsi a contestare tutt’insieme.