COMUNICATO STAMPA
sulla iniziativa indetta congiuntamente da ANPI e ANVGD a Cadoneghe (PD)


Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - organizzazione non lucrativa di utilità sociale che si fonda su "quegli stessi valori su cui è stato fondato mezzo secolo di vita pacifica e di sviluppo della Jugoslavia, contro ogni secessionismo e contro ogni contrapposizione nazionalitaria od etnicistica, a partire dalla Guerra Popolare di Liberazione alla quale, assieme a tutti gli altri, parteciparono anche migliaia di italiani" (1) - condanna la iniziativa organizzata congiuntamente dall'ANPI regionale del Veneto e dalla ANVGD, annunciata per il 17 febbraio p.c. a Cadoneghe (PD). (2)

L'iniziativa di Cadoneghe, a partire dal titolo "GIORNO DEL RICORDO. CI CHIAMAVANO FASCISTI, CI CHIAMAVANO COMUNISTI; SIAMO ITALIANI E CREDIAMO NELLA COSTITUZIONE", è stata concepita con l'intento di archiviare ragioni e torti della II Guerra Mondiale ovvero equipararne sul piano morale i vincitori e i vinti. Tale posizione - che non è inedita, ma è destinata comunque a rimanere puramente idealistica ed estranea ad ogni principio di concretezza storica - soprattutto offende gli ideali della Resistenza e rappresenta un oltraggio per i suoi caduti. 

Per questa ragione, Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus sollecita la dirigenza nazionale dell'ANPI a prendere posizione per chiarire all'opinione pubblica se la Associazione Nazionale Partigiani d'Italia può tollerare che al suo interno si promuovano simili percorsi o se viceversa essa mantiene la vocazione e gli scopi per cui è nata, come peraltro appare da numerose encomiabili iniziative di tutt'altro segno che vengono continuamente promosse dalle sezioni locali ovunque sul territorio nazionale. (3) Tale nostra richiesta di chiarimento non è esagerata, visto che analoghi approcci sono già stati fatti a Padova (4) e non solo, e la dirigenza nazionale ANPI oramai non può non esserne a conoscenza.

Scopo fondativo dell'ANPI è infatti quello della promozione e continua riproposizione dei valori dell'antifascismo. Viceversa, l'iniziativa di Cadoneghe è stata co-promossa con quella che, nonostante tutte le possibili "riverniciature", era e rimane la principale organizzazione neo-irredentistica del nostro paese: la Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, rappresentante degli interessi della grande borghesia istriana e dalmata espropriata con la vittoria del socialismo in Jugoslavia, la quale fino ad appena un anno fa manteneva nel suo Statuto la frase seguente:
<< II - SCOPI E FUNZIONI: (…) agevolare il ritorno delle Terre Italiane della Venezia Giulia, del Carnaro e della Dalmazia in seno alla Madrepatria, concorrendo sul piano nazionale al processo di revisione del Trattato di Pace per quanto riguarda l'assetto politico di tali terre… >> (5)
Tale esplicita contestazione degli accordi del Trattato di Pace è in fondo esattamente la ragione per cui il Giorno del Ricordo è stato istituito, con manovra "bipartisan" attraverso la Legge n.92 del 2004, fissandolo non a caso al 10 Febbraio, a richiamare il 10 febbraio 1947, giorno in cui quel Trattato fu sottoscritto. Con il Trattato di Pace l'Italia regolava i propri conti (almeno in parte) con l'intera comunità internazionale - non solamente con la Jugoslavia - per i crimini e i danni commessi a seguito della aggressione contro la Jugoslavia e gli altri paesi vicini. La scelta della data del Giorno del Ricordo è stato un atto simbolico di delegittimazione e contestazione di quel Trattato: per questo motivo non solo gli antifascisti ma più in generale le persone amanti della pace dovrebbero, o avrebbero dovuto, assolutamente opporsi alla istituzionalizzazione di tale ricorrenza.
L'iniziativa di Cadoneghe vede tra i relatori invitati la prof.ssa Adriana Ivanov, figlia di Tommaso Ivanov, che fu coinvolto nelle operazioni dell'esercito fascista in Dalmazia coordinate con i banditi ustascia, e ciononostante "scelse" nel 1950 (sic) di abbandonare le sue terre natali pur di non dover sottostare al nuovo sistema politico e sociale. 

I cittadini italiani sono testimoni da un ventennio, oramai, di reiterati tentativi di costruzione artificiosa di una "memoria condivisa" posticcia, operati con basse finalità di gestione del potere politico da parte di classi dirigenti prive di principi. Tali operazioni revisionistiche hanno intorbidito il confronto politico-culturale al punto da creare legittima frustrazione ed un comprensibile rifiuto della "mala politica" nei cittadini ("anti-politica"). Crediamo che l'ANPI non possa contribuire a tale deriva e che debba viceversa difendere il suo ruolo, specifico e unico, di tutela della memoria partigiana, nell'interesse di noi tutti e delle sorti dell'Italia democratica in generale. Questo non significa negare ai signori Maurizio Angelini e Floriana Rizzetto momenti di libero confronto, se proprio li ritengono necessari, all'interno dei quali assurdamente equiparare i militari del regio esercito fascisti ai partigiani comunisti, purché a tali momenti partecipino solo a titolo privato. 

E' infine del tutto fuorviante sul piano storico la professione di fede alla Carta Costituzionale da parte di ex-fascisti e di ex-comunisti, contenuta nel titolo della iniziativa di Cadoneghe. Bisogna infatti ricordare agli smemorati organizzatori del "Giorno del Ricordo" che la nostra Repubblica e la sua Costituzione nascono esattamente dalla Resistenza al fascismo, cioè negando il fascismo, tant'è vero che nessun fascista face parte della Assemblea Costituente e la Costituzione si fonda sulla discriminante antifascista, riportata a chiare lettere nella Disposizione Transitoria e Finale XII. Viceversa i comunisti sono stati dapprima vittime del fascismo, poi protagonisti della Resistenza in Italia e in Europa, poi co-autori del testo della Carta Costituzionale ed infine partecipanti a pieno titolo della vita politica democratica. 

Il fatto che il dettato costituzionale sia stato spesso e volentieri disatteso e che sia tuttora in atto un tentativo eversivo per stravolgerlo con leggi-truffa è uno dei principali crucci della stessa ANPI, come dimostrano le frequenti, sonore dichiarazioni del presidente Smuraglia.

Per CNJ-onlus, il Direttivo
10 febbraio 2014


NOTE:

(1) Dallo Statuto dell'Associazione "Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia – organizzazione non lucrativa di utilità sociale” (2007): https://www.cnj.it/documentazione/documento_costitutivo.htm#statuto


(3) Anche solo limitandoci alle iniziative promosse da sezioni ANPI su questi stessi temi proprio negli stessi giorni, registriamo ad esempio:
- l'iniziativa tenuta a Vasto lo scorso 1 febbraio 2014, dal titolo "Parliamo di foibe. In difesa della memoria antifascista", con la partecipazione di C. Cernigoi;
- l'iniziativa tenuta lo stesso giorno a Como sui "Lager italiani", con la partecipazione di A. Kersevan;
- il Presidio Antifascista per la Pace, la Democrazia e la verità storica del 9 febbraio 2014 a Torino;
- l'iniziativa "Foibe e Fascismo" indetta a Parma, assieme ad altri soggetti, per il 10 febbraio 2014;
- l'iniziativa di Bologna, 14 febbraio 2014, "Foibe: un’interpretazione storica", con la partecipazione di A. Kersevan e S. Volk.


(5) Tale articolo è stato riscritto solo a seguito delle modifiche allo Statuto approvate nel corso del Congresso Nazionale di Gorizia del 16 – 18 novembre 2012, tuttavia esso continua ad essere leggibile sul sito internet della associazione: http://www.anvgd.it/images/pdf/anvgd_statuto.pdf  . Il fatto che la esplicita rivendicazione irredentistica sia stata cassata alla vigilia delle "grandi manovre" che sono ormai in atto e che rischiano di compromettere anche l'ANPI, non rallegra bensì inquieta ulteriormente perché tali modifiche dell'ultimo minuto evidenziano una modalità di procedere purtroppo tipicamente italiana, sotterranea, furbesca, massonica o comunque opportunistica. Sulle radici irredentistiche della ANVGD si veda anche: https://www.cnj.it/documentazione/IRREDENTE/anvgd.htm .