LE NOSTALGIE DEL CORRIERE DELLA SERA


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Corsera, l’onta in prima pagina

Il Corriere della Sera dell’8 aprile ha pubblicato in prima pagina un articolo titolato Quella battaglia vinta nel 1941, a firma di Paolo Rastelli.
Riferendosi alle vicende belliche, il nostro “premio Pulitzer”, oltre allo scontato riferimento al “dittatore del Cremlino”, ha affermato che la città di Donetsk (Stalino) in Ucraina fu “teatro del valore dei nostri soldati”.

Rastelli ricorda in modo apparentemente asettico la “conquista” di Donetsk da parte del Corpo di Spedizione Italiano in Russia, omettendo di dire che quello non era un esercito di liberazione, bensì un esercito fascista di occupazione dell’Unione Sovietica.
Tace sulla partecipazione da vassalli di Hitler all’infame aggressione e al tentativo di annientamento e rapina delle risorse del primo paese socialista.

Tace sulla corresponsabilità italiana nella criminale guerra di sterminio costata all’Unione Sovietica 23 milioni di morti.
Una guerra finita con la disfatta del nazifascismo, soprattutto grazie all’eroismo dei soldati e dei popoli sovietici guidati dal Partito bolscevico di Lenin e di Stalin, verso cui bisogna essere eternamente grati.

Di quale “vittoria” parla Rastelli? Di quella che fu la premessa del disastro, dello sbandamento, della morte, della mutilazione, della prigionia di decine di migliaia di soldati italiani mandati al massacro da Mussolini?
Evidentemente per Rastelli, e per il Corsera che l’ospita, questa pagina vergognosa della storia della borghesia italiana va sepolta dietro la falsa retorica del “valore militare”, per ingannare cinicamente le masse.

Chiediamoci: perché questo articolo, a prima vista “storico”? Chiaramente esso non è certo casuale, ma si riferisce agli sviluppi della situazione in Ucraina, per indicare il ruolo che l’Italia deve assumere: ieri al servizio del bandito Hitler; oggi al servizio della coppia di furfanti Obama e Merkel nello scontro interimperialistico contro la Russia di Putin.

Se ieri la principale preoccupazione del fascismo era il “doveroso aiuto” da offrire all'alleato nazista, oggi è il “rispetto degli impegni” NATO e UE per nuove “gloriose conquiste” ad est.
In entrambi i casi sempre da lacchè e sempre contro gli interessi della classe operaia e dei popoli. Certi articoli non sono colpi di sole di uno “storico” non nuovo in quanto a sfondoni. Sono, invece, testimonianza del rinnovato ardore interventista dell’imperialismo italiano - che conta ben 24 missioni estere nei vari scenari di guerra - e del conseguente fervore propagandistico che gli fa da corona.

Diciamo basta alla politica bellicista e reazionaria dell’imperialismo, alle guerre di rapina e alle ingerenze contro i popoli. Spezziamo il giogo della NATO, dell’UE e dell’euro che ci portano alla rovina. Ritiro immediato di tutte le truppe all’estero. I miliardi gettati nelle spese militari vadano per i disoccupati e i servizi sociali.

Non dobbiamo dare tregua ai nemici della pace e dei popoli. Uniamoci e lottiamo per cacciare dal potere i responsabili della politica di guerra e sacrifici al servizio di USA e UE.
Prepariamoci a una nuova Resistenza che porti fino in fondo il programma di trasformazione completa dell’organizzazione sociale, ricostruendo un forte e combattivo Partito comunista del proletariato!

8.4.2014 Piattaforma Comunista


LEGGI L'ARTICOLO DI PAOLO RASTELLI SUL CORRIERE DELLA SERA:

Quando Donetsk era Stalino: la Battaglia degli Italiani
La regione che chiede l'indipendenza teatro del valore dei nostri soldati