Un documento prezioso per capire le origini, la natura e la misura del debito che la Germania deve alla Grecia...
1) Kein Abs für Athen (Otto Köhler)
2) La Grecia insiste con il risarcimento dei danni di guerra dalla Germania (Fabrizio Salvatori)
3) Greece will not take part in anti-Russia sanctions (Mar 14, 2015)
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Scritto da Dragomir Vučićević
Anche se la data precisa della visita della Cancelliera tedesca Angela Merkel in Serbia è ancora sconosciuta, è attesa a breve. Non c'è dubbio che questa visita si rivelerà molto importante, sia per l'ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due paesi e le relazioni della Serbia e l'Unione europea, queste ultime spesso indicate come il programma europeo della Serbia. Non meno presenti saranno i temi che riguardano gli sviluppi concreti nella regione. Oltre alla difficile crisi in Grecia, la regione ne sta vivendo una nuova, questa volta in Macedonia. Oltre a questo, le problematiche dell'estremismo politico, della criminalità organizzata e del terrorismo internazionale, che sono in costante aumento. Il tragitto dell’eroina transita attraverso la Macedonia, parti della Serbia, in particolare nel Kosovo e Metohija, attraversa l'Albania e alcuni altri paesi della regione, per finire sulle strade dell'Europa occidentale. Lo stesso percorso è anche un corridoio importante per il transito di decine di migliaia di profughi del Vicino Oriente, Medio Oriente e Africa del Nord, tra cui i richiedenti asilo politico. Scene di inneggiamenti e odi alla cosiddetta Grande Albania sono in aumento in diverse occasioni in Kosovo e Metohija, in Albania e Macedonia, un po' meno in Grecia e Montenegro.
Parlarne a voce alta se si può o tacere, minimizzare sopra alcuni altri incidenti, comunque sembra che la regione è immersa in tempi di turbolenze pericolose, se non di una destabilizzazione programmata.
Le domande sono evidenti: in che misura questi eventi sono spontanei oppure orchestrati; in quale misura sono essi conseguenze di una profonda crisi socio-economica, o di una disoccupazione di massa e di disorientamento dei giovani; e in quale misura il risultato di poteri esterni alla regione che ne "tirano le fila"; perché i meccanismi di azioni preventive non sono stati attivati; quali sono i possibili risultati in caso di escalation e, eventualmente, anche di uno sviluppo più grave della situazione; come prevenire uno straripamento o un effetto domino, in quanto ciò non potrebbe essere controllato o contenuto solo in questa regione?
Siamo convinti che la questione sarà affrontata nei colloqui durante la visita a Belgrado della Sig.ra Merkel. Inoltre, ci auguriamo che gli sforzi congiunti si tradurranno in iniziative e risultati realistici ed utili. Il riferimento a sforzi congiunti implica l’importante posizione geostrategica e la capacità della Serbia per una partnership in aree e iniziative di interesse comune. Riteniamo che, in questo, la Serbia merita di gran lunga maggiore comprensione e sostegno.
Pur mantenendo il passo con gli sviluppi pubblici e politici, crediamo non siamo sbagliato dedurre che il segmento principale dell’opinione pubblica in Serbia sostiene che, e questo è di importanza storica, sarebbe più vantaggioso per la riconciliazione, una maggiore comprensione e in generale una maggiore cooperazione, se la Cancelliera Merkel troverebbe opportuno rilasciare pubbliche scuse alla nazione serba durante questa visita, per i crimini e le enormi devastazioni inflitte dalle forze di occupazione tedesche durante entrambe le guerre mondiali e dalla aggressione NATO nel 1999, dove il governo tedesco ha avuto un ruolo di primo piano.
Non solo decenni, ma un secolo è passato; tuttavia, la nazione serba ancora profondamente e dolorosamente ricorda tutto, e ricorda il sentimento per le sue milioni di vittime ignorate, in quanto non vi è mai stato alcun rimorso o scuse dichiarate dai funzionari tedeschi. Se capiamo il popolo serbo, la maggior parte di esso si aspetta scuse dalla Germania per i crimini commessi dagli occupanti tedeschi sul territorio della Serbia. Dopo la Russia e la Polonia, la Serbia è terza per numero di perdite umane che perirono durante la seconda guerra mondiale, così come è un fatto storico, che essa ha dato un grande contributo alla vittoria contro nazisti e fascisti.
L'imminente visita della Dr. Angela Merkel è già vista come una appropriata opportunità per pubbliche scuse, anche perché arriva nel mezzo delle celebrazioni per il 70 ° anniversario della vittoria sul nazifascismo, il centenario della Prima Guerra Mondiale, e il 16 ° anniversario della aggressione della NATO.
Popolo serbo è consapevole del fatto che i più alti funzionari tedeschi hanno già chiesto scusa pubblicamente per le vittime del nazi-fascismo: in Polonia (il Cancelliere Willy Brandt, a Varsavia), in Francia (a Oradour), alla Grecia (il presidente Johannes Rau, in Kalavriti 2000, presidente Joachim Gauck, in Ligkiades, 2014), alla Repubblica Ceca ( il presidente Gauck, a Lidice, 2014), in Italia (presidente Gauck, a Sant'Anna di Stazzema).
In effetti, sarebbe molto difficile spiegare al paese ed alla nazione serba, che hanno terribilmente sofferto sotto l’occupazione delle armate di Hitler, che la visita ufficiale della Cancelliera Merkel, durante l'anno di numerosi giubilei, passasse nel 70° anniversario della vittoria sul nazi-fascismo, senza l’omaggio a milioni di vittime serbe e senza scuse pubbliche alla nazione serba. Questo sarebbe il pagamento di un debito morale e di civiltà alla storia, e anche un contributo molto più importante, per la riconciliazione e il futuro, vale a dire: per il futuro della Serbia, delle relazioni serbo-tedesche e per il futuro dell'Europa. Questo noi intendiamo quando si parla di un’Europa protagonista di una riconciliazione e in una concezione di pace e uguaglianza.
Dragomir Vučićević, ambasciatore in pensione e Presidente dell’Assemblea del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali
Traduzione di Enrico Vigna per il Forum Belgrado Italia
Grexit: i governi tedeschi non hanno mai pagato i loro debiti
Pubblicato il 29 giu 2015