Quattro investitori esteri interessati alla “Galenika”
Posted on 01/02/2016 by Iva Nikolic
Posted on 01/02/2016 by Iva Nikolic
Quattro grandi aziende internazionali sono interessate a sviluppare un partenariato strategico con “Galenika”, il cui destino dovrebbe essere risolto entro il 31 maggio.
Una settimana fa, Anand Iyer, l’amministratore delegato dell’azienda americana “Pari Biomedical” ha visitato questa fabbrica di Zemun. La delegazione americana era interessata alle linee di produzione della “Galenika”, nonchè alla situazione nel settore farmaceutico in Serbia. Inoltre, ne hanno parlato con il ministro dell’economia, Zeljko Sertic.
“Si tratta di un’azienda che dovrebbe portare capitale circolante in “Galenika”. Vorebbero aumentare il fatturato, da 50 miliioni a 150 milioni euro a livello annuale. Il suo arrivo sarebbe utile sia per la fabbrica, sia per la Serbia, visto che la “Galenika” è una delle 17 aziende il cui destino dovrebbe essere risolto nei prossimi quattro mesi. Si tratta di unica fabbrica dei farmaceutici di proprietà statale che dà lavoro a 1400 persone.
La fonte del quotidiano “Blic” dice che questa fabbrica è stata visitata anche dalla delegazione dell’azienda “Piqur” di Basel. Inoltre, i manager dell’araba “Julfar” l’hanno visitata come anche i manager dell’azienda palestinese “Pharma Care PLC”.
Nedeljko Pantic, l’amministratore delegato della “Galenika” ha confermato che alcune aziende mondiali sono interessate al partenariato strategico. “Il management e i sindicati della “Galenika” sostengono il partenariato strategico. Credo che il partner sia una soluzione buona, anche se questo implica un nuovo management. L’azienda può lavorare bene, il che dimostrano i risultati del 2015 e 2014″, dice Pantic per “Blic”.
Fino al 2010 “Galenika” realizzava unutile annuale fino a 500 milioni di dinari. La rovina di questa azienda è iniziata durante amministrazione di Nenad Ognjenovic che ha creato un debito di 220 milioni di euro e che oggi è sottoposto a processo per frode fiscale.
(Blic, 31.01.2016.)
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Sulla GALENIKA si era concentrata l'attenzione internazionale nei giorni immediatamente precedenti la aggressione della NATO alla RFJ (febbraio-marzo 1999). La fabbrica divenne infatti una specie di paradigma dello scontro in atto tra i governanti serbi e jugoslavi, da un lato, e il grande capitale transnazionale, dall'altro, come chiarisce la sintesi che facemmo all'epoca... (a cura di Italo Slavo)
Date: Fri, 19 Mar 1999
From: Coordinamento Romano per la Jugoslavia
Subject: Difficili le privatizzazioni in Serbia...
IL SEQUESTRO DELLA ICN GALENIKA
All'inizio di febbraio 1999 la polizia serba ha fatto irruzione
negli stabilimenti della ICN GALENIKA, la maggiore fabbrica
chimica-farmaceutica del paese, siti a Zemun, alla periferia di
Belgrado. Oltre al sequestro degli stabilimenti, a fare le funzioni
del direttore, dopo la rimozione dall'incarico di Dusan Mitetic, e'
da quel giorno subentrato il viceministro della Sanita' Marija
Krstaijc.
L'azione, che ha causato disorientamento tra gli operai - circa
3000 - e' stata motivata dalle autorita' statali con il
mancato adempimento da parte del "partner straniero" dei suoi
obblighi relativi all'investimento promesso per l'azienda: in questi
anni sono giunti infatti 50 milioni di dollari in contanti, ma
nessuno ha ancora visto gli altri 220 milioni di dollari che il
"partner" avrebbe dovuto fornire sotto forma di preparati chimici
secondo il contratto stipulato nel novembre 1990.
Inoltre, la ICN non ha presentato il bilancio con la
indicazione del capitale totale, come sarebbe stata tenuta a fare
entro il 4/7/1998. Secondo le autorita' l'Istituto per la Previdenza
Sociale della Serbia e' dunque a tutt'oggi proprietario di 90 milioni
di dollari (64.3%) mentre il "partner" possiede 50 milioni di dollari
(35.7%). Lo Stato accusa anche la passata gestione della ICN di
avere ridotto la produzione, mettendo in cassa integrazione a zero
ore parte dei dipendenti.
Ma chi e' "il partner straniero" con il quale e' in atto questo
contenzioso?
"Il partner" e' la multinazionale ICN Pharmaceutical Inc. del
miliardario americano di origine serba Milan Panic, noto alle
cronache anche per essersi piu' volte affacciato alla scena politica
serba da una decina d'anni a questa parte, diventando persino premier
federale nel 1992-'93.
Panic e' un personaggio di spicco della lobby serbo-americana che
muove le fila della "opposizione democratica" (liberista,
filooccidentale, nazionalista e monarchica): il Serbian Unity
Congress, alcuni leader della ex-coalizione Zajedno ("Insieme"),
certi media "indipendenti", nonche' esponenti dei settori clericali
(cfr. http://www.suc.org).
Secondo Panic non e' la sua multinazionale ad essere in debito,
bensi' la amministrazione belgradese che dovrebbe 175 milioni di
dollari alla ICN. Cosicche', mentre un portavoce della ICN annunciava
che il caso sarebbe stato sottoposto all'arbitrato di una corte
internazionale parigina, la ICN Pharmaceuticals Inc. sporgeva denuncia
penale contro il Primo Ministro della Serbia Mirko Marjanovic.
Il governo USA immediatamente il giorno dopo il sequestro
degli stabilimenti dell'azienda ha inviato l'incaricato
d'affari a Belgrado Richard Miles a chiedere spiegazioni
ai rappresentanti del governo della Serbia, i quali gli hanno
risposto semplicemente che solo le autorita' giudiziarie serbe sono
competenti in materia. Gli USA hanno protestato ufficialmente anche
tramite il portavoce del Dipartimento di Stato James Rubin.
(B92 Open Yugoslavia, February 7-9 and March 8, 1999;
"Il Manifesto" 11/2/99)
From: Coordinamento Romano per la Jugoslavia
Subject: Difficili le privatizzazioni in Serbia...
IL SEQUESTRO DELLA ICN GALENIKA
All'inizio di febbraio 1999 la polizia serba ha fatto irruzione
negli stabilimenti della ICN GALENIKA, la maggiore fabbrica
chimica-farmaceutica del paese, siti a Zemun, alla periferia di
Belgrado. Oltre al sequestro degli stabilimenti, a fare le funzioni
del direttore, dopo la rimozione dall'incarico di Dusan Mitetic, e'
da quel giorno subentrato il viceministro della Sanita' Marija
Krstaijc.
L'azione, che ha causato disorientamento tra gli operai - circa
3000 - e' stata motivata dalle autorita' statali con il
mancato adempimento da parte del "partner straniero" dei suoi
obblighi relativi all'investimento promesso per l'azienda: in questi
anni sono giunti infatti 50 milioni di dollari in contanti, ma
nessuno ha ancora visto gli altri 220 milioni di dollari che il
"partner" avrebbe dovuto fornire sotto forma di preparati chimici
secondo il contratto stipulato nel novembre 1990.
Inoltre, la ICN non ha presentato il bilancio con la
indicazione del capitale totale, come sarebbe stata tenuta a fare
entro il 4/7/1998. Secondo le autorita' l'Istituto per la Previdenza
Sociale della Serbia e' dunque a tutt'oggi proprietario di 90 milioni
di dollari (64.3%) mentre il "partner" possiede 50 milioni di dollari
(35.7%). Lo Stato accusa anche la passata gestione della ICN di
avere ridotto la produzione, mettendo in cassa integrazione a zero
ore parte dei dipendenti.
Ma chi e' "il partner straniero" con il quale e' in atto questo
contenzioso?
"Il partner" e' la multinazionale ICN Pharmaceutical Inc. del
miliardario americano di origine serba Milan Panic, noto alle
cronache anche per essersi piu' volte affacciato alla scena politica
serba da una decina d'anni a questa parte, diventando persino premier
federale nel 1992-'93.
Panic e' un personaggio di spicco della lobby serbo-americana che
muove le fila della "opposizione democratica" (liberista,
filooccidentale, nazionalista e monarchica): il Serbian Unity
Congress, alcuni leader della ex-coalizione Zajedno ("Insieme"),
certi media "indipendenti", nonche' esponenti dei settori clericali
(cfr. http://www.suc.org).
Secondo Panic non e' la sua multinazionale ad essere in debito,
bensi' la amministrazione belgradese che dovrebbe 175 milioni di
dollari alla ICN. Cosicche', mentre un portavoce della ICN annunciava
che il caso sarebbe stato sottoposto all'arbitrato di una corte
internazionale parigina, la ICN Pharmaceuticals Inc. sporgeva denuncia
penale contro il Primo Ministro della Serbia Mirko Marjanovic.
Il governo USA immediatamente il giorno dopo il sequestro
degli stabilimenti dell'azienda ha inviato l'incaricato
d'affari a Belgrado Richard Miles a chiedere spiegazioni
ai rappresentanti del governo della Serbia, i quali gli hanno
risposto semplicemente che solo le autorita' giudiziarie serbe sono
competenti in materia. Gli USA hanno protestato ufficialmente anche
tramite il portavoce del Dipartimento di Stato James Rubin.
(B92 Open Yugoslavia, February 7-9 and March 8, 1999;
"Il Manifesto" 11/2/99)