Slavofobìa

1) Logici sviluppi della patacca sulla foiba volante del Friuli orientale (LINKS)
2) VERONA:
– Il Comune vieta ogni concessione di spazi pubblici per << attività revisionistiche sulle Foibe >>
– Razzismo slavofobo sulle pagine de L'Arena e divieto di replica
3) Rovato (BS): Intimidazione durante l'iniziativa con Alessandra Kersevan e Claudia Cernigoi


Si vedano anche:

Viaggio nelle nuove #foibe, prima puntata. CHI SOGNA UNA FOIBA IN #MAREMMA? (di Alberto Prunetti / Giap, 3.3.2016)
... Il 10 febbraio scopro sul quotidiano La Nazione, nella cronaca di Grosseto, un evento sorprendente: una foiba è scesa sotto la Linea Gotica, a Roccastrada, in Maremma!...
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=24102

MATTEO SALVINI: "I PROFUGHI DELLE FOIBE NON STUPRAVANO COME I MIGRANTI DI OGGI" (di Giuseppe De Lorenzo - Mar, 01/03/2016)
... "Non mi sembra che i profughi giuliani scippassero, stuprassero, aggredissero, pretendessero colazione, pranzo e cena e se non gli van bene le lasagne vogliono la bistecca"...  Gli immigrati di oggi sono "bombe umane" pronte a "colpire il futuro dei nostri figli". Parole dure, ma sicure, dette di fronte al memoriale per gli esuli istriano-dalmati di Bologna, imbrattato da anonimi solo qualche giorno fa. Il messaggio del leader della Lega a Bologna e alla sua amministrazione è chiaro: "Questa città è in mano a balordi, una situazione da Unione Sovietica". Quel "comunismo" da cui scappavano gli esuli istriani...
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/i-profughi-delle-foibe-non-stupravano-i-migranti-oggi-1231101.html
N.B. Per dichiarazioni sullo stesso tema, si è dovuto dimettere il direttore dell'Istituto regionale per la storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia, ROBERTO SPAZZALI:
"GLI ISTRIANI DIFENDEVANO LA PATRIA. I MIGRANTI INVECE SONO CODARDI" (di Giuseppe De Lorenzo - Mer, 03/02/2016)
http://www.ilgiornale.it/news/politica/istriani-difendevano-patria-i-profughi-invece-scappano-solo-1220213.html
Comunicato IRSML-FVG del 23/02/2016:
<< Nel corso della riunione del direttivo del 20 febbraio 2016, il prof. Roberto Spazzali ha rassegnato le dimissioni da direttore. Il direttivo, nell'accoglierle, ha ringraziato unanime il prof. Spazzali per la quantità e la qualità del lavoro da lui profusa da molti anni a questa parte al servizio dell'Istituto e dell'intera rete, prodigandosi  nell’attività di ricerca e nella costante attenzione e cura a favore dei più giovani. Al tempo stesso, il direttivo rende merito alla sua onestà intellettuale, al suo spirito di collaborazione e al suo senso di responsabilità, auspicando che tale collaborazione continui ancora all’interno dell’Istituto.
La presidente, Anna Vinci – Trieste, 23 febbraio 2016. >>

LE FOIBE TRA VERITA' E LEGGENDA intervento di Sandi Volk (rifonda corato, 6 mar 2016)
Intervento dello storico Sandi Volk e parte dell'intervento di Piero Purini per l'iniziativa LE FOIBE TRA VERITA' E LEGGENDA, organizzato dalla sezione di Rifondazione Comunista Corato il 5 marzo 2016...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=t5WcKdyqbok
Sulla iniziativa: http://www.diecifebbraio.info/2016/03/corato-ba-532016-le-foibe-tra-verita-e-leggenda/


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Logici sviluppi della patacca sulla foiba volante del Friuli orientale (LINKS)

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INTRIGO NAZIONALE A ROCCA BERNARDA (ovvero le “foibe mobili” della Lega nazionale di Gorizia)

di Claudia Cernigoi, 12 marzo 2016

Scarica in formato PDF: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2016/03/intrigo-nazionale-a-roccabernarda.pdf

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Fonte: pagina FB de "La Nuova Alabarda", 15.3.2016

FOSSIMO IN IVAN BUTTIGNON, CI OFFENDEREMMO...
... DATO CHE "il presidente della Lega nazionale, Luca Urizio, ha annunciato, al termine del sopralluogo, di voler proseguire con l’analisi storica negli archivi della Farnesina, allargando il raggio anche a Lubiana. «Cercheremo di avere un incarico dalla Regione – ha affermato Urizio che nei giorni scorsi ha avuto un colloquio con l’assessore Gianni Torrenti – per continuare lo studio. Abbiamo però bisogno dell’aiuto esterno di uno storico in grado di leggere le carte e condurci sulla strada giusta. [SIC] »". 
Ohibò. Ma che ha fatto finora Buttignon, secondo Urizio? non lo ritiene "in grado di leggere le carte"? fossimo in Buttignon, così propenso a minacciare querele e tanto permaloso quando gli si rammentano le sue passate iniziative ospite di CasaPound, ci offenderemmo mica poco...

LA FOIBA PERDUTA DI ROCCABERNARDA, AGGIORNAMENTI.
A PROPOSITO DI SAPER LEGGERE I DOCUMENTI...
Sul "Messaggero" di oggi [15.3.2016] è stata pubblicata parte di un documento (anche questo in "numeri romani") che sarebbe la "prova" di un genocidio operato dai "titini" nei confronti della popolazione manzanese (nel senso di abitanti di Manzano, che, giova ricordare a chi non ha cultura storica, non è mai stata controllata dagli Jugoslavi né durante né dopo la guerra).
Il titolo è "C'è un nuovo documento. Duecento desaparecidos".
A parte che se da Manzano fossero "desaparecide" 200 persone probabilmente qualcuno se ne sarebbe accorto, in settant'anni (nei testi sugli scomparsi durante la guerra curati dall'IFSML di Udine ci sono gli elenchi degli scomparsi, peraltro), si legga attentamente (non c'è bisogno di uno "storico", caro signor Urizio, basta conoscere l'italiano ed avere un minimo di senso logico) il testo.
L'informativa datata 9 giugno 1945 (ad un mese dalla fine delle ostilità) recita
"200 uomini della zona di Manzano, prelevati dalle formazioni slave, si trovano dislocati in Slovenia. Le famiglie sono prive di notizie da diversi mesi".
"da diversi mesi": il che significa che gli "uomini prelevati" non sono stati "arrestati" nel maggio 1945, ma, molto più realisticamente, considerato il termine "dislocati" che viene usato, si tratta di partigiani che non erano ancora rientrati alle proprie abitazioni. 
Nella seconda foto (sempre pubblicata nella pagina del Messaggero, che ringraziamo per la quantità di informazioni che fornisce) vediamo Urizio ed un'altra persona che osservano l'apertura di una "foiba", probabilmente per valutare quanta gente può esservi stata gettata dentro (non vorremmo scadere nel macabro, ma difficile che un corpo morto possa essere stato introdotto in quella fessura, figuriamoci 200).
Attendiamo ansiosamente lo sviluppo di questa telenovela che si sta presentando grottescamente offensiva per i vivi e per i morti.

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La notina della non foiba di Rosazzo: E' del SIM? e funzionale alla propaganda per non consegnare i criminali italiani? 

di Marco Barone, 9.3.2016

... la pubblicazione di questo documento cadeva, casualmente, in un momento particolare. Quando venivano aperti, nel mese di febbraio 2016 gli archivi del così detto armadio della vergogna, oltre 13 mila pagine desecretate, dove emergono anche i nomi dei criminali di guerra nostrani, militari italiani, mai puniti. Penso a quelli compiuti in Jugoslavia, ad esempio. Eccidi, torture, esecuzioni sommarie, incendi di villaggi, massacri, e mai puniti. (...) La notina della non foiba di Rosazzo, è del SIM. In "Carte segrete dell'intelligence italiana - 1919-1949 parte Terza" si legge che il funzionamento del Centro 'R' coprì l'arco di tempo tra il 15-16 settembre 1943 e la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944. (...) La notina della non foiba di Rosazzo riguarda anche la prima sezione e poi la terza sezione. In calce al documento vi sarà il timbro con il nome del Maggiore Lo Faso (...) Per contrastare le richieste Jugoslave, consistenti nella consegna dei criminali militari italiani venne affidato, in base a quello che diverse fonti sostengono, all'ufficio informazioni coordinato dal Maggiore... Domenico Lo Faso dello Stato Maggiore il compito di raccogliere adeguata informativa per contrastare la propaganda pro-jugoslava. (...) Dunque quella notina, piena di contraddizioni, doveva essere un documento di propaganda e difensivo funzionale alla campagna in corso in quel periodo finalizzata a demonizzare la resistenza jugoslava e quella italiana che ha collaborato con la jugoslava con lo scopo di non consegnare i criminali militari italiani alla Jugoslavia per i crimini compiuti e mai puniti? E mai usato, sino ad oggi, per la sua evidente abnormità?...


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Viaggio nelle nuove #foibe, seconda puntata. La foiba volante del Friuli orientale (di Nicoletta Bourbaki / Giap, 6.3.2016)

Tra i casi di foibe immaginarie che analizziamo in questa miniserie, il più recente riguarda la foiba annunciata a Corno di Rosazzo, provincia di Udine, e poco dopo delocalizzata a Manzano e Premariacco. Si tratta dell’evento pensato dalla Lega Nazionale di Gorizia per Il giorno del ricordo 2016...


Il Senatore Maran minaccia di querelare Giap per avere svelato i retroscena della grottesca storia della Foiba Volante:

Il senatore Alessandro Maran ci intima di cancellare il suo nome da Giap. Ecco perché gli rispondiamo NO. (Wu Ming, 10.3.2016)

... Le frasi della «versione odierna del post» che Maran “incrimina” sono queste:
1. «Orbene, l’anno scorso il Presidente Urizio ottiene un finanziamento dal Comune di Gorizia e il supporto operativo del senatore del PD Alessandro Maran per effettuare una ricerca a Roma con Ivan Buttignon e Lorenzo Salimbeni.»
2. «Rimane infine da chiedersi se i finanziamenti stanziati dal comune di Gorizia – e il supporto del senatore PD Maran – potessero essere spesi meglio che per produrre fiumi d’inchiostro e di livore alimentando un clima di isteria che si protrae da settimane.» ...


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L'incredibile petizione ai ministeri e Parlamento Europeo sulla non foiba di Rosazzo 

Marco Barone, 5.3.16

... Il contenuto della petizione? Si legge che  "Dopo 70 anni si 'scopre' in documenti secretati l'esistenza di una foiba in mezzo ai boschi del Friuli dove sono stati martirizzati presumibilmente tra i 200 e gli 800 innocenti a guerra conclusa." Dunque si insiste con il concetto di foiba...


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Foibe e fosse comuni: una riflessione (di Marco Puppini, 5 marzo 2016)

... Non mi pare pertanto il momento di integrare e correggere al rialzo il lapidario dei 665 deportati come aveva suggerito il presidente della Lega Nazionale. Piuttosto, bisogna iniziare a correggerlo al ribasso. (...) Bisognerà però cancellare anche i nomi delle Guardie di Finanza segnalate che non furono in realtà infoibate (...), il centinaio circa di nomi che Giuseppe Lorenzon ha indicato come membri di formazioni collaborazioniste uccisi durante la guerra dai partigiani (...), i nomi di partigiani e carabinieri uccisi dai tedeschi ed inseriti comunque nel lapidario (...), mentre dubbi giustificati possono essere sollevati anche per una parte dei circa duecento nomi privi di dati che possano consentire una verifica...


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Urizio: "Lavoro di notte per riscrivere la storia" (di Guido Surza, 9.3.2016)

Ecco chi è il presidente della Lega nazionale di Gorizia che alla Farnesina ha trovato il documento delle foibe


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Il mistero della fossa comune e i dubbi dell'istituto di storia del movimento di Liberazione (di Guido Surza, 9.3.2016)

Parla il presidente Alberto Buvoli. «Non è possibile che le famiglie non abbiano denunciato». C'è anche un problema di date



=== 2: VERONA ===

1) Segnalato da Claudia Cernigoi:

http://www.progettonazionaleverona.it/foibe-il-consiglio-comunale-vieta-spazi-pubblici-a-chi-le-nega/

Nella seduta dello scorso 25 febbraio il consiglio comunale di Verona ha approvato l’ordine del giorno n.205 “Divieto di concessione spazi pubblici per attività revisionistiche sulle Foibe”, primo firmatario il consigliere Vittorio Di Dio; l’atto è stato firmato anche dal nostroMassimo Piubello (capogruppo della “Lista Tosi”) oltre che dai consiglieri Marco Bacchini, Rosario Russo e Salvatore Papadia.

L’Odg in oggetto impegna l’amministrazione a non concedere spazi pubblici a chi nega o mistifica la tragedia delle Foibe; chi vorrà continuare a farlo potrà fruire della disponibilità di spazi nel settore privato.

Rimandiamo ai link del portale del comune di Verona per miglior conoscenza:

https://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=14555&onum=205&odata=2013&tipo=6

Numero Atto 205
Oggetto dell'Atto Divieto concessione spazi pubblici per attività revisionistiche sulle Foibe
Tipo Atto Odg (Ordine del giorno)
Del 13/02/2013
Primo firmatario Vittorio Di Dio
Firmatari Marco Bacchini 
Massimo Piubello 
Salvatore Papadia 
Rosario Russo 
Stato Iter Approvato
In data 25/02/2016

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2) Inizio messaggio inoltrato:

Da: Fabio Muzzolon (Verona)
Data: 8 marzo 2016 23:28:20 CET
Oggetto: censurata una lettera su L'Arena

Nei giorni dedicati al Ricordo delle vittime di foibe ed esodo sul confine orientale, un certo Piergiuliano Beltrame ha scritto una lettera a L'Arena da cui emerge un totale odio verso tutto il mondo slavo e un'interpretazione delle vicende storiche al confine orientale a senso unico che "dimentica" la vile e tragica aggressione italiana alla Jugoslavia nella seconda guerra mondiale come in uso nella moderna vulgata. Mi dicono che per farsi pubblicare delle lettere nell'apposita rubrica bisogna evitare la lunghezza e la polemica. Eppure questa lettera mi pare molto lunga e offensiva. Per esempio quando scrive "intellettuali" slavi tra virgolette, quasi che quei popoli non possano assurgere a questo rango. Zivoslav Miloradovic è un intellettuale ex giornalista noto in Serbia, che vive a Verona dove continua le collaborazioni a testate e svolge il lavoro di autista di camion. Leggendo questa lettera toccato sul vivo si è sentito di scrivere questa risposta, che però non è stata pubblicata dal foglio scaligero (vedi allegato). fm. 

--- Allegato

Caro signor direttore,

Leggendo la lettera del signor Piergiuliano Beltrame pubblicata su “L’Arena” del 23-02-2016 non potevo smettere di chiedermi come mai le osservazioni  di questo tipo potevano sfuggire alla vostra gentile attenzione?! Un minimo di conoscenza della storia sarebbe necessaria anche per una leggera chiacchierata da bar (finché la gente è  sobria)  altroché quando si scrive qualcosa da pubblicare in forma di un serio  argomento. Collegare le tristi vicende legate alle foibe con l'arrivo dei popoli slavi nel settimo secolo sarebbe già un bel motivo per buttare questa lettera nell'unico posto che merita: il cestino. Come si può polemizzare con una persona convinta che le tribù slave furono l’unico pericolo per l'impero Romano le cui città in Dalmazia sono state distrutte nel settimo secolo. Cosa facevano, secoli prima, nell'odierna Italia i Goti, Ostrogoti, Longobardi, Unni... Portavano gli aiuti umanitari?

Come si può polemizzare con uno per cui GLI SLAVI sono al giorno d’oggi sempre un popolo unico. Come tanti storici da bar, anche per il sig. Beltrame gli slavi sono una categoria di gente nota solamente a lui. Tutti gli altri che hanno solo la pausa pranzo trascorsa in una scuola qualsiasi, sanno molto bene che slavi sono polacchi, cechi, slovacchi, sloveni, croati, montenegrini, serbi, macedoni, bulgari, ucraini, belorussi, russi… Per gli storici da bar veneti, gli slavi, presumo, sono tutta quella gentaglia che abita dall’altra parte di Trieste sempre pronta a far del male ai poveri italiani, inclusi quei veneti che per più di cinque cento anni erano padroni delle coste adriatiche orientali e come tali soffrivano infinitamente. Per esempio, facendo una gita scolastica a Zara durante la quarta crociata, il doge Enrico Dandolo ordinò un saccheggio cosi dettagliato e sanguinoso, che il papa Innocenzo III fu motivato a scomunicare tutta la Armada misericordiosa.  

Come si può polemizzare con uno che vede le relazioni austro-italiane, dopo la caduta della Serenissima, come una dominazione slava, di croati e sloveni, popoli che in realtà sotto gli austriaci erano solo sottomessi al potere degli Asburgici. Dire che le scuole italiane furono slavizzate secondo la voglia di Vienna mi fa ridere. L'Austria faceva slavizzare gli italiani !! Incredibile ! 

Cosa vuol dire “intellettuali” slavi? Perché le virgolette? Ljudevit Gaj era un “intellettuale” slavo, secondo l’intelletuale di quartiere sig. Beltrame ? Gaj era croato ed era intellettuale senza virgolette.  E cosa c’entra Ljudevit Vulicevic, frate francescano?  Collegare questi due con Vaso Cubrilovic sarebbe come collegare Mazzini e D’Annunzio. Tutti e due si occupavano di unità italiana. O no? 

Parlando di Cubrilovic, Beltrame poteva aggiungere anche qualche pensierino del Duce. Per esempio: "Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. Io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani". (Benito Mussolini, 1920)

Poteva anche ricordarsi che il capo della Croazia fascista, Ante Pavelic, era protetto e finanziato dal Regno Italiano. I suoi seguaci chiamati “ustascia” portavano le camicie nere e praticavano la stessa crudeltà come i fratelli fascisti italiani. Loro hanno inventato le foibe dove finivano i serbi della Croazia sottoposti a una profonda pulizia etnica.   

Alla fine mi chiedo, caro sig. Direttore: quale motivo aveva lei pubblicando questa miscela  di sonnambulismi  pseudostorici??  La ignoranza mostrata dal sig. Beltrame collegata con una  pari prepotenza non è il modo giusto per difendere alcunché. Anzi. Così si potrà solo aumentare la già bassissima conoscenza di cose troppo serie per poter giocare con esse.  Coprire il passato con il fumo d’un odio puzzolente significherebbe anche offuscare il futuro. Ci basterebbe accendere la TV per poter vedere dove siamo arrivati. Questo di oggi è solo il frutto di uno ieri poco chiaro.       

Per essere più chiaro, vorrei dire che anche una unica vittima innocente  meritirebbe di essere ricordata. Ma durante la seconda guerra mondiale sulle terre balcaniche, le vittime inocenti non erano solo italiane. Anzi, gli italiani facevano parte anche degli assassini. Come in Italia, d'altronde.

Zivoslav Miloradovic

serbo di origine e italiano di passione, ex giornalista e attuale camionista

[revisione del testo a cura di I.S.]


=== 3 ===

Dal Centro Sociale "28 Maggio" di Rovato (BS) riceviamo e volentieri diffondiamo.
Sulla iniziativa cui si fa riferimento si veda l'annuncio: https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8487


IL 28 MAGGIO ANCORA SOTTO ATTACCO
 
Ieri sera, venerdì 4 marzo, mentre erano da poco iniziate le relazioni di Alessandra Kersevan e di Claudia Cernigoi, le due studiose delle vicende che durante la seconda guerra mondiale hanno devastato quello che nella retorica nazionalista è chiamato “il confine orientale”, i fascisti non hanno resistito al richiamo della foresta, e dall'alto della rampa che sovrasta il cortile del Centro Sociale 28 Maggio hanno lanciato un fumogeno che ha col suo lampeggiare indotto i partecipanti a precipitarsi fuori dal Centro Sociale, e a correre sulla strada per tentare di intercettare gli autori del gesto.
Naturalmente gli attentatori si erano già dileguati, probabilmente a bordo di una macchina, usata per arrivare al punto propizio al lancio e per fuggire subito dopo.
L'episodio in sé sembrerebbe di non grave entità, se non fosse il seguito diretto della provocazione compiuta nella notte tra il 10 e l'11 febbraio scorso, quando sull'ingresso del Centro Sociale furono appesi due manifesti, di cui uno, firmato da Brescia identitaria, propagandava una fiaccolata “in onore dei martiri italiani di Fiume, Istria e Dalmazia”; mentre l'altro era né più e né meno che il manifesto ufficiale della iniziativa del comune di Rovato, iniziativa che a sua volta era intitolata “SORDO RIMBOMBO - le foibe e l'esodo giuliano dalmata”.
La serata con le due studiose triestine intendeva appunto rispondere con la ragione, con la ricostruzione storica, con l'esame dei documenti, alla rozza propaganda e alla strutturale falsificazione della storia che ormai, dopo l'istituzione dello sciagurato “Giorno del ricordo” non è più armamentario dei soli fascisti, ma in qualche modo sono entrate “ufficialmente” e vergognosamente nel patrimonio della “Repubblica nata dalla Resistenza”.
E questa è stata la risposta fascista, che ancora una volta si presenta con sempre maggiore aggressività e spudoratezza, “sdoganata” a livello istituzionale dalla legge istitutiva di questa ricorrenza, punto di caduta di una lunga parabola compiuta negli ultimi decenni dalla politica italiana.
Infatti di assoluta gravità è la stessa istituzione di questo equivoco “Giorno del ricordo”, che in sostanza consiste nel riconoscimento da parte della Repubblica italiana di una equiparazione tra vicende non comparabili. Come disse Franco Giordano nel motivare l'opposizione al provvedimento da parte di Rifondazione Comunista, unico gruppo politico presente in parlamento a votare contro questa legge, una simile legge significava considerare la vicenda del “confine orientale” pari a quella : del 25 aprile e di quella dell'Olocausto, in quanto stiamo parlando di fenomeni che non sono assolutamente equivalenti e la proposta di renderli equivalenti, in realtà allude ad un processo di revisionismo storico che cambia la natura dello Stato e della Costituzione antifascista”.
E in questo consiste la irrimediabile gravità di questa ricorrenza: essa legittima di fatto e di diritto la attività politica dei fascisti, che, come dimostrano drammaticamente gli episodi di San Colombano contro i profughi, non hanno affatto cambiato la loro natura; anzi si sono rafforzati e continuano la loro opera, approfittando anche dello spazio aperto dal “Giorno del ricordo” verso un futuro di autentica riconciliazione della nostra Repubblica”come pure si disse in Parlamento in occasione della approvazione della legge da parte di un deputato del centro-sinistra. Ed anche a Brescia conosciamo bene chi si è dato da fare molto per questa mortale “riconciliazione”.
Ma perché è avvenuto questo rovesciamento? La risposta possiamo probabilmente trovarla negli ultimissimi fatti “internazionali”. È chiaro per noi che “l'autentica riconciliazione della Repubblica” per molti è, del tutto coscientemente, funzionale alla proiezione italiana nelle peggiori avventure neocoloniali, ad esempio nella prossima campagna di Libia. Reversione alla quale, ricordiamolo, ha dato un potente impulso l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel 2007 e nel  2008 ha dettato la linea su entrambi i fronti, quello del “confine orientale” e quello degli interventi armati all'estero: la “riconciliazione” dovrebbe fare degli italiani un unico blocco a sostegno di queste politiche. E ad un simile progetto noi, con le nostre forze, continueremo ad opporci.
 
LE COMPAGNE E I COMPAGNI DEL CENTRO SOCIALE 28 MAGGIO