Bivši šef diplomatije Živadin Jovanović promovisao knjigu u Novom Sadu. Predaja Kosova i Metohije značila bi pripremu terena za nove zahteve teritorija koje Srbiji pripadaju – poručio Jovanović...
У понедељак, 19. новембра у клубу „Трибина младих“ Културног центра Новог Сада, представљена је књига „1244 – кључ мира у Европи“ некадашњег министра иностраних послова СРЈ Живадина Јовановића. Поред аутора, о књизи су говорили: Драган Лакићевић, директор Српске књижевне задруге, Чедомир Штрбац, дипломата, и Милорад Вукашиновић, новинар и публициста...
VIDEO: https://www.facebook.com/237292086351340/videos/1903920453033752/
Реч амбасадора Драгомира Вучићевића на промоцији књиге „1244 – кључ мира у Европи“ 28. септембра 2018. у СКЗ
„Посета председника Вучића Кини и потписивање нових уговора доприносе јачању међународне позиције Србије. Није чест случај да овако мала земља има такву сарадњу и политичке контакте са Кином, то значи да јача и позиција Србије у преговорима о решавању статуса Косова и Метохије“, кажу саговорници емисије „На нишану Лазанског“...
Gosti Miroslava Lazanskog su Živadin Jovanović, bivši ministar spoljnih poslova SRJ i novinar, dugogodišnji dopisnik iz Amerike, Indije i Japana Milan Mišić....
http://www.beoforum.rs/komentari-beogradskog-foruma-za-svet-ravnopravnih/962-zivadin-jovanovic-intervju-odbrana.html
La più antica casa editrice serba, la Cooperativa letterari, ha di recente stamapato il libro “1244. Una chiave per la pace in Europa”, di Zivadin Jovanovic, ex ministro degli esteri della Yugoslavia (1998-2000). Il libro è stato presentato al pubblico e ai media da Dragan Lakicevic, direttore della Cooperativa, dal prof. Milo Lompare dall’ambasciatore in pensione Dragomir Vucievic e dall’autore.
Si tratta di una raccolta di articoli, interviste e discorsi in pubblico dell’autore, riguardo alla provincia autonoma serba del Kosovo e Metohija, pubblicati negli ultimi 20 anni (dal 1997 fino al settembre 2018). Le 890 pagine del libro sono suddivise in 5 capitoli: Il Tempo del Terrorismo, Il Tempo dell’Aggressione, Il Tempo delle Illusioni, Il Tempo del Risveglio e I Documenti.”.
I revisori sono stati l’accademico Vlado Strugar, il prof. dott. Milo Lompar, il prof. Cedomir Strbac e i redattori l’ambasciatore (in pensione) Dragomir Vucicevic e lo scrittore Dragan Lakicevic. Gli editori: il Forum di Belgrado per un Mondo di Uguali e la Cooperativa letteraria serba.
Secondo il prof. Lompar il libro riflette la continuità delle opinioni dell’autore sullo Stato e gli interessi nazionali della Serbia e del popolo serbo, chiaramente riconoscibili nella sua pluridecennale carriera in diplomazia e nei suoi impegni pubblici. L’impegno incessante dell’autore nel sostegno del totale rispetto dei principi fondamentali del Diritto internazionale e della risoluzione 1244[1] del Consiglio di sicurezza, nel risolvere il problema della provincia serba del Kosovo e Metohija riflette la sua comprensione dell’importanza attuale e a lungo termine del Kosovo e Metohija non solo per la Serbia e il popolo serbo, ma anche per la pace e la stabilità nei Balcani e in Europa.
Il prof. Lompar fa rilevare che con oltre 1.300 monumenti medievali serbi, sede del Patriarcato serbo ortodosso, la provincia del Kosovo e Metohija è profondamente intrecciata all’identità statale, nazionale, culturale e religiosa serba. E conclude affermando che il libro di Zivadin Jovanovic riafferma le radici dello Stato e la tradizione della nazione serba ristabilita nel XIX secolo, come pure il diritto all’uguaglianza e all’autogoverno di tutti i cittadini e comunità nazionali della provincia indipendentemente dalla loro nazionalità e religione. Lompar loda in particolare il grande valore documentario del libro come suo aspetto principale.
Parlando degli argomenti chiave dell’autore l’ambasciatore Vucicevic sottolinea la necessità che la Serbia rivolga maggior attenzione a se stessa e ai propri interessi a lungo termine, e in grado minore invece alle attuali aspettative di una certa cricca internazionale che, nella sua collocazione nei riguardi della Serbia, è guidata unicamente dai propri interessi geopolitici. La Serbia dovrebbe basarsi sui principi fondamentali della legge internazionale e sulle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, indipendentemente da chi trovi questo giusto o meno, e sviluppare rapporti equilibrati con tutti gli attori internazionali, in particolare con amici fidati di vecchia data che non hanno preso parte all’aggressione NATO e non hanno riconosciuto la successiva, illegale e unilaterale secessione. Vucicevic ha sottolineato la tesi dell’autore secondo cui la Serbia ha bisogno dell’Unione europea solo nella misura in cui l’Unione europea ha bisogno della Serbia, e che entrare nell’Unione come membro è un traguardo legittimo se non è condizionato dall’imposizione di rinunciare alla sovranità e all’integrità territoriale serba. Una soluzione equa e durevole per il Kosovo e Metohija, ammonisce Vucicevic. è possibile solo sulla base del rispetto dei principi espressi nella carta della UE, nell’Atto finale OSCE (1975), nella Risoluzione del CS ONU 1244 (1999) e nella Costituzione della Serbia. Tentativi di imporre alla Serbia soluzioni che legalizzino violazioni dei principi basilari della legge internazionale e della Cooperazione e Sicurezza europea, come pure delle risoluzioni del CS dell’ONU, aprirebbero la via al diffondersi dell’instabilità e all’escalation del potenziale di conflitto nei Balcani e in Europa.
L’autore Z. Jovanovic ha ricordato che la Risoluzione 1244 è stata il risultato di due mesi di negoziati estremamente difficili, con la mediazione russa e mentre l’aggressione NATO era in corso. Secondo lui è assai improbabile che gli odierni ristretti negoziati di Bruxelles possano produrre una soluzione equilibrata, giusta e sostenibile per il problema del Kosovo e Metohija. Se l’Occidente non fu in grado di porre fine alla guerra della NATO nel 1999 senza il ruolo chiave della Russia (Victor Chernomirdin) quanto è realistico ora, vent’anni dopo, risolvere la questione dello status del Kosovo e Metohija, che è la conseguenza principale di quella guerra, tenendo la Russia al di fuori dell’intero processo? Forse che la Russia di Putin è oggi meno rilevante, meno capace di soluzioni pacifiche ai problemi internazionali, incluso quello dal Kosovo e Metohija? O per metterla in modo diverso, forse che l’Occidente è oggi più forte e dominante nell’arena globale ed europea di quanto non fosse nel 1999? Jovanovic aggiunge che la Risoluzione 1244 del 1999 comprende le posizioni e gli interessi di tutti i principali attori nelle relazioni europee e globali, incluse Russia e Cina. Ammesso che ciò fosse vero nel 1999, al picco del dominio dell’ordine mondiale unipolare, ne consegue che oggi, sullo sfondo di rapporti globali multipolari, ciò è non meno che imperativo. La proposta di risolverlo all’interno di una modalità solo europea rivela l’intenzione di escludere la Russia e la Cina e di ricorrere al ricatto per imporre gli interessi geopolitici dell’Occidente, cioè, della UE e della NATO. Accettare questi tentativi andrebbe contro le tendenze globali e risulterebbe in ulteriore destabilizzazione dei rapporti nei Balcani e in Europa invece che giungere a una soluzione equilibrata e sostenibile.
Jovanovic ha anche ricordato il prossimo 80° anniversario dell’Accordo di Monaco sui Sudeti, concluso per ‘proteggere’ i diritti della minoranza nazionale tedesca e ‘salvare’ la pace in Europa. Tutti sappiamo, ha ammonito Jovanovic, chi prese parte a questo accordo e chi fu intenzionalmente escluso, e quale fu il risultato di questo ‘accordo legalmente vincolante’ del 30 settembre 1938.
Traduzione di Claudia B. per Forum Belgrado Italia/CIVG
[1] Questa risoluzione che, adottata al Consiglio di sicurezza il 19 giugno 1999 pose fine all’aggressione NATO alla Serbia (FRY) durata 78 giorni, garantisce la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia e la sostanziale autonomia per la provincia del Kosovo e Metohija all’interno della Serbia (FRY). Ciò nonostante, la leadership della provincia ha proclamato unilateralmente la secessione dalla Serbia nel 2008, che venne riconosciuta dai membri della NATO e della UE, a parte la Spagna, la Romania, la Slovacchia, la Grecia e Cipro
According to Professor Milo Lompar the book reflects continuity of the author’s views on statehood and national interests of Serbia and the Serbian people, readily recognizable in his decades-long career in diplomacy and in his public engagements. Author’s continuous advocacy for the full respect of the basic International Law Principles and UN Security Council Resolution 1244 in resolving the problem of the Serbian Province of Kosovo and Metohija reflects both – his understanding of the long-term and current importance of Kosovo and Metohija, not only for Serbia and the Serbian people, but also for the peace and stability in the Balkans and Europe. With over 1.300 Serbian medieval monuments, headquarters of the Serbian Orthodox Church Patriarchy - Kosovo and Metohija is deeply interwoven in the state, national, cultural and religious identity – considers professor Lompar. He concluded that the book of Mr. Živadin Jovanović reaffirms the statehood roots and tradition of the Serbian nation re-established in XIX century as well as the right to equality and self governance of all citizens and national communities living in the Province regardless of their nationality or religion. He particularly praised high documentary value of the book as its special feature.
The author recalled that UN SC Resolution 1244 (1999) was the outcome of extremely difficult two-month negotiations under Russian mediation, while the NATO aggression was unfolding. According to him, it is quite improbable that present day narrow and closed Brussels’ negotiations format would produce balanced, just, and sustainable solution to Kosovo and Metohija problem. If the West was unable to end the NATO War in 1999 without the key role of Russia (Victor Chernomirdin) how realistic is now, 20 years after, to resolve the issue of the status of Kosovo and Metohija being the main consequence of that war, keeping Russia outside of the whole process! Is Russia of Putin today less relevant, less capacitated for peaceful solution of international problems, including problem of Kosovo and Metohija?! Or to put it differently, is the West stronger, dominant player in the global and European arena today than it was in 1999!? Jovanovic added that UN SC Resolution 1244 (1999) comprises the positions and interests of all key actors in European and global relations, Russia and China included. Taking that this was true back in 1999 -- at the peak of dominance of the unipolar world order – it follows that today, under the backdrop of multipolar global relations, this is no less than imperative. A bid to resolve it within an EU-only format reveals intention to exclude Russia and China and to resort to blackmailing in order to impose geopolitical interests of the West, namely, the EU and NATO. Acceptance of such attempts would go against the global trends, and would result in further destabilization of relations in the Balkans and in Europe rather than in introducing a balanced and sustainable solution.
Jovanović recalled of the coming 80th anniversary of the Munich Agreement on Sudetenland ostensibly to ‘protect’ the rights of the German national minority and ‘save’ the peace in Europe. We all know who took part in, and who was intentionally excluded from, this ‘agreeing’ and what was the outcome of this ‘comprehensive legally binding agreement’ of 30 September 1938 – warned Jovanović.