SERBIA – SITUAZIONE ATTUALE
Alcuni giorni fa all’indirizzo di ogni pensionato in Serbia è arrivata lettera di ringraziamento firmata dal presidente serbo Aleksandar Vučić nella quale lui ringrazia pensionati per la pazienza, la responsabilità, il rispetto e l’affetto verso patria dimostrato nel periodo precedente e perchè con il loro sacrificio e rinuncio di una parte della loro pensione si è potuto garantire il futuro dei nostril figli..
Le reazioni sono state più che accese per vari motivi. Innanzitutto il mittente è il partito radicale serbo il cui logotipo si trova sulla busta. Poi, è noto che solo Fondo pensionistico possiede evidenza sui pensionati mentre con la legge su privacy (protezione dei dati sulle persone) sono protetti i dati di ogni singolo cittadino e cosi anche del pensionato. Ed infine, i pensionati non accettano il fatto che il governo senza chiedere il loro consenso, dal 2014 fino ad oggi, aveva tolto 10 % dalle pensioni, in base ai criteri completamente sconosciuti. Perciò tale lettera viene vista da loro come offesa perchè le pensioni sono una proprietà acquisita come è noto a tutti.
In Serbia ci sono 2.583.000 impiegati e 1.720.000 pensionati che sono nella fascia più vulnerabile della popolazione secondo i dati ufficiali. La pensione minima di 14.338,00 dinari (120 euro) ricevono perfino 290.000 pensionati mentre cca 663..000 pensionati ricevono meno di 25.000,00 dinari (210 euro).
La situazione non è rosea nemmeno per quelli che lavorano nonostante il fatto che il governo attuale continua a dichiarare che la Serbia sia un leader economico nei Balcani e che tutto “vada molto bene per noi.”
Al contrario, la realtà ci dimostra che con salario medio stiamo quasi ultimi d’Europa e da anni non ci spostiamo con la crescita economica trascurabile.
Non sorprende il dato che 25,6 % della popolazione (uno su quattro) vive sotto la soglia di povertà e più in rischio sono i giovani tra i 18 – 26 anni. La maggioranza di quelli che lavorano ricevono il salario minimo (cca 200 euro), lavorano tramite agenzie interinali “importate” dall occidente, non osano costruire proprie famiglie, non hanno casa loro e vivono dai genitori.
Il tenore di vita e dimostrato dal paniere mensile calcolato per una famiglia di quattro componenti. Per cibo, bollette, tasse, materiale igienico, istruzione, trasporto, farmaci necessita spendere circa 110.000,00 dinari (920 euro). Siccome il salario medio risulta di 46.000,00 dinari (390 euro) e se supponiamo che tutti e due genitori lavorino (???) risulta che ogni mese mancano circa 18.000,00 dinari (140 euro). I calcoli sono fatti per salario medio statistico e cosa dire per la famiglia in cui genitori ricevono il salario minimo di 24.800,00 dinari (cca 200 euro) che è il caso di maggioranza dei lavoratori nel settore industriale.
Un altro dato significativo – in Serbia ci sono 76 “cucine popolari” dove si distribuisce un pasto gratuito al giorno alle persone che non hanno nessun sussidio.
I giovani laureati che non vedono un futuro promettente studiano il tedesco ed il norvegese sperando di costruire la vita fuori Serbia. Il dato ufficiale dimostra che in questo secolo dalla Serbia sono andati via 486.940 cittadini.
FIAT – SITUAZIONE ATTUALE
In Serbia, uno stato dove si vive con costanti problemi e sotto stress, non fa grande notizia che il 23 novembre la Fiat ha sospeso produzione e che i lavoratori di tutti e due turni sono mandati in ferie lunghe, più probabilmente entro metà gennaio 2019. Oltre ferie di Capodanno i lavoratori saranno pagati 6 giorni con 65 % che significa i salari di dicembre ridotti. Tutto sommato i lavoratori Fiat nell’anno 2018 sono stati a casa 40 giorni.
Non è la prima volta che la Fiat cessa la produzione prima delle feste natalizie però i lavoratori sono preoccupati perchè questa volta è successo con un mese di anticipo e perchè la direzione si è decisa per un mese intero invece di più interruzioni periodiche come si faceva in precedenza. Viene spiegato che il motivo è la richiesta del mercato calata e com’è già noto la Fiat non produce scorte ma si adegua alle richieste del mercato.
Questa interruzione porta all’interruzione di produzione dell’indotto. Quando sarà ripresa la produzione non si sa.
Il sindacato in Fiat con segretario Zoran Marković fa pressioni costanti su premier Ana Brnabić di dare informazioni sul futuro della fabbrica. La premier aveva promesso che il management della Fiat avrebbe presentato i piani per i 5 anni successivi entro fine 2018 e non oltre i primi di gennaio 2019.
Ricordiamo che Fiat Chrysler Automobili il 1. giugno in Italia e poi il 29. settembre a Kragujevac (dopo la scadenza del contratto stipulato per 10 anni) ha pubblicato che la produzione a Kragujevac sarebbe continuata. Oltre al modello standard 500L sarebbe prodotta anche la versione ibrida e quella con elettromotore mentre la produzione di un modello completamente nuovo dovrebbe iniziare nella seconda metà del 2019.
Ricordiamo il grande sciopero nel 2017 quando gli operai non contenti delle condizioni di lavoro, della non adeguata organizzazione del lavoro e dei salari bassi, hanno abbandonato i posti di lavoro ed hanno scioperato prima in fabbrica e poi davanti al Comune. Allora la premier Brnabić ha dichiarato rivolgendosi agli operai "forse il salario di 42.000 dinari (350 euro) non vi basta per la vita però se la Fiat se ne va avrete ZERO dinari e verrete di nuovo davanti al governo serbo per chiedere risoluzione del problema."
Tale posizione della premier dimostra in quale categoria sono lavoratori in industria. Ha altresì dichiarato che lo sciopero era una vergogna perchè i loro posti di lavoro erano pagati con soldi di tutti i cittadini serbi. Questo è vero perchè ha pensato alle enormi sovvenzioni che sono state date alla Fiat nei 10 anni precedenti.
Tenendo presente tutto questo ci chiediamo se il problema consiste in un contratto nuovo tra la Fiat e lo stato serbo? Non è un segreto che il management di Torino vorrebbe il contratto senza modificare quello precedente. Il governo serbo però, che parecchie volte ha criticato il governo precedente per questo contratto, ritiene che alla Fiat non debbano dare agevolazioni cioè che la Fiat debba iniziare a versare i contributi per 2500 lavoratori con tutti i dazi, tasse e IVA. Con tale contratto nuovo anche la città di Kragujevac potrebbe finalmente avere qualche vantaggio che finora non aveva. Ciò si riferisce anche al terreno che la fabbrica occupa – 140 ettari e le fabbriche dell’indotto – 30 ettari, che sono di proprietà del Comune di Kragujevac.
Nel 2017 la Fiat ha prodotto e venduto 65.000 delle 500L (le capacità produttive sono per 180.000 unità) mentre i dati per l’anno 2018 non sono ancora pubblicati ma si sa già che il numero sarà ridotto.
Lo stato serbo partecipa con il 33% del capitale. Nella fabbrica sono stati investiti 1,3 miliardi di euro però è un dato sconosciuto quanto è stato investito da ciascuna delle parti.
Rajko Blagojević
29.11.2018.
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