RICORSO
del Presidente Milosevic riguardo al suo mandato d'arresto
Appello circa il mio arresto del Tribunale del GIP di Belgrado n. 318/01
del 01/04/2001, per 3099 con la motivazione scritta degli art. 191 II
comma
e 1/2 ZKP della Legge Jugoslava.
In questo verbale e' scritto che io sono stato istigatore dei piu'
grandi
funzionari del Senato, del Ministero delle Finanze M. Sainovic, e S.
Zebic,
Direttore del Tribunale, di entrare in possesso di beni dello Stato per
usufruirne per altri scopi, dal 1994 sino al 5/10/2000.
Questi soldi sono stati destinati al nostro popolo e agli armamenti per
la
difesa del nostro Stato. All'interrogatorio dei giudici e dell'OJT
(auditori),
alla presenza del mio avvocato, credo di aver spiegato tutto. Dopo la
lettura
del verbale non ho avuto obiezioni.
Come presidente della Serbia posso affermare che tutti i colloqui con
gli
economisti e gli alti funzionari del mio paese erano soltanto sui
compiti
di ognuno per il bene della Serbia; i programmi contro l'inflazione del
94'.
E non ho mai sfruttato con i miei collaboratori la mia posizione, ne'
quella
che essi avevano. In tutti i discorsi ufficiali svolti con il Presidente
della Repubblica, con il Vice presidente del Senato ed altre
personalita',
non vi e' stata nessuna istigazione, ma soltanto valutazioni per la
sopravvivenza all'embargo totale e sugli aiuti umanitari (in tutti i
sensi),
per i nostri popoli oltre la Drina, nonostante che i nostri mezzi
fossero
minimi. Credo che tutti i miei collaboratori, sia quelli nominati nel
verbale d'accusa che quelli non nominati, abbiano svolto il loro lavoro
nel
miglior modo possibile.
Noi non abbiamo mai parlato di aiuti umanitari a persone individuali o a
gruppi, si e' discusso sempre di problemi dello Stato. I soldi che sono
stati prelevati dalla BeoBanka sono stati mandati nelle situazioni
sociali
ed economiche prioritarie, questo non era un segreto per nessuno, si
aiutavano quelli che avevano maggior bisogno, io ero orientato verso di
loro.
Ho sempre ccrcato di impedire situazioni di privilegio.
Riguardo ai soldi che sono stati usati per armamenti e munizioni
destinati
ai militari delle Repubbliche Serba di Bosnia e di Krajina, quelli non
potevano essere dichiarati ufficialmente perche' erano segreti militari
di
Stato.
Per quanto riguarda i finanziamenti ai nostri Reparti Speciali
Antiterrorismo, cui abbiamo fornito "dall'ago alla locomotiva", cioe'
dai
proiettili agli elicotteri a molti altri mezzi, che ancora oggi sono a
disposizione dello Stato (che avrebbero dovuto restare segreti militari)
e
a tutti gli altri mezzi che servivano ai militari della Repubblica Serba
di
Bosnia. Ritengo oggi che sarebbero dovuti rimanere segreti militari,
anche
se il Tribunale ha la facolta' di verificare i fatti. Tuttora le squadre
antiterrorismo per la sicurezza del nostro Paese hanno parecchio lavoro
nel
sud della Serbia.
Con questo, confermo che come Capo di questo Stato non ho istigato ad
appropriazioni di beni dello Stato per ragioni personali.
Nel verbale c'e' scritto che io come Presidente S. Milosevic ho istigato
il
Direttore delle Dogane di appropriarsi di beni per distribuirli in giro.
Riguardo al Partito Socialista Serbo, voglio attirare l'attenzione su M.
Sainovic, D. Matkovic e M. Kertes e molti altri funzionari che hanno
raccolto
soldi per il partito, pero' non mi risulta che queste persone abbiano
rubato
nulla dei soldi destinati al PSS. Anzi, credo che e' cosi. Queste
persone
avevano soltanto il compito di raccolta fondi per il Partito.
Al Tribunale ho dichiarato che io non mi sono mai personalmente occupato
dei
finanziamenti del mio partito in tutti questi anni. Non sarebbe neanche
logico che qualcuno mi chiedesse questo, come Presidente dcllo Stato,
neanche
i piu' stretti collaboratori del mio partito.
Dichiaro di non aver mai usufruito di neppure un dinaro dei beni del
partito
e nemmeno dei mezzi di trasporto messimi a disposizione dal PSS.
Durante il mio interrogatorio al Tribunale ho dichiarato di non aver mai
preso soldi, ne' direttamente ne' indirettamente per le cose personali,
ma
soltanto lo stipendio come Presidente della Repubblica di Serbia e
Presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia, di altri
finanziamenti
non disponevo.
Voglio evidenziare tutto cio'.
Secondo le accuse del Tribunale e dell'OJT, mi sarei appropriato di beni
indebitamente ed amoralmente, e per questo avrei procurato gravi
problemi
economici e di sicurczza per lo Stato.
Sto presentando ricorso perche' esclusivamente credo nella verita,' non
mi
danno fastidio indagini di nessun genere, di tutto cio' che ho fatto
nella
mia vita, sono solo profondamente addolorato di essere trattato come un
criminale per quello che ho fatto per il mio Stato credendo di aver dato
il
meglio di me stesso. Credo che questo processo sia politicamente
costruito,
sotto gli ordini del Nuovo Stato, per infangare e sminuire il lavoro da
me
svolto in questi anni, in particolar modo per essermi opposto ai potenti
del
pianeta.
Sono convinto che sono stato arrestato per impedirmi di portare
testimoni
oppure di espatriare e non c'e' logica che il Tribunale e l'OJT
affermino
di non aver potuto consegnare il mandato di cattura a causa del popolo
che
faceva barriera contro l'avvicinamento alla mia casa. La motivazione del
mio
arresto e' per l'appropriazione di grandi fondi finanziari dalla
BeoBanka
per me stesso, non per i militari della Repubblica di Bosnia e di
Kraijna,
non per gli aiuti al popolo oltre la Drina, non per gli operai
metallurgici
e tanti altri. Esistono tante persone al mondo che non sono in galera e
si
possono difendere liberi, nonostante possano avere una influenza sui
testimoni. Io non desidero che essi vengano messi in galera, ma che mi
sia
data la stessa possibilita'.
Sono stato messo in carcere solo io, precisamente nella data del
31/03/2001
stabilita dai Paesi che hanno aggredito il nostro Paese, questo non e'
un
segreto per nessuno, perche' questa data era stata stabilita molti mesi
prima dalla stampa e dai media.
Io non potevo influire sui testimoni, dato che i miei telefoni erano
sotto
controllo e la mia porta di casa controllata dalla polizia, i testimoni
che dicono la verita' non possono essere contro di me, e quelli che
non dicono la verita' non possono certo avere una qualche influenza.
Per questo sto facendo il mio ricorso contro la carcerazione, in base
all'art. 23 comma 6 (ZKP), con la richiesta di scarcerazione e di
potermi
difendere in liberta'.
In ogni momento sono disponibile a comparire davanti al Tribunale del
mio
Paese. Voglio sottolineare che in questi sei mesi sono stato aggredito
da
stampa e mass media di questo regime per crimini di tutti i tipi che
avrei
commesso, e non sono mai scappato.
Io sono molto orgoglioso per tutto cio' che ho fatto, credo che il
popolo
non credera' a tutti i crimini attribuitimi.
-
Tratto da:
YUGOSLAVIA... NOTIZIE - n.6, aprile 2001
bollettino a cura del Comitato Yugoslavia di Torino
tel. 0338-1755563
---
Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti della
ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA (ex Coord. Naz. "La Jugoslavia Vivra'"):
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del Presidente Milosevic riguardo al suo mandato d'arresto
Appello circa il mio arresto del Tribunale del GIP di Belgrado n. 318/01
del 01/04/2001, per 3099 con la motivazione scritta degli art. 191 II
comma
e 1/2 ZKP della Legge Jugoslava.
In questo verbale e' scritto che io sono stato istigatore dei piu'
grandi
funzionari del Senato, del Ministero delle Finanze M. Sainovic, e S.
Zebic,
Direttore del Tribunale, di entrare in possesso di beni dello Stato per
usufruirne per altri scopi, dal 1994 sino al 5/10/2000.
Questi soldi sono stati destinati al nostro popolo e agli armamenti per
la
difesa del nostro Stato. All'interrogatorio dei giudici e dell'OJT
(auditori),
alla presenza del mio avvocato, credo di aver spiegato tutto. Dopo la
lettura
del verbale non ho avuto obiezioni.
Come presidente della Serbia posso affermare che tutti i colloqui con
gli
economisti e gli alti funzionari del mio paese erano soltanto sui
compiti
di ognuno per il bene della Serbia; i programmi contro l'inflazione del
94'.
E non ho mai sfruttato con i miei collaboratori la mia posizione, ne'
quella
che essi avevano. In tutti i discorsi ufficiali svolti con il Presidente
della Repubblica, con il Vice presidente del Senato ed altre
personalita',
non vi e' stata nessuna istigazione, ma soltanto valutazioni per la
sopravvivenza all'embargo totale e sugli aiuti umanitari (in tutti i
sensi),
per i nostri popoli oltre la Drina, nonostante che i nostri mezzi
fossero
minimi. Credo che tutti i miei collaboratori, sia quelli nominati nel
verbale d'accusa che quelli non nominati, abbiano svolto il loro lavoro
nel
miglior modo possibile.
Noi non abbiamo mai parlato di aiuti umanitari a persone individuali o a
gruppi, si e' discusso sempre di problemi dello Stato. I soldi che sono
stati prelevati dalla BeoBanka sono stati mandati nelle situazioni
sociali
ed economiche prioritarie, questo non era un segreto per nessuno, si
aiutavano quelli che avevano maggior bisogno, io ero orientato verso di
loro.
Ho sempre ccrcato di impedire situazioni di privilegio.
Riguardo ai soldi che sono stati usati per armamenti e munizioni
destinati
ai militari delle Repubbliche Serba di Bosnia e di Krajina, quelli non
potevano essere dichiarati ufficialmente perche' erano segreti militari
di
Stato.
Per quanto riguarda i finanziamenti ai nostri Reparti Speciali
Antiterrorismo, cui abbiamo fornito "dall'ago alla locomotiva", cioe'
dai
proiettili agli elicotteri a molti altri mezzi, che ancora oggi sono a
disposizione dello Stato (che avrebbero dovuto restare segreti militari)
e
a tutti gli altri mezzi che servivano ai militari della Repubblica Serba
di
Bosnia. Ritengo oggi che sarebbero dovuti rimanere segreti militari,
anche
se il Tribunale ha la facolta' di verificare i fatti. Tuttora le squadre
antiterrorismo per la sicurezza del nostro Paese hanno parecchio lavoro
nel
sud della Serbia.
Con questo, confermo che come Capo di questo Stato non ho istigato ad
appropriazioni di beni dello Stato per ragioni personali.
Nel verbale c'e' scritto che io come Presidente S. Milosevic ho istigato
il
Direttore delle Dogane di appropriarsi di beni per distribuirli in giro.
Riguardo al Partito Socialista Serbo, voglio attirare l'attenzione su M.
Sainovic, D. Matkovic e M. Kertes e molti altri funzionari che hanno
raccolto
soldi per il partito, pero' non mi risulta che queste persone abbiano
rubato
nulla dei soldi destinati al PSS. Anzi, credo che e' cosi. Queste
persone
avevano soltanto il compito di raccolta fondi per il Partito.
Al Tribunale ho dichiarato che io non mi sono mai personalmente occupato
dei
finanziamenti del mio partito in tutti questi anni. Non sarebbe neanche
logico che qualcuno mi chiedesse questo, come Presidente dcllo Stato,
neanche
i piu' stretti collaboratori del mio partito.
Dichiaro di non aver mai usufruito di neppure un dinaro dei beni del
partito
e nemmeno dei mezzi di trasporto messimi a disposizione dal PSS.
Durante il mio interrogatorio al Tribunale ho dichiarato di non aver mai
preso soldi, ne' direttamente ne' indirettamente per le cose personali,
ma
soltanto lo stipendio come Presidente della Repubblica di Serbia e
Presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia, di altri
finanziamenti
non disponevo.
Voglio evidenziare tutto cio'.
Secondo le accuse del Tribunale e dell'OJT, mi sarei appropriato di beni
indebitamente ed amoralmente, e per questo avrei procurato gravi
problemi
economici e di sicurczza per lo Stato.
Sto presentando ricorso perche' esclusivamente credo nella verita,' non
mi
danno fastidio indagini di nessun genere, di tutto cio' che ho fatto
nella
mia vita, sono solo profondamente addolorato di essere trattato come un
criminale per quello che ho fatto per il mio Stato credendo di aver dato
il
meglio di me stesso. Credo che questo processo sia politicamente
costruito,
sotto gli ordini del Nuovo Stato, per infangare e sminuire il lavoro da
me
svolto in questi anni, in particolar modo per essermi opposto ai potenti
del
pianeta.
Sono convinto che sono stato arrestato per impedirmi di portare
testimoni
oppure di espatriare e non c'e' logica che il Tribunale e l'OJT
affermino
di non aver potuto consegnare il mandato di cattura a causa del popolo
che
faceva barriera contro l'avvicinamento alla mia casa. La motivazione del
mio
arresto e' per l'appropriazione di grandi fondi finanziari dalla
BeoBanka
per me stesso, non per i militari della Repubblica di Bosnia e di
Kraijna,
non per gli aiuti al popolo oltre la Drina, non per gli operai
metallurgici
e tanti altri. Esistono tante persone al mondo che non sono in galera e
si
possono difendere liberi, nonostante possano avere una influenza sui
testimoni. Io non desidero che essi vengano messi in galera, ma che mi
sia
data la stessa possibilita'.
Sono stato messo in carcere solo io, precisamente nella data del
31/03/2001
stabilita dai Paesi che hanno aggredito il nostro Paese, questo non e'
un
segreto per nessuno, perche' questa data era stata stabilita molti mesi
prima dalla stampa e dai media.
Io non potevo influire sui testimoni, dato che i miei telefoni erano
sotto
controllo e la mia porta di casa controllata dalla polizia, i testimoni
che dicono la verita' non possono essere contro di me, e quelli che
non dicono la verita' non possono certo avere una qualche influenza.
Per questo sto facendo il mio ricorso contro la carcerazione, in base
all'art. 23 comma 6 (ZKP), con la richiesta di scarcerazione e di
potermi
difendere in liberta'.
In ogni momento sono disponibile a comparire davanti al Tribunale del
mio
Paese. Voglio sottolineare che in questi sei mesi sono stato aggredito
da
stampa e mass media di questo regime per crimini di tutti i tipi che
avrei
commesso, e non sono mai scappato.
Io sono molto orgoglioso per tutto cio' che ho fatto, credo che il
popolo
non credera' a tutti i crimini attribuitimi.
-
Tratto da:
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