RITORNO DALLA ZASTAVA

Viaggio del luglio 2002
(resoconto di viaggio a cura di un compagno del gruppo ZASTAVA
Trieste - zastavatrieste@...)

Vi inviamo i primi materiali sul viaggio appena concluso alla
Zastava di Kragujevac per consegnare le adozioni a
distanza.
Per i titolari delle nuove adozioni stiamo procedendo ad
organizzare la spedizione delle schede relative ai bambini
adottati.

Il pullmino e' partito il 5 luglio al mattino da Firenze
raccogliendo altri per la strada. Alla fine la delegazione era
formata da 5 compagni: Alma del coordinamento RSU,
Enrico dell'associazione SOS Jugoslavia di Torino, Gilberto
del gruppo ZASTAVA Trieste, Marina di Milano e Marvida di
Trieste. Il pullmino era ovviamente carico fino al
limite di scatole di aiuti, soprattutto alimentari. Ricordiamo
che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute
dai partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per
le quote di adozione a distanza da distribuire in questa
occasione (come del resto in tutti i precedenti viaggi effettuati).

Siamo arrivati a Kragujevac alle 6 del mattino di sabato, senza
alcun problema durante il viaggio, ad eccezione di una multa in
Slovenia e una lunga deviazione su strade secondarie per
evitare un'attesa di molte ore alla principale frontiera croato-
jugoslava, dovuta ad una interminabile coda di camion. Dopo
un primo incontro con i compagni della Zastava, abbiamo nel
pomeriggio visitato due delle famiglie adottate. In una di queste
(di nuova adozione) abbiamo potuto verificare con mano gli
effetti nefasti sulle condizioni materiali di vita dei lavoratori
jugoslavi e delle loro famiglie del nuovo corso in
atto dall'ottobre del 2000: di fronte a patologie gravi del
padre e di una delle figlie la sanita' pubblica si lava le mani e
costringe al reperimento sul mercato libero delle medicine
necessarie; poiche' i soldi sono pochissimi questa gente e'
costretta ad acquistare i medicinali al mercato nero, senza
alcuna garanzia rispetto alle date di scadenza dei farmaci
ne' al loro contenuto. I farmaci sono venduti sfusi!

Il 7 luglio domenica e' stata convocata l'assemblea dei
lavoratori e delle loro famiglie per la consegna delle adozioni
a distanza. Ne sono state consegnate circa 80, suddivise tra
alcune in corso, molti rinnovi e 12 del tutto nuove, provenienti
da lavoratori italiani che fanno riferimento alle tre associazioni
che partecipavano al viaggio. Durante l'assemblea c'e' stato
il solito scambio di regali tra famiglie italiane e jugoslave e
viceversa. Tra l'altro tanti mazzi di fiori - che al ritorno in Italia
sono stati depositati davanti al monumento ai caduti della lotta
di Liberazione di Opicina (Trieste).
Nel pomeriggio di domenica siamo ripartiti per l'Italia,
arrivando alla frontiera di Fernetti alle 2 di notte.

Le informazioni che abbiamo ricevuto dai compagni del Sindacato
autonomo Zastava relativamente ai numeri di lavoratori ancora
occupati, in cassa integrazione o licenziati e sui livelli salariali
non si discostano significativamente da quelle gia' riportate nella
relazione del viaggio di circa tre mesi fa (meta' marzo 2002).

Chi fosse interessato puo' trovare le relazioni relative a quel
viaggio sul sito del coordinamento delle RSU, all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo poi il link:
Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia
e specificatamente il documento
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/rsu2002/2002_0317resoconto1.htm

oppure sul sito del gruppo ZASTAVA Trieste all'indirizzo
http://digilander.libero.it/zastavatrieste/index.html
e specificatamente il documento:
http://digilander.libero.it/zastavatrieste/Documenti/
Resoconto_viaggio_marzo2002.html

Quello che abbiamo potuto verificare è un peggioramento continuo
della situazione materiale in cui versano le famiglie in relazione ad
un continuo inarrestabile aumento dei prezzi, soprattutto delle
tariffe dell'elettricita', di cui si sta discutendo un ulteriore aumento
del 50%, ma anche una tenuta della capacità di iniziativa da parte
del sindacato in difesa dei diritti dei lavoratori e per conquistare
prospettive produttive per la fabbrica.

La grande difficolta' dei lavoratori rispetto alle forniture di
servizi essenziali (soprattutto l'elettricita') risiede nel fatto che
l'attuale Governo aveva promesso una sanatoria rispetto alle
bollette non pagate nel passato; ora invece passa all'incasso
di cifre astronomiche relativamente ai redditi disponibili, e per
chi non paga sono pronte le forbici.

Per quanto riguarda la scuola, una volta sostanzialmente
gratuita, sono state introdotte tasse di iscrizione che nulla
hanno da invidiare alle nostre; e' tutto un proliferare di nuove
scuole e Universita' private; si nega cosi' l'accesso
all'istruzione superiore ad un popolo che vantava in passato
un altissimo tasso di scolarita'.

Lo sfuttamento dei lavoratori licenziati o con redditi
bassissimi ricorda i padroni delle ferriere. Durante l'assemblea
abbiamo saputo che molti lavoratori licenziati sono impegnati
nella raccolta della frutta (la regione di Kragujevac ha una
florida agricoltura) con paghe da fame: 5 euro al giorno per
12 ore di lavoro. Si attendono ora gli imprenditori-avvoltoi
europei che installeranno i loro capannoni di produzioni decentrate
con salari da fame e senza diritti. Ricordiamo a questo proposito
cio' che e' successo nel bacino industriale di Timisnoara in
Romania: gli industriali tessili e conciari provenienti soprattutto
dalla provincia di Treviso hanno decentrato le loro produzioni
e sfruttano fino all'inverosimile piu' di 100.000 lavoratori in
quella regione, con salari vergognosi e senza alcun diritto
sindacale.

Non possiamo e non dobbiamo lasciare soli, abbandonati e
invisibili, i lavoratori jugoslavi e le loro famiglie.
Dobbiamo intensificare i nostri sforzi affinche' giunga a loro
la nostra solidarieta' e fratellanza materiale e politica.

===*===

Intervento, a nome del coordinamento RSU,
associazione SOS Jugoslavia di Torino
e gruppo ZASTAVA Trieste
fatto da Gilberto Vlaic di ZASTAVA Trieste all'assemblea dei
lavoratori della Zastava, tenutasi il 7 luglio 2002 in occasione
della consegna delle adozioni a distanza raccolte a favore
delle famiglie dei lavoratori tutt'ora senza lavoro e senza salario
a causa dei bombardamenti delle fabbriche della Jugoslavia.


Cari lavoratori della Zastava, porto a voi, alle vostre famiglie
e ai vostri figli i piu' calorosi saluti del coordinamento RSU, della
associazione SOS Jugoslavia di Torino, del gruppo ZASTAVA di
Trieste e di tutte le famiglie italiane coinvolte in questa grande e
bellissima esperienza di solidarieta' e fratellanza.

Vorrei iniziare questo breve intervento con alcune osservazioni
personali.
Per me questo e' il terzo viaggio; il primo, nel marzo del 2001,
coincise con l'anniversario dell'aggressione della NATO, di cui
purtroppo il mio Paese fa parte.
Io pensavo che la fortissima emozione che provai in quel primo
incontro con voi sarebbe diminuita nei viaggi successivi, e
invece devo confessarvi che non e' cosi'.
Mi erano chiari i gravissimi problemi che l'aggressione della
NATO aveva creato, le lacerazioni del diritto nazionale ed
internazionale che venivano compiute; mi erano chiari i
veri motivi economici e politici che stavano dietro quell'
aggressione, ma mi mancava la conoscenza diretta di
voi, persone in carne ed ossa, mi mancavano le
cose che raccontano i vostri figli nelle loro lettere alle
famiglie italiane; l'emozione del primo viaggio e' ben poca
cosa rispetto a quella attuale.
Mi sento di aver lasciato a Kragujevac, qui tra voi, un pezzo di
me stesso, un pezzo del mio cuore.

Io credo che questi nostri incontri rappresentino uno dei punti
piu' alti della solidarieta' internazionalista tra i lavoratori, uno
dei migliori esempi della fraternita' tra i popoli.
E malgrado siano ormai passati tre anni da quella aggressione,
molti lavoratori, molti cittadini italiani non hanno dimenticato e non
vogliono dimenticare. La nostra presenza qui oggi ne e' la
testimonianza concreta.

In questo viaggio portiamo molti rinnovi di sostegno a distanza,
provenienti dalle citta' di Torino, Roma, Padova, Milano,
Trieste, Bari, Lodi,e alcuni nuovi realizzati nelle stesse citta'.
Avevamo ricevuto ad aprile un accorato appello di Rajka Veljovic
con la descrizione della situazione sempre piu' difficile in cui versa
la Jugoslavia, ed in particolare le grandi citta' operaie come la
vostra.
Nel suo messaggio Rajka scriveva tra le altre cose:
"Il sostegno a distanza, oltre ad essere un aiuto economico
prezioso, ha un significato forte anche come appoggio morale
ai nostri bambini ed al nostro popolo. Di non sentirsi soli, isolati
ed abbandonati."

Cari lavoratori, e voi bambine e bambini, ragazze e ragazzi che
siete i destinatari di questi sostegni, statene pur certi: sarete
sempre presenti nei nostri pensieri e lavoreremo affinche' la
solidarieta' materiale non venga a mancare in futuro.

Sappiamo bene che l'aggressione che avete subito mirava a
cancellare l'ultimo Stato balcanico non "allineato"
economicamente, politicamente, culturalmente e
ideologicamente, alla "globalizzazione".
Sappiamo bene che le gravi difficolta' che voi come lavoratori
jugoslavi incontrate attualmente nel vostro Paese sono
principalmente dovute a fattori economici e politici internazionali,
prime fra tutti le ricette ultra-liberiste del Fondo Monetario
Internazionale, ma sappiamo anche che sono causate da
politiche interne nazionali che non vanno certo nella direzione
della difesa dei diritti e delle condizioni materiali di vita dei
lavoratori, ma che pongono il profitto e gli interessi del capitale
sopra a tutto. Le vostre lotte contro la nuova legge sul lavoro lo
dimostrano.

Anche noi, come lavoratori italiani, abbiamo i nostri problemi.
Un vento di destra sta soffiando in Europa, e particolarmente in
Italia. Da un anno abbiamo un governo che ha al centro del suo
programma la sconfitta dei lavoratori italiani e la distruzione
dei nostri diritti: il diritto al lavoro, ad una scuola e ad una
sanita' pubbliche dignitose, il diritto ad una giusta pensione.

Un attacco feroce viene portato ai diritti degli immigrati, che
vengono considerati tutti come criminali; e' stata recentemente
varata una nuova legge per cui gli immigrati perdono anche la
dignita' di persone e vengono trattati come sola merce-lavoro.
E' in atto un tentativo di imbavagliare i mezzi di informazione
e di asservire la magistratura al potere governativo.

Contro queste cose stiamo lottando: il 23 marzo scorso a Roma
eravamo in 3 milioni in una manifestazione indetta dalla CGIL;
il 16 aprile abbiamo fatto uno sciopero generale nazionale di 8
ore che ha paralizzato il Paese.
Altri scioperi sono in corso.

Purtroppo alcune frange sindacali, che non hanno il concetto di
uguaglianza, solidarieta' e fratellanza tra i lavoratori come
primo fondamentale punto della loro azione, stanno trattando
con il Governo la riduzione dei nostri diritti.

Siate vicini a noi nella nostra lotta, cosi' come noi siamo e
saremo vicini alla vostra.

E' questo il vero senso dell'internazionalismo dei lavoratori:
il mondo non si divide in Italiani, Jugoslavi ecc., ma si divide
in lavoratori e padroni, in chi rivendica la giustizia sociale e
chi pone il profitto capitalista sopra tutto.
E' solo attraveso la solidarieta' internazionalista tra
lavoratori che riusciremo a sconfiggere l'imperialismo, che
sta seminando tanti lutti e guerre nel mondo, dalla Jugoslavia
all'Afghanistan, dall'America Latina alla Palestina, dove un
popolo senza terra viene massacrato dall'imperialismo sionista,
con l'accordo degli imperialismi statunitense ed europeo.

Un abbraccio a tutti voi.

Kragujevac, 7 luglio 2002