IMPEDITA INIZIATIVA SULLA JUGOSLAVIA AL SFE DI FIRENZE

"Un'altra Europa e' possibile": questo lo slogan del Social Forum
Europeo, che si svolgera' a Firenze dal 6 al 10 novembre 2002. Ma di
quale "altra Europa" si tratta? La domanda acquista un significato
limpido e pressante nel momento in cui la partecipazione al Forum e'
stata negata a dei sindacalisti jugoslavi, quelli della "Zastava" di
Kragujevac, che possono essere considerati "testimonianza vivente" degli
effetti micidiali del neo-liberismo in Europa ed in particolare in quei
paesi europei definiti "in transizione".

La "Zastava" di Kragujevac e' stata bombardata e distrutta da governi
neo-liberisti; la sua produzione e' stata bloccata, gli operai
licenziati o messi in cassa-integrazione, l'intero complesso e' stato
messo in liquidazione da un governo neo-liberista; l'azienda e' stata
recentissimamente inglobata in una ditta statunitense, secondo il piu'
classico modello neo-liberista e nel dettame della "globalizzazione".

Di tutto questo, delle conseguenze di tutto questo per le famiglie dei
lavoratori e per la popolazione tutta, i sindacalisti jugoslavi a
Firenze non potranno parlare; viceversa, tra gli interventi programmati
nei seminari del "Forum" ci e' stata segnalata la presenza di personaggi
di punta per l'affermazione della ideologia neo-liberista in Jugoslavia,
come Sonja Licht-Biserko, rappresentante in Serbia della Fondazione
Soros: propaganda ultra-liberista all'interno del Forum europeo contro
il neo-liberismo.

(I. Slavo)


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Subject: da Alma - SOCIAL FORUM DI FIRENZE
Date: Sat, 2 Nov 2002 08:26:26 +0100
From: "Rossi Alma" <alma@...>


SOSPESA L'INIZIATIVA CON I SINDACALISTI DELLA ZASTAVA PROGRAMMATA PER IL
7 NOVEMBRE A FIRENZE IN OCCASIONE DEL FORUM SOCIALE EUROPEO.

purtroppo dobbiamo registare l'ennesimo boicottaggio del Social Forum.
L'ambasciata Italiana di belgrado non concede i visti ai delegati della
Zastava ed alla esponente del sindacato metalmeccanici nazionale
Jugoslavo.
I visti erano stati richiesti 15 giorni fa dalla Cgil di Brescia con
preghiera di sollecito per garantire la presenza dei rappresentanti
sindacali della Jugoslavia di partecipare ad un ciclo di iniziative che
si sarebbero svolte in Italia dal 4 al 12 di Novembre.
Una procedura identica a quella utilizzata in tante altre occasioni, con
addirittura un maggiore anticipo (in altre occasioni la richiesta,
successivamente accolta, era stata anche di 5-6 giorni).
L'Ambasciata Italiana a Belgrado, nonostante a conoscenza che la
richiesta di visto riguardava il periodo dal 4 al 12 di novembre,
comunica ai sindacalisti Jugoslavi di presentarsi all'ambasciata
il giorno 7 novembre.
Non già per concedere loro il visto ma per essere sottoposti ad un
colloquio dal quale poi sarebbe dipesa la decisione di rilasciare o
meno il visto, comunque non prima del 12 novembre.
Una atteggiamento chiaramente provocatorio. L'ambasciata sapeva bene
che la richiesta di visto, motivata, riguardava un periodo precedente, e
che la richiesta era fatta appositamente per permettere ai sindacalisti
Jugoslavi di essere presenti ad un ciclo di iniziative già programmato.
Nonostante questo si è operato esplicitamente per non permettere che
ciò evvenisse.
Pretestuosi anche gli argomenti utilizzati per giustificare questa
stravagante procedura.
Dall'ufficio visti, sollecitato successivamente, oltre che da noi, anche
da interventi di parlamentari di Rifondazione e dal compagno Vinci
deputato europeo, ci è stato risposto che l'appuntamento per il
giorno 7 è stato programmato per evitare a chi doveva presentarsi
per ottenere il visto, lunghe ed estenuanti code.
Ma perchè, visto che la richiesta era che la delegazione Jugoslava fosse
in Italia il giorno 4, l'appuntamento è stato convocato per il 7 con la
promessa che il visto sarebbe stato loro concesso il 12 ??.
E perchè l'Ambasciata non ha ritenuto necessario avvisare di ciò il
richiedente (cioè la Cgil di Brescia)???
Tra le motivazioni di questa lungaggine ci è stata segnalata
dall'ambasciata di Belgrado la necessità di tenere sotto controllo un
fenomeno di emigrazione ormai sempre più elevato (non gli è neppure
venuto il dubbio che ciò è causato proprio dai bombardamenti
effettuati sulla serbia, ed ora che fanno .. si stupiscono che la gente
cerchi di scappare dalla miseria che gli
occidentali hanno coscentemente prodotto in quel paese), trattando
quindi la delegazione sindacale Jugoslava al pari di "Clandestini" che
cercavano di scappare nel ricco occidente.
Altra motivazione era quella di contrastare il diffondersi dei "falsi
visti".... (sic). Ma se il visto viene chiesto all'ambasciata ... ??? è
falso anche quello ???.
Ci dicono che uguale atteggiamento è stato tenuto da altre ambasciate.
Una conferma in più di come in tanti stiano operando per il
boicottaggio del Social Forum Europeo.

Non si potrà quindi tenere la prevista conferenza sulle condizioni della
classe operaia in Jugoslavia convocata per il 7 novembre. Ce ne
rammarichiamo, sopratutto perchè questa sospensione è "subita" ed è la
conseguenza dell'arroganza di una amministrazione Consolare tutta
piegata, non già ad assistere gli interessi e le iniziative dei
cittadini
Italiani (in questo caso la possibilità di avare in Italia una
delegazione
per partecipare ad iniziative sindacali pubbliche), e perchè viene
meno la possibilità di un utilissimo confronto con rappresentanti di
una realtà oggi in lotta per la difesa dei diritti e contro l'invasività
di una agressione economica (dopo quella militare) iperliberista che
sta distruggendo ogni tutela del lavoro e del salario, ogni dignità,
con l'obiettivo di asservire alle leggi nel nuovo mercato globalizzato
un'intero territorio e la sua forza lavoro.


Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/