1. CRONACA della manifestazione svoltasi all'Aia il 28 giugno 2003

2. Notizie sulla manifestazione svoltasi in contemporanea a Mosca (dal
sito del PCFR)

3. Dichiarazione di un gruppo di socialisti croati in appoggio alla
battaglia di Slobodan Milosevic all'Aia (gennaio 2003)


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CRONACA DELLA MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE svoltasi all'Aia (Olanda)
lo scorso 28 GIUGNO, per la abolizione del "Tribunale ad hoc per i
crimini commessi sul territorio della ex-Jugoslavia" (ICTY) e la
liberazione di Slobodan Milosevic.


PERCHE' LA MANIFESTAZIONE DEL 28 GIUGNO

Il 28 giugno e' "Vidovdan", la festa di San Vito, per i serbi e per
tutti i Balcani data-simbolo della lotta plurisecolare, e non conclusa,
per la indipendenza e la liberazione dal giogo straniero.
Nel 1389 quel giogo era rappresentato dall'Impero
Ottomano: quell'anno, attorno al 28 giugno appunto (il 15 nel vecchio
calendario ortodosso), si svolse la mitica battaglia di Campo dei Merli
(Kosovo Polje - vedi http://www.kosovo.com/kosbitka.html). Nel 1914 lo
straniero occupante era invece l'austriaco: il 28 giugno Gavrilo
Princip attentava alla vita dell'Arciduca Franz Ferdinand. Nel 1989,
nel seicentesimo anniversario di Kosovo Polje, in un discorso
celebrativo (molto citato a sproposito ma ben poco conosciuto - vedi
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1112)
Slobodan Milosevic, allora presidente della Lega dei Comunisti della
Serbia, incentrava l'attenzione sulla nuova fase di crisi che si era
aperta in Kosovo ed in tutta la Jugoslavia sottolineando in particolare
la sua possibile strumentalizzazione da parte di forze straniere
ostili, miranti alla ricolonizzazione dell'area attraverso la sua
destabilizzazione.

--- Ritratto di Milosevic:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/IMMAGINI/
milosevicportret.jpg ---

Le preoccupazioni di Milosevic si dimostreranno purtroppo ben fondate
nel corso degli anni successivi, con lo scoppio della guerra di
spartizione della Jugoslavia, fino ai bombardamenti della NATO sulla
Serbia ed alla ri-occupazione coloniale della stessa provincia del
Kosovo. Essa e' ridotta oggi a protettorato militare straniero e ad
inferno di terrorismo ed oppressione feroce contro le nazionalita'
minoritarie e contro gli albanesi antifascisti.
Negli stessi anni, lo stesso Milosevic - prima presidente della Serbia
e poi della federazione jugoslava -viene usato dai media
internazionali, gestiti in Occidente, come "bersaglio" e capro
espiatorio pressoche' esclusivo della tragedia in atto.
Il 28 giugno 2001, infine, egli viene consegnato all'ITCY con una
azione "coperta" illegale condotta dai settori piu' filo-NATO presenti
nel nuovo governo-fantoccio della Serbia, andato al potere con un colpo
di Stato il 5 ottobre 2000.

Dunque il 28 giugno e' una data estremamente simbolica, tanto da
essere stata scelta anche dalla NATO per rapire Milosevic da Belgrado e
trasportarlo all'Aia. Essa e' stata scelta infine dal Comitato
Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic (ICDSM) per
manifestare contro l'ITCY esattamente due anni dopo il rapimento di
Milosevic.

Una analisi del carattere illegale dell'ITCY si puo' leggere su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2574

Un ottimo articolo sulle ragioni della manifestazione si puo' trovare
su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2575

Le richieste ufficiali dei manifestanti del 28 giugno si trovano invece
su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2602

Moltissimi altri materiali in diverse lingue, e link importanti,
sull'ITCY e su tutta la problematica sono distribuiti dalla nostra
mailing list JUGOINFO ed archiviati all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages

I principali siti internet di aggiornamento sulla questione Milosevic /
ITCY sono:
http://www.sloboda.org.yu/
(Associazione Sloboda/Liberta', comitato jugoslavo in difesa di
Milosevic)
http://www.icdsm.org/
(sito ICDSM)
http://www.wpc-in.org/
(World Peace Council)
http://www.free-slobo.de/
(sezione tedesca dell'ICDSM)
http://www.geocities.com/b_antinato/
(Balkan antiNATO center)
http://www.slobodan-milosevic.org/
(sito indipendente su Milosevic)


LO SVOLGIMENTO DELLA MANIFESTAZIONE

La manifestazione dell'Aia e' stata indetta dalle sezioni europee
dell'ICDSM, ed organizzata in particolare dalla sezione tedesca (tre
pullman sono giunti da Berlino ed
Hannover) e dai sostenitori locali (olandesi) dell'ICDSM, che hanno
fatto un ottimo lavoro logistico (permessi, amplificazione,
appuntamenti "a latere", eccetera). Alla manifestazione hanno
partecipato circa 250 persone, provenienti da: Germania, Olanda, Regno
Unito, Austria, Francia, USA, Italia, Irlanda, Canada, Belgio,
Jugoslavia, Bulgaria, Grecia - in ordine "numerico" approssimativo, e
forse dimenticando qualche paese.

E' stata una manifestazione dal carattere fortemente internazionale
dunque oltreche' internazionalista. Assolutamente predominante la
presenza dei colori e delle bandiere della Jugoslavia federativa e
socialista, quelle cioe' con la "petokraka" (stella rossa partigiana)
al centro, di tutte le fogge e dimensioni; c'era poi qualche bandiera
serba, una bandiera greca e persino una della DDR. Tanti i cartelli e
gli striscioni, scritti in quattro o cinque lingue. Questi alcuni degli
slogan scritti o scanditi nel corso del corteo:
Del Ponte rapes the law - jail the rapers (Del Ponte stupra la legge -
arrestate gli stupratori)
Bush instead of Milosevic (European Peace Forum)
Jugoslawisch-Oesterreichische SolidaritaetsBewegung
Serbien muss zum dritten Mal Sterbien? (La Serbia deve morire per la
terza volta?)
Free Slobo Jail Bush (Slobo libero, Bush in galera)
Dimitroff hat gesiegt - Milosevic wird siegen (Dimitroff ha vinto -
Milosevic vincera')

Particolarmente efficace un cartello con la scritta:
"Ponte di Carla"
ed una foto di un ponte distrutto dalla NATO nel 1999:
http://www.arbeiterfotografie.com/galerie/reportage-2003/2003-06-28-
den-haag-milosevic-1.html#11

E poi ancora:
NATO fasisti (NATO fascisti)
Slobo javi se (Slobo vieni fuori - intonato dinanzi al carcere)
Slobo slobodan (Slobo libero)

All'inizio, di fronte alla sede dell'ITCY, dalla camionetta che portava
l'amplificazione sono stati diffusi a lungo i motivi dei piu' bei canti
tradizionali ed inni serbi e jugoslavi (Tamo daleko, Hej slaveni,
Kozaracka, Mars na Drinu, eccetera). Poi
hanno parlato: Van der Klift (organizzazione ICDSM, olandese),
Gavrilovic (sezione britannica), Valkanoff (sezione bulgara), Mraovic
(sezione francese).
Quindi sono state lette le richieste ufficiali dei dimostranti
all'ITCY, alle autorita' dell'ONU ed a quelle europee. Hanno seguitato
a parlare Bernardini (sezione italiana), Collon (Belgio), Varkevisser
(Olanda).

Il corteo e' dunque partito verso le 15, ed ha attraversato una zona
residenziale, prima sul limitare di un grande parco pubblico, poi tra
villini, con poche persone per strada (dati il luogo, il giorno e
l'orario), per finire il tragitto dinanzi ad una specie di piccola
fortezza risalente al primo Novecento. E' questo il penitenziario di
Scheveningen, sito in una localita' residenziale e balneare limitrofa
alla citta' de L'Aia (una specie di Lido di Ostia per i romani) e noto
per essere gia' stato
utilizzato dai nazisti per imprigionare gli oppositori (corsi e ricorsi
storici...) nel corso della occupazione, nella II Guerra Mondiale, come
evidenziato da alcune lapidi e monumenti tutt'attorno al muro di cinta .

Giunti dinanzi al carcere ci sono stati momenti di commozione, sono
stati intonati dei canti, e poi hanno ripreso a parlare i
rappresentanti dell'ICDSM dalla camionetta dell'amplificazione:
Gavrilovic, Van der Klift, poi Hartmann (sezione tedesca), Krsljanin
(Ass. Sloboda, Belgrado), Kelly (sezione irlandese), Cottin
(International Action Center - IAC, USA), Verner (sezione tedesca).
E' stata data lettura al testo della lettera a Milosevic, consegnata
proprio in quell'istante alle autorita' del carcere (in inglese vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2613).

Le belle foto della manifestazione si possono vedere ai siti:
http://www.arbeiterfotografie.com/galerie/reportage-2003/2003-06-28-
den-haag- milosevic-1.html
http://www.arbeiterfotografie.com/galerie/reportage-2003/2003-06-28-
den-haag- milosevic-2.html
http://homepage.mac.com/jbeentjes/Demonstraties/PhotoAlbum30.html
http://mona-lisa.org/milosevic/


BILANCIO E CONSIDERAZIONI VARIE

La partecipazione alla manifestazione dunque non e' stata massiccia, ma
d'altronde nessuno si aspettava qualcosa di diverso: si deve tenere
conto del clima di terrore imperante in tutta Europa da anni, per cui
di fronte alla problematica jugoslava la prima reazione di solito e' un
brivido, la seconda il rifiuto di ascoltare; nel caso della comunita'
serba all'estero, tali e tanti sono i problemi per la vita di tutti i
giorni (il lavoro, la casa, il permesso di soggiorno) e la necessita'
di non compromettere la propria posizione, che sarebbe irragionevole
aspettarsi, in questa fase, una partecipazione politica maggiore.
Sostenere la causa jugoslava, oppure difendere il popolo serbo, o
infine chiedere la liberazione di Milosevic oggi in Europa equivale
quasi a schierarsi al fianco degli ebrei in Germania nel 1939. Le
opinione pubbliche sono state terrorizzate da un sistema mediatico che
ha lavorato tutto il tempo precisamente allo scopo di incutere terrore,
linciando moralmente e diffamando alcuni dei protagonisti della scena
politica jugoslava e serba; e non a causa di una vaga attitudine
faziosa, ma intenzionalmente, proprio nel quadro del piano strategico
di smembramento della Jugoslavia, per realizzare il quale le armi della
guerra psicologica sono state impiegate nella maniera piu' pervasiva e
sofisticata. Infatti, nessun giornalista di nessun paese si e' degnato
di venire a dare nemmeno una occhiata, figuriamoci poi rispetto al
riportare qualcosa... Alla Conferenza Stampa tenutasi il giorno prima
all'Aia era presente solamente qualche collaboratore del coraggioso
quotidiano berlinese Junge Welt, che ha anche pubblicato un ottimo
inserto tematico il giorno 18/6/2003 (vedi:
http://www.jungewelt.de/beilage/index.php?b_id=12).
Gli altri giornalisti ed organi di informazione hanno svolto per benino
il lavoro per cui vengono pagati: nascondendo cioe' la notizia della
manifestazione, prima, durante e dopo.

Rispetto a queste difficilissime condizioni al contorno, dunque, la
manifestazione e' pienamente riuscita, rivelandosi di fatto un grande
successo soprattutto dal punto di vista politico. Essa e' stata
combattiva e commovente insieme, ha avuto contenuti precisi ed ha
contribuito a creare un clima di affiatamento e collaborazione tra le
varie componenti di questo movimento internazionale. Nel corso della
manifestazione come nelle riunioni organizzative "a latere" e' stato
ribadito il legame tra la lotta degli jugoslavi e le lotte di tutti gli
altri popoli vittime dell'imperialismo e della ricolonizzazione; e'
stato sottolineato il legame esistente tra degenerazione del sistema
legale internazionale, attacco generalizzato ai diritti civili,
deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro, e guerra. E' stata
ricordata la situazione in cui versa oggi la Serbia, dove vige un
regime antipopolare e criminale di stampo "latinoamericano", del tutto
analogo purtroppo agli altri regimi instaurati nell'area con il
concorso della NATO.

La manifestazione e' stata dunque come una importante "riunione di
famiglia", alla quale tutti i parenti convengono con piacere e
convinzione. Molti degli intervenuti hanno sottolineato questo
sostanziale successo della iniziativa: come in tutte le cose - e' stato
detto giustamente - il passo piu' difficile da compiere e' il primo,
dopodiche' la meta' del cammino e' fatta. E questa manifestazione ha
rappresentato certamente un primo passo di enorme rilevanza. L'idea
adesso e' quella di rendere la manifestazione di "Vidovdan" all'Aia un
appuntamento fisso, da ripetersi ogni anno nello stesso spirito
jugoslavista, antimperialista ed antifascista.

In contemporanea alla manifestazione dell'Aia si sono tenute due
manifestazioni a Mosca (di cui una organizzata dal Partito Comunista
della Federazione Russa; particolarmente attivo in Russia sulla
questione e' il noto Alexandar Zinov'ev), una a New York (presso
l'International Action Center), una a Vienna (organizzata dal Movimento
di Solidarieta' Jugoslavo-Austriaco). A Parigi gli jugoslavisti sono
stati impegnati nella organizzazione di una mostra sul Kosovo,
allestita su di un battello sulla Senna. A Belgrado la ricorrenza di
San Vito e' capitata in un momento in cui si moltiplicano, e sono molto
partecipate e combattive, le manifestazioni dei lavoratori contro le
politiche liberiste ed autoritarie attuate dal governo filo-occidentale.
A Roma, come e' noto, si e' tenuta lo stesso giorno una significativa
manifestazione in difesa di Cuba, che ha visto impegnati molti dei
compagni coinvolti nelle questioni jugoslave.

--- Logo-vignetta sulla "vera faccia" della Giustizia dell'Aia:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/IMMAGINI/
justitiahag.jpg ---


LE DECISIONI PRESE

Dopo la manifestazione c'e' stata una riunione in un locale sulla
rotonda di Scheveningen, nel corso della quale sono stati discussi
molti punti importanti.

Cruciale e' la questione del finanziamento, non solo per le attivita'
dell'ICDSM, ma proprio per la difesa legale di Milosevic, i cui
avvocati e collaboratori non riescono piu' nemmeno a pagarsi i viaggi
per procurargli la documentazione (ricordiamo che Milosevic non
riconosce legittimita' all'ITCY e percio' non ha difensori ad
assisterlo ufficialmente nel "Tribunale"). Questa attivita' di
documentazione e sostegno e' pero' sempre piu' essenziale, poiche' il
"processo" sta entrando nella fase in cui, dopo la presentazione dei
"testimoni di accusa", Milosevic dovra' controbattere e presentare una
gran mole di materiali e testimoni per le sue contro-deduzioni.
Un accorato appello per il finanziamento e' dunque venuto dalla
Associazione Sloboda. Esso e' integralmente leggibile, in inglese, al
sito:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2612

Il conto bancario da utilizzare per i versamenti e' il seguente:
intestazione: Peter Betscher/ICDSM
numero: 102013409
banca: Volksbank Darmstadt
coordinate bancarie (BLZ): 508 90 000
causale: "defense"

In Jugoslavia bisogna invece rivolgersi a:
SLOBODA/FREEDOM ASSOCIATION
Rajiceva 16, 11000 Belgrade, Serbia and Montenegro
Telephone: +381 63 8862301
Fax: +381 11 630 549

Per l'attivita' futura dell'ICDSM e' stata riconfermata la "guida"
politica della sezione di Belgrado (l'Associazione Sloboda) ed i due
co-presidenti: Valko Valkanoff (Bulgaria) e Ramsey Clark (USA). I
comitati nazionali dovranno esprimere ciascuno un
rappresentante ufficiale all'interno del "consiglio direttivo"
dell'ICDSM. Si e' registrata con soddisfazione l'esistenza di comitati
nazionali con i quali ancora non era stata avviata alcuna
collaborazione, e che oggi risultano invece aderenti alla struttura
internazionale a tutti gli effetti, dall'Irlanda al Canada. In alcuni
paesi, come l'Italia e la Francia, nelle prossime settimane si
preciseranno le strutture ed i compiti delle rispettive sezioni
dell'ICDSM e se ne indicheranno i rappresentanti. Si e' infine decisa
la costituzione di gruppi tematici per lavorare sui diversi aspetti.

Al prossimo "Vidovdan", dunque: all'Aia, o meglio ancora a Belgrado, in
una nuova Jugoslavia!...

Andrea


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MOSCA: MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETA’ CON MILOSEVIC

www.kprf.ru                                                             
                                           29 giugno 2003

 

In corrispondenza dell’analoga iniziativa svoltasi all’Aia, il 28
giugno a Mosca ha avuto luogo una manifestazione di solidarietà con
Slobodan Milosevic.

Il corteo, conclusosi davanti all’ambasciata olandese, organizzato dal
PCFR, da “Resistenza antiglobalista”, da “Russia Lavoratrice” e da
altre organizzazioni di sinistra russe, si è snodato all’insegna di
slogan che chiedevano la liberazione dell’ex presidente jugoslavo e lo
scioglimento del Tribunale dell’Aia.

L’iniziativa si è conclusa con l’approvazione di una risoluzione, di
cui proponiamo la traduzione.

 

“Risoluzione del meeting di protesta contro il processo illegale a
carico del Presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic”

28 giugno 2003, Mosca

Esattamente due anni fa il Presidente Slobodan Milosevic veniva
prelevato illegalmente dalla Jugoslavia e consegnato al Tribunale
dell’Aia privo di ogni legittimità.

Nel periodo di detenzione, sotto il controllo di forze USA-NATO, non si
è riusciti a presentare contro Slobodan Milosevic NEPPURE UNA PROVA
della sua partecipazione ai cosiddetti “crimini di guerra”.

Comunque si continua a tenerlo rinchiuso nelle prigioni dell’Aia in
condizioni pesanti, che rappresentano una minaccia per la sua vita e la
sua salute. Inoltre, dall’inizio di quest’anno si è esercitata sul
Presidente Milosevic, oltre a quella fisica, anche una pressione
morale. Vengono inquisiti anche membri della sua famiglia e stretti
collaboratori.

Tutto ciò non rappresenta che una vendetta per l’inflessibile difesa
del suo paese dall’espansione della NATO, per il suo rifiuto di
piegarsi ai diktat dell’oligarchia mondiale, guidata dagli USA.

Noi, partecipanti al meeting, affermiamo il nostro pieno appoggio alla
coraggiosa posizione di Slobodan Milosevic di fronte all’illegale
processo dell’Aia. Sosteniamo la lotta delle forze progressiste delle
repubbliche di Jugoslavia. Esprimiamo solidarietà ai partecipanti alle
dimostrazioni che si stanno svolgendo all’Aia e a Belgrado in appoggio
a S. Milosevic.

Facciamo appello al governo della Russia perché faccia ogni possibile
sforzo per dichiarare l’illegittimità della condanna di un leader di un
paese nostro amico e la sua immediata liberazione.

Facciamo appello all’ONU perché sciolga senza indugi questo tribunale
illegittimo, creato in violazione della Carta delle Nazioni Unite. 

Facciamo appello al governo olandese perché intervenga contro l’uso del
territorio del suo paese per “processi” illegali e per sentenze contro
prigionieri politici.

Facciamo appello a tutte le forze di sinistra e patriottiche perché
appoggino le nostre richieste:

IL TRIBUNALE DELL’AIA DEVE ESSERE LIQUIDATO!

LIBERTA’ A SLOBODAN MILOSEVIC E AI SUOI COLLABORATORI! 


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Un'altro contributo al sostegno per la liberazione di Milosevic

COSA DISTINGUE L'UOMO DALL'ANIMALE
Dichiarazione di socialisti croati

"Darwin non sapeva quale amara satira avesse scritto quando affermo'
che la libera concorrenza, la lotta per la sopravvivenza, che gli
economisti odierni esaltano come il più alto obiettivo storico
raggiunto, è una situazione normale nel regno animale.
Soltanto una organizzazione consapevole della produzione e
distribuzione sociale può sollevare gli uomini al di sopra del regno
animale. Lo sviluppo storico rende questa organizzazione necessaria e
possibile".
(Marx ed Engels; Raccolta di scritti).

La Jugoslavia è stata, se non la prima, tra i primi Stati nella storia
a creare una consapevole organizzazione della produzione e della
distribuzione sociale, ottenendo risultati fondamentali. La Jugoslavia
è la prima che è insorta contro il nazifascismo e l'unica nel mondo che
ha attuato la rivoluzione socialista negando scientificamente il
socialismo
burocratico. La Jugoslavia è stata tra i fondatori delle Nazioni Unite
e promotrice del Movimento dei 130 Paesi Non Allineati, e cosi via.
Dunque, mentre finora la civiltà si era fondata sulla organizzazione
statale, nella quale lo Stato è soggetto mentre l'uomo oggetto e
strumento della politica statale, la Jugoslavia ha costruito una nuova
forma di civiltà nella quale gli uomini sono tutti soggetti e perché
insieme decidono sull'economia, la politica, la cultura, eccetera,
consapevolmente e
solidalmente costruendo il proprio futuro.
L'uomo alienato, con la sua coscienza deviata secondo la quale il
denaro ed il potere sarebbero il criterio alla base dei valori umani,
ha dichiarato la Jugoslavia "uno Stato artificiale e prigione dei
popoli", distruggendola con mostruosi delitti: sanzioni economiche,
diffusione di odio religioso e nazionale, illegali armamenti, la
aggressione da parte del Patto NATO, l'incitamento al separatismo;
tutto questo ha portato alla guerra civile e al massacro di gente, alla
distruzione di villaggi e città. Oltre 3 milioni di profughi e
senzatetto jugoslavi, 300 miliardi
di dollari di danni, e cosi via.
Tutti questi delitti sono stati addossati al presidente della
Jugoslavia, Slobodan Milosevic, il quale è stato arrestato e portato
(stile "Far West") al Tribunale dell'Aia.
La guerra in Jugoslavia non è stata condotta per la difesa della
libertà, della democrazia e dei diritti civili, ma per la difesa del
sopravvissuto sistema capitalista, e per mantenere l'uomo alla merce'
del capitale.
Ibrahim Rugova chiede "Kosovo-Repubblica" perché è stato pagato dai
capitalisti per distruggere la Jugoslavia e per inserire il proprio
popolo albanese nel sistema capitalista. Rugova non si rende conto di
aver potuto studiare, fino ai più alti livelli di istruzione, solamente
nella Jugoslavia socialista, e nella propria lingua, cosa che non
avrebbe potuto fare in nessuno Stato del mondo contemporaneo.
La distruzione della Jugoslavia, e l'attuale continua corsa agli
armamenti per la distruzione dell'Irak, confermano la verità scentifica
che l'uomo non si eleva al di sopra del mondo animale fintantoché
persegue "la ragione del più forte" e si aliena sempre più, andando
verso l'autodistruzione, verso la III Guerra Mondiale, verso una totale
catastrofe, in quanto non comprende la verità. Con la costruzione
della bomba atomica l'uomo contemporaneo ha messo sotto minaccia la sua
stessa esistenza.
Difendendo la Jugoslavia dall'aggressione NATO, Milosevic ha difeso il
futuro socialista ed ha lottato perché gli uomini non rimangano senza
una coscienza sociale, eternamente schiavi del capitale.
Perciò dobbiamo chiedere la liberazione di Milosevic ed il ritiro delle
truppe NATO dal Kosovo-Metohija.
Accusando Milosevic di crimini di guerra, il Tribunale dell'Aia sta
solo emulando l'Inquisizione medievale che aveva condannato Giordano
Bruno al rogo perché questi sosteneva la verità scientifica sul moto di
rotazione della Terra, la quale gira attorno il al Sole e non viceversa.

Pola, gennaio 2003
Un gruppo di socialisti della Croazia

Traduzione di Ivan, per il CNJ