FINALMENTE LA LIBERTA', LA DEMOCRAZIA ED IL PLURALISMO!
SERBIA: ELEZIONI, CRISI DI VOTANTI MA NON DI PARTITI
(ANSA) - BELGRADO, 7 NOV - Fra una settimana i serbi saranmno
chiamati a votare per la terza volta in un anno per il loro
presidente, e i sondaggi vedono sempre a rischio la percentuale di
elettori richiesta per validare la consultazione, il 50% piu' uno: ma
se mancano i sostenitori, non c'e' crisi fra i partiti, che toccano
nel 2003 la cifra record di 270.
E mentre si parla con sempre maggiore insistenza di elezioni
politiche anticipate, probabilmente al 28 dicembre, la confusione di
sigle mette alla prova anche i politologi.
La Serbia conta ben 49 formazioni con il suffisso 'democratico',
dai potenti Partito democratico (Ds) del defunto premier Zoran
Djindjic e Partito democratico serbo (Dss) dell'ex presidente
jugoslavo Vojislav Kostunica, di centro sinistra il primo, della
destra moderata il secondo, ai piccoli 'Movimento democratico per
Pancevo' - cittadina industriale a ridosso di Belgrado - e 'Partito
democratico della liberta'.
Come socialisti si schierano 23 diversi partiti, alcuni
provenienti dalla frammentazione del Sps (Partito socialista serbo)
di Slobodan Milosevic, altri legati ai sindacati come il Partito
socialista dei disoccupati, pensionati e contadini. Ce ne sono
persino di 'ecumenici', come il Partito socialista multipartitico.
Ben 13 formazioni che si pongono agli estremi dell'arco
costituzionale si definiscono radicali, dagli ultranazionalisti di
Vojislav Seselj al Partito radicale della madrepatria: come
sottolinea il drammaturgo Dusan Kovacevic, molti di questi ''sono
andati talmente a destra che ormai rispuntano da sinistra''. Piu'
contenuti nel numero sono i liberali, 'soltanto' cinque, e i
comunisti, anch'essi cinque.
Esistono poi partiti legati ai mestieri, come quello dei
ferrovieri e quello della classe operaia-Josip Broz Tito, e partiti
'anomali' come quello dei 'patriarchi contadini', il Partito del
grande rock'n roll' e quello dei 'fan dello sport'. Agli anomali fa da
contrappunto un 'Partito dei serbi normali'. Da quando il
multipartitismo fu introdotto nel 1990 la legge ha subito poche
modifiche, e sono molte le zone d'ombra nelle regole del gioco: cosi'
un personaggio come Marian Risticevic, candidato alle elezioni
presidenziali, e' leader di ben tre partiti, il Partito popolare dei
contadini, il Movimento per la Vojvodina (provincia autonoma del nord
della Serbia) e la Coalizione per la Vojvodina.
In tanta anarchia c'e' spazio anche per gli equivoci: cosi' per
un caso di omonimia, uno Zoran Zivkovic originario della citta' di
Nis (Serbia meridionale) e' premier del governo e leader dei Ds;
mentre un altro Zoran Zivkovic, sempre di Nis, e' all'opposizione,
come capo del Partito dei pacifisti. (ANSA). OT 07/11/2003
17:53
http://www.ansa.it/balcani/
SERBIA: ELEZIONI, CRISI DI VOTANTI MA NON DI PARTITI
(ANSA) - BELGRADO, 7 NOV - Fra una settimana i serbi saranmno
chiamati a votare per la terza volta in un anno per il loro
presidente, e i sondaggi vedono sempre a rischio la percentuale di
elettori richiesta per validare la consultazione, il 50% piu' uno: ma
se mancano i sostenitori, non c'e' crisi fra i partiti, che toccano
nel 2003 la cifra record di 270.
E mentre si parla con sempre maggiore insistenza di elezioni
politiche anticipate, probabilmente al 28 dicembre, la confusione di
sigle mette alla prova anche i politologi.
La Serbia conta ben 49 formazioni con il suffisso 'democratico',
dai potenti Partito democratico (Ds) del defunto premier Zoran
Djindjic e Partito democratico serbo (Dss) dell'ex presidente
jugoslavo Vojislav Kostunica, di centro sinistra il primo, della
destra moderata il secondo, ai piccoli 'Movimento democratico per
Pancevo' - cittadina industriale a ridosso di Belgrado - e 'Partito
democratico della liberta'.
Come socialisti si schierano 23 diversi partiti, alcuni
provenienti dalla frammentazione del Sps (Partito socialista serbo)
di Slobodan Milosevic, altri legati ai sindacati come il Partito
socialista dei disoccupati, pensionati e contadini. Ce ne sono
persino di 'ecumenici', come il Partito socialista multipartitico.
Ben 13 formazioni che si pongono agli estremi dell'arco
costituzionale si definiscono radicali, dagli ultranazionalisti di
Vojislav Seselj al Partito radicale della madrepatria: come
sottolinea il drammaturgo Dusan Kovacevic, molti di questi ''sono
andati talmente a destra che ormai rispuntano da sinistra''. Piu'
contenuti nel numero sono i liberali, 'soltanto' cinque, e i
comunisti, anch'essi cinque.
Esistono poi partiti legati ai mestieri, come quello dei
ferrovieri e quello della classe operaia-Josip Broz Tito, e partiti
'anomali' come quello dei 'patriarchi contadini', il Partito del
grande rock'n roll' e quello dei 'fan dello sport'. Agli anomali fa da
contrappunto un 'Partito dei serbi normali'. Da quando il
multipartitismo fu introdotto nel 1990 la legge ha subito poche
modifiche, e sono molte le zone d'ombra nelle regole del gioco: cosi'
un personaggio come Marian Risticevic, candidato alle elezioni
presidenziali, e' leader di ben tre partiti, il Partito popolare dei
contadini, il Movimento per la Vojvodina (provincia autonoma del nord
della Serbia) e la Coalizione per la Vojvodina.
In tanta anarchia c'e' spazio anche per gli equivoci: cosi' per
un caso di omonimia, uno Zoran Zivkovic originario della citta' di
Nis (Serbia meridionale) e' premier del governo e leader dei Ds;
mentre un altro Zoran Zivkovic, sempre di Nis, e' all'opposizione,
come capo del Partito dei pacifisti. (ANSA). OT 07/11/2003
17:53
http://www.ansa.it/balcani/