CREDETTERO ANCH'ESSI ALLE FROTTOLE DEI GIORNALI ?

"Lo storico, il quale in avvenire vorrà ricostruire questo torbido
periodo della nostra vita nazionale, dovrà giudicare che la cultura
italiana nel primo decennio del secolo XX doveva essere caduta assai in
basso, se fu possibile ai grandi giornali quotidiani e a giornalisti,
che pur andavano per la maggiore, far credere all'intero paese tutte le
grossolane sciocchezze, con cui l'impresa libica è stata giustificata e
provocata. Non esistevano, dunque, in Italia studiosi seri e
coscienziosi? Che cosa facevano gli insegnanti universitari di
geografia, di storia, di letterature classiche, di diritto
internazionale, di cose orientali? Credettero anch'essi alle frottole
dei giornali? E se non ci credettero, perché lasciarono che il paese
fosse ingannato? Oppure considerarono la faccenda come del tutto
indifferente per la loro olimpica serenità? La risposta a queste
domande non potrà essere molto lusinghiera per la nostra generazione
..."

Gaetano Salvemini e altri, Come siamo andati in Libia, "Voce", Firenze
1914, p. X. Segnalato da Claudio Moffa.