Perché Catherine Samary e la LCR odiano la Jugoslavia?

http://www.wsws.org/articles/2004/feb2004/balk-f09.shtml

WSWS : News & Analysis : Europe : The Balkans

Corrispondenza sul fallimento del
nazionalismo in Jugoslavia

9 Febbraio 2004

Rispetto al Vs. articolo “Milosevic trial sets precedent: US granted
right to censor evidence”
[http://www.wsws.org/articles/2003/dec2003/cens-d31.shtml%5d (31 dicembre
2003):

Sarei molto grato a Paul Mitchell se può dimostrare le
violazioni dei diritti umani da parte della Serbia che
gli USA sfrutterebbero come pretesto per una prossima
guerra. Sono nato nel 1949 e in tutta la vita gli USA
sono stati in guerra. Volete forse presentare Izetbegovic come
un perfetto democratico, come fa Catherine Samary, una
esperta-ignorante e giornalista-azionista de Le
Monde Diplomatique?
Quello che non riesco a capire e' perché i
Trotskyisti odino la Jugoslavia. Siamo stati contro Stalin,
no? Completamente da soli! E di nuovo completamente
da solo Milosevic e' schierato contro l’imperialismo
nazista degli USA!

Saluti
OD


Il governo degli USA e i suoi alleati nella NATO
dichiarano di aver bombardato l’ex-Jugoslavia nel
1999 per prevenire le violazioni dei diritti umani. I
politici ed i funzionari esagerarono le cifre
sulle atrocità dei Serbi contro l’etnia Albanese e
compararono la guerra civile del Kosovo all’olocausto
Nazista.

Il Segretario della Difesa USA, William Cohen
disse alla CBS News nel Maggio 1999 che 100.000
persone erano scomparse, e “potrebbero essere state
uccise”, e David Scheffer, inviato degli USA sui
crimini di guerra, disse che più di 225.000 Albanesi
erano scomparsi.

Non appena finita le guerra tali menzogne iniziarono
a scomparire. Un portavoce della stampa
del tribunale sui crimini di guerra all’Aja,
Paul Risley, disse ai reporters,:“Il numero finale di
cadaveri scoperti sarà inferiore a 10.000 e certo più
accuratamente fissato tra i due e i tremila.”

Vi sono molti articoli sul World Socialist Web Site
riguardo le menzogne propalate dai governi occidentali
per giustificare il loro intervento in Jugoslavia. Non
vi troverai nulla che suggerisca che i “Trotskisti
odiano la Jugoslavia,” come la tua email dice. Il
movimento Marxista non analizza i fenomeni in base a
categorie moralistiche come l’odio. Ha sempre guardato la
terribile eredità del capitalismo e dello Stalinismo
in modo scientifico e storico, allo scopo di fornire ai
popoli della Jugoslavia e dei Balcani una prospettiva
per superare tutto ciò.

La Jugoslavia ruppe con Stalin nel 1948, ma la sua
leadership non ruppe mai con la prospettiva nazionalista
dello Stalinismo.

Nonostante i conflitti tra Tito e Stalin, Il Partito
Comunista di Jugoslavia (CPY) mantenne la prospettiva
anti-Marxista ed anti-internazionalista di un
socialismo nazionale, che costituisce la teoria di
Stalin del “socialismo in un solo paese.” Tale teoria
era in diretta opposizione alla prospettiva della
Federazione Socialista dei Balcani formulata dai
Marxisti nel XIXmo secolo e sviluppata da Leon
Trotsky.

Svetozar Markovic, il fondatore del movimento
socialista Serbo, sviluppò il concetto di una
Federazione Socialista dei Balcani nel 1870. Il primo
congresso dei partiti SocialDemocratici Balcanici nel
1910 propose la costituzione di una federazione Balcanica
“per liberarci dal particolarismo e dall’angustia; per
abolire le frontiere che dividono i popoli che sono
da una parte identici per lingua e cultura, dall'altra
economicamente legati insieme; ed infine per spazzare
via le forme di dominio straniero, sia dirette che
indirette, che privano il popolo del suo diritto a
determinare il proprio destino.”

Nell sua teoria della Rivoluzione Permanente,
Trotsky insistette sul fatto che nei paesi con una
borghesia embrionale, solo la classe operaia
può portare la democrazia e la
emancipazione nazionale. Trotsky elaborò tale
prospettiva per i Balcani dicendo: “Il solo modo per
uscire dal caos nazionale e statale, dalla confusione
sanguinaria della vita Balkanica è una unione di tutti
i popoli della penisola in una singola entità
economica e politica, sulle basi dell’autonomia
nazionale delle parti costituenti. Solo nel quadro di
un unico Stato balcanico i Serbi di Macedonia, il
Sandjak, la Serbia ed il Montenegro possono essere
unite in una singola comunità nazionale e
culturale, ottenendo allo stesso tempo i
vantaggi di un comune mercato dei Balcani. Solo i
popoli uniti dei Balcani possono respingere le
vergognose pretese dello zarismo e dell’imperialismo
Europeo.”

Stalin e la sua fazione attaccarono questa prospettiva
affermando che il nazionalismo nei Balcani
era congenitamente rivoluzionario poiché si basava sui
contadini. Il CPY passò dal suo originario
internazionalismo proletario verso l’incoraggiamento
dei movimenti separatisti nazionali ed etnici ed in questo
processo depose l’intera leadership del CPY nel 1928.

Tito salì al potere nel CPY e guidò la resistenza
all’occupazione Nazista. Tuttavia, si scontrò con le
proposte di installare un governo di fronte popolare
in Jugoslavia come parte della divisione del mondo decisa
da Churchill, Roosevelt e Stalin nel 1944. Poiche' i
partigiani guidati dal CPY godevano di un sostegno
di massa, i rappresentanti borghesi si dimisero e
nel Novembre 1945 venne proclamata la Repubblica Federale
Popolare di Jugoslavia.

Tito iniziò i negoziati sulla Federazione Balcanica con
la Bulgaria e sostenne la rivolta rivoluzionaria in Grecia,
ma tale prospettiva venne subito abbandonata sotto
la pressione di Mosca, in favore di un nazionalismo
pan-jugoslavo. La prospettiva che sosteneva che la
Jugoslavia potesse perseguire un auto-contenimento
dello sviluppo socialista nei Balcani divisi era
impossibile dall’inizio, come il movimento Trotskyista
riconosceva. Esso pose la questione, se “le alternative per
la Jugoslavia, o anche solo per il regime di Tito, fossero
di capitolare o a Washington o al Cremlino, o di
prendere la strada per l’indipendenza. Tale strada può
essere solo quella di una Jugoslavia Socialista
Operaia e Contadina Indipendente, come primo passo
verso una Federazione Socialista dei Balcani. Ciò può
essere raggiunto solo attraverso un appello all'unità con
la classe operaia internazionale.”

Tale questione e, l’analisi fatta dal movimento Trotskista,
si possono trovare ne “L'eredità che difendiamo,
un Contributo alla storia della Quarta Internazionale"
di David North.

Di fronte all’accrescersi dei problemi economici e
delle minacce da Mosca, la leadership di Tito
prima tentò di allearsi con l’imperialismo, e
poi di manovrare tra le due superpotenze. Nel 1950 il
governo di Tito sostenne l’imperialismo USA nella
guerra di Corea e sostenne anche la repressione di Mosca
della Rivoluzione ungherese nel 1956.

Quando Tito morì la burocrazia si rivolse sempre di più
verso le politiche di libero mercato, con Slobodan Milosevic,
un protégé dell’occidente, che nominava la Commissione
Milosevic nel 1987 per introdurre i programmi di
“aggiustamento strutturale” del FMI. Le misure di
austerity provocarono scioperi e proteste di massa della
classe operaia jugoslava. Cercando di deragliare la lotta
di classe, i burocrati ex-Stalinisti come Milosevic, Tudjman
in Croazia ed Izetbegovic [che stalinista non lo è stato mai,
NdT] in Bosnia promossero i sentimenti nazionalisti,
mentre cercavano il sostegno dei governi
occidentali. Nonostante il suo ruolo di garante degli
Accordi di Dayton, che posero fine al conflitto
bosniaco, Milosevic entrò in conflitto con gli USA.
Washington concluse che la dissoluzione della Jugoslavia
non poteva attuarsi mentre la élite Serba lottava per
l’unità statuale in cui essa giocava un ruolo dominante.

Questo ci porta alla vostra critica di Katharine
Samary, una supporter e candidato elettorale della
Ligue Communiste Revolutionnaire (LCR). Le origini
della LCR sono legate alla scissione della Quarta
Internazionale del 1953, pochi anni dopo la rottura
tra Tito e Stalin. Michel Pablo era un leader della
Quarta Internazionale nei tardi anni ‘40 e primi anni
‘50 che, di fronte alle difficili circostanze che
affrontava il movimento Marxista all’epoca, sviluppò
la teoria che il Trotskismo non avrebbe ottenuto la
leadership della classe operaia e avrebbe potuto solo
“consigliare” e fare una una critica da “sinistra” delle
esistenti organizzazioni socialdemocratiche, Staliniste e
nazionaliste piccolo borghesi. La dissoluzione del
movimento Trotskista venne evitata dall’intervento di
James P. Cannon e del Socialist Workers Party degli
USA, e con la pubblicazione della “Open Letter” in
opposizione a Pablo nel Novembre 1953, che portò alla
creazione del Comitato Internazionale che oggi
pubblica il World Socialist Web Site.

La LCR e i suoi alleati nel Segretariato Unito hanno seguito
la linea liquidazionista e demoralizzante di Pablo per circa mezzo
secolo, e Samary non è una eccezione. Nel 1992,
non appena la Jugoslavia iniziò a scivolare nella guerra
civile, la rivista del Segretariato Unito proclamò: “Lo
straziato popolo della Bosnia attende la propria
salvezza dalle truppe dell’ONU.”

Nel suo libro “Yugoslavia Remembered” pubblicato nel
1995 Samary condannò la dissoluzione della Jugoslavia
nelle sue etnie differenti dicendo: “La creazione di uno
Stato jugoslavo avrebbe dovuto portato alla fine delle rivalità
tra le comunità, ma le differenze religiose, culturali
e linguistiche erano troppo grandi per avere la pace.”

Piuttosto che leggere il fallimento dell’instaurazione
di una federazione socialista come prima
lezione da imparare dalla distruzione della
Jugoslavia, Samary conclude: “la prima lezione qui è
che nessuna seria alternativa politica in questa
regione puo' evitare l'esplicito sostegno al diritto
alla autodeterminazione per ogni popolo della
ex-Jugoslavia.”

Durante la guerra civile nel Kosovo, Samary e
altri membri della LCR inviarono una lettera
a Le Monde dichiarando: “Stop ai bombardamenti,
autodeterminazione per la Kosova!” lamentandosi che
“nessun governo che abbia supportato gli attacchi
della NATO vuole condurre una guerra contro il regime
Serbo per imporre l’indipendenza per il Kosova” ed
argomentando sulla creazione di una “forza di polizia
multinazionale (che includa Serbi e Albanesi) con il
sostegno della Organisation for Security and
Cooperation in Europe, che avrebbe supervisionato
l'applicazione dell’accordo di transizione.”

In una intervista sulla crisi del Kosovo all'International
Socialist Group in Inghilterra, guidato da Alan
Thornett, Samary disse: “E’ impossibile presentare
alcun tipo di soluzione coerente e progressista al
momento. Ogni giorno porta nuove prove di una dinamica
fuori controllo, degradante per le condizioni delle
lotte progressiste. Così dobbiamo occuparci dei
compiti di urgente solidarietà, e mantenere il nostro
spirito critico di fronte ad ogni proposta per ‘azioni’
che di fatto producono disastri peggiori. E nelle
nostre menti dobbiamo continuare a lavorare sulle
questioni di lungo termine che sono essenziali alla
soluzione della crisi jugoslava.”

Come il World Socialist Web Site aveva previsto, con
la guerra civile la Bosnia e il Kosovo sono diventati
Stati etnicamente puri, protettorati occidentali, e soggetti
alle mafie locali. Senza nulla imparare, Samary
semplicemente si lamenta con i delegati al Forum Sociale
Europeo dello scorso anno dicendo che i Balcani sono
soggetti, ancora una volta, allo stesso “programma di
aggiustamenti strutturali” già imposti dal FMI.

Tuttavia non si puo' contrapporre al sostegno di Samary
per il separatismo Bosniaco e Kosovaro, il roseo quadro
di una piccola Jugoslavia, da te dipinto, che affronta
Stalin, e di una piccola Serbia (o perfino Milosevic) che
affronta l’imperialismo USA. Il futuro dei popoli di
ciò che era la Jugoslavia dipende dalla lotta per la
federazione socialista dei Balcani in unita' con la
classe operaia dell’Europa e del mondo.

Sinceramente,
Paul Mitchell


Vedi anche:

Why is NATO at war with Yugoslavia? World power, oil and gold
<http://www.wsws.org/articles/1999/may1999/stat-m24.shtml>
[24 May 1999]

How the WRP joined the NATO camp Imperialist war in the Balkans and the
decay of the petty-bourgeois left
<http://www.wsws.org/polemics/1995/dec1995/balkan.shtml>
[14 December 1995]

Marxism, Opportunism and the Balkan Crisis
<http://www.wsws.org/articles/1999/apr1999/balk-m07.shtml>
[7 May 1994]

The Balkans
<http://www.wsws.org/sections/category/news/eu-balk.shtml>
[WSWS Full Coverage]

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Traduzione di Alessandro Lattanzio, che ringraziamo.
Revisione del testo a cura del CNJ