[ The original text in english:
http://www.wsws.org/articles/2000/mar2000/koso-m16.shtml ]

Documentario inglese sostanzia le collusioni USA-KLA nel provocare la
guerra contro la Serbia, con relativo articolo del
Sunday Times sul ruolo della CIA

World Socialist Web Site, 16 Marzo 2000
di Chris Marsden

Domenica 12 Marzo la BBC2 trasmetteva un documentario di Alan Little
intitolato "Moral Combat: NATO At War". Il programma conteneva lampanti
prove su come l'amministrazione Clinton creò il pretesto per dichiarare
la guerra al regime Milosevic in Serbia, sponsorizzando il separatista
Kosovo Liberation Army (KLA), spingendo a tale decisione i propri
alleati Europei. Le rivelazioni nel documentario di Little erano
rinforzate da un articolo nel Sunday Times, con franche interviste con
i maggiori protagonisti nel conflitto in Kosovo: Madeline Albright
Segretario di Stato USA, l'Assistente del Segretario di Stato James
Rubin, l'inviato USA Richard Holbrooke, William Walker, capo della
Missione di Verifica ONU, e il leader della KLA Hashim Thaci. Sostenute
da molti altri.

Il documentario spiega come "una mitologia condivisa su Milosevic" rese
"alleati una oscura banda di guerriglieri e la maggior potenza della
Terra".
Fin dalla guerra in Bosnia nel 1995, il KLA cercava di capitalizzare il
sentimento popolare tra i Kosovo-Albanesi contro il regime di Belgrado,
perseguendo una strategia di destabilizzazione della provincia Serba
del Kosovo con atti terroristici, nella speranza che USA e NATO
intervenissero. Compivano imboscate contro poliziotti Serbi
uccidendoli.
"Ogni azione armata che compivano, avrebbe provocato ritorsioni sui
civili" il leader del KLA Thaci spiegava. "Sappiamo che provocheremo
molte perdite tra i civili." I vantaggi di tale strategia vennero
pianificati da Dug Gorani, un negoziatore Kosovo-Albanese non legato
con il KLA: "molti altri civili vennero uccisi, le chances di un
intervento internazionale divennero più grandi, e il KLA, certo, capì
ciò. Un diplomatico mi disse, 'Guarda, senza superare la quota di
cinque mila morti, non avrai alcuna attenzione permanente sul Kosovo da
parte della diplomazia internazionale.'"

Albright fu recettiva alla strategia del KLA poiché gli USA erano
ansiosi di attuare un conflitto militare con la Serbia. La sua serie di
interviste venne infarcita con le parole: "Credo nel potere definitivo,
la bontà del potere degli alleati e guidata dagli USA." La campagna di
provocazioni del KLA venne attuata come mezzo con cui l'uso di questo
potere potesse essere sancito.
Il 5 Marzo 1998, a Prekaz, un attacco dell'esercito Serbo alla casa di
un comandante del KLA, Adem Jashari, in cui 53 persone morirono,
divenne l'occasione per un meeting del gruppo di Contatto della NATO
quattro giorni dopo. Albright spinse per una forte risposta anti-Serba.
"Penso di dover dire ai miei colleghi che non dobbiamo commettere lo
stesso errore che accadde in Bosnia, dove vi furono molte chiacchiere e
nessuna azione" disse a Little.

La NATO minacciò Belgrado con una risposta militare per la prima volta.
"L'ambizione del KLA, e le intenzioni della NATO, erano convergenti"
Little commentava. Si verificò che un successivo meeting pubblico tra
l'inviato USA Richard Holbrooke e personale del KLA a Junik preoccupò
Belgrado e incoraggiò i separatisti Albanesi. Il Generale Nebojsa
Pavkovic, il comandante dell'esercito Jugoslavo in Kosovo, disse:
"Quando l'ambasciatore di un altro paese arriva qui, ignora i
rappresentanti dello stato, ma ha meeting con i terroristi Albanesi,
allora è chiaro che li sostiene."
Lirak Cejal, un soldato del KLA, disse: "Sapevo che fin da allora
saremmo stati nelle mani degli USA e della NATO. Cercavano i capi del
KLA, e quando li trovarono, li ebbero in pugno, controllando il KLA."
Nell'Ottobre 1998 la NATO impose il cessate-il-fuoco, in parte con la
minaccia della forza e in parte per i successi della Serbia nello
sconfiggere il KLA. Una forza di monitoraggio del cessate-il-fuoco [the
Kosovo Verification Mission] venne inviata nella provincia sotto gli
auspici dell'Organisation for Security and Co-operation in Europe
(OSCE) e capeggiata da William Walker.

L'intervista con Cejal è il solo riferimento al controllo USA del KLA
nel documentario di Little, ed è solo un aneddoto. Sembra che la BBC,
per sue ragioni, scelga di insistere su tale argomento, pubblicando
l'articolo sul Sunday Times nello stesso giorno in cui il documentario
di Little veniva trasmesso.

I giornalisti del Times Tom Walker e Aidan Laverty scrivono: "Molti
statunitensi, che erano direttamente coinvolti nelle attività della CIA
o vicini a esse, hanno parlato ai produttori di Moral Combat, un
documentario trasmesso su BBC2 tonight, e al The Sunday Times riguardo
i loro compiti clandestini 'nel fornire aiuti occulti al KLA prima che
i bombardamenti della NATO iniziassero in Kosovo.' "
Il Sunday Times spiegava che fonti anonime "ammettono di aver aiutato
nell'addestramento del Kosovo Liberation Army". Aggiungono che agenti
della CIA erano ispettori del "cessate-il-fuoco in Kosovo nel 1998 e
nel 1999, sviluppando legami con il KLA e fornendo manuali per
l'addestramento militare USA e consiglio sul campo di battaglia contro
l'esercito Jugoslavo e la polizia Serba."
L'articolo del The Times continuava: "Quando l'Organisation for
Security and Co-operation in Europe (OSCE), che coordinava il
monitoraggio, lasciò il Kosovo una settimana prima degli attacchi aerei
di un anno fa, molti dei suoi telefoni satellitari e sistemi di global
positioning erano stati segretamente dati al KLA, assicurando che i
comandanti della guerriglia potessero essere in contatto con la NATO e
Washington. Molti leaders del KLA avevano il numero di cellulare del
Generale Wesley Clark, il comandante della NATO."
L'articolo cita un anonimo "Diplomatico Europeo dell'OSCE" che "si
sentiva tradito dalla politica USA che rese inevitabili gli attacchi
aerei." Citano un inviato Europeo che accusa il capo della missione
OSCE Walker di attuare una operazione CIA: "L'agenda USA consisteva dei
loro osservatori diplomatici, della CIA, che operavano in modi
completamenti differenti dagli Europei e dall'OSCE."

Walker fu ambasciatore USA in El Salvador quando gli USA l'aiutarono a
sopprimere i ribelli di sinistra, ed è ampiamente sospettato di essere
un operativo della CIA. Nega ciò, ma ammette al Sunday Times che la CIA
era certamente coinvolta nella preparazione degli attacchi aerei: "In
una notte avemmo a disposizione 130 persone o più. Poteva l'agenzia
averli messi in quel punto? Certo, poteva. È il suo lavoro."
Il quotidiano cita l'assai candido commento delle sue fonti nella CIA:
"Era un fronte della CIA, l'intelligence forniva al KLA armi e comando"
dice uno. "Dicevamo loro [al KLA] quale collina evitare, in quale bosco
nascondersi, cose del genere" dice un altro.
Per sostenere tali affermazioni, the Sunday Times nota che Shaban
Shala, un comandante del KLA ancora attivo nella campagna per
destabilizzare le aree Albanesi in Serbia, afferma di avere incontrato
agenti statunitensi, inglesi e svizzeri nel nord dell'Albania nel 1996.

Il documentario BBC di Little non dà tali espliciti suggerimenti sui
legami tra CIA e KLA, ma suggerisce che il cessate-il-fuoco divenne
l'occasione per il rafforzamento dei separatisti in Kosovo. Spiegano
che nel caso i Serbi avessero ritirato le loro forze, in accordo con il
cessate-il-fuoco, il KLA si sarebbe attivato. Il capo militare del KLA
Agim Ceku disse: "Il cessate-il-fuoco era assai utile per noi, ci aiutò
a organizzarci, consolidarci e crescere." Nulla impediva ciò,
nonostante le proteste della Serbia.
Little spiegava che la BBC ottenne delle minute confidenziali del North
Atlantic Council o NAC, organo di governo della NATO, che affermano che
il KLA era "il vero provocatore delle violenze" e che privatamente
Walker chiamava le sue azioni una "deliberata campagna di
provocazioni". Era tale sostegno occulto al KLA da parte degli USA che
provocò la Serbia nel mettere fine al cessate-il-fuoco e nel rinviare
l'esercito in Kosovo.

La successiva maggiore svolta degli eventi, quella che condusse alla
guerra della NATO contro la Serbia, fu il presunto massacro di Albanesi
a Racak il 15 gennaio 1999. In quel giorno, la storia sulle forze Serbe
che avrebbero ucciso civili in un contrattacco a Racak fu fortemente
contestata da Belgrado, che affermò che il KLA aveva inscenato il
massacro, usando cadaveri da precedenti scontri.
È certo che quando le forze Serbe annunciarono l'eliminazione di 15
membri del KLA, i supervisori internazionali che entrarono nel
villaggio non riportarono nulla di inusuale. E quando, la mattina dopo,
le forze del KLA ripresero il controllo del villaggio, Walker fece una
visita e annunciò che vi era stato un massacro effettuato dalla polizia
Serba e dall'esercito Jugoslavo. Little conferma che Walker contattò
sia Holbrooke che il Generale Clark prima di fare l'annuncio.
Racak era la prova finale per un pretesto per una dichiarazione di
guerra, ma prima Washington doveva assicurarsi che le potenze Europee,
che, assieme agli inglesi, spingevano per una soluzione diplomatica,
salissero sul carro. Colloqui vennero stabiliti a Rambouillet, in
Francia, sostenuti dalla minaccia di guerra.

Little dice: "Gli Europei erano alquanto riluttanti nel mettere in
pratica le minacce di guerra, già avanzate per fare accettare un
accordo tra Serbi e Albanesi. Ma gli USA erano assai scettici. Andarono
a Rambouillet con una proposta alternativa in mente."
Sia Albright che Rubin sono straordinariamente candidi sul modo con cui
sistemarono Rambouillet. Presentarono un ultimatum che il governo Serbo
non poteva accettare, perché chiedeva l'occupazione NATO non solo del
Kosovo, ma di tutta la Serbia. Il Generale Serbo Pavkovic commenta:
"Volevano un diritto illimitato agli spostamenti e al dispiegamento,
una forma di occupazione. Nessuno poteva accettarlo."
Tale era l'intenzione USA. Albright disse alla BBC: "Se i Serbi non
sono d'accordo [con l'ultimatum di Rambouillet], e gli Albanesi si, ciò
sarebbe una chiara scusa per l'uso della forza." Rubin aggiunse,
"Ovviamente, pubblicamente, abbiamo reso chiaro che cercavamo un
accordo, ma privatamente sappiamo che le chances dei Serbi di
accordarsi erano assai piccole."

Il leader del KLA Thaci era il solo problema, poiché chiedeva
l'inclusione di un referendum sull'indipendenza. Così Albright andò,
nel giorno di St. Valentino, a occuparsi del loro consenso. Veton
Suroi, un rivale politico del KLA coinvolto nei colloqui, diede una
candida descrizione del messaggio di Albright a Thaci: "Ci diceva: voi
firmate, i Serbi non firmano, noi bombardiamo. Tu firma, i Serbi
firmano, avete la NATO a casa. Così vi sostiene."

Dopo tre settimane di discussioni, Thaci infine firmò l'Accordo di
Rambouillet. La via era spianata per la guerra USA contro la Serbia,
una guerra che era stata preparata con l'aiuto degli sporchi trucchi
della CIA e delle manovre politiche con i terroristi.


Fonte:
http://www.wsws.org/articles/2000/mar2000/koso-m16.shtml
Traduzione di Alessandro Lattanzio
E-mail: alexlattanzio@...
URL: http://members.xoom.it/sitoaurora
Revisione a cura del CNJ