DA DI LENARDO ALLE GUERRE PROSSIME VENTURE, PASSANDO PER SOMALIA,
GENOVA ED IRAQ.
DEPENALIZZARE LA TORTURA PER AVERE LE MANI PIU' LIBERE ?


http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/politica/rifogiu/tortu/
tortu.html

POLITICA
Approvato alla Camera un emendamento del Carroccio
che la definisce tale solo minacce e violenze sono reiterate


Tortura, passa modifica leghista
Legge stravolta, bagarre in aula


Il testo ritorna al comitato dei 9. Appassionato intervento della
diessina Finocchiaro. La condanna di Amnesty

ROMA - Con una mano vuole allargare le
maglie della legittima difesa. Con l'altra, restringe - e di molto - la
nozione di tortura. In queste settimane di campagna elettorale la Lega
è sempre più attiva su fronte della giustizia. Ma l'emendamento
presentato oggi dal Carroccio e poi approvato dalla Cdl nell'aula di
Montecitorio alla legge che istituisce il "delitto di tortura" sta
scatenando una rovente polemica. Con l'opposizione, ma anche con
associazioni internazionali di grande prestigio come Amnesty
International.

La modifica voluta dal Carroccio prevede infatti che, per esserci il
reato di "tortura", le violenze o le minacce gravi devono essere
reiterate. Con il risultato che, dopo il voto e la protesta delle
opposizioni, che hanno minacciato di lasciare l'aula, il testo è
tornato all'esame del comitato ristretto.

La proposta di ricominciare daccapo l'iter in commissione era stata
fatta dal deputato della Margherita Giuseppe Fanfani, e ad essa si era
associato in un primo momento il presidente della commissione Giustizia
di Montecitorio, il forzista Gaetano Pecorella. Che poi, annunciando
invece il ritorno della legge al comitato dei nove, ha spiegato: "Devo
dare atto che la scelta della commissione era esattamente nel senso
opposto, e cioè di un parere contrario all'emendamento della Lega; poi
c'è stata una decisione politica all'interno della Cdl, di cui non
abbiamo potuto non prendere atto".

Una decisione "politica" che ha mandato in frantumi l'accordo
bipartisan sulla legge e, di fatto, ha affossato l'intero spirito del
provvedimento. Basta ascoltare quanto detto in aula dalla diessina Anna
Finocchiaro: "Vorrei raccontarvi la testimonianza di una donna che nel
Salvador venne sottoposta per giorni e giorni a torture fisiche...lei
mi disse che la cosa più grave che le fecero fu una sola minaccia,
fatta una volta sola: le promisero che avrebbero fatto assistere alle
torture che le infliggevano il figlio di 3 anni e mezzo". Ecco perchè,
spiega la Finocchiaro, "per essere tortura la minaccia non ha certo
bisogno di essere ripetuta più volte...".

Poco più tardi, la condanna netta di Amnesty International: ''Iniziamo
male, con un emendamento che, se confermato nel testo finale,
significherà che l'Italia non vuole adeguarsi al diritto internazionale
dei diritti umani e in particolare alla Convenzione dell'Onu contro la
tortura, che il nostro paese ha ratificato nel 1988''. Sono parole di
Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty, secondo
il quale la modifica approvata "stravolge la definizione di tortura,
limitando in modo inaccettabile la nozione ai comportamenti ripetuti:
quante volte, dunque, occorrerà torturare prima che si possa parlare di
tortura?''.

(22 aprile 2004)


L'ITALIA AUTORIZZA LA TORTURA

Noi sappiamo.
Noi abbiamo assistito, raccolto testimonianze, denunciato nei nostri
libri: in Italia, a Luglio del 2001, a Genova nella Caserma di
Bolzaneto centinaia di persone italiane e straniere sono state
torturate.

Noi siamo indignati, gli italiani dovrebbero vergognarsi e ribellarsi
all'approvazione della legge sulla tortura che si sta discutendo in
questi giorni alla Camera dei deputati. La legge di un paese civile che
dovrebbe tutelare i diritti umani fondamentali e non mettere dei limiti
a questi diritti.

L'Italia è in ritardo di 15 anni nell'introduzione del reato di tortura
nel proprio ordinamento, ma se il testo definitivo conterrà
l'emendamento approvato in questi giorni, (secondo il quale per esserci
il reato di tortura le violenze o le minacce gravi devono essere
reiterate) è meglio che rimanga senza alcuna legge.

Le testimonianze di coloro che passarono ore, giorni all'interno della
caserma di Bolzaneto, parlano di violenze e torture, trattamenti
inumani e degradanti, sospensione di diritti umani fondamentali,
mancate cure mediche a persone già ferite, mancate telefonate a
familiari, avvocati, consolato per gli stranieri, tutti i fermati e i
detenuti scomparsi nel nulla, "desaparecidos". Raccontano di mani
spezzate a Bolzaneto, di suture senza anestesia, di ragazze trascinate
per la collottola e coperte di sputi ed ingiurie da due ali di agenti,
prese a calci durante il tragitto verso il bagno. Parlano di canzonette
fasciste, di ragazze e ragazzi nudi, derisi ed umiliati. Non furono
somministrati né cibo, né acqua, i giovani furono coperti di pugni e
calci, costretti a rimanere per ore in piedi col volto
verso il muro, gambe divaricate, braccia alzate, anche se feriti,
spruzzati da gas urticante, minacciati di morte, di stupro e di altre
violenze.
L'emendamento della Lega approvato dalla Camera, è contro le forze di
polizia, lo sostiene il Silp-Cgil affermando che così facendo si evoca
la falsa immagine di forze dell'ordine pronte a rinunciare a quel
principio di legalità che è la prima ragione della loro esistenza. Le
forze di polizia respingono con sdegno l'idea che un qualsiasi atto di
tortura, commesso anche solo una volta, possa aiutarle nell'esercizio
delle loro funzioni, considerano il rispetto dei diritti fondamentali
della persona un principio irrinunciabile della loro azione a tutela
dei cittadini.

Le forze di polizia si considerano garanti del rispetto dei valori
costituzionali, e ritengono che in uno stato democratico si debba e si
possa garantire la sicurezza senza fare alcun passo indietro sul
terreno della civiltà giuridica.

Migliaia di cittadini hanno firmato la petizione per l'introduzione del
reato di tortura perché credono in una democrazia che rispetta i
diritti umani. Non lasciamo che l'Italia precipiti definitivamente e
"legalmente" nel baratro di un regime dove tutto è permesso, nessun
diritto dei cittadini italiani e stranieri tutelato.

Ricordiamo che l'art. 13 della nostra costituzione prevede che:
"È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque
sottoposte a restrizioni di libertà."


Enrica Bartesaghi
(Presidente Comitato Verità e Giustizia per Genova - autrice del libro
"Genova il posto sbagliato")

Marco Poggi
(ex-infermiere di Bolzaneto - autore del libro "Io, l'infame di
Bolzaneto")

Hanno già aderito all'appello:

Vittorio Agnoletto Consiglio Int. FSM

Paolo Agnoletto Salaam Ragazzi dell'Olivo Comitato di Milano Onlus

Mario Agostinelli forum Mondiale delle Alternative

Samir Amin economista egiziano, Pres. Forum Mondiale delle Alternative

Angela Bellei Presidente Associazione AZAD (Per la libertà del popolo
kurdo)

Marco Bersani Attac-Italia

Norma Bertullacelli della rete controg8 - per la globalizzazione dei
diritti

Franco Carletti Consigliere di Corte di Cassazione

Paolo Cento Onorevole

Giulietto Chiesa Presidente onorario Comitato Verità e Giustizia per
Genova

Peppino Coscione presidente Comitato Piazza Carlo Giuliani Onlus

Maura Cossutta Onorevole

Stefano Costa portavoce dei Verdi di Milano

Loredana De Petris senatrice

Oliviero Diliberto Onorevole

François Houtart Università di Lovanio

Giovanna Luciano Rete Lilliput

Josè Luiz del Roio Consiglio Int. FSM

Gigi Malabarba senatore

Paola Manduca Prof.Dipartimento di Oncologia,Biologia e Genetica
Università di Genova

Antongiulio Mannoni Segr. Prov.le FISAC CGIL GENOVA; Direttivo Prov.le
CGIL Genova

Carlo Mariani prof. Dipartimento di Fisica, Universita' di Roma "La
Sapienza"

Francesco Martone senatore

Alessandra Mecozzi Responsabile ufficio internazionale Fiom-cgil

Emilio Molinari Vicepres. Comitato Italiano Acqua

Giorgio Riolo pres. Punto Rosso

Natale Ripamonti, senatore

Marco Rizzo Onorevole

Giovanni Russo Spena Onorevole

Sabato Saggese sindacalista

Sergio Segio Gruppo Abele di Milano

Maria Grazia Tafuri portavoce assopace napoli

Luigi Vinci Europarlamentare


Seguono altre 150 firme raccolte in un giorno, tutte le adesioni
verranno
pubblicate sul sito:
www.veritagiustizia.it

per aderire all'appello:
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