Da Lorenzo Mazzuccato riceviamo e giriamo per conoscenza:

----- Original Message -----
From: Roland Marounek
To: lorenzo
Sent: Wednesday, May 12, 2004 11:36 PM
Subject: Kosovo: un viaggio per rompere cinque anni di silenzio

Kosovo: un viaggio per rompere cinque anni di silenzio

Dopo anni di silenzio mediatico, i sanguinosi avvenimenti dello scorso
marzo ci hanno ricordato in maniera brutale che la violenza non aveva
mai smesso di corrodere il Kosovo. Amministrato dall'ONU e occupato
dalle truppe NATO dopo il 1999, questo territorio sta per diventare
"etnicamente puro": le minoranze sono state sistematicamente
discriminate ed espulse.

Cinque anni fa, per giustificare 78 giorni di bombardamenti sulla
Serbia e sul Montenegro, i leader occidentali ci avevano promesso che
il Kosovo sarebbe diventato un modello di tolleranza multietnica, di
democrazia e di rispetto dei diritto umani. Questi bei principi sono
stati inseriti in una risoluzione dell'ONU che metteva il territorio
sotto la sua responsabilità, autorizzandone l'occupazione da parte di
una forza NATO.

Cinque anni dopo, il Kosovo è lontano dall'essere il paradiso promesso.
Oltre al fiasco economico (il 70% di disoccupazione!) e il suo ruolo di
crocevia per traffici di ogni sorta (esseri umani, eroina…), la
provincia serba - il cui "status definitivo" potrebbe essere preso in
esame l'anno prossimo da parte delle grandi potenze - viene a poco a
poco "depurata" delle sue numerose minoranze. Dopo la messa sotto
tutela della provincia, i due terzi degli appartenenti alle minoranze -
serbi, rom, slavi musulmani, croati, turchi - sono stati espulsi dagli
estremisti della comunità albanese, migliaia di loro assassinati o
scomparsi dopo la cessazione dei combattimenti. Circa 150 chiese e
monasteri ortodossi, alcuni costruiti oltre sette secoli fa, sono stati
distrutti. Le truppe della NATO hanno costretto le poche decine di
migliaia di non albanesi che abitano ancora lì a rifugiarsi in enclave
protette e la loro libertà di movimento è rigorosamente limitata.

Per potersi rendere conto della situazione vissuta dalle minoranze in
questo protettorato sotto controllo occidentale, il Comitato di
sorveglianza sulla NATO (CSO), sostenuto da organizzazioni di diversi
paesi, ha preso l'iniziativa di organizzare quest'estate un viaggio
d'ispezione nel Kosovo. Ci recheremo nelle enclave dove queste
minoranze sopravvivono e incontreremo alcuni loro responsabili e anche
qualche funzionario internazionale. È prevista anche una visita a un
campo profughi, forse in Serbia. Sono benvenuti tutti coloro che
desiderano informarsi senza partito preso su questi problemi e sulla
risposta della "comunità internazionale". Dato l'obiettivo del progetto
("rompere cinque anni di silenzio"), al proprio ritorno, ogni
partecipante dovrà condividere la propria esperienza nella maniera più
adatta con il proprio ambiente.

La visita al Kosovo inizierà verso il 15 agosto e durerà da 8 a 10
giorni. Dove possibile, l'alloggio sarà presso gli abitanti del posto.
Gli spostamenti saranno effettuati con i veicoli dei partecipanti, se
necessario si affitterà un veicolo supplementare sul posto. Siccome i
partecipanti proverranno da diversi paesi, si farà un briefing in una
città vicina - probabilmente Belgrado - alla vigilia della partenza per
il Kosovo.

Se siete interessati a questo progetto, se desiderate avere altre
informazioni sulla sua preparazione, se volete essere aggiornati su
quello che succede, vi preghiamo di voler compilare il modulo
sottostante.

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Organizzazione: Stop USA (Bruxelles), Comité pour la paix en
Yougoslavie (Ginevra), Voix des Roms (Liegi), Voice of Roma
(Sebastopol, California), Kelebek (Italia)

Per informazioni: il sito del CSO: http://www.csotan.org/

Contatti per l'Italia: kelebek @ imolanet.com