RELAZIONE SUL TOUR DI JUERGEN ELSAESSER IN ITALIA:

I BALCANI SENZA LA JUGOSLAVIA ?
Cinque anni dopo l'aggressione
Un anno dopo la cancellazione formale del paese degli slavi del sud
La rimozione continua...


Si e' svolta nei primi giorni di aprile 2004, a cura del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia (CNJ) e grazie all'impegno di svariate
realta' locali (spec. l'area Lavoro e Societa' - Cambiare Rotta della
CGIL di Torino, la federazione di Trieste del Partito della
Rifondazione Comunista, e l'Associazione Zastava Trieste) una seconda
serie di conferenze di Juergen Elsaesser in Italia - e precisamente a
Milano, Torino e Trieste.

1. CONSIDERAZIONI GENERALI E LINK UTILI

Le conferenze hanno coinciso con il quinto anniversario della
aggressione della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, e
si sono tenute a pochissimi giorni di distanza dai pogrom di meta'
marzo, scatenati dagli irredentisti pan-albanesi nella provincia del
Kosovo-Metohija, che hanno costato la vita ad una ventina di persone.

Juergen Elsaesser e' l'autore di "MENZOGNE DI GUERRA -
Le bugie della NATO e le loro vittime nel conflitto per il Kosovo"
(Napoli, La città del sole, 2002), testo del quale e' uscita da poche
settimane in Germania una nuova edizione (la quinta!) aggiornatissima
e quasi doppia per numero di pagine, contenente nuove sezioni sul
Kosovo, sul processo-farsa contro Milosevic, e sui crimini di guerra
commessi dalla NATO nel 1999.
La versione italiana del libro "Menzogne di guerra" riproduce dunque
una precedente edizione tedesca; anche se una riedizione aggiornata in
lingua italiana sarebbe auspicabile, la versione esistente rimane di
grandissima utilita' e valore, e non a caso ha avuto una notevolissima
diffusione nel nostro paese, con migliaia di copie vendute. Per una
presentazione del libro (Indice e Quarta di copertina) rimandiamo alla
URL:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1815
Una recensione apparsa su "Liberazione" si puo' leggere alla pagina:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1985

Un primo giro di dibattiti con Elsaesser, sempre a cura del CNJ, si
era gia' svolto nel settembre 2002, con tappe a Roma, Napoli, Bologna
e Milano. L'ultima citta' e' stata di nuovo scelta dall'autore per
organizzarvi un dibattito quest'anno, anche a causa della presenza
nella metropoli lombarda di una forte comunita' jugoslava.
[Sui dettagli logistici del giro di conferenze di Elsaesser in Italia
vedi:
https://www.cnj.it/INIZIATIVE/elsaes2004.htm ]

In generale, ci e' sembrato importante, come coordinamento nazionale,
riproporre con iniziative pubbliche e di dibattito la tematica
jugoslava. Da affrontare, quest'ultima, da diversi punti di vista,
tutti cruciali.
Il primo e' il punto di vista del Kosovo-Metohija, cioe' quella
provincia della Serbia la cui situazione e' stata resa assolutamente
tragica dai bombardamenti e dalla occupazione militare della NATO,
come dimostra la cronaca recente.
Il secondo e' il punto di vista piu' generale del quadro balcanico,
che i mass media continuano a deformare secondo gli interessi
geostrategici e di ricolonizzazione economica delle grandi potenze;
tra queste ultime, oggi, possiamo includere come polo imperialista
autonomo (spec. franco-tedesco) la Unione Europea, che porta
gravissime responsabilita' rispetto alla degradazione dei rapporti
sociali ed "interetnici" su quel territorio.
lnfine, un punto di vista complessivo da considerare e' quello degli
assetti globali nell'era della "guerra infinita" scatenata dalla
amministrazione Bush, guerra alla quale l'Italia partecipa attivamente
disponendo di truppe sul territorio di tutti i paesi prima
destabilizzati, poi aggrediti ed occupati: dopo le repubbliche
jugoslave, L'Afghanistan e, soprattutto, ovviamente l'Iraq.

Portare la problematica jugoslava nel piu' generale movimento contro
la guerra, ristabilendo la memoria e la conoscenza delle vicende
gravissime di questi anni, resta il compito essenziale che ci
prefiggiamo come coordinamento nazionale in questa fase.

Sulle iniziative precedenti con Elsaesser e su tutte le altre
iniziative del CNJ vedi anche:
https://www.cnj.it/INIZIATIVE/index.htm

Alla pagina: http://www.juergen-elsaesser.de , invece, si trovano
tutti gli aggiornamenti sulle altre iniziative e sugli scritti di
questo autore.
Il testo "L'ultimo giorno di Sanja", che costituisce uno dei capitoli
della nuova versione del libro di Elsaesser e che, tradotto in lingua
italiana, e' stato recitato nel corso delle varie conferenze, si puo'
invece leggere al sito:
https://www.cnj.it/documentazione/sanja.htm

Il testo di una delle relazioni di Elsaesser - quella tenuta a Milano
- e' stato trascritto integralmente da Babsi Jones e si puo' leggere
in allegato oppure al sito:
http://www.exju.org/archivio/incontro_con_jurgen_elsaesser_testo_integrale_=
e_immagini.html

2. MILANO 4 APRILE

Rinviamo alla pagina suddetta anche per alcune fotografie
dell'avvenimento, sul quale di seguito relazioniamo in breve.

L'iniziativa, svoltasi nel circolo "Concetto Marchesi", e' durata più
di 3 ore, e alla fine si e' avuta persino difficolta' a chiudere:
nessuno voleva andarsene! Come relatore, oltre ad Elsaesser, era
invitato anche FULVIO GRIMALDI, noto reporter di guerra e recentemente
autore del libro "Mondocane: Serbi, Bassotti, Saddam e Bertinotti" -
che tra gli altri affronta anche il tema della disinformazione
strategica sulla Jugoslavia, vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3295

Il pubblico era costituito da almeno una 50-ina di persone, tra le
quali alcuni giornalisti, molti jugoslavi, la traduttrice del libro,
rappresentanti di organizzazioni ed associazioni tra cui i Cobas, Che
fare, Maquis, eccetera. Non poche le persone venute da fuori Milano,
anche da lontano: Alessandria, Cremona, Lecco e dintorni.

Innanzitutto e' stata data lettura del testo "L'ultimo giorno di
Sanja". Cinque donne, tutte jugoslave, visibilmente commosse si sono
alternate a leggere.
Dopo l'intervento di Elsaesser - che e' riprodotto anche qui in
allegato - ha preso la parola Fulvio Grimaldi, con la medesima
intensita' e passione. Come ha sottolineato Ivana del CNJ - che ha
condotto l'iniziativa - entrambi i relatori hanno dimostrato nei loro
interventi "l'amore per il nostro paese e la
lotta per la verità. Un amore ed una lotta dimostrati dal fatto che
entrambi sono stati cacciati via dai rispettivi posti di lavoro per
colpa nostra..." Mentre infatti Grimaldi e' stato protagonista della
nota vicenda delle censure e del licenziamento da "Liberazione",
Elsaesser e' stato escluso dalla redazione ed ha infine dovuto
abbandonare la collaborazione alla rivista marxista tedesca KONKRET a
causa di insanabili divergenze sulla interpretazione della fase
internazionale apertasi negli ultimi anni.
La discussione si e' rivelata abbastanza accesa, movimentata a causa
delle diverse chiavi interpretative adottate per gli stessi problemi
da chi, pure, condivide la condanna di fondo per lo squartamento della
Jugoslavia e per la demonizzazione ed umiliazione della parte
maggioritaria di quel paese - i serbi.

Nel corso della iniziativa sono state vendute svariate copie dei libri
di entrambi gli autori-relatori.

3. TORINO 7 APRILE

La serata svoltasi nella sala Pia Lai della Camera del Lavoro di
Torino è andata benissimo. All'iniziativa, organizzata da Lavoro
società - cambiare rotta della CGIL di Torino e dal Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, ha partecipato un pubblico folto - ad un
certo punto erano 120 persone - e variegato - oltre a sindacalisti,
conoscitori della questione jugoslava, ricercatori e scienziati
impegnati contro la guerra e militanti in varie organizzazioni, era
presente anche il Goethe Institut di Torino.

L'introduzione è stata fatta da Fulvio Perini, della Camera del Lavoro
di Torino. Perini ha ricordato le difficoltà di chi nel '99 era contro
la guerra alla Jugoslavia, e i cambiamenti che ci sono stati nella
opinione pubblica e nella sinistra fino ad oggi.
Molti allora ritenevano che si trattasse di una guerra etnica tra
Serbi ed Albanesi, ma gli avvenimenti successivi in Jugoslavia e nel
mondo hanno dato ragione a chi allora si batteva contro questa guerra.
Juergen Elsaesser, coadiuavato dall'interprete Marija Zivkovic, ha
esposto le ragioni della guerra alla Jugoslavia, le strategie della
preparazione della guerra, ha messo in evidenza la situazione
determinatasi in Kosovo dopo l'occupazione NATO-UCK, ed ha infine
collegato la strategia di questa guerra alle successive e all'attuale
situazione in Iraq.
Elsaesser ha concluso dicendo che il Kosovo dovrà rimanere parte
integrante della Jugoslavia (ora ridotta a Serbia- Montenegro) e
auspicando il rientro delle truppe serbe in Kosovo.

L'attore Beppe Rosso, noto anche per la sua partecipazione al film di
Armando Ceste "Rosso Askatasuna", ha recitato il capitolo "L'ultimo
giorno di Sanja". La lettura, serrata, era accompagnata da musiche
tratte dal recente lavoro di Goran Bregovic, per lo più in lingua rom
e macedone.
Nel successivi dibattito, Maurizio Poletto, di Lavoro e società, ha
ricordato che da tutto quanto emerge la necessità per la sinistra di
ammettere il carattere imperialista e colonialista delle guerre
attuali e la legittimità della resistenza dei popoli.
Un ragazzo dell'associazione di amicizia con la Colombia, ha messo in
evidenza la dura vita dei sindacalisti colombiani, soprattutto donne,
in continuo pericolo di vita: esiste una fondazione a nome di
Raffaello Renzacci, della Camera del lavoro di Torino, che si propone
di aiutare queste donne.

Nel corso della serata e' stato anche proiettato il video "Foto
ricordo", la cui anteprima assoluta si era tenuta la sera precedente a
Condove in Val di Susa nell'ambito del locale festival del
cortometraggio. "Foto Ricordo" e' un breve film sul tema delle vittime
jugoslave delle guerre coloniali degli ultimi decenni - dai
giovanissimi martiri di Kragujevac (1944) ai lavoratori immigrati
sfruttati nel Nord Italia (2003), passando attraverso Sanja Milenkovic
(1999) - quella, appunto, de "L'ultimo giorno". Su "Foto Ricordo" vedi
anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3411

Rino, del CNJ, si è "improvvisato" tecnico sia per il video che per le
musiche. Alla fine della serata sono state vendute tutte le copie
rimaste del libro "Menzogne di guerra".

4. TRIESTE 9 APRILE

Inferiore la partecipazione alla serata con Elsasser svoltasi a
Trieste, presso il Circolo della Stampa.

La distribuzione di centinaia di volantini (molti bilingui
italiano-sloveno), l'invio di numerose e-mail, e persino
l'organizzazione di una conferenza stampa di presentazione della
iniziativa (il giorno prima nella sede del gruppo consiliare PRC in
Regione) non hanno potuto molto evidentemente di fronte a condizioni
atmosferiche pessime, con bora e pioggia forte, che hanno certo
scoraggiato molto la partecipazione.
C'e' comunque da aggiungere che la "piazza" triestina risulta tuttora
molto difficile per iniziative-dibattito libere ed autonome sulla
questione jugoslava, questione da sempre "ostica" in certi ambienti
sul confine orientale. La consistente comunita' serba di Trieste (sia
quella "autoctona" che quella dei lavoratori immigrati recentemente ed
a causa della guerra) dopo il 1999 e' apparsa sempre piu' difficile da
coinvolgere: pesa certamente il clima politico in Serbia, che dopo il
colpo di Stato del 5 ottobre 2000 e' viziato da una ventata
reazionaria e filo-occidentale, che tende a rimuovere la memoria della
aggressione della NATO ed a silenziare le voci critiche, e da un clima
culturale bigotto e revisionista.
Paradossalmente piu' presenti a queste iniziative, a Trieste, sono
personalita' progressiste della comunita' slovena.
Alla conferenza stampa era ad esempio presente solo il Primorski
Dnevnik, quotidiano della minoranza di lingua slovena della Venezia
Giulia, mentre hanno preferito tenersi "alla larga" i giornalisti
italiani. Simile era stato l'atteggiamento dei giornalisti anche in
occasione del convegno organizzato come CNJ nel novembre 2002 [vedi:
https://www.cnj.it/TRIESTE161102/index.htm ]
il quale, malgrado lo sforzo di presentazione, il livello degli
invitati e l'oggettivo interesse dei contenuti, aveva visto in fondo
solo poche decine di partecipanti.

Di contro, maggiore fortuna hanno a Trieste iniziative di taglio piu'
culturale e solidaristico: tanto per fare un esempio recente, solo un
mese prima, una serata di poesia contro la guerra con cena di
solidarieta' a seguire aveva visto piu' di quaranta persone presenti e
centinaia di euro di incasso. In generale, la campagna sulle "adozioni
a distanza" dei figli dei lavoratori della Zastava di Kragujevac a
Trieste e dintorni riscuote crescente successo, e va coinvolgendo
sempre di piu' realta' importanti - associative, politiche, sociali e
persino commerciali. Sempre piu' rilevante e' anche il coinvolgimento
e l'appoggio della federazione di Trieste del PRC in tutte queste
attivita'.

Gli organizzatori della iniziativa di Trieste riferiscono comunque di
un intervento interessantissimo, da parte di Juergen Elsaesser, e di
un dibattito di buon livello. Sono state vendute un'altra decina di
copie del libro "Menzogne di guerra", libro che a Trieste e dintorni
nell'ultimo anno e mezzo ha avuto una diffusione notevolissima e per
molti versi sorprendente.


(a cura di Andrea, Ivana, Tamara e Gilberto -
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia)


=== ALLEGATO ===

Apr 5, 04

incontro con jurgen elsaesser : testo integrale

(fonte:
http://www.exju.org/archivio/incontro_con_jurgen_elsaesser_testo_integrale_=
e_immagini.html
)

"...credo che sulla storia di questa guerra e sulle sue vittime sia
stato detto a sufficienza in questa storia, "l'ultimo giorno di
sanja", che è appena stata recitata; vorrei aggiungere qualcosa
piuttosto sulla continuazione delle aggressioni dopo la guerra del
'99. il kosovo è stato "liberato" dalla NATO con il pretesto della
salvaguardia dei diritti umani. con questo pretesto, la NATO ha
occupato il kosovo con quarantamila soldati, e vale la pena chiederci
- dopo questo dispiegamento di forze militari - le cose a che punto
stanno. la situazione in kosovo oggi è peggio di quanto sia mai stata
in precedenza: delle minoranze non albanesi, oltre la metà è stata
espulsa. precisamente 233.000 persone, secondo le cifre fornite dalla
croce rossa. secondo le cifre fornite dal governo di belgrado
sarebbero addirittura 350.000, gli espulsi. in ogni caso, i due terzi
della popolazione non albanese del kosovo è stata espulsa. una tale
proporzione di popolazione albanese non si è mai trovata in fuga,
neppure nei momenti peggiori della storia della regione. ciò
nonostante, soltanto quando si trattava di albanesi si sono udite
parole come "oppressione" e "diritti umani da tutelare". ora che sono
i serbi e i rom a essere espulsi, le notizie le troviamo soltanto sui
trafiletti nascosti dei giornali. dall'ingresso NATO in kosovo sono
stati uccise 2500 persone di etnia non albanese. queste sono le cifre
fornite dal premier serbo zivkovic lo scorso novembre, un ministro
comunemente considerato filo-NATO. in merito a queste stragi non è mai
stata avviata nessuna inchiesta: nessun albanese è mai stato portato
in tribunale accusato di aver assassinato un rom o un serbo. gli unici
casi di sentenza per omicidio riguardano esclusivamente albanesi che
hanno ucciso altri albanesi. e queste sono le cifre di amnesty
interational pubblicate il mese scorso. una particolare attenzione
meriterebbe una di queste stragi, su cui non è mai stata fatta luce:
l'assalto all'autobus nis express nei dintorni di podujevo, in cui
furono uccisi sedici bambini. la polizia all'epoca arrestò cinque
persone, delle quali quattro furono immediatamente rilasciate. il
quinto venne trattenuto nel centro di detenzione ONU perché dalle
indagini risultò che si trovasse sul posto al momento dell'attentato.
a pochi giorni dall'inizio del processo, il detenuto venne prelevato
dalle truppe della NATO e così salvato dal procedimento giudiziario.
gli americani l'hanno portato nella loro base militare di camp
bondsteel; la base di camp bondsteel è la più grande base militare
americana costruita dopo la seconda guerra mondiale: ciò nonostante
l'imputato è riuscito a "fuggire" da questa gigantesca struttura
militare. così, l'attentato ai danni del nis express è rimasto senza
colpevoli. l'ONU e la NATO violano in continuazione la risoluzione
1244 delle stesse nazioni unite. la risoluzione 1244 sarebbe la
ragione per cui le truppe NATO e le forze ONU sono presenti sul
territorio; in barba a questo sia la NATO che l'ONU violano
sistematicamente quanto stabilito dalla risoluzione. ad esempio, la
risoluzione afferma che il kosovo è a tutti gli effetti una regione
del territorio della federazione serbo-montenegrina. ma l'ONU ha
permesso che l'unità commerciale fra il kosovo e la federazione
venisse distrutta introducendo come moneta ufficiale il marco tedesco,
e in un secondo tempo l'euro. in più, dalla scorsa estate, grazie
all'intervento del responsabile dell'ONU in kosovo steiner, l'unione
doganale con la federazione serbo-montenegrina è stato di fatto
interrotta, mentre sono state aperte tutte le possibili unioni
commerciali con lo stato albanese. la risoluzione 1244 prevedeva
inoltre il disarmo delle milizie albanesi; in verità sono state
consegnate solo 10.000 delle 30.000 armi in mano ai guerriglieri
dell'UCK. gran parte dei miliziani sono stati assunti nel cosiddetto
"corpo di protezione del kosovo", il TMK. a capo di questo sedicente
"corpo di protezione civile" c'è agim ceku, che era anche a capo
dell'UCK. questo "corpo di protezione del kosovo" è stato anche autore
delle aggressioni a danno della macedonia nel 2001. queste aggressioni
messe a segno in territorio macedone sono state organizzate in kosovo,
e la parte da cui le unità hanno sconfinato è quella di competenza dei
militari tedeschi. l'allora presidente della macedonia scrisse una
lettera a kofi annan denunciando l'accaduto: uno stato sovrano veniva
aggredito da parte di un territorio sotto egida delle nazioni unite.
se teniamo conto di questi precedenti non ci devono meravigliare gli
atti terroristici subiti dai non albanesi in kosovo due settimane fa.
attacchi organizzati da parte di nazionalisti albanesi in tutta la
regione, che stando alle cifre ufficiali hanno ucciso 30 persone, ne
hanno ferite mille, hanno mandato in cenere 500 villaggi serbi e 30
fra chiese e monasteri medievali. quanto è accaduto ha avuto di fatto
l'aspetto di un pogrom di stampo antisemita, nello stile della russia
dei vecchi tempi. durante i pogrom dei nazisti contro gli ebrei, poi,
la propaganda si inventava che gli ebrei avessero avvelenato i pozzi,
per giustificare le violenze perpetrate. in modo analogo, in questi
ultimi avvenimenti in kosovo si è detto che il casus belli fosse il
fatto che alcuni serbi avrebbero dato la caccia a due bambini albanesi
poi caduti in un fiume e annegati. la notizia è stata divulgata dai
media albanesi martedì 16 marzo, al principio delle aggressioni. io
non so come abbiano trattato la notizia i media italiani, ma in
germania per molti giorni i media hanno semplicemente divulgato la
notizia, sebbene la polizia dell'ONU avesse già smentito il tutto dopo
sole 24 ore, e la polizia ONU stessa avesso chiarito le cause di
quello che è stato un banalissimo incidente. la polizia ONU ha
interrogato un terzo ragazzo albanese presente durante l'incidente, e
il fatto si è rivelato essere solo una tragedia casuale: i bambini
sono annegati mentre si sfidavano fra loro in un gioco pericoloso in
riva al fiume. nessuna persona di etnia serba era presente sul luogo
dell'incidente. ma la smentita non è stata ripresa dai giornali
tedeschi, e quando è stata pubblicata, in trafiletti poco visibili,
molti giorni dopo, l'effetto propaganda era stato comunque ottenuto.
voglio farvi anche notare che i media tedeschi non hanno pubblicato
nessuna fotografia delle vittime serbe del pogrom. non posso fare a
meno di aggiungere che l'impressione che io ne ricevo è che si tratti
di una manipolazione della diffusione delle notizie. io lavoro per un
giornale di sinistra, e noi naturalmente abbiamo cercato di coprire
gli eventi. quando ho scritto il mio pezzo sul pogrom avevo la
necessità di fotografie che illustrassero il mio articolo e ho
domandato alla redazione fotografica di trovarmi le immagini adatte.
mi è stato risposto che le agenzie stampa non avevano inviato nessuna
fotografia delle vittime serbe o dei danni causati ai villaggi serbi e
ai luoghi di culto ortodossi. le uniche foto che sono state scattate e
che noi abbiamo ricevuto sono state le immagini delle due moschee a
nis e a belgrado che nella notte di proteste qualcuno ha incendiato.
in pratica, abbiamo avuto 30 chiese e monasteri ortodossi in fiamme e
due moschee in fiamme, ma le fotografie disponibili erano solo quelle
delle due moschee. tutto questo ha creato la falsa impressione che gli
scontri fossero interetnici e di carattere simmetrico. è stato anche
impressionante il comportamento dei soldati NATO durante il pogrom. mi
limito a descrivere il comportamento delle truppe tedesche perché sono
quelle di cui dispongo di informazioni più precise. il comando tedesco
ha sede a prizren; nel pomeriggio del 18 marzo un vasto gruppo di
albanesi si è diretto verso il quartiere serbo dove erano rimasti 100
serbi (dei 10.000 che abitavano a prizren prima del '99). i soldati
tedeschi hanno evacuato i serbi, però non hanno fermato gli albanesi
dall'entrare nel quartiere: sono entrati e hanno distrutto tutto,
chiese e case. il comandante in carica ha giustificato l'indifferenza
delle sue truppe dicendo che non poteva certo dare l'ordine di sparare
su una folla di civili fra cui c'erano alcuni bambini. trovo strano
che proprio adesso i bambini siano un ottimo alibi per non
intervenire; nel '99, quando i tedeschi hanno bombardato la serbia,
nessuno si è posto il problema dei bambini. gli stessi soldati che
hanno bombardato i civili in serbia adesso si compiacciono di essere
non-violenti, e pare che non sappiano come fermare una manifestazione.
io vi posso confermare in realtà che la polizia tedesca sa benissimo
come procedere quando si tratta di fermare una manifestazione a
berlino o ad amburgo. è molto chiaro che i serbi in kosovo non possono
aspettarsi alcuna protezione da questi 18.000 tedeschi della NATO. per
proteggere i serbi servirebbe ben altro, ed elenco in quattro punti
quello che io ritengo che sia necessartio: 1. che venga rispettata
alla lettera la risoluzione ONU 1244; 2. che si dimetta l'incaricato
ONU per il kosovo holkeri, che ha minimizzato il pogrom liquidandolo
come un "conflitto interetnico"; 3. che vengano arrestati
immediatamente gli esponenti dell'UCK quali thaci e ceku; 4. infine,
che le forze dell'ordine serbe vengano autorizzate a rientrare in
kosovo a protezione della popolazione serba."

[jurgen elsaesser, circolo culturale marchesi, milano, 4 aprile 2004]

by babsi @ April 5, 2004 03:54 AM