Da: ICDSM Italia
Data: Lun 12 Lug 2004 00:46:26 Europe/Rome
A: icdsm-italia @ yahoogroups.com
Oggetto: [icdsm-italia] Avvocato di Skopje dichiara guerra alla NATO e
all’Aia


http://www.resistenze.org/sito/te/po/ma/poma4f26.htm

www.resistenze.org - popoli resistenti - macedonia - 26-06-04

Fonte: © Osservatorio sui Balcani


Avvocato di Skopje dichiara guerra alla NATO e all’Aia


Un legale di Skopje, ex giornalista, annuncia in pubblico una storia
incredibile: funzionari della NATO e del Tribunale dell’Aia avrebbero
pagato dei testimoni per fornire prove false sui crimini di guerra nel
2001. Da Skopje la nostra corrispondente

(22/06/2004)

Da Skopje scrive, Stojanka Mitreska


La Macedonia tra poco potrebbe trasformarsi in una fonte feconda, che
potrebbe essere una buona fata o una musa per quegli scenaristi che
fino ad oggi non hanno visto né hanno avuto intenzione di filmare delle
soap opera di azione o di spionaggio, proprio qui, nei Balcani. Non si
tratta di una barzelletta che raccontano i Macedoni, e non si tratta di
esagerazioni, ma bensì si tratta di una qualificazione della realtà che
accade in questo Paese e ciò proprio nel momento in cui si ritorna a
parlare dei fatti del 2001. Appena si è iniziato a parlare dei crimini
di guerra, prima sono iniziate a filtrare informazioni su chi andrà a
fare compagnia a Slobodan Milosevic all’Aia, ma già da un mese si
discute apertamente su tutto questo e si forniscono pure “prove” solo
per far cadere la testa di qualcuno.

Il primo di questa lista nera, come noto, è stato l’ex ministro
dell’interno Ljube Boskovski, o come lo chiamano i suoi accoliti della
VMRO, fratello Ljube, il quale tempo fa è fuggito in Croazia perché
sospettato, secondo quanto affermato dal Ministero degli Interni, di
essere il principale responsabile del caso “Rastanski lozja”, dove sono
stati uccisi sei Pakistani e un Indiano in una località nei pressi di
Skopje, perché avrebbero coltivato dei piani criminali: attaccare le
ambasciate straniere in Macedonia.

La storia su Boskovski è finita come è iniziata: poco seriamente e
senza prove. Era un uomo sospetto tanto quanto lo stesso governo che lo
ha accusato poco seriamente e che aveva annunciato che non avrebbe mai
lasciato la Macedonia, ma due giorni dopo tali gesti patriottici, si
stava già abbronzando al sole dell’Adriatico. E appena tutto questo
polverone ha coperto le tracce di Boskovski e le prove sui suoi
mostruosi piani, ecco che all’opinione pubblica giunge un’altra storia,
piuttosto irreale, perché le prove ancora mancano all’appello.

Si tratta di un avvocato di Skopje, Ignjat Pancevski. La scorsa
settimana Pancevski ha buttato benzina su quel fuoco che ancora brucia
sia tra i Macedoni che tra gli Albanesi. L’avvocato di Skopje ha
tentato di aprire un altro dossier sul 2001. E con ciò ha sconvolto non
solo il pubblico macedone, ma anche quello internazionale, affermando
di avere le prove che alti ufficiali della NATO e del Tribunale
dell’Aia per i crimini di guerra, avrebbero pagato un’enorme somma di
denaro per poter proteggere della gente che avrebbe poi testimoniato
falsamente sui massacri verificatisi in Macedonia al tempo della crisi
militare di tre anni fa. L’avvocato afferma che funzionari stranieri
hanno offerto denaro sia agli Albanesi che ai Macedoni, e che sia gli
uni che gli altri hanno poi chiesto la sua difesa.

Pancevski è un avvocato piuttosto conosciuto, e un tempo è stato pure
giornalista, l’altro ieri per il quotidiano “Vreme” ha dichiarato che
nei prossimi giorni rivelerà i nomi di tutti i funzionari che sono
immischiati in questo scandalo finanziario di primo ordine e che sta
preparando un dossier che desidera consegnare personalmente alla
procuratrice dell’Aia Carla del Ponte. Forse la gente sa che l’avocato
Pancevski, come ex giornalista, è eccezionale quando deve rivelare
qualche notizia e quando deve costruire una qualche storia per la prima
pagina; sicché non ha preso sul serio queste sue dichiarazioni,
espresse durante la conferenza stampa della scorsa settimana. Tuttavia
“Vreme” sa per certo che queste dichiarazioni tra gli internazionali
non sono passate proprio inosservate.

Immediatamente dopo che Pancevski ha annunciato che tutto ciò di cui
parla è documentato, è apparso in pubblico anche il portavoce della
NATO. Quest’ultimo molto freddamente ha smentito tutte le accuse e ha
dichiarato:

“Sono sorpreso dalla capacità di alcune persone di creare una notizia
dal nulla. Credo che debba esistere la libertà di espressione e che
ognuno possa dire ciò che vuole. Ma non in modo tale da creare il caos.
Se Pancevski ha delle prove che le presenti. Questa è una offesa per
tutti perché si piazzano delle false informazioni”, ha dichiarato il
portavoce della NATO Craig Ratcliff.

E mentre tutti si aspettavano che questa dichiarazione del portavoce
della NATO richiamasse Pancevski al duello, l’avvocato macedone, che
vanta un’esperienza ventennale, è rimasto in silenzio e solo giorno per
giorno col contagocce ha piazzato una per una le sue informazioni, non
volendo, nemmeno ai giornalisti che gli erano più vicini, fare i nomi
di almeno uno dei funzionari stranieri che sarebbero immischiati in
questo scandalo.

Però, ieri per “Vreme” ha dichiarato che a breve, quando sarà sicuro
al cento per cento che i suoi clienti, i quali sono stati collaboratori
dietro l’offerta di denaro e hanno testimoniato falsamente, spiegherà
tutto per filo e per segno. Alla domanda sul perché si è comunque
rivolto al pubblico con queste accuse seriose quando non è ancora
pronto per andare fino in fondo, Pancevski ha dichiarato che il suo
motivo principale è che è stata messa in gioco la vita di uno dei suoi
clienti, perché agenti stranieri avrebbero cercato di rapirlo nel
centro della capitale macedone. L’intenzione principale, come afferma
l’avvocato Pancevski, era di liquidare questo cliente per ora anonimo,
che ha cercato la difesa del legale di Skopje.

“Dovevo dire all’opinione pubblica tutto quello che so. Il pubblico è
l’unica difesa per il mio cliente. Subito dopo che sono stato a Skopje
ho rivelato le mie intenzioni, agenti stranieri dei servizi segreti
sono giunti in contatto coi miei clienti e li hanno minacciati di
liquidare sia loro che le loro famiglie, nel caso in cui fosse giunta
in pubblico qualsiasi informazione o qualsiasi prova che alcuni alti
funzionari della NATO e del Tribunale dell’Aia hanno pagato i
testimoni”, ha dichiarato Pancevski.

L’avvocato afferma di essere in possesso di video, fatture per quanto
denaro è stato speso per le false dichiarazioni e altri materiali come
prove. Pancevski afferma di essere consapevole che ciò che sta facendo
ha il favore delle persone ai vertici della NATO e del Tribunale
dell’Aia perché quelli che hanno montato la storia e il mostruoso
scenario lo hanno fatto senza informare la centrale della NATO.

“Sono sicuro che i responsabili della NATO e del Tribunale dell’Aia
appoggeranno la difesa dei miei clienti perché si tratta di persone che
devono amministrare grandi somme di denaro, per questo gli servono casi
concreti. Credo che mi sostengano perché secondo tutte le convenzioni
internazionali e tutti gli accordi è vietato l’abuso di posizioni di
potere”, conclude Pancevski.

D’altra parte quest’uomo che afferma di voler proseguire sulla strada
che ha intrapreso finché non rivelerà i colpevoli per ciò che è
accaduto tre anni fa, è stato forse il primo avvocato in Macedonia che
ha iniziato a parlare pubblicamente dei crimini di “Vejce”, dove sono
stati massacrati otto membri delle forze armate macedoni e della
polizia, così come del caso “Karpalak” quando sono stati uccisi nove
riservisti.

“Quello che succede è un grosso scandalo e una grande vergogna. Ho
tutte le prove che alti funzionari della NATO e del Tribunale hanno
tentato illegalmente di addurre prove false per alcune situazioni che
si sono verificate nel 2001. Sono coinvolti nomi noti, ma non posso
ancora renderli pubblici a causa degli interessi e della difesa dei
miei clienti. Tutte le prove sono preparate in più copie e depositate
in diversi luoghi per impedirne la distruzione. Tutta la verità sarà
presto resa nota”, afferma Pancevski.

La cosa interessante di tutta questa storia è che nessuno degli organi
ufficiali, almeno non pubblicamente, si è interessato a ciò che dice
quest’uomo. Forse anche questo è coperto da un velo come di solito
succede in Macedonia, un Paese che sta ancora imparando cosa è uno
stato di diritto che non può essere selettivo quando è in questione la
giustizia, e dall’altra parte sogna alla grande su come entrerà a breve
in Unione europea o nella NATO.

 
» Fonte: © Osservatorio sui Balcani


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