Guerra nucleare in Europa

Da Stefano Franchi riceviamo e giriamo:

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Di seguito un articolo uscito oggi (14 luglio 2004) su Il Manifesto in
merito ai progetti di Scudo stellare degli USA.
 
L'Europa, dopo la fine della "guerra fredda", sembra diventare di nuovo
il centro di un possibile confronto nucleare tra grandi potenze
(probabilmente la Siria e l'Iran andrebbero sostituite con Russia e
Cina).
Un tema, quello del disarmo nucleare (a partire dagli USA), che
andrebbe messo tra le priorità del movimento per la pace.
 
Franchi
 
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Lo scudo stellare Usa sbarca in Europa

Washington arruola Polonia, Ungheria e Repubblica ceca nel progetto di
guerre spaziali di Bush. Gli americani costruiranno nel cuore della
«nuova Europa» la più grande base missilistica fuori dal territorio
nazionale. Trattative già a buon punto, rivela il Guardian
MI. CO.

Il progetto di scudo spaziale elaborato dall'amministrazione americana
ha trovato una sponda nella «nuova» Europa che piace tanto al
segretario alla difesa, Donald Rumsfeld, e potrebbe presto poggiare una
terza, ingombrante gamba nel cuore del vecchio continente. Il governo
del presidente Bush ha avviato negoziati con Repubblica ceca, Ungheria
e Polonia - già schierati nella guerra all'Iraq -, per arruolare questi
tre paesi nelle guerre spaziali e farne la base del più grande sistema
di difesa missilistico al di fuori dei confini statunitensi. Un
progetto che rappresenta il terzo nodo di una rete che ha gli altri due
terminali in California e Alaska. La notizia delle trattative,
riportata ieri dal quotidiano britannico Guardian, è stata confermata
dai governi interessati. Secondo l'esecutivo polacco i negoziati per
mettere su il sistema che difenderebbe gli Usa e i suoi alleati da
attacchi con missili balistici sono in corso da otto mesi. «Siamo molto
interessati a far parte concretamente dell'accordo», ha dichiarato
Boguslaw Majewski, portavoce del ministero degli esteri di Varsavia.
Anche da Praga hanno confermato di far parte del progetto.

Le indiscrezioni raccolte dal Guardian parlano di uomini del Pentagono
che già stanno esaminando le montagne nel sud della Polonia, dove
potrebbero essere posizionati due o tre radar, mentre sarebbe la stessa
Polonia a dover ospitare le batterie anti-missile vere e proprie.
Polonia, Ungheria e Repubblica ceca, che sono stati i primi paesi
dell'ex Patto di Varsavia a entrare - nel 1999 - nella Nato non
dovrebbero affrontare alcuna spesa per il progetto americano, ma subire
alcune limitazioni della propria sovranità territoriale. Per le
installazioni radar nella Repubblica ceca si parla di un'area di cento
chilometri quadrati che potrebbe essere dichiarata extraterriroriale e
finire sotto sovranità americana. Il governo statunitense si è
affrettato a precisare che i colloqui sono ancora ad uno stadio
embrionale e che nessuna decisione ufficiale è stata presa.

Se il Pentagono inizierà alla fine di quest'estate a posizionare i
missili anti-missile a Fort Greely, in Alaska, e nella base
dell'aeronautica di Vandenberg, in California, il megaprogetto
nell'Europa dell'est dovrebbe iniziare tra il 2006 e il 2007. Per i
primi due stati l'obiettivo dichiarato è quello di difendersi da un
eventuale attacco dalla Corea del Nord, in Europa invece si tratterebbe
di fronteggiare un'eventuale minaccia mediorientale, da Iran e Siria.

La via a uno sviluppo come quello di una gigantesca base anti-missile
in Europa era stata aperta il 13 dicembre 2001, quando
l'amministrazione Bush decise di ritirarsi dal Trattato Abm del 1972
che metteva al bando i sistemi difensivi contro i missili balistici. Ma
come verrebbe presa dall'alleato russo l'installazione di una simile
piattaforma a due passi da Mosca? Già inizialmente il presidente
Vladimir Putin aveva definito «un errore» la decisione degli americani
di ritirarsi dal trattato Abm.

La natura altamente confidenziale di queste trattative, portate avanti
dal superfalco John Bolton, sottosegretario di stato Usa per il
controllo sugli armamenti, potrebbe far infuriare Mosca. Secondo quanto
rivelato dalla «Arms control association», organismo indipendente per
il controllo sugli armamenti, il ministero della difesa Usa ha già
richiesto un finanziamento per lo studio del progetto. Del resto era
stato lo stesso direttore dell'agenzia di difesa missilistica del
Pentagono, generale Ronald Kadish, a riferire qualche mese fa al
Congresso che «ci stiamo preparando a costruire un terzo sito per
intercettare missili al di fuori degli Usa»