UNA IMMENSA BANDIERA TRICOLORE COPRIVA IL DIDIETRO BUCATO DELLA
DOMINATRICE DEI MARI


Da: i s t c o m @yahoogroups.com
Data: Dom 8 Ago 2004 12:18:55 Europe/Rome
A: i s t c o m @yahoogroups.com
Oggetto: [istcom] la porta...erei italiana

Un commento a questa storia della portaerei italiana.

La cosa in sé è ridicola, una classica buffonata italiana, simile a
quella mussoliniana dei sommergibili.
Ve la racconto.
Fino al 30. aprile. 1940 la marina italiana era la più potente marina
militare del mondo, aveva infatti 100 sommergibili: nessun'altra
potenza aveva un cosi possente schieramento di sommergibili.
All'indomani dell'ingresso in guerra si rivelò appieno tutta la
inconsistenza di questi 100 sommergibili: nel Mediterraneo essi sono
assai poco efficaci e non avevano alcuno strumento di rilevazione a
bordo, per cui al pari della marina militare italiana - corazzate,
incrociatori, ecc. erano perfettamente in grado di individuare il
nemico anche nella notte più profonda non appena la bordata nemica la
centrava.
Furono così annientati decine di sommergibili, quaranta se li prese poi
Hitler, ma non assolsero ad un ruolo nel corso della guerra, mentre la
marina militare inglese nel giro di alcuni giorni affondò nei porti
italiani - Taranto, Napoli, Genova - la flotta militare italiana,
dimostrando di avere già nel 1940 il controllo assoluto e totale del
Mediterraneo.
La portaerei italiana è della stessa razza.
La portaerei in sé non riveste una importanza strategica, se non vi è
tutto il resto - incrociatori, corazzate, fregate, ecc. - e richiede
inoltre tutto un apparato di rifornimento, quindi navi cisterne in
grado di fornire sia gli aerei, che la portaerei stessa.
La portaerei italiana, bello aspectu sed cerebrum non habet, non è che
una media portaerei, giacché ha un limitato trasporto di aerei e per
quanto attiene gli aerei stessi sono di media potenza e quindi una
assai limitata capacità offensiva.
Una portaerei simile ha un senso solo come supporto alle grandi
portaerei, per azioni di medio raggio, di avanscoperta o
retroguardia ad una task force principale. Per intenderci.
Unitamente alla elaborazione di una nuova strategia militare basata
sulle truppe corazzate e la combinata carro armato-aereo per quanto
attiene la guerra terrestre, viene elaborata la combinata aereo-nave
per quanto attiene la guerra sui mari, il cui teorico è il generale
Nimitz. La portaerei diviene quindi un potente strumento di guerra solo
se in combinata con l'aereo e con tutte le altre navi da guerra assieme
alle quali costituisce la task force marina. Diversamente è solo un
pezzo di ferro che galleggia.
E' come avere possenti carri armati e poi avere il trasporto tramite
cavalli e muli, ossia l'ippotraino.
La marina militare italiana non è in grado di costituire una task
force. La portaerei quindi è solo uno spreco - o regalo - di soldi ed
una stupida, e mussoliniana, mi si conceda il termine, mostrata di
muscoli. Diviene regalo e non spreco se e solo se la portaerei italiana
si integra con la task force statunitense, che di recente ha ritirato
dal Mediterraneo alcune portaerei e nella prospettiva dello spostamento
della base navale in Germania nel Mediterraneo con ampliamento della
base militare Nato a Napoli.
Ma fermarsi qui sarebbe ingeneroso verso l'intelligenza e la
genialità italiana, che ha dato prova di sé in maniera superlativa in
questa occasione, superando veramente se stessa: cosa assai difficile.
Ma come si sa il genio italico non ha limiti e confini.
In tutta la storia degli uomini, mai una nave è stata varata ed
inaugurata non ancora pronta.
Ed infatti tale portaerei non è finita e sarà consegnata nel 2007 ed è
stata inaugurata con la parte posteriore non completata, aperta, e dove
l'italica bandiera tricolore è stata chiamata a coprire tale vergogna.
Una inaugurazione con tanto di Capo di Stato, ministri e Stato
Maggiore (*) ma fasulla.
Certo, bisogna proprio stare a corto assai di argomenti, per
prestarsi a simili funzioni di coperchio!
istcom
06. 08. 2004


(*) Ed anche preti e vescovi: vedi sotto (ndCNJ)


http://www.liberazione.it/

Da "Liberazione" del 3 agosto 2004

L'arcivescovo di Genova al varo della nuova portaerei "Cavour",
strumento di morte

Quella benedizione e' una bestemmia

Quello che segue è l'articolo che don Tonio Dell'Olio, coordinatore
nazionale di Pax Christi, ha scritto in occasione del varo della nuova
portaerei italiana "Cavour", avvenuto a Genova lo scorso 20 luglio,
alla presenza del capo dello Stato.


Con in testa il presidente della Repubblica, e a seguire il ministro
della Difesa e il capo di Stato Maggiore della marina, oggi a Genova
inaugurano la nuova e più grande portaerei della Marina militare
italiana. La presenza del presidente della Repubblica dice da sola
della solennità che si vuole conferire al momento. Dice anche
dell'importanza e del significato di questa scelta che farà spendere
all'Italia un bel mucchio di soldi: 900 milioni di euro solo per il
momento. La portaerei infatti viene varata ma non ancora consegnata
alla Marina militare. La consegna avverrà nel 2007 allorquando la nave
sarà attrezzata di tutto punto dei suoi temibili strumenti di morte e
potrà solcare i mari per «essere impiegata in importanti missioni
all'estero» dice laconicamente il dispaccio del ministero. D'ora in poi
anche la Marina italiana potrà vantarsi di «poter finalmente puntare a
missioni internazionali a largo raggio». Aggiungendo poco dopo che la
portaerei «sarà in grado di ospitare anche i velivoli a decollo
orizzontale, come i nuovissimi Joint strike fighters (…) e un
sottosistema missilistico Saam-It Aster 15, due cannoni 76/62 "Davide"
per difesa a corto raggio, tre mitragliere da 25 millimetri Oto-Breda
(…)».
Come si vede si tratta di armamenti che sono molto lontani persino dal
normale impiego nelle cosiddette "missioni di pace" e che non
potrebbero in nessun modo essere considerate armi di difesa del
territorio, quanto di attacco. Il "pregio" di una portaerei infatti
consiste proprio nella possibilità di avvicinarsi all'obiettivo
permettendo l'operatività degli strumenti aeronautici giudicati
insostituibili per le guerre moderne e quelle del futuro. Il capo di
Stato Maggiore della Marina, l'ammiraglio Sergio Braghi, dopo aver
descritto le particolari tecnologie ultrasofisticate dell'imbarcazione
(velocità, capacità di alloggio, adattabilità alle diverse condizioni…)
ha esemplificato dicendo che «può raggiungere velocemente le coste del
Golfo Persico senza bisogno di rifornimento lungo il tragitto e
spendendo solo il 50% del carburante a sua disposizione».
Ma tutto questo rientra nella più classica della retorica militare. Se
rivedessimo oggi i filmati del Duce che inaugura i "temibili" armamenti
dell'epoca in dotazione al nostro esercito, rideremmo. Noi speriamo
sinceramente che anche i nostri nipoti un giorno potranno ridere
amaramente di noi commiserandoci.
Fin qui la retorica che speravamo definitivamente superata e che invece
ritroviamo puntuale e aggiornata. Una grande bandiera tricolore da
record avvolgerà lo scafo al momento del varo che vedrà come madrina di
eccezione una nobildonna discendente di Cavour.
Ma al di là della retorica il cerimoniale compassato prevedeo anche la
presenza dell'arcivescovo di Genova, il cardinal Tarcisio Bertone, già
presidente della commissione Cei Giustizia e Pace. Avrei sperato fosse
lì costretto esclusivamente dal dovere istituzionale dell'ospitalità
nei confronti del presidente della Repubblica e invece ancora il rigido
cerimoniale prevede la benedizione della portaerei.
Ho il vantaggio di scrivere quando l'evento non si è ancora consumato e
per questo lasciate che per un attimo mi lasci andare al sogno, al
desiderio di vedere finalmente i segni tangibili di una Chiesa che vive
per intero la profezia della pace.
Lasciate che pensi che il presule possa avere uno scatto di fierezza
evangelica e rifiutarsi di compiere quel gesto perché non si benedicono
mai gli strumenti di morte in nome del Dio vivente.
Il varo di una portaerei che sarà armata di tutto punto non è un segno
di fiducia e di speranza nel domani. E' una minaccia verso i popoli del
Mediterraneo e verso tutte le nazioni alle quali dovremmo piuttosto
aprirci con fiducia e senso di amicizia.
Non si benedice una portaerei perché è destinata a portare distruzione
e morte esattamente come Sua Eminenza si rifiuterebbe certo di benedire
la sala ospedaliera in cui si praticheranno le interruzioni di
gravidanza. Il comandamento tu non uccidere non ammette deroghe o
cedimenti perché sarebbe la negazione stessa della vita in cui splende
la presenza di Dio. In questo caso quella benedizione suonerebbe come
una bestemmia!
Non si benedice uno strumento di morte che ha già ucciso tutti coloro
che sarebbero stati salvati dalla morte per fame o malattia se quei 900
milioni di euro fossero stati investiti in programmi di sviluppo.
La benedizione cristiana poi in questo senso sarebbe di certo una
contraddizione più grande di una portaerei.
Nel nome del Padre che è il creatore si benedirebbe forse un simbolo
tanto potente della de-creazione?
Nel nome del Figlio che ci salva dalla morte offrendo se stesso alla
morte e perdonando i suoi uccisori, si benedice uno strumento che
pretende di salvarci arrecando la morte agli altri?
Nel nome dello Spirito Santo che vivifica e sostiene il mondo intero,
si può mai benedire ciò che sopprime ogni alito di vita?
Per queste ragioni voglio continuare a sperare e a pregare affinché il
cardinal Bertone scelga piuttosto di pronunciare un discorso e una
preghiera a favore della pace, della comprensione tra i popoli, del
rispetto dei diritti e della giustizia, della promozione e del
riconoscimento della dignità di ciascuna donna e ciascun uomo che
abitano questo pianeta. Questa vita, delle donne e degli uomini che
lavorano, sperano, si affaticano, amano, sorridono, danzano e cadono,
il Signore si degna ancora di ricolmare di benedizioni.

Tonio Dell'Olio