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Dall’Archivio: Giugno 2004


Il Partito Comunista di Slovenia non riconosce la disgregazione della
RFS di Jugoslavia


Il PCS dichiara di non riconoscere la disgregazione forzata e
anticostituzionale della Repubblica Federativa Socialista di
Jugoslavia, ed in particolare l’abrogazione illegale delle
organizzazioni della Lega dei Comunisti; basandosi su e sottolineando
tutte le decisioni dell’AVNOJ [Fronte antifascista popolare di
liberazione della Jugoslavia], dichiara che, come allora, i popoli
jugoslavi non hanno mai riconosciuto la disgregazione fascista e
imperialista della Jugoslavia, e nemmeno ora la disgregazione e
frantumazione della RFSJ da parte delle forze unite antisocialiste, sia
quelle dall’estero che quelle dai territori della RFSJ. Dichiara
inoltre che, nello spirito dei principi socialisti sul diritto
all'autodeterminazione, proporrà la riunificazione ed il rinnovamento
della RFSJ nell’atto e nella forma di una democratica dichiarazione
sulla quale si esprimerà la maggiorparte della popolazione.

Negli anni 90, le forze unite antisocialiste, dall’estero e
dall’interno - i cosiddetti fattori esterni ed interni - hanno spaccato
la RFSJ con una routine di propaganda, con macchinazioni e menzogne,
stravolgendo i problemi, cioè imponendo la priorità di formare
staterelli con sistema capitalistico, contro il sistema socialista di
autogestione della RFSJ, schivando cosi' abilmente
un’autodeterminazione alternativa dei cittadini in favore del sistema
socialista o di quello capitalista. Nel processo distruttivo della
Jugoslavia hanno usato mezzi e metodi in chiaro contrasto con le norme
giuridiche, formalmente acquisite e verificate nelle relazioni
internazionali ed inserite nella Carta delle NU. Concretamente: il
divieto dell’intromissione negli affari interni di uno Stato e della
pianificazione della sua distruzione. Hanno organizzato ed usato gli
appartenenti di poteri borghesi spodestati e rampolli delle formazioni
armate occupatrici nella II Guerra mondiale, carrieristi, profittatori,
criminali ed altri traditori.

Con una propaganda che ha superato le fandonie della propaganda
fascista nella II Guerra mondiale, hanno lanciato false accuse di
disuguaglianza nazionale tra i popoli slavi incitandoli a scontri
nazional-religiosi con il chiaro intento di indurli alla reciproca
distruzione.

La barbara borghesia al potere, con una denazionalizzazione e
privatizzazione selvaggia dei beni nazionali e sociali, naturalmente ha
tolto ai lavoratori i diritti sociali acquisiti nel socialismo -
l’autogestione del lavoro, le decisioni sul reddito, sulla sanità e
sull’educazione gratuita, la previdenza sociale e lo sviluppo di ogni
singolo e famiglia - insieme a tanti altri diritti. Ha troncato i
percorsi di una vita comune e fruttuosa attraverso l’instaurazione di
frontiere statali, ed ha interrotto la cooperazione economica,
culturale, scientifica e le altre forme di cooperazione necessarie per
un comune sviluppo. Il saccheggio, la corruzione, la criminalità, la
distruzione morale e l’indebitamento oltre misura presso gli
sfruttatori stranieri sono stati un perfido inganno ai danni del popolo.

Nonostante il loro arresto, però, gli ideali dell’AVNOJ di unità e
fratellanza, di giustizia e di verità, per una più larga democrazia,
per una più completa felicità sia individuale che collettiva, senza i
quali non c'e' progresso nella civiltà, non sono stati distrutti.

Sono gli sfruttatori ad organizzare i conflitti, le crisi, il caos, gli
scontri, le guerre e tutto quello che esse comportano.

Invitiamo tutti i cittadini, cioè le masse popolari, la classe operaia,
i contadini, gli intellettuali, ad unire le proprie forze insieme al
proprio animo, contro tutte le disgrazie e pericoli delle minacce che
provengono dagli sfruttatori, e per la sicurezza dei popoli slavi.

30.5.2004

Comitato Centrale del PCS
Sezione Litorale sloveno

(Traduzione a cura del CNJ)