Esiste ancora il diritto di denunciare la politica di Bush?

Elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova

Giovedì, 7 ottobre 2004 i server che ospitano la maggior parte dei siti
di Indymedia, fra cui quello italiano, sono stati sequestrati
materialmente dalla FBI negli uffici londinesi del provider USA
Rackspace, uno dei maggiori provider internet degli Stati Uniti. La
giurisdizione dell’FBI si è estesa perfino sul territorio britannico, e
questa azione costituisce un attacco mirato alla rete di informazione
alternativa e indipendente più diffusa nel mondo. Sembra che l’azione
si inquadri in un’indagine sul terrorismo internazionale: una corte
Statunitense, sollecitata dalle magistrature svizzera e italiana, ha
fatto riferimento al Mutual Legal Assistance Treaty (MLAT), un
protocollo che stabilisce le procedure di mutua assistenza fra gli
Stati durante indagini sul terrorismo internazionale, i rapimenti e il
riciclaggio di denaro. L’indagine non riguarda gli Stati Uniti ma è una
forma di collaborazione e di cooperazione con autorità internazionali
per la sicurezza. Comunque tutto viene avvolto da una coltre di
riservatezza e di censura. Il MLTA è un accordo internazionale che ha
preceduto il Patriot Act, la norma che con la scusa del terrorismo
internazionale ha attribuito enormi poteri sovranazionali agli Stati
Uniti e alle loro agenzie di sicurezza. Ad esempio viene consentito
all’FBI il sequestro di hard disk di agenzie di informazione
internazionali, senza alcun obbligo di motivare la causale del
provvedimento, e così è avvenuto il sequestro informativo censorio e
piratesco.
Ma dall’articolo che segue si comprende bene che da qualche tempo è in
atto un attacco subdolo, capillare, capzioso, ma di una assoluta
violenza, contro qualsiasi fonte informativa che mette a nudo
l’illegalità di prassi e la prepotenza nelle azioni di tutti i poteri
degli USA, dei loro alleati e della NATO. Le guerre detestabili
dell’imperialismo USA vedono la loro continuità nella guerra contro la
libertà di espressione, per condizionare l’opinione pubblica e
assoggettarla a sostenere e difendere gli interessi particolari di
dominio della società.


Wolfowitz (Pentagono) pretende 265.000 euro dall’editore di Michel
Collon !

di Vanessa Stojilkovic

265.000 euro?! Questa somma enorme viene pretesa dall’azienda Hasbro
nei riguardi della casa editrice EPO per avere pubblicato il libro di
Michel Collon «Monopoly -
L'Otan à la conquête du monde – Monopoli - la Nato alla conquista del
mondo ».   Hasbro ha intentato presso la corte di Parigi un processo
per una pretesa “contraffazione” del suo gioco “Monopoli”. Ma chi muove
i fili di questa azienda? Paul Wolfowitz. Sì, proprio lui, il numero 2
del Pentagono, il Ministero della Guerra di Bush. Diversi segnali
mostrano che questo attacco è politico…

La multinazionale US Hasbro ha citato in giudizio l’editore EPO davanti
al tribunale di Parigi, in data 16 maggio 2003, pretendendo “150.000
euro per danni materiali ai suoi marchi, 100.000 euro per…parassitismo
e 15.000euro per spese processuali”.
Ma perché proprio a Parigi, dal momento che questa casa editrice
risulta Belga?
Perché i tribunali francesi sono noti per essere i più severi in
materia di libertà di espressione e di diritto all’imitazione grottesca.
Il 9 luglio 2004, la terza sezione della Corte di Appello del Tribunale
di Parigi ha dato ragione a Hasbro - Monopoly e ha condannato l’editore
al pagamento di 20.000 euro. L'editore ha deciso di ricorrere in
appello.

Si tratta di una semplice vertenza commerciale e giuridica?
Assolutamente no:

1° Il pretesto « giuridico » è grossolano :
Hasbro pretende di essere « vittima di contraffazione » dato che Michel
Collon ha pubblicato la sua magistrale analisi della strategia globale
USA sotto il titolo “Monopoly - L'Otan à la conquête du monde”.
Giuridicamente la manovra è grossolana, visto che la proibizione di
utilizzare marchi commerciali esistenti è diretta ad impedire atti
cosiddetti di ‘concorrenza sleale’. Ora, un libro di analisi politica
evidentemente non fa alcuna concorrenza alla vendita di un gioco di
società! Forse, il libro di Michel Collon ha dato fastidio agli
ambienti dell’amministrazione USA, in quanto vi è esposta la strategia
Statunitense sulla guerra globale e vi sono state smascherate le loro
pretese menzognere.
Ma chi avrebbe potuto asserire, senza suscitare delle grasse risate,
che questo libro avrebbe fatto abbassare nel mondo le vendite del gioco
“Monopoli”?
Dunque, l’obiettivo è un altro!

2° Nel Consiglio di amministrazione di Hasbro vi troviamo Paul
Wolfowitz.
Vice-ministro della Guerra di Bush, è lui il ‘teorico’ che dopo il 1991
ha preparato la Strategia degli Stati Uniti della « guerra globale ». È
lui che, per primo, ha spinto Bush ad attaccare l’Iraq. Senza dubbio,
alla sua nomina nell’amministrazione Bush, ha sospeso questa attività
decisamente lucrativa (con Mattel, Hasbro è uno dei due giganti
mondiali che dominano l’industria del giocattolo). Ma negli USA affari
e politica sono come « vasi comunicanti » con dei frequenti avanti e
indietro. Anche lo stesso Dick Cheney ha abbandonato i suoi incarichi
in Halliburton, ma è assolutamente cosa sicura che lui continua a
tirarne i fili.
Fra gli amministratori di Hasbro troviamo anche Marie-Hélène Kravis. Un
nome poco conosciuto, ma si tratta della moglie di uno degli uomini più
ricchi del mondo. La coppia è collegata al complesso
militar-industriale USA e a Israele (servizi segreti e lobby del
Congresso giudaico mondiale: vedere più avanti « Chi si cela dietro
Hasbro? » e « Wolfowitz, l’ideatore della guerra globale »).

3° L’obiettivo è chiaramente quello di far dichiarare fallimento
all’editore. La casa editrice EPO, attiva in Francia e in Belgio, si è
segnalata in questi ultimi anni per avere pubblicato molti libri di
rilievo sull’imperialismo USA.
Citiamo solamente « 11 septembre » di Franssen, « Palestine » di Lucas
Catherine, come pure i lavori di Calvo Ospina sui collegamenti CIA -
Bacardi - mafia cubana, o come il lavoro di Hassan & Pestieau
sull’occupazione dell’Iraq. (vedi http://www.epo.be/)
La casa editrice EPO si batte con accanimento per conservare la propria
indipendenza a fronte della concentrazione delle importanti case
editrici nelle mani dell’industria e della finanza. Esigere da questo
editore dei risarcimenti così esorbitanti sta manifestamente a
significare di voler impedirgli di continuare la sua attività.

4° É il contenuto politico del libro “Monopoli” che ha posto dei
problemi !
In questo libro, pubblicato nel 2000, Michel Collon ha dimostrato in
modo magistrale che la guerra contro la Yugoslavia non era per nulla
una “guerra umanitaria”, ma annunciava altre guerre, in particolare
quelle contro l’Iraq e l’Afghanistan, cosa che in pratica è stato
confermato.
Era stato messo in evidenza che Washington si batteva per controllare
le vie del petrolio (progetti di oleo-e gasdotti attraverso i Balcani),
controllo che avrebbe permesso agli Stati Uniti l’eventuale blocco dei
rifornimenti energetici all’Europa.
Effettivamente, il crimine di Collon è stato di aver esposto senza
fronzoli la strategia della guerra globale USA.

5° Michel Collon aveva già smascherato Wolfowitz nel suo libro “Poker
menteur”. L'autore belga aveva puntualizzato una relazione di Wolfowitz
poco considerata. Fin dal 1992, Wolfowitz aveva richiesto al Pentagono
di fare di tutto per impedire la comparsa di un esercito Europeo. In un
periodo in cui sembrava che gli USA e l’Europa marciassero ancora di
concerto, Collon aveva indicato che questo rapporto non era altro se
non una dichiarazione di guerra appena camuffata nei confronti
degli…amici Europei.
Analisi che veniva in seguito confermata dagli avvenimenti e
dall’aumento dei contrasti. (riferimento a p.116 di “Poker menteur”)

6° Michel Collon : un uomo da demolire ? Sono dodici anni che questo
autore belga conduce un’azione originale, che molto ha contribuito a
smascherare l’imperialismo degli Stati Uniti. Dopo il celebre
"Attention, médias ! " (1992), i suoi libri, dalle molteplici
traduzioni ed edizioni, presentano ai lettori una analisi strategica
nello stesso tempo globale e minuziosa, con un approccio originale alle
“prove mediatiche” che gli ha valso la reputazione di “esperto nel
braccare mediamenzogne, le menzogne dei mezzi di informazione di massa”.
Co-autore del film di Vanessa Stojilkovic “Les Damnés du Kosovo – I
dannati del Kosovo”, tradotto in sei lingue, Collon è stato invitato a
centinaia di conferenze e dibattiti in tutta Europa e nel mondo.
Analista, ma nello stesso tempo militante contro la guerra, Collon è
stato a capo di missioni internazionali importanti per testimoniare
sulle conseguenze delle aggressioni Statunitensi : i « 15 Belgi sotto
le bombe della NATO » (Yugoslavia, 1999) e i « 120 Ispettori della pace
» (Iraq, 2002). Da tutto questo deriva l’accanimento di Washington!
(http://www.michelcollon-info/bio)

7° Ma soprattutto è stata la denuncia per « crimini di guerra »,
depositata presso il tribunale di Bruxelles contro il generale Franks,
che ha scatenato la collera di Washington. Michel Collon è uno degli
animatori del movimento “Stop Usa”, che ha aiutato le famiglie di 17
vittime Irachene a presentare denuncia per crimini di guerra a
Bruxelles nel 2003 contro il generale Franks, comandante in capo
dell’esercito USA. Basandosi su numerose testimonianze e su un solido
dossier, la denuncia aveva tutte le possibilità di essere accolta.
Ma le minacce di Washington avrebbero obbligato Bruxelles a sopprimere
la sua legge di “competenza universale”.
'Coincidenza' : è avvenuto che la società Hasbro è passata all’attacco
qualche giorno dopo la presentazione di questa denuncia, ma …ben tre
anni dopo l’uscita del libro “Monopoli”. La relazione è chiarissima !

Tutti questi segnali dimostrano che l’attacco di Hasbro – Wolfowitz è
politico. Si ha a che fare con i più importanti rappresentanti
dell’imperialismo USA, con un esempio perfetto di fusione personificata
di interessi economici e politici.
Le guerre detestabili dell’imperialismo USA vedono la loro continuità
nella guerra contro la libertà di espressione, per il monopolio di
Hollywood, di Bill Gates e della CNN. Chiaro?!

Bisogna salvare la casa editrice EPO !

Non è il soldato Ryan, ne’ il presidente Bush che bisogna salvare, ma
le edizioni EPO. Gli editori indipendenti sono sempre meno numerosi in
tutto il mondo, in modo da impedire la pubblicazione di testimonianze,
rivelazioni, analisi dignitose sul militarismo USA, sui maneggi delle
grandi potenze e sulle importanti questioni sociali.
Nel momento in cui il mondo intero si mobilita contro la guerra e
l’imperialismo degli Stati Uniti, l’attacco di Hasbro e di Wolfowitz fa
parte dei tentativi del regime di Bush di mettere il bavaglio alla
contestazione.
Ma, nello stesso modo in cui Michael Moore non si è inchinato quando
hanno tentato di impedire la distribuzione del suo film “Fahrenheit
9/11”, Michel Collon e l’editore EPO hanno deciso di continuare il
combattimento. Si rifiutano di farsi mettere la museruola, qualsiasi
siano i pretesti utilizzati.

Come potete sostenerli in questa lotta ?

1. Diffondendo questa informazione

2. Inviando una e-mail di protesta sui siti della Hasbro a:
http://www.hasbro.com
http://www.hasbro.fr
o scrivendo a: (Hasbro, 1027 Newport Avenue Pawtucket, Rhode island,
02862, USA)

3. Facendo conoscere i titoli delle edizioni EPO, invitando a dei
dibattiti gli autori di questi lavori, aiutando EPO a trovare dei
canali di diffusione
Per contatti: mailto:jos.hennes@...

4. Acquistando, a titolo di solidarietà per coprire le spese
processuali, uno o più esemplari del libro « Monopoly », sia per voi
stessi, sia per donarlo, in particolar modo per la fine dell’anno.
Questo libro esiste in francese, inglese, spagnolo, olandese. La sua
vendita resta autorizzata ancora per qualche settimana, al prezzo di 19
Euro + spese postali.

Inviate il vostro ordine a: mailto:nessa.kovic@... che lo
inoltrerà.
Indicate il vostro indirizzo e-mail o postale per ricevere il modulo di
pagamento!

Per ordinare in inglese, scrivere a Milo Yelesiyevich a:
mailto:serbianclassics@...
Per ordinare in spagnolo, scrivere a Eva Forest a:
mailto:hiru@...
Per ordinare in olandese, scrivere a Jos Hennes a:
mailto:jos.hennes@...


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Chi si nasconde dietro la Hasbro, “rispettabile” ditta di giochi?

di Michel Collon

http://www.anti-imperialism.net/lai/texte.phtml?section=&object_id=23085

Non è solo perché si parla di giocattoli che ci addentriamo in un mondo
di “bambini” e di persone “gentili”. Oggi, il mercato mondiale del
giocattolo si trova nelle mani di due mastodonti che sono riusciti ad
eliminare o a ramazzare quasi tutte le altre società: in testa la
Mattel che controlla in particolare Barbie, la Fisher - Price,
Scarabeo... Quanto alla Hasbro, era una piccola ditta familiare
(Fratelli Hassenfeld) che è decollata
negli anni Sessanta lanciando un gioco militarista, G.I. Joe.
Successivamente, prendendo il controllo di numerose società, è riuscita
a conseguire la proprietà dei marchi di “Monopoli”, “Trivial Pursuit”,
“Playskool”, “Pictionary”, “Cluedo”, “Atari”, “Teletubbies”, dei
prodotti derivati dal “Pokemon” e da “Guerre Stellari”, di
numerosissimi giochi elettronici, di fabbriche di dolciumi e di molte
altre ancora.

Un classico: i profitti di questi due giganti del giocattolo sono
esplosi con la chiusura al massimo possibile di fabbriche negli USA e
in Europa e delocalizzandole verso i paesi poveri del terzo mondo.
Così, nel 2002, la Mattel ha chiuso la sua fabbrica del Kentucky. Ora
sfrutta 39.000 persone nelle sue fabbriche in Asia. Se
la Hasbro impiega direttamente solo 10.000 persone, questo è perché
ricorre
soprattutto al subappalto dai ben noti vantaggi. (1)

Quando acquistate un gioco, state facendo ricco Paul Wolfowitz,
l’ideologo di
Bush?

Dunque, quando acquistate un gioco per voi o per i vostri bambini,
praticamente avete tutte le probabilità di arricchire gli azionisti di
Mattel o Hasbro. E bisogna sapere che il budget medio per i giocattoli
di un bambino dell’Unione Europea si è elevato a 250 euro l’anno.

Così, in mezzo agli amministratori che voi arricchite
involontariamente, si possono trovare persone della buona società. O
gentaglia, dipende dai punti di vista.
Innanzitutto, uno dei più grandi guerrafondai degli Stati Uniti: Paul
Wolfowitz, il numero due di Rumsfeld, ministro della Guerra di Bush,
con cui forma un “tandem perfetto”, secondo il settimanale
ultra-conservatore statunitense “Time”: “Se Rumsfeld è la faccia, la
bocca ed il braccio armato della guerra in Iraq, Wolfowitz, il suo
padrino intellettuale, ne è il cuore e lo spirito”. (2) (vedi articolo
su Wolfowitz, subito dopo)

“Il cuore e lo spirito della guerra” è stato amministratore della
Hasbro fino alla vigilia della sua nomina nell’amministrazione di
George Bush.
E tornerà in Hasbro dopo il suo mandato politico, come molte delle
personalità USA, ferventi praticanti di questo sport redditizio che è
lo yo-yo, l’andare avanti e indietro fra affarismo e politica? È
probabile, ma in ogni modo i collegamenti e gli interessi comuni
rimangono, in modo discreto o palese.
Ecco allora che Dick Cheney, il vicepresidente degli USA, teoricamente
non ha più niente a che vedere con la impresa petrolifera Halliburton
che dirigeva prima dell’assunzione della sua carica politica. Ma lo
scandalo delle “commesse gonfiate” ha dimostrato come lui abbia
utilizzato senza vergogna l’occupazione dell’Iraq per riempire le
tasche di Halliburton e, quindi, molto probabilmente, anche le sue.

(La Hasbro)Legata al complesso militar-industriale e ad Israele

Ma percorrendo l’elenco degli amministratori della Hasbro, si incappa
su un altro nome estremamente interessante, quello di Marie-Josée
Kravis che è, o è stata, amministratrice di Ford, Canadian Imperial
Bank, Vivendi Universal e Hollinger.
Questa società ha collegamenti con la destra più dura degli Stati Uniti
e con i servizi
informativi israeliani, visto che il loro vecchio capo Shlomo Ben Gazit
siede in un consiglio direttivo della Hasbro (3). Inoltre, la stessa
società controlla diversi giornali britannici ed israeliani che hanno
giocato un ruolo assolutamente di primo piano nella questione irachena.

Marie-José Kravis è stata anche amministratrice di Seagram, il cui
fondatore Edgar Bronfman Sr. è presidente della lobby molto influente
del “Congresso Ebraico Mondiale”. Lei siede anche alla direzione di un
think-thank, un centro di elaborazioni ideologiche conservatore degli
USA, l’Istituto Hudson. Bush Senior l’aveva nominata al Consiglio del
Ministero per l’Energia.
Sul sito del Consiglio per gli Affari Esteri, il maggiore organo dove
viene discussa e decisa la politica internazionale degli USA, questa
signora viene presentata come “esperta” in economia internazionale,
politica della cosa pubblica e strategia. (4)

Suo marito, Henry Kravis, occupa il 351° posto della lista Forbes degli
uomini più ricchi del mondo con una fortuna stimata su 1,3 miliardi di
dollari. La sua società, la KKR ha posseduto, o possiede ancora, in
tutto o in parte, diverse imprese significative: Safeway, Union Texas
Petroleum, Duracell, American Re Insurance, Nabisco...

Infine, a coloro che potrebbero stupirsi se un tribunale francese si
mostra forse compiacente verso una società USA, segnaliamo che la KKR è
la principale azionista della società francese elettrica Legrand, il
cui presidente è Ernest-Antoine Seillière, proprietario della Medef,
ovvero il padrone dei padroni francesi (5).
È veramente piccolo il mondo degli affari!

Tra gli altri amministratori attuali della Hasbro, possiamo trovare
anche Jack Greenberg, ex boss di McDonalds, Paula Stern, ex
presidentessa della Commissione per il Commercio Internazionale degli
Stati Uniti, Sylvia Hassenfeld (American Jewish Joint Distribution
Committe) ed Alan Batkin, vicepresidente della Kissinger Associates.
Quest’ultima è una società di consulenza che mette a disposizione delle
multinazionali Statunitensi i consigli sperimentati del “Dottor Henry”,
che è stato il capobanda di
Pinochet e di alcuni dei dittatori più sanguinari del pianeta.

Conclusione: la Hasbro, non è affatto un gioco. Né per le decine di
migliaia di lavoratori del terzo mondo, super sfruttati per il profitto
di azionisti ed amministratori ricchissimi come Kravis e Wolfowitz. Né
per il suo ruolo al fianco delle aggressioni militari Statunitensi ed
Israeliane. La Hasbro è un elemento del complesso militar-industriale
che ha consentito l’insediamento del regime di Bush e la sua guerra
globale.

Note:
(1) Cifre dell'International Council of Toy Industry-Commisione
Internazionale sull’Industria del Giocattolo. Vedere anche Thérèse
Jeunejean, “Le grand jeu de la mondialisation”, Le Ligueur (Belgio),
12/11/2002. Gresea (Belgio), “La face cachée du jouet”, luglio 2002.
(2) http://www.time.com/time/personoftheyear/2003/poywolf.html
(3) Vedere l’indice di Geoffrey Geuens, “Tous pouvoirs confondus”,
edizioni EPO, 2003, che ringraziamo per il loro aiuto prezioso.
(4) Fonte: http://www.kkr.com/
(5) Sull’importanza del Comitato per i rapporti con l’Estero, vedere
Geuens,
idem, p. 84-92. (E Gounet, EM?)

Paul Wolfowitz, l’ideologo della « guerra globale » di Bush

Fra poco potrete trovare questo documento, assieme agli sviluppi del
processo Wolfowitz contro EPO & Collon – sul sito
http://www.michelcollon.info/ che attualmente non è ancora aperto, ma
lo sarà ben presto. Una e-mail vi avvertirà. Voi e i vostri compagni
potrete inserirvi nella lista di ingresso, o cancellarvi.