Da: ICDSM Italia
Data: Lun 1 Nov 2004 13:31:33 Europe/Rome
A: icdsm-italia @ yahoogroups.com
Cc: aa-info @ yahoogroups.com
Oggetto: [icdsm-italia] Milosevic : "Restituitemi il diritto a
difendermi da solo!"


Milosevic : "Restituitemi il diritto a difendermi da solo!"

(traduzioni di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)


1. Processo a Milosevic: i giudici potrebbero intimare ad alcuni
testimoni di deporre (AFP, 18 ottobre)

2. Milosevic : "restituitemi il diritto a difendermi da solo!" (AFP, 21
ottobre)

3. Il processo a Milosevic aggiornato al 9 novembre per la defezione
dei testimoni (AFP, 22 ottobre)

4. Le Monde : Il processo a Slobodan Milosevic volge al pasticcio e
alla confusione (23 ottobre 2004)

5. Un testo choc, un documento di consultazione : il testo integrale
del memoriale di Slobodan Milosevic presentato al Tribunale Penale
Internazionale dell’Aia, il 31 agosto e l’1 settembre 2004

LES TEXTES ORIGINALES, EN FRANCAIS:
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/131
SOURCE:
http://fr.groups.yahoo.com/group/alerte_otan/messages


Nota importante: IL TESTO IN LINGUA ITALIANA DELLA AUTODIFESA DI
MILOSEVIC, IN CORSO DI REVISIONE E CORREZIONE, E' TEMPORANEAMENTE
OSPITATO ALLA PAGINA:
https://www.cnj.it/documentazione/autodifesa04.htm
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)


---( 1 )---

Processo a Milosevic: i giudici potrebbero intimare ad alcuni testimoni
di deporre

(AFP, 18 ottobre)

LA HAYE (AFP) – Lunedì, i giudici del Tribunale Penale Internazionale
per la l'ex-Yugoslavia hanno assicurato che non esiteranno ad inviare
mandati di comparizione al processo a Slobodan Milosevic, visto che la
metà dei testimoni si è sollevata dall’impegno sulla questione del
Kosovo, rifiutando la propria partecipazione.

Questi testimoni recalcitranti protestano soprattutto contro la
decisione del TPI di assegnare d’ufficio all’ex Presidente Yugoslavo
due avvocati, contro la sua volontà.

" Certamente che una citazione a comparire è l’ultima via di uscita,
ma, se tutte le procedure si saranno esaurite, la Corte emetterà dei
mandati di comparizione.", ha dichiarato il giudice Patrick Robinson,
al momento di un’udienza sulle procedure.
"Noi dobbiamo dimostrare ai testimoni che questo processo è di una
importanza fondamentale", ha aggiunto.
Durante la fase riservata all’accusa, i giudici avevano già costretto
alcuni testimoni a a recarsi all’Aia.

Circa la metà dei 138 testimoni convocati per la difesa del Signor
Milosevic relativamente alla questione del Kosovo non vogliono
comparire in tribunale, fintantoché l’ex Capo di Stato non condurrà da
solo la propria difesa, così ha affermato il giudice Robinson, sulla
base delle informazioni fornite alla Corte dagli avvocati assegnati
d’ufficio.

Queste persone testimoni sono esperti, ex membri del regime di Slobodan
Milosevic, comunemente definiti "iniziati", funzionari internazionali
che erano in servizio nei Paesi della ex Yugoslavia, o ancora dei
testimoni di ordine generale sugli avvenimenti nella provincia del
Kosovo.

I giudici sperano che la decisione, che verrà presa dopo il ricorso in
appello contro la designazione degli avvocati, permetterà di sbloccare
la situazione e convincerà alcuni testimoni recalcitranti a venire a
deporre volontariamente.

Giovedì, la Corte d’Appello del TPI esaminerà gli argomenti delle parti
favorevoli e contrari alla designazione dei due avvocati.
Successivamente, la Corte dovrebbe pronunciarsi sulla sua decisione.

Alcuni esperti giuridici dubitano che un’ingiunzione a testimoniare
possa migliorare lo svolgimento del processo, se i giudici d’Appello
confermassero i due avvocati assegnati d’ufficio.

"Un funzionamento al forcipe non sarebbe molto felice ", ha
sottolineato a questo proposito Joël Hubrecht, esperto dell’Istituto
(francese) per gli alti studi sulla giustizia.

"Le citazioni a comparire non costituiscono veramente una soluzione, in
quanto i giudici sono dipendenti dalla volontà degli Stati a farle
applicare, o dal Consiglio di sicurezza, e nel passato si è visto che
gli Stati cooperano più o meno bene", ha spiegato all’AFP Heikelina
Verrijn Stuart, una giurista olandese che segue il processo come
esperta per i mezzi nazionali d’informazione. La giurista trascura che
i testimoni "stanno decidendo di non presentarsi soprattutto per
ragioni politiche", ma invece pensa che sia stata la designazione degli
avvocati a impedire un sostanziale miglioramento allo svolgimento del
processo.
Lei afferma inoltre che "i giudici sembrano ossessionati dalla celerità
del processo, ma non è questo l’argomento più importante", valutando
che Slobodan Milosevic non conduceva poi così male la propria difesa.

I giudici hanno nominato il 2 settembre due avvocati britannici come
assistenti dell’ex Presidente, dato che il processo era stato
interrotto a più riprese in ragione dei problemi di salute di Milosevic
e per questo l’accusa chiedeva che l’autodifesa non fosse ulteriormente
consentita.

Slobodan Milosevic era comparso, dopo il 12 febbraio 2002, per
rispondere a più di 60 accuse di genocidio, crimini contro l’umanità e
crimini di guerra, per il suo ruolo nei tre più importanti conflitti
che hanno devastato i Balcani, negli anni novanta, in Croazia, Bosnia e
Kosovo.
Queste tre guerre hanno fatto più di 200.000 morti.


---( 2 )---

Milosevic : "restituitemi il diritto a difendermi da solo!"

(AFP, 21 ottobre)

Giovedì, 21 ottobre, l'ex Presidente yugoslavo Slobodan Milosevic ha
presentato la sua istanza di reclamo alla Corte d’Appello del Tribunale
Penale Internazionale per l'ex-Yugoslavia, che gli venga restituito il
diritto a difendersi personalmente, sostenuto in questa istanza dai
suoi avvocati d’ufficio, che si sono dichiarati impossibilitati a
sostenere il compito loro assegnato.

"Quello che io voglio, è che mi si renda il diritto alla mia
autodifesa, di chiamare i testimoni e di interrogarli", ha preteso con
enfasi l’ex uomo forte di Belgrado. "Non poso recedere di un passo, in
quanto si tratta di una questione di principio, dalla quale io non
demorderò mai ".

M. Milosevic è intervenuto davanti alla Corte d’Appello del TPI, che
sta esaminando un ricorso contro la designazione d’ufficio degli
avvocati difensori. La Corte a preso questa decisione all’inizio di
settembre, contro il parere dell’accusa, dopo alcuni rapporti medici
che stabilivano che Milosevic non era in grado di assicurare la propria
difesa. La Corte di appello non ha fissato alcuna data per prendere la
propria decisione e martedì 26 ottobre dovranno riprendere le udienze
regolari.

M. Milosevic ha spiegato che l’assegnazione di avvocati era un elemento
di una "campagna che va avanti da tre anni per impedirmi di parlare".
"Nessun avvocato è in grado di rappresentarmi, questo è un processo
politico", così ha dichiarato. "Questo va al di là della competenza di
un avvocato. La verità sugli avvenimenti nella ex-Yugoslavia deve
essere finalmente detta in questo luogo!".

Dal suo canto, l’avvocato britannico Steven Kay, uno dei due difensori
del Signor Milosevic, ha dichiarato la sua impotenza: "Il sottoscritto
e il mio gruppo non riusciamo a svolgere le nostre funzioni. Ci si
inganna se si crede che quella che stiamo mettendo in atto sia una
difesa corretta."
"La gestione spicciola degli atti processuali mi pone in una situazione
etica e professionale difficile ", ha aggiunto, evocando in particolar
modo il "conflitto" e "l'antagonismo" fra l’accusato e lui stesso, e il
rifiuto di numerosi testimoni a difesa a comunicare con lui.
"Io ho provato", ha assicurato Steven Kay, "ma a questo punto è tutto
inutile! Non posso difendere questo caso in modo efficace e corretto".

Un po’ più tardi, il Signor Milosevic ha dato assicurazioni di non
avere "nulla di personale" contro il Signor Kay.

"Se Kay da le dimissioni, tutto diventerà problematico", ha commentato
all’uscita dall’udienza Ana Uzelac, che segue il processo per conto
della Fondazione dell’Institute for War and Peace Reporting (IWPR).
"Teoricamente, esiste una pletora di avvocati che sarebbero ben felici
di assumere l’incarico, ma personalmente non vedo chi potrebbe essere
in grado di riprendere in mano la questione, senza aver bisogno di una
lunga sospensiva".

L'accusa ha fatto di tutto per perorare il blocco degli avvocati,
stimando che il Signor Milosevic stia utilizzando il suo stato di
salute, che si è aggravato per una assunzione di farmaci poco corretta,
per controllare lo svolgimento del processo.
Iniziato nel febbraio 2002, il processo a Slobodan Milosevic è stato
sospeso una dozzina di volte, dato che l’accusato, dell’età di 63 anni,
soffre soprattutto di ipertensione.

"Chi dirige questo Tribunale : l’accusato o i giudici incaricati di
fare questo lavoro?", ha domandato il Procuratore Geoffrey Nice.

Il signor Nice ha denunciato il comportamento "irrazionale"
dell'accusato, che pronuncia discorsi di natura storico-politica senza
evocare i fatti che gli sono addebitati, e alla fine è sbottato:
"Quest’uomo è incapace a rappresentare se stesso!".


---( 3 )---

Il processo a Milosevic aggiornato al 9 novembre per la defezione dei
testimoni

(AFP, 22 ottobre)

Venerdì 22 ottobre, i giudici del Tribunale Penale Internazionale (TPI)
per l'ex-Yugoslavia hanno aggiornato il processo all’ex Presidente
yugoslavo Slobodan Milosevic fino al 9 novembre, non avendo la difesa
più testimoni da far deporre fino a quella data.
Questa decisione, così ha indicato il tribunale in un comunicato, ha
fatto seguito a una dichiarazione degli avvocati difensori d’ufficio
secondo i quali la difesa «non ha più testimoni per la settimana che va
dal 22 al 28 di ottobre».
I giudici avevano previsto già una sospensione del processo per una
settimana a partire dall’1 novembre, e questo significa che questo
processo fiume, che è iniziato nel febbraio 2002, riprenderà il 9
novembre, al termine di due settimane di pausa.

Circa la metà dei 138 testimoni convocati dalla difesa del Signor
Milosevic per la questione Kosovo non vogliono andare a deporre, finché
all’ex Presidente yugoslavo non verrà assicurata la sua autodifesa.
Giovedì, la Corte d’Appello del TPI ha preso in esame un ricorso
sostenuto dai suoi avvocati d’ufficio contro la designazione d’ufficio
di avvocati, che ricusano il Signor Milosevic, dichiarando l’incapacità
a svolgere il loro compito. La Corte d’Appello non ha fissato alcuna
data per pronunciarsi in merito.


---( 4 )---

Le Monde : Il processo a Slobodan Milosevic volge al pasticcio e alla
confusione

di Stéphanie Maupas (23 ottobre 2004)

Lo sguardo scuro, accentuato dalla parrucca bianca tipica degli
avvocati del Commonwealth, il Signor Steven Kay, giovedì 21 ottobre, ha
patrocinato contro se stesso.
Avvocato imposto all’ex Presidente Slobodan Milosevic, il Londinese ha
richiesto alla Corte d’Appello del Tribunale Penale Internazionale per
la ex Yugoslavia (TPIY) di concedere a questo imputato particolare il
diritto a difendersi da solo nelle aule del Tribunale.
"I testimoni non si presentano e l’imputato afferma che io non difendo
la sua causa", ha dichiarato l’avvocato, difendendo vigorosamente la
sua stessa rinuncia.

Di fatto, centinaia di testimoni - chiamati a difesa dell’imputato –
boicottano il tribunale per solidarietà con Milosevic. Tant’è vero che
questo processo fiume, intentato per genocidio, crimini contro
l’umanità e crimini di guerra, si trascina fra sospensioni e rinvii.

Al momento dell’audizione degli unici tre testimoni a difesa, il Signor
Milosevic ha con costanza seminato dubbi sulle prestazioni
dell’avvocato, accusandolo di essere di proposito contro-produttivo.
Ma ha anche rifiutato la proposta dei giudici di porre lui le domande
ai testimoni, per non "raccogliere le briciole di un diritto " del
quale lui dice di essere leso.
"La situazione che si è venuta a creare fra l’imputato e il gruppo di
difesa d’ufficio è talmente conflittuale che noi non siamo di efficacia
in questo processo", questo ha valutato il Signor Kay.

Il conflitto si è trasferito anche fuori dell’aula del tribunale, dopo
la consegna di una querela contro l’avvocato davanti al Consiglio
dell’Ordine dei Paesi Bassi.
Questa procedura non sembra, comunque, turbare troppo il Signor Kay,
che continua con professionalità a trasporre in termini giuridici le
motivazioni politiche dell’accusato: "L'accusa non sa più a che santo
votarsi e tenta di impedire all’accusato di riottenere i suoi diritti,
ma sarà cosa buona anche smetterla di ingannare noi stessi, facendo
credere che quella che viene presentata sia una difesa!" Per Kay, che
ha già condotto due cause davanti ai tribunali per l'ex-Yugoslavia e il
Rwanda, "il rischio che si sta correndo è una negazione della
giustizia".

"Chi dirige questo tribunale?"

Braccia incrociate sul suo scranno, il Procuratore Generale, Geoffrey
Nice, contrattacca: "Chi dirige questo tribunale ?" "Noi ci troviamo in
presenza di pressioni, di mercanteggiamenti, e il Signor Kay agisce
come un sensale fra i giudici e l’accusato!". L’accusato fa
"ostruzione", adotta un comportamento "irrazionale" e proferisce
"insulti" nei confronti del tribunale, tacciandolo di essere illegale.
"É l’ospedale che si fa beffe della carità !", si adombra Steven Kay.
"Qua non siamo al mercato !", rincara Slobodan Milosevic.

Il Procuratore ha insistito che "la Corte d’Appello non si sottometta
alle pressioni" dell’imputato Milosevic : se lui "non vuole presentare
in aula altri testimoni, la proposizione dei suoi mezzi difensivi è
terminata".

Invece, i giudici dell’appello hanno disposto per altre soluzioni
alternative. Essi devono decidere in modo categorico fra una "negazione
di giustizia" e il pericolo di minaccia incombente sull’autorità del
tribunale. Accettando di consentire al Signor Milosevic l’esplicazione
nel tribunale di due ruoli, quello di avvocato e quello di imputato,
consentirebbero all’ex Presidente yugoslavo la possibilità di uscirsene
vincitore dalla prova di forza. L’ex uomo forte di Belgrado
diventerebbe allora, per così dire, il nuovo uomo forte …dell’Aia.


---( 5 )---

ATTENTION: LES COMPTES RENDUS D'AUDIENCES DU "PROCES" EN FRANCAIS SONT
AUSSI SUR INTERNET:

### http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm ###

---

Un testo choc, un documento di consultazione : il testo integrale del
memoriale di Slobodan Milosevic presentato al Tribunale Penale
Internazionale dell’Aia, il 31 agosto e l’1 settembre 2004, come
introduzione alla fase processuale riservata alla difesa. Il testo, un
libro di 150 pagine del formato 18x11, viene pubblicato
dall’associazione "Vérité et Justice".

da: "louis dalmas"

Lunedì, 25 ottobre 2004, 6:49 PM

Con il titolo "Ma vérité", l’opera analizza il contesto dell’ultimo
decennio di guerre nei Balcani. Qualsiasi sia l’opinione che si possa
avere sull’uomo, risulta interessante conoscere la sua versione dei
fatti per avere una visione d’insieme del conflitto.
Il libro può essere ordinato direttamente a
CAP 8, BP 391, 75869 Paris cedex 18, France,
per lettera, per fax al + 33 (0) 1 42 23 07 30,
o per e-mail a lodalmas @ wanadoo.fr
Il prezzo del volume è di 15 euro.

Presunto colpevole

editoriale di Louis Dalmas

Il sistema americano di "riconoscere la colpevolezza dell’accusato,
senza processo, cercando però di attenuarla " ha fatto il suo ingresso
nel nostro diritto. Si tratta di un "patteggiamento" attraverso il
quale l’imputato accetta la sanzione del suo reato propostagli in
anticipo, evitando quindi di andare davanti ad un tribunale. La
giustizia risparmia i costi di un processo e il colpevole non corre i
rischi di una sentenza più pesante.
A prima vista, tutti ne guadagnano. Salvo che si tratta di una
negazione di un principio, di una pericolosa imprudenza e di un abuso
di potere.
Scompare la presunzione di innocenza, fondamento della legalità, dato
che la colpevolezza viene considerata come provata e punibile prima di
essere giudicata.
Questa certezza di colpevolezza non viene acquisita al termine di una
serie di udienze dibattimentali, ma dopo indagini preliminari, che
sappiamo come possono essere raffazzonate e incomplete, donde il
rischio di errori giudiziari notevolmente e seriamente accresciuti.
Condannato preliminarmente, l’innocente viene sottoposto ad una
pressione che ha più a che vedere con un ultimatum del più forte che
con un’applicazione della legge. Gli si dice : "Senza ombra di dubbio,
tu sarai condannato. O tu contratti con noi per una pena ridotta, o ti
verrà presentato un conto pepato dal tribunale."
Nel linguaggio corrente, questo viene chiamato un ricatto puro e
semplice.
Ma come stupirsi di vedere strangolare gli individui da questo
procedimento, quando da tanto tempo sta strangolando le collettività ?
Si sta facendo qualcosa di diverso quando si impone questo principio di
"riconoscere la colpevolezza dell’accusato, senza processo, cercando
però di attenuarla " ai Serbi, quando la comunità internazionale li
invita a riconoscere i crimini che vengono loro addossati, sotto la
condizione capestro di conoscere una sorte ancora più miserabile? Non
sono stati mai riconosciuti innocenti presumibilmente. L'istruzione
della loro causa si è sempre basata durante un decennio su flagranti
menzogne. I Serbi sono l’oggetto di un ricatto permanente che
condiziona la loro sopravvivenza alla loro sottomissione.
Si sta facendo qualcosa di diverso, quando si forzano i prigionieri del
Tribunale Penale Internazionale dell’Aia alle confessioni e alle
denuncie, in cambio di una relativa indulgenza dei magistrati? Gli
imputati sono d’ufficio colpevoli. Tutto li accusa. Vengono minacciati
di cose le peggiori per loro, se non accettano di cooperare.
E si arriva che uno dei “condannati in anticipo” rifiuta il
mercanteggiamento. Si considera innocente e ha il coraggio di volerlo
gridare ai quattro venti, a dispetto delle conseguenze. Si tratta del
caso di Slobodan Milosevic.
Di recente, su una delle nostre televisioni via cavo, un episodio di un
teleromanzo americano, dedicato alle avventure che avvengono in uno
studio di avvocati, racconta la storia di una ragazzina di 17 anni,
arrestata nel corso di una irruzione della polizia per possesso di
droga, che lei nascondeva sotto il cuscino per proteggere suo fratello.
Accusata di essere una tossicomane, la giovane rischia 15 anni di
prigione. Avviene il “patteggiamento”, e le vengono proposti 10 mesi di
carcere, in seguito scesi a 4, al posto della pesante condanna. Il
giudice, la pubblica accusa, i suoi avvocati la supplicano di
accettare. Ma lei non è una drogata, lei sa di essere innocente, non
vuole mentire, e non vuole andare in prigione per un reato che non ha
commesso. Perciò resiste alle pressioni, e affronta la giuria. Visto
che si tratta di un film americano, l’integrità morale paga e la
giovane viene dichiarata innocente.
Facciamo gli auguri a Milosevic che possa anche lui vedere ricompensato
il proprio coraggio, ma la sinistra azione giudiziaria dell’Aia non
avviene nell’apparato scenico di uno studio cinematografico e il
sistema del “ far dichiarare colpevoli in anticipo” è di una temibile
efficacia.
Con l'ex-Presidente yugoslavo, gli altri prigionieri dell’Aia e i Serbi
in generale, quanti di questi presunti colpevoli cederanno al ricatto e
si accuseranno di misfatti immaginari, o rifiuteranno il compromesso,
senza conoscere la felice conclusione del romanzo di appendice
televisivo?

Louis Dalmas


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IL TESTO IN LINGUA ITALIANA DELLA AUTODIFESA DI MILOSEVIC, IN CORSO
DI REVISIONE E CORREZIONE, E' TEMPORANEAMENTE OSPITATO ALLA PAGINA:
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http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)

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