http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3562/1/51/

Trieste: rinasce il Narodni Dom

02.11.2004 scrive Luciano Panella

Ad inizio secolo il Narodni Dom di Trieste era il simbolo dell’attività
culturale della minoranza slovena a Trieste. Poi il rogo, nel 1920,
appiccato dai fascisti. In questi giorni è stato inaugurato un Centro
Informativo Sloveno, chiamato proprio "Narodni Dom". Non solo un ideale
passaggio di consegne tra passato e presente, riportando nell'ambito
della comunità slovena di Trieste uno spazio nell'edificio che le era
proprio, ma anche il desiderio di aprire alla città e al mondo una
finestra sul mondo sloveno.

[FOTO: L'edificio progettato dall'architetto Max Fabiani nel 1904 già
sede del Narodni Dom]


Trieste e gli Sloveni: un argomento che è sempre stato, negli anni,
terreno di contrapposizioni e di scontri, con le ragioni e i torti, le
sofferenze e le sopraffazioni distribuite da entrambe le parti.
Se consideriamo che la Slovenia conta circa due milioni di abitanti,
una comunità slovena come quella presente in Friuli - Venezia Giulia,
stimata intorno agli 80.000 appartenenti, diventa estremamente
significativa. A Trieste e nella sua provincia, in particolare, esiste
da sempre una rilevante minoranza slovena, minoranza che, come in altre
zone della regione, ha contribuito alla formazione composita,
multilingue e multiculturale di questa terra di frontiera, incrocio tra
il mondo mediterraneo, la mitteleuropa e il mondo balcanico.

Il ventennio fascista, con l'ossessione della "razza", cercò in tutti i
modi di cancellare questa minoranza, italianizzandone i nomi, chiudendo
scuole e istituzioni, osteggiando in tutti i modi una lingua e una
cultura che minavano l'identità di Trieste "italiana".

Questo processo di annientamento ebbe uno dei momenti più drammatici
nel 1920 con il rogo del Narodni Dom (casa del popolo), l'elegante
palazzo liberty progettato dall'architetto sloveno Maks Fabiani.

Questo palazzo di quattro piani nel centro di Trieste, inaugurato
proprio un secolo fa nel 1904, ospitava varie attività culturali,
sportive e ricreative, un albergo e una banca. Vi si parlavano varie
lingue: sloveno, croato, italiano e tedesco, addirittura vi era
ospitato un centro culturale ceco. Il Narodni Dom era ritenuto il
simbolo della vita culturale slovena e ancora oggi la sua distruzione
viene ricordata come una ferita inferta alla comunità locale.

Nel dopoguerra l'edificio ospitò per molti anni un albergo poi, dopo un
lungo periodo di abbandono, venne acquistato e restaurato
dall'Università di Trieste, che vi ha collocato la nuova sede della
Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori.

Oggi, un secolo dopo, nello stesso edificio è stato inaugurato il primo
Centro Informativo Sloveno, chiamato proprio "Narodni Dom". Il Centro
offrirà informazioni sulla minoranza slovena in Italia, la sua cultura
e le numerosissime iniziative di vario tipo organizzate al suo interno.
Tra i curatori dell'iniziativa figurano la Biblioteca Nazionale Slovena
e degli Studi di Trieste (Narodna in Studijska Knjiznica) e l'Istituto
Sloveno di Ricerche (SLORI) oltre ad altre associazioni, come la SSO,
la SKGZ e l'Unione degli Italiani.

L' Istituto Sloveno di Ricerche, in particolare, ha seguito il progetto
Interreg di raccolta ed elaborazione dati denominato"Libris", con la
creazione di un sito Internet dedicato alla minoranza slovena
(www.slovenci.it) e la pubblicazione del bollettino bilingue "KAM?" che
presenta le informazioni sugli eventi e le iniziative organizzate dalla
minoranza slovena nell'intera regione. Tra i progetti del Centro figura
inoltre l'allargamento del proprio raggio d'azione, fino ad arrivare ad
essere un punto di riferimento informativo per le altre minoranze
linguistiche e culturali europee.

La realtà della minoranza slovena in Italia è una realtà estremamente
vivace e attiva, con un teatro stabile, un quotidiano, vari periodici,
scuole e istituti professionali, un'intensa vita sportiva, culturale,
ricreativa, religiosa, numerose tradizioni e manifestazioni
folkloristiche; tutto questo però era fino a ieri, più o meno, precluso
a chi non parlava lo sloveno e non faceva parte della comunità locale.

L'apertura del Centro Informativo "Narodni Dom" contiene anche un
risvolto simbolico non meno importante di quello pratico. Non c'è solo
questo ideale passaggio di consegne tra passato e presente, riportando
nell'ambito della comunità slovena di Trieste uno spazio nell'edificio
che le era proprio, ma c'è anche il desiderio di aprire alla città e al
mondo una finestra sul mondo sloveno.

Per anni infatti, le due realtà triestine, italiana e slovena, hanno
convissuto separatamente. All'inizio c'erano timori reciproci: se gli
Sloveni ricordavano le vessazioni subite durante il ventennio fascista
e i cartelli con scritto "Qui si parla soltanto italiano" dal canto
loro gli Italiani avevano ben presenti i drammatici giorni
dell'occupazione titina di Trieste, i drammi delle foibe e dell'esodo
con la città contesa tra i due blocchi mondiali. Come se ognuna delle
due parti identificasse l'altra con i lati peggiori del governo che
aveva avuto, e non per quello che poteva rappresentare in sé come
cultura e come potenzialità.

In seguito, da parte italiana c'è stata per molto tempo una certa
indifferenza per una realtà che veniva forse considerata poco
interessante; lo scrittore sloveno di Trieste Boris Pahor ha raggiunto
la fama in Francia e in Germania prima che in Italia e appena adesso, a
più di novanta anni, viene riconosciuto tra i grandi vecchi del mondo
culturale triestino.

La comunità slovena, dal canto suo, ha spesso dato l'impressione di
autoreferenzialità, con scarso interesse a comunicare all'esterno e a
farsi conoscere. Quando ad esempio il Teatro Stabile Sloveno ha
cominciato a proporre degli spettacoli con i sottotitoli in italiano,
qualche sloveno conservatore ha storto il naso.

Per fortuna, negli ultimi anni ci sono stati numerosi fattori che hanno
giocato a favore di un sempre maggior avvicinamento tra le due realtà
della provincia di Trieste. La multietnicità è ormai una caratteristica
comune a tutti i paesi e l'ingresso della Slovenia nell'Unione Europea
ha dato l'impulso definitivo ad avviare iniziative comuni tra Italia e
Slovenia, favorendo così indirettamente anche il rapporto tra la
maggioranza e la minoranza slovena.

Forse è veramente venuto il momento in cui il territorio di Trieste,
per anni drammaticamente privo di entroterra e schiacciato tra la
periferia dell'Italia e la Cortina di Ferro, potrà ritrovare la sua
vocazione di comunicazione tra mondi e culture diverse.


Vedi anche:

Se Miss Trieste 2004 è una slovena
http://www.osservatoriobalcani.org/article/view/3339

Pulizia etnica all'italiana
http://www.osservatoriobalcani.org/article/view/2793


Centro Informativo sloveno "Narodni Dom"
Via F. Filzi 14
34100 TRIESTE
Orario: lu-ve 9.00-13.00 15.30-18.30