(english / italiano)

Anche un pezzo di Grecia nella Grande Albania

PREMESSA: Un po' come nella nostrana "vulgata" della questione degli
"esuli istriani", anche negli articoli che qui riportiamo, riguardanti
gli esuli schipetari della Cameria (Epiro), "l’accusa di aver
collaborato con i fascisti e i tedeschi" viene usata sostanzialmente
come una nota di merito, o quantomeno un punto a favore: qualcosa da
far valere in positivo nel contenzioso in atto con la Grecia.
Rileviamo dunque con sorpresa e preoccupazione che il portale
"Osservatorio Balcani" (OB), nel contenzioso tra Grecia ed Albania,
sposa immediatamente ed acriticamente la posizione revanscista
pan-albanese. La cosa sorprende di meno notando come sull'argomento OB
si avvale essenzialmente del lavoro di propaganda del gruppo di
"Notizie Est", che da anni conosciamo per le sue posizioni
pregiudizialmente a favore di quei secessionismi revanscisti - UCK
compreso - che hanno squartato i Balcani, capovolgendo gli esiti della
II Guerra Mondiale. [A cura di Italo Slavo]

1. Albania-Grecia, scontro aperto sulla “Cameria” (Indrit Maraku / OB)

2. Albania: la questione dei Cam e la paura di Tirana (Indrit Maraku /
OB)

VEDI ANCHE:

Cameria: non cambia la posizione del governo greco
(Fonte: "Lobi", Skopje, marzo 2004)

http://www.notizie-est.com/article.php?art_id=916

ALTRI LINK / MORE LINKS:

The Greek Foreign Ministry Condemns Violence Against Greek Minority In
Albania

http://www.mpa.gr/article.html?doc_id=483794

Macedonian minority criticise Greece at OSCE conference
(by George Papadakis)

http://www.eurolang.net/news.asp?id=4785

Albanian Authorities Blow Up Cross Outside Orthodox Church

http://www.mpa.gr/article.html?doc_id=480506

Troubled Greek-Albanian history (by George Gilson)

http://www.athensnews.gr/athweb/
nathens.prnt_article?e=C&f=&t=01&m=A06&aa=2


=== 1 ===

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3574/1/51/

Albania-Grecia, scontro aperto sulla “Cameria”

29.10.2004 scrive Indrit Maraku
Durante la recente visita del presidente greco Stefanopulos in Albania
si è riaccesa l’annosa questione della Cameria, regione al nord ovest
della Grecia un tempo abitata da albanesi, spesso fonte di tensione fra
i due stati confinanti


È di nuovo scontro tra Tirana ed Atene, e al centro delle polemiche
ritorna l’ormai nota questione “Cameria”. Il Presidente greco,
Kostantinos Stefanopulos, in visita ufficiale il 18 ottobre nella
capitale albanese, ha dichiarato che quello dei Cam è un problema
dimenticato ed ormai appartenente al passato. In totale disaccordo con
lui, il Presidente della Repubblica, Alfred Moisiu, che nella congiunta
conferenza stampa ha espresso pensieri diversi. La polemica, poi, si è
spostata sui media che hanno protestato apertamente contro l’arroganza
di Stefanopulos. Al quale, è “scappata” pure una minaccia: se le
richieste della minoranza greca non verranno accettate, l’Albania non
entrerà mai nell’Unione europea.

“Problema dimenticato”!

Arrivato a Tirana il 18 ottobre, il primo colloquio del Presidente
greco, durante la sua visita di tre giorni, è stato con colui che lo ha
invitato, l’omologo albanese Moisiu. Ne segue una conferenza stampa,
dove da subito si nota il clima teso. All’interesse dei giornalisti sui
problemi dei Cam, Stefanopulos risponde seccamente: “è una questione
definitivamente chiusa che appartiene al passato”. Trovandosi davanti
allo stupore dei presenti, aggiunge: “Non esiste la necessità di
risolvere il problema dei Cam e non vedo perché dobbiamo tornare alle
pretese sulla questione. Non desidero ricordare il passato che
appartiene al 1944. La Grecia ha rinunciato a tali pretese”.
Altrettanto decisa anche la replica di Moisiu, secondo il quale “devono
cominciare al più presto i negoziati bilaterali a livello di esperti
per trovare la giusta soluzione giuridica al problema delle proprietà
dei Cam e degli albanesi in Grecia”.

La tempesta esplosa sui media e l’indignazione generale dell’opinione
pubblica ha dato un po’ di coraggio pure al Primo ministro Fatos Nano,
da sempre molto vicino ad Atene. “Nessun Presidente o Primo ministro
può sollevarsi contro gli esperti e la storia”, ha detto nell’incontro
con Stefanopulos, nella seconda giornata della visita, senza
dimenticare di sottolineare la retorica delle “ottime relazione” tra i
due Paesi.

E la voce grossa di Tirana sembra aver funzionato, vista la marcia
indietro del Presidente greco che, mentre stringeva la mano al capo del
Parlamento, Servet Pellumbi, ha accettato l’esistenza di un “problema
Cam”, nonostante abbia evitato di pronunciare queste parole. “La
questione delle proprietà dei cittadini albanesi in Grecia, e
viceversa, deve essere risolta per vie legali e con il dialogo”, ha
detto, mentre il suo interlocutore albanese definiva “legittime” le
richieste dei Cam.

La regione della Cameria, nel nord-ovest della Grecia, era abitata da
albanesi fino alla seconda guerra mondiale, quando vennero cacciati
dalle proprie terre e perseguitati dalle autorità greche con l’accusa
di aver collaborato con i fascisti italiani e quelli tedeschi: i Cam
furono espulsi, 70 villaggi abitati da loro vennero svuotati e i beni
sequestrati. Ora i Cam chiedono di riavere le loro proprietà, ma il
tempo non promette: alla fine dell’anno scadono gli effetti di una
legge di Atene sul riconoscimento dei patrimoni e chi non avranno
presentato una richiesta entro questo termine perderanno ogni diritto.

La minaccia

È dagli inizi degli anni Novanta, quando i primi emigranti albanesi
andarono a lavorare in Grecia, che le divergenze tra i due Stati non
mancano. Di fronte ai problemi dei suoi cittadini con le autorità
elleniche, Tirana spesso ha dovuto abbassare la testa, cosciente del
rischio di ritrovarsi a casa centinaia di emigranti mandati indietro,
ai quali non aveva niente da offrire. Si tratta della famigerata
“operazione scopa” che Atene ha usato con abilità in tutti questi anni
per zittire i vari governi albanesi.

Ma era da un po’ di tempo che molti analisti di geopolitica avvertivano
di un trasferimento delle pressioni elleniche a Bruxelles e a
Strasburgo: ora la minaccia più grande sembra il veto della Grecia
sull’integrazione dell’Albania nell’Unione europea e nella Nato.

A dare conferma degli avvenuti cambiamenti di strategia è stato lo
stesso Presidente greco Stefanopulos, durante il terzo e l’ultimo
giorno della sua visita nel sud del Paese, dove ha avuto vari incontri
con rappresentanti della minoranza greca. “L’Albania non entrerà
nell’Ue – ha detto - senza adempiere le vostre richieste, dalla A alla
Z. Ho chiesto al Governo albanese anche il riconoscimento delle vostre
proprietà, come accade con i cittadini albanesi. Questa richiesta verrà
soddisfatta”.

Avendo, forse, “dimenticato” quello che aveva affermato solo due giorni
prima a Tirana, sulla rinuncia da parte di Atene delle sue pretese
territoriali, Stefanopulos è tornato a parlare di “Vorioepir”, una zona
nel sud d’Albania che la Grecia rivendica come propria e pretende che
sia popolata dalla sua minoranza, i “Vorioepirioti”, che il Presidente
definì “l’anima dell’ellenismo”. Un argomento che per Tirana non esiste
assolutamente.

Il capo dell’organizzazione “Omonia” (che difende i diritti della
minoranza greca), Jani Jani, prendendo coraggio dalla presenza di
Stefanopulos, ha alzato la voce lamentandosi. “Noi non viviamo – ha
detto – ma sopravviviamo in questo Paese, perciò non abbandonateci”.
Poi le richieste: “Vogliamo che a Himara (cittadina del sud dove vive
una minoranza greca, ndr) siano aperte delle scuole greche, che gli
standard delle lezioni siano uguali a quelle dei Paesi dell’Ue e che la
lingua greca diventi ufficiale in quelle zone dove vive la minoranza e
che il Governo albanese riconosca la nostra identità greca”. Jani Jani
si è spinto più in là, accusando i governi di Tirana degli ultimi 14
anni di aver rubato le proprietà della minoranza greca.

Forte anche la reazione del Partito repubblicano (Pr, opposizione), che
ha chiesto una mozione di sfiducia per il Premier Nano. Il suo numero
uno, Sabri Godo, chiamato anche “la vecchia volpe” per le sue abilità
in politica, ha detto che il Parlamento europeo si è occupato diverse
volte della minoranza greca e le pretese di Atene sono risultate
infondate. Per Godo, le dichiarazioni di Stefanopulos mostrano che “le
reminiscenze del passato esistono ancora”. Più duro, invece, è stato
con il capo dell’Omonia: “Il diavolo ha fatto vedere apertamente le
corna. Qui ci sono tendenze di annessione e tentativi di toccare la
sovranità” del Paese. Dashamir Shehi, invece, a capo della commissione
parlamentare sulla Difesa, ha detto che la minoranza greca gode di più
diritti di quanto si meriti. “La minoranza greca non può pretendere di
più: le abbiamo dato la terra che noi ancora non abbiamo, le abbiamo
dato scuole dove studiano solo 3 alunni, le abbiamo dato una
rappresentanza nell’amministrazione pubblica non del 2% quale è, ma del
10%”.


=== 2 ===

http://www.osservatoriobalcani.org/article/view/3026

Albania: la questione dei Cam e la paura di Tirana

26.04.2004 scrive Indrit Maraku
La popolazione della Cameria – territorio nel nord-ovest della Grecia
abitato da albanesi fino alla seconda guerra mondiale – venne cacciata
dalle proprie terre e perseguita dalle autorità elleniche con l’accusa
di aver collaborato con i fascisti


L’8 aprile rimarrà a lungo nella memoria degli albanesi d’origine Cam
come il giorno in cui il Parlamento bocciò una risoluzione riguardante
i loro diritti. I Cam chiedono da anni il riconoscimento e la
restituzione del loro patrimonio in Grecia, perso alla fine della
seconda guerra mondiale, quando l’allora governo di Atene li cacciò
dalle loro case con l’accusa di collaborazione con il fascismo. La
risoluzione, sulla quale era stato raggiunto un accordo tra
l’opposizione e la maggioranza, è stata bocciata all’ultimo momento
dopo il cambiamento di rotta dei socialisti al potere su pressione
greca.

Sentendosi traditi da coloro che hanno il dovere di proteggere i loro
interessi, i Cam hanno protestato davanti alla sede del Parlamento in
una manifestazione che è sfociata in violenza: i manifestanti si sono
scontrati con la polizia cercando di entrare all’interno dell’edificio,
ma sono stati bloccati dall’ingente cordone di forze speciali in tenuta
anti-sommossa.

I Cam e le loro richieste

La popolazione della Cameria – territorio nel nord-ovest della Grecia
abitato da albanesi fino alla seconda guerra mondiale – venne cacciata
dalle proprie terre e perseguita dalle autorità elleniche con l’accusa
di aver collaborato con i fascisti e i tedeschi. Circa 70 villaggi
abitati da loro vennero svuotati, i beni confiscati e l’intera
popolazione Cam venne espulsa.

Gli albanesi della Cameria ora chiedono l’intervento del Parlamento di
Tirana e dell’Unione Europea (di cui la Grecia è membro) per riavere le
loro proprietà. Richieste che durano sin dall’inizio degli anni
Novanta, ma che fino ad ora sono state sempre ignorate. Ora i tempi
stringono e i Cam rischiano di perdere tutto. Infatti, alla fine di
quest’anno dovrebbero scadere gli effetti di una legge del Governo
d’Atene per il riconoscimento dei patrimoni: quelli che non avranno
presentato una richiesta entro questo termine perderanno ogni diritto
sulle loro proprietà.

Ma si tratta pur sempre dei Balcani, dove i problemi diventano ancora
più intrecciati del solito. Il Parlamento greco non ha ancora
ratificato l’abolizione dello stato di guerra fra Albania e Grecia, il
quale rimane ancora in vigore, sia pur formalmente, sin dal 1944. Gli
albanesi hanno da sempre accusato Atene di ritardare questa ratifica
proprio per non procedere alla restituzione dei beni ancora trattati al
pari di bottino di guerra.

“È incredibile ed umiliante che il Parlamento bocci una risoluzione
riguardante il proprio popolo – dice Servet Mehmeti, a capo
dell’associazione ‘Cameria’ – Noi ci sentiamo delusi ed estremamente
sdegnati da quest’azione. Questo – spiega – per noi significa
giustificare ora, nel 2004, le azioni repressive del 1944 che erano una
conseguenza della seconda guerra mondiale”.

Il colpo basso dei socialisti

Dopo innumerevoli rinvii, sembrava che tutto andasse verso il giusto
fine. Socialisti e democratici si erano già messi d’accordo sul testo
della risoluzione, la quale era stata varata all’unanimità dalla
commissione parlamentare creata appositamente per questo problema.
Proprio quando sembrava che tutto ormai fosse soltanto una formalità,
la notizia della bocciatura è arrivata come una doccia fredda: 55
deputati del Parlamento si sono astenuti, 53 hanno votato pro e 4
contro.

La sberla dei socialisti ha lasciato tutti a bocca aperta. Secondo i
media, che citano non meglio precisate fonti all’interno del gruppo
parlamentare socialista, il Premier Nano, ritenuto legato da rapporti
molto stretti con Atene, avrebbe dichiarato che “l’approvazione della
dichiarazione sui diritti dei Cam invece di risolvere il problema, lo
avrebbe accentuato”.

Invece l’opposizione di centro-destra, che ha votato a favore della
risoluzione, considera “assurda” la decisione del Parlamento. “Sarebbe
stato meglio non sottoporla alla votazione – ha dichiarato Fatmir
Mediu, a capo del Partito repubblicano, spiegando che “bocciarla
vorrebbe dire ignorare del tutto la questione dei Cam”.

Da parte loro, i media hanno subito accusato Atene di aver fatto
pressione sul Governo di Tirana, ricattandolo con un’altra questione,
quella degli almeno 800 mila emigranti albanesi che vivono in Grecia,
gran parte dei quali senza regolare permesso di soggiorno. In Albania
si temeva che una risoluzione del genere avrebbe scatenato la reazione
greca, la quale di fronte ad ogni problema negli ultimi anni tra i due
Paesi, si è sempre tradotta nella famigerata operazione “Scopa”,
cacciando verso l’Albania centinaia e centinaia di emigranti tra i
quali anche quelli con regolari documenti di soggiorno.

E sono stati gli stessi socialisti ad ammetterlo, su pressione dei
media. Il deputato socialista Petro Koci ha dichiarato che il suo
partito ha condotto una politica amatoriale sulla risoluzione dei Cam,
gestendo male il problema. Spartak Braho, anch’egli socialista, ha
ammesso che la causa principale della bocciatura della risoluzione è il
problema degli emigranti albanesi in Grecia e la pressione di Atene che
minaccia di cacciarli via. Il più duro è stato Sabit Brokaj, per il
quale il problema degli emigranti è solo una giustificazione. Secondo
lui, la bocciatura della risoluzione è l’ultima raccomandazione di
Nicolas Gage (a capo della lobby ellenica negli Stati Uniti) ai
dirigenti dello Stato e della politica albanese. Per Brokaj, salvo il
Presidente della Repubblica Moisiu, tutti i vertici dello Stato sono
responsabili per la bocciatura della risoluzione sui Cam.

“La forca sulla quale la Grecia tiene il governo albanese riguardo la
politica degli emigranti è solo un gioco di pressioni – ha detto - al
quale si sottomettono quei politici albanesi che sono legati ai
monopoli greci, oppure coloro che si sono compromessi nell’economia
informale o negli introiti illegali. Io continuo a pensare che i Cam
abbiano ragione e debbano essere sostenuti”.

In un summit a Sarajevo dei Paesi dell’Europa dell’est, il Premier Nano
ha incontrato l’omologo greco Karamanlis, il quale l’ha invitato a
visitare Atene nei primi giorni di maggio, dove si sono messi d’accordo
per discutere, tra l’altro, anche delle richieste della popolazione Cam.

Ma a dire la sua sulla questione, pur se indirettamente, è stato anche
il Presidente della Repubblica, Alfred Moisiu. Il capo dello Stato,
andando anche al di là delle richieste dei Cam, ha chiesto alla classe
politica di non essere timida nel risolvere i problemi regionali ma di
cooperare alla ricerca di alternative concrete. “Nel trattare questi
problemi c’è bisogno di riflessione anche da parte dei nostri politici
– ha detto – La loro timidezza non parla di realtà e coerenza”. Secondo
Moisiu, “la cooperazione con i vicini non viene aiutata lasciando in
sospeso i problemi ma parlandone e risolvendoli”.