(english / italiano)

Ucraina: aggiornamenti

1. Dmitrij Jakushev: SULLE ELEZIONI IN USA E IN UCRAINA
2. Elezioni in Ucraina: Lettera aperta di Luigi Marino a
La Repubblica (dal sito internet dei Comunisti Italiani)
3. JANUKOVIC E I COMUNISTI HANNO CONCLUSO UN’ALLEANZA ELETTORALE?
4. Partito Progressista Socialista di Ucraina: “VOTARE PER JUSCHENKO
SIGNIFICA VOTARE PER L’ADESIONE DELL’UCRAINA ALLA NATO”

5. John Laughland: WESTERN AGGRESSION
6. Progressive Socialist Party to back Yanukovich in runoff against
'pro-fascist dictatorship, colonization by US' / Kiev Mayor warns
Yuschenko against hampering Nov 6
festivities


=== 1 ===

SULLE ELEZIONI IN USA E IN UCRAINA

di Dmitrij Jakushev

http://www.left.ru/2004/15/yakushev114-2.html

Di seguito la traduzione di un interessante articolo, scritto dallo
studioso marxista russo Dmitrij Jakushev, alla vigilia delle elezioni
presidenziali in USA e Ucraina.

 
Putin ha sostenuto apertamente Bush. Il presidente russo spera
sinceramente che, vincendo ancora una volta la lotta per la Casa
Bianca, Bush, in segno di riconoscenza, avrà la volontà di frenare gli
umori antirussi dell’establishment americano. In realtà, il suo è un
errore serio di valutazione, persino dal punto di vista della politica
della borghesia e delle esigenze di sopravvivenza del regime. Inoltre,
le riverenze a Bush rischiano di compromettere il sostegno pubblico di
cui finora dispone Putin, sia in Russia che nel mondo, senza che possa
venirgli in cambio qualcosa dal punto di vista delle relazioni con gli
USA, anche nel caso di vittoria di Bush. Non si può che concordare con
Brzezinski, quando afferma in un’intervista a “Novaja Gazeta” che
“l’idillio tra l’America e Putin è finito”. Si, è veramente il caso di
credere all’anziano anticomunista e russofobo, quando afferma che:

“L’idillio con Putin, sia per i repubblicani che per i democratici, è
finito. Non prevedo rilevanti differenze nell’atteggiamento che Bush e
Kerry terranno verso la Russia. La preoccupazione per quanto sta
accadendo in Russia è condivisa dai più influenti circoli politici
degli USA. E’ il riflesso della delusione nei confronti di Putin, che
ha cominciato a condurre una politica esplicitamente antidemocratica,
che si traduce nella feroce e rovinosa guerra in Cecenia.” (“Novaja
Gazeta”, 14 ottobre 2004,
http://2004.novayagazeta.ru/nomer/2004/76n/n76n-s10.shtml, nota del
traduttore)

Le contraddizioni oggettive della Russia di Putin con i centri
imperialistici sono troppo grandi, perché si possa sperare, non solo in
rapporti di alleanza, ma neppure nella coesistenza pacifica. In questo
caso hanno certamente ragione i neoliberali quando affermano che non ci
sarebbero problemi con l’Occidente, non ci sarebbero atti terroristici,
solo se la Russia si ritirasse dal Caucaso, vendesse “Gasprom” e
“Transneft” e si adattasse alle ricette del FMI...

Un enorme significato per il futuro della Russia hanno anche le
imminenti elezioni del presidente dell’Ucraina. E’ addirittura
possibile affermare che l’Ucraina sta attraversando il suo “momento
della verità”, che assume un significato storico per tutto il mondo. E’
proprio in Ucraina che oggi si manifestano le più acute contraddizioni
mondiali. La Russia non può permettere che qui si affermi un regime
nazionalista ad essa ostile, perché in tal caso sarebbe la stessa
Russia ad avere i giorni contati. La Russia non può esistere senza
l’Ucraina, sua parte costitutiva indispensabile. L’Occidente, invece,
non può permettere che l’Ucraina cada sotto l’influenza della Russia.
Ci troviamo di fronte ad una contraddizione che può essere risolta solo
con la forza. La politica della lotta per l’Ucraina potrebbe anche
assumere, nel breve periodo, una continuazione bellica.

Che le parti non possano intendersi è testimoniato dagli ultimi giorni
della campagna elettorale. I seguaci di Juschenko danno ad intendere di
essere pronti a non riconoscere i risultati delle elezioni e a
trasferire la lotta per il potere nelle strade, come si è visto con i
violentissimi incidenti scatenati il 23 ottobre vicino al palazzo della
Commissione elettorale centrale. Sulla determinazione anche della parte
avversaria di andare fino in fondo testimonia invece la visita
presidenziale senza precedenti di Putin in Ucraina, e il suo appello
rivolto direttamente al popolo di questo paese a pochissimi giorni
dalla votazione.

Proviamo allora ad immaginare come potrebbero svilupparsi gli
avvenimenti. La Commissione elettorale centrale potrebbe ratificare la
vittoria di Janukovic e la cosa è assolutamente verosimile.
L’opposizione, gli osservatori occidentali, centinaia di migliaia di
sostenitori di Juschenko potrebbero non accettare la decisione. Ciò
potrebbe avvenire dopo il secondo turno. Allora tra potere e
opposizione si scatenerebbe la battaglia per il controllo di Kiev. E la
peculiarità della situazione potrebbe consistere nel fatto che la parte
soccombente non fuggirebbe a Mosca o a Washington, ma cercherebbe di
consolidare le sue posizioni a Donetsk (roccaforte filo-russa di
Janukovic, nota del traduttore) o a Leopoli (la città transcarpatica,
dove del resto, già dopo il primo turno, migliaia di militanti di
movimenti ultranazionalisti, sostenitori di Juschenko, sono
minacciosamente scesi in piazza, nota del traduttore). E ciò
significherebbe due governi e la sanzione della divisione dell’Ucraina.
Verrebbe dimostrato, tra l’altro, che l’Ucraina non è mai stata e mai
potrà essere una nazione separata, e che una sua parte significativa è
sempre stata e sempre rimarrà Russia.

In questa situazione, i comunisti hanno il compito di sviluppare la più
vigorosa propaganda antimperialista, di esigere l’unione dei nostri
popoli in uno stato unitario, di farla finita con la borghesia privata
venduta, dal momento che la vigliacca borghesia russo-ucraina non andrà
mai fino in fondo nella realizzazione dell’unità dei nostri popoli. Una
variante alternativa per i comunisti potrebbe essere semplicemente
quella di sedersi a bere il tè, aspettando che finalmente si creino le
condizioni per un’autentica, veramente pura, lotta di classe, facendo a
meno di qualsiasi corbelleria nazionale e unitaria.

Può anche darsi che le mie siano solo assurdità e che non si avveri
nulla di tutto ciò. Può darsi che, più semplicemente la vittoria vada a
Janukovic e che Juschenko la accetti. O che succeda il contrario, con
Janukovic che si adatta alla vittoria di Juschenko. Non lo so, ma
personalmente ho molti dubbi che ci troveremo di fronte ad uno scenario
così “usuale”.


Traduzione dal russo di Mauro Gemma      


=== 2 ===

Elezioni in Ucraina: Lettera aperta di Luigi Marino a
La Repubblica
 
Ufficio stampa

Roma, 3 novembre 2004
Egregio Direttore,

sono appena tornato dall'Ucraina insieme agli altri parlamentari della
delegazione italiana, osservatori internazionali per conto dell'Osce, e
confesso di essere sorpreso da quanto riportato negli articoli di
Giampaolo Visetti...

Non so da dove si siano attinte le notizie. Come possono testimoniare
anche gli altri colleghi inviati, in coppia, nelle diverse località
scelte dall'Osce, si è riscontrato un clima elettorale più che sereno.
Non si è avvertita alcuna tensione, né nella città di Kiev, né nei
distretti della regione, né alla vigilia del voto, né durante, né dopo.
Centoquarantamila poliziotti nella sola Kiev? Carri armati? In tutti i
seggi da noi monitorati (chi scrive è stato in undici seggi rurali
della regione di Kiev), erano presenti i rappresentanti dei ben 24
candidati in gara sia nelle Commissioni elettorali che tra gli
osservatori accreditati.

Nessuna irregolarità è stata da noi riscontrata né nei seggi, né a
livello di commissioni elettorali territoriali, alle quali pervengono i
verbali con i pacchi delle schede debitamente sigillati e firmati da
tutti i componenti dei seggi. Nei seggi rurali era presente un solo
poliziotto e secondo la legge in locali adiacenti al seggio. Gli
scrutini si sono svolti sotto gli sguardi attenti di tutti i
rappresentanti dei candidati in lizza. Insomma le garanzie erano
offerte dalla stessa presenza dei rappresentanti dei diversi candidati
a tutti i livelli.

Riferisco tutto ciò solo per amore di verità. Per quanto mi riguarda
infatti mentre i programmi del candidato socialista e di quello
comunista mi sono apparsi chiari, ben difficile comprendere le
differenze in termini di reali scelte diverse di politica estera e di
politica economica interna tra i due massimi candidati Yanukovich e
Yushenko, salvo che per le accuse di corruzione rivolte ad Yanukovich
da Yushenko, il che non è certamente poco e determinerà senz'altro il
risultato del ballottaggio.

Aggiungo che i risultati di questo primo round rispecchiano
pedissequamente quelli dei sondaggi pubblicati dalla stessa Osce, che
davano i due contendenti maggiori alla pari. Tutto ora dipende dal
sostegno che gli altri partiti, in particolare i partiti socialista e
comunista, daranno all'uno o all'altro candidato nel ballottaggio.
Questa la mia testimonianza, sia pure limitata alla regione di Kiev ed
ai pochi giorni di permanenza. Desidero altresì ricordare che l'Ucraina
è un paese di grande civiltà e lo svolgimento delle elezioni non è
certamente paragonabile a quello di altri paesi (Afghanistan, ecc.).

Cordiali Saluti

Sen. Luigi Marino

(dal sito dei comunisti italiani)


=== 3 ===

JANUKOVIC E I COMUNISTI HANNO CONCLUSO UN’ALLEANZA ELETTORALE?

www.ukraine.ru

5 novembre 2004

Il sito ucraino, collegato al russo “Strana.ru”, espressione delle
posizioni dell’amministrazione presidenziale, ha diffuso il seguente
comunicato:

 
Mosca, 5 novembre –La direzione del Partito comunista di Ucraina (KPU)
e il candidato alla presidenza del paese Viktor Janukovic hanno
raggiunto un’intesa sulla preparazione di un programma comune per far
uscire il paese dalla crisi economica e sociale. Lo ha comunicato il
leader del PCFR Ghennadij Zjuganov, commentando le consultazioni di
oggi tra la direzione del KPU e Janukovic.

“Janukovic è pronto ad inserire nel suo programma diverse proposte,
sostenute dai comunisti nel corso dell’ultimo decennio”, - ha affermato
Zjuganov oggi all’emittente radiofonica “Eco di Mosca”. Il leader dei
comunisti russi ha salutato questo passo del Partito Comunista di
Ucraina, definendolo “un approccio costruttivo”.

“Le proposte in merito alle pensioni minime, al salario, al
bilinguismo, ed altre ancora sono assolutamente costruttive, e per
questa ragione ho inteso fare appello ai sostenitori dei comunisti in
Ucraina, perché facciano la scelta più ragionevole: quella di avviare
consultazioni con Janukovic”, - ha rilevato Zjuganov.


Fonte della notizia: “Interfax”
Traduzione dal russo di Mauro Gemma 


=== 4 ===

“VOTARE PER JUSCHENKO SIGNIFICA VOTARE PER L’ADESIONE DELL’UCRAINA ALLA
NATO”

Il Partito Progressista Socialista di Ucraina decide di votare per
Janukovic al ballottaggio per le presidenziali

http://www.proua.com

5 novembre 2004

Natalja Vitrenko,  presidentessa della formazione di estrema
sinistra, emersa da una scissione del Partito Socialista di Ucraina
(che ha deciso di votare per il candidato filoccidentale Viktor
Juschenko) ha rilasciato una dichiarazione, in cui, tra l’altro, si
afferma l’intenzione di far confluire l’1.5% dei consensi, attribuito
alla sua candidatura presidenziale per il primo turno, sul premier
Viktor Janukovic.

“Indipendentemente da chi sarà eletto presidente, il nostro partito
condurrà un’opposizione socialista. Dal momento che sia Janukovic che
Juschenko non attueranno certamente trasformazioni socialiste in
Ucraina. Riteniamo però di dover appoggiare Janukovic esclusivamente
per un fattore di politica estera.Janukovic è per l’unione con la
Russia e la Bielorussia, mentre Juschenko vuole che l’Ucraina diventi
un’appendice di materie prime dell’Occidente e che aderisca alla NATO".

                        Traduzione dal russo di Mauro Gemma


=== 5 ===

http://www.spectator.co.uk/article.php?id=5200&issue=2004-11-06

Western aggression

John Laughland

The Spectator (Britain) - November 6, 2004

(John Laughland on how the US and Britain are
intervening in Ukraine’s elections)

A few years ago, a friend of mine was sent to Kiev by
the British government to teach Ukrainians about the
Western democratic system. His pupils were young
reformers from western Ukraine, affiliated to the
Conservative party. When they produced a manifesto
containing 15 pages of impenetrable waffle, he gently
suggested boiling their electoral message down to one
salient point. What was it, he wondered? A moment of
furrowed brows produced the lapidary and nonchalant
reply, ‘To expel all Jews from our country.’

It is in the west of Ukraine that support is strongest
for the man who is being vigorously promoted by
America as the country’s next president: the former
prime minister Viktor Yushchenko. On a rainy Monday
morning in Kiev, I met some young Yushchenko
supporters, druggy skinheads from Lvov. They belonged
both to a Western-backed youth organisation, Pora, and
also to Ukrainian National Self-Defence (Unso), a
semi-paramilitary movement whose members enjoy posing
for the cameras carrying rifles and wearing fatigues
and balaclava helmets. Were nutters like this to be
politically active in any country other than Ukraine
or the Baltic states, there would be instant outcry in
the US and British media; but in former Soviet
republics, such bogus nationalism is considered
anti-Russian and therefore democratic.

It is because of this ideological presupposition that
Anglo-Saxon reporting on the Ukrainian elections has
chimed in with press releases from the State
Department, peddling a fairytale about a struggle
between a brave and beleaguered democrat, Yushchenko,
and an authoritarian Soviet nostalgic, the present
Prime Minister, Viktor Yanukovych. All facts which
contradict this morality tale are suppressed. Thus a
story has been widely circulated that Yushchenko was
poisoned during the electoral campaign, the fantasy
being that the government was trying to bump him off.
But no British or American news outlet has reported
the interview by the chief physician of the Vienna
clinic which treated Yushchenko for his unexplained
illness. The clinic released a report declaring there
to be no evidence of poisoning, after which, said the
chief physician, he was subjected to such intimidation
by Yushchenko’s entourage — who wanted him to change
the report — that he was forced to seek police
protection.

It has also been repeatedly alleged that foreign
observers found the elections fraught with violations
committed by the government. In fact, this is
exclusively the view of highly politicised Western
governmental organisations like the OSCE — a body
which is notorious for the fraudulent nature of its
own reports, and which in any case came to this
conclusion before the poll had even taken place — and
of bogus NGOs, such as the Committee of Ukrainian
Voters, a front organisation exclusively funded by
Western (mainly American) government bodies and
think-tanks, and clearly allied with Yushchenko.
Because they speak English, the political activists in
such organisations can easily nobble Anglophone
Western reporters.

Contrary allegations — such as those of fraud
committed by Yushchenko-supporting local authorities
in western Ukraine, carefully detailed by Russian
election observers but available only in Russian — go
unreported. So too does evidence of crude intimidation
made by Yushchenko supporters against election
officials. The depiction is so skewed that Yushchenko
is presented as a pro-Western free-marketeer, even
though his fief in western Ukraine is an economic
wasteland; while Yanukovych is presented as
pro-Russian and statist, even though his electoral
campaign is based on deregulation and the economy has
been growing at an impressive clip. The cleanliness
and prosperity of Kiev and other cities have improved
noticeably.

There is, however, one thing which separates the two
main candidates, and which explains the West’s
determination to shoo in Yushchenko: Nato. Yanukovych
has said he is against Ukraine joining; Yushchenko is
in favour. The West wants Ukraine in Nato to weaken
Russia geopolitically and to have a new big client
state for expensive Western weaponry, whose
manufacturers fund so much of the US political
process.

Yanukovych has also promised to promote Russian back
to the status of second state language. Since most
Ukrainian citizens speak Russian, since Kiev is the
historic birthplace of Christian Russia, and since the
current legislation forces tens of millions of
Russians to Ukrainianise their names, this is hardly
unreasonable. The continued artificial imposition of
Ukrainian as the state language — started under the
Soviets and intensified after the fall of communism —
will be a further factor in ripping Ukraine’s
Russophone citizens away from Russia proper. That is
why the West wants it.


=== 6 ===

http://www.itar-tass.com/eng/level2.html?NewsID=1420775&PageNum=0

Itar-Tass - November 3, 2004

Progressive Socialist Party to back Yanukovich in
runoff

KIEV - The Progressive Socialist Party of Ukraine,
whose leader Natalia Vitrenko came fifth in the first
round of a presidential election with 1.5 percent of
votes, has stated its bid to support Prime Minister
Viktor Yanukovich in the runoff election.
Progressive socialists believe that “in case Viktor
Yushchenko is elected president, the establishment in
Ukraine of a pro-fascist dictatorship as well as
Ukraine’s colonization by the USA are inevitable”.
The party comes out in favor of Ukraine’s entry into
the union with Russia and Belarus. That is why it
welcomes the policy of the present government towards
the setting up of common economic space with Belarus,
Russia and Kazakhstan.
The Progressive Socialist Party of Ukraine has urged
socialists and communists, whose candidates came third
and fourth in the first round of the election, to
support Yanukovich.
Since neither opposition presidential candidate Viktor
Yushchenko nor Prime Minister Viktor Yanukovich took
more than 50 of the vote, a runoff between the two is
scheduled for November 21.

---

http://www.itar-tass.com/eng/level2.html?NewsID=1428811&PageNum=0

Itar-Tass - November 5, 2004

Kiev Mayor warns Yuschenko against hampering Nov 6
festivities

KIEV - Kiev Mayor Alexander Omelchenko has warned the
oppositionist parties united in Our Ukraine bloc with
presidential candidate Viktor Yuschenko at the head
the city authorities will launch a court motion if
they organize actions hampering official festivities
on the 60th anniversary of Kiev's liberation from Nazi
troops.
Saturday, the oppositionists plan holding an action on
Independence Square to kick off an all-Ukraine
marathon they have entitled The People Is Invincible.
Our Ukraine officials say such actions will be held in
all regions of the country until November 21, the date
of the second round of presidential election, in which
Yuschenko is competing neck and neck with Prime
Minister Viktor Yanukovich.
Yuschenko is expected to address participants in the
Saturday meeting and demonstration.
Mayor Omelchenko said, however, Our Ukraine had been
allowed to hold actions on all the streets and squares
in Kiev, except Independence Square and Kreschatik
Avenue.
“Liberation Day events are more important than Our
Ukraine’s marches,” he said in an interview with
reporters.