Il terrorismo ustascia in Italia


I brani seguenti sono estratti dal dossier:
"1972: ricordi della strategia della tensione"
di Claudia Cernigoi, edito a cura della redazione de "La Nuova
Alabarda", Trieste 2003 - il testo integrale su:
http://www.NuovaAlabarda.tk/

Sull'attivita' terroristica e stragista degli indipendentisti croati
all'estero vedi anche:
CRONOLOGIA DEGLI ATTACCHI TERRORISTICI SUL TERRITORIO AUSTRALIANO,
1961-1988
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1606

Sulla storia della alleanza tra fascisti italiani ed indipendentisti
croati vedi ad es.:
IL FASCISMO E GLI USTASCIA - 1929-1941: Il separatismo croato in
Italia, di Pasquale Juso
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2814

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(...) < In riferimento al deposito di esplosivi ad Aurisina, si
innestano le notizie che danno per certo un incontro avvenuto il 25
gennaio di quest’anno [1972] in Germania, fra un esponente del MSI di
Trieste ispiratore di un’agenzia di stampa che si occupa di politica
estera, e rappresentanti dei fascisti jugoslavi, gli ustascia, autori
di alcuni attentati dinamitardi. A proposito di rapporti tra Trieste e
ustascia, un quotidiano nazionale riporta la notizia che nel 1969 un
triestino del gruppo di Avanguardia nazionale, Claudio Scarpa, prese
parte a un campo di addestramento in Baviera, organizzato dagli
ustascia. Oltre ad Aurisina il nucleo investigativo dei carabinieri ha
già avuto a che fare tempo fa con consistenti quantitativi di armi o
esplosivi. Lo scorso anno (9/3/71, n.d.r.) aveva destato sensazione il
blocco nel porto di Trieste di una nave panamense, la Caravelle prima,
a bordo della quale erano state sequestrate ingenti quantità di armi
(...) dello stesso tipo di quelle di Aurisina e la provenienza sembra
fosse greca. > [1]

(...) Sullo stesso argomento [di una visita del commissario Calabresi a
Trieste nell'ambito dell'indagine sulla strana morte di Feltrinelli] il
“Piccolo” è ritornato molti anni dopo, il giorno precedente la ripresa
del processo Sofri a Mestre [2]. < Due giorni prima di venire ucciso il
commissario sarebbe giunto a Trieste forse perché stava indagando su un
traffico d’armi provenienti dal circolo neonazista di Monaco e dirette,
via Trieste a fascisti italiani e ustascia jugoslavi. “Alla metà di
maggio Calabresi fu prelevato da casa sua e condotto a Trieste. Insieme
a lui il questore Guida (all’epoca ispettore generale al ministero
dell’interno n.d.r.) e l’onorevole Caron della DC. A Trieste
conferirono con il conte Loredan, noto fascista. Due giorni dopo venne
ucciso”. È quanto sostiene un informatore di allora dei nostri servizi
segreti, nome in codice “Dario”. L’informatore rileva che su quel
traffico aveva indagato anche Giangiacomo Feltrinelli e aggiunge:
“Calabresi lo sapeva e quindi conosceva i reali motivi della sua
morte”. >

(...) < Qualche ipotetica ragione per spiegare la scelta di Gorizia
come luogo per una strage [di Peteano] esiste (...) da queste parti c’è
abbondanza di personale particolarmente addestrato al terrorismo
politico. Sono gli ustascia e non a caso, forse, subito dopo il crimine
le autorità jugoslave hanno offerto la loro collaborazione. Calabresi
qualche giorno prima di essere ucciso è venuto a Trieste [3]. Gorizia è
storicamente un centro di incontro e di smistamento degli ustascia,
gente che sa maneggiare l’esplosivo, che ha i suoi depositi (come
quello di Aurisina decina di chili di T4 col timbro NATO) e molte
amicizie (...) anche tra le alleanze interne all’organizzazione
clandestina di sicurezza NATO (cioè la Gladio, n.d.r.?) gli amici sono
i camerati di ON e di AN, qualche rappresentante del SID e Divisione
affari riservati (ora SIGSI). A Udine gli ordinovisti sono Carlo
Cicuttini (originario delle valli del Natisone dove si parla un
dialetto che presenta lo stesso accento del telefonista di Peteano),
Ivano Boccaccio, Vincenzo e Gaetano Vinciguerra. > [4]


1) “Il Meridiano di Trieste”, 20/4/72.
2) Articolo di Silvio Maranzana nel “Piccolo” del 25/10/1999.
3) “Una lunga serie di attentati danno un marchio particolare al 1972,
l’anno che in cui Tito, deciso a stroncare finalmente un movimento
separatista che fa capo ai vertici stessi del partito in Croazia (...)
dopo un braccio di ferro durato parecchi mesi il 26/4/72 nell’assemblea
generale dei comunisti della Croazia i leaders scissionisti vengono
sconfitti” (G. Flamini, “Il partito del golpe”, Bovolenta 1983).
4) G. P. Testa, “La strage di Peteano”, Einaudi 1976.