https://www.cnj.it/INIZIATIVE/roma190305.htm

Lo scorso 16 febbraio, si è formalmente costituito il Comitato
promotore della manifestazione nazionale contro la guerra, per il
ritiro immediato delle truppe occupanti dall’Iraq, in appoggio al
diritto di resistere del popolo iracheno, che si terrà a Roma il
prossimo 19 marzo. Non occorre insistere sull’importanza che, nella
congiuntura attuale, viene ad assumere una tale scadenza, già lanciata
internazionalmente dal Forum di Porto Alegre e raccolta dai movimenti
contro la guerra di numerosi Paesi. (...) Qui di seguito si allega il
documento approvato all’unanimità che costituisce la piattaforma della
manifestazione. (BS)


Portiamo l'Italia fuori dal sistema di guerra.

Giornata mondiale contro la guerra il 19 marzo

Manifestazione nazionale a Roma

ore 15.00 piazza della Repubblica


A due anni dall'invasione dell'Iraq, l'opposizione globale alla guerra
è più grande che mai. "Per il movimento contro la guerra è tempo di
aumentare le azioni e di non fare marcia indietro". Questo è quanto è
stato ribadito e rilanciato dai movimenti sociali di tutto il pianeta
riunitisi nel Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre. Questo è quanto
emerge con drammatica evidenza dalla continua escalation della guerra
preventiva in Medio Oriente.

Il movimento internazionale contro la guerra esige oggi più che mai la
fine dell'occupazione dell'Iraq. Esige che gli USA cessino di
minacciarela Siria, l'Iran, il Venezuela ed altri paesi. Sostiene il
diritto dei palestinesi all'autodeterminazione e ad una pace fondata
sulla giustizia.

I movimenti contro la guerra si stanno impegnando per stabilire
maggiori contatti con le forze che resistono contro l'occupazione in
Iraq e in Medio Oriente. I movimenti contro la guerra che si sono
sviluppati a livello mondiale appoggiano il diritto del popolo iracheno
a resistere contro l'occupazione. In questo senso condividiamo la
proposta diorganizzazione di una conferenza - da tenersi fuori
dall'Iraq occupato - di tutti i diversi gruppi e delle forze
antioccupazione dell'Iraq per confrontarsi anche con il movimento
internazionale contro la guerra.

Le elezioni tenutesi in Iraq hanno rivelato sia la loro manipolazione
sia la loro incapacità di essere un reale elemento di ricomposizione
popolare di un paese occupato militarmente ed hanno reso ormai evidente
il progetto di balcanizzazione del paese. Le elezioni non hanno
affatto portato alla normalizzazione mentre l'occupazione ha
trasformato l'Iraq in un mattatoio in cui imperversano le truppe
occupanti, i mercenari e gli squadroni della morte. E' in questo
contesto che giornalisti scomodi scompaiono. vengono uccisi o
intimiditi ogni volta che cercano di far luce sui crimini di guerra e
su quanto è avvenuto a Falluja. E' il caso di Giuliana Sgrena del
Manifesto e prima di lei dei giornalisti francesi, dei giornalisti di
Al Jazeera, di Baldoni o delle cooperanti del Ponte Per.

Riteniamo necessario portare l'Italia fuori dal sistema di guerra.

L'integrazione dell'Italia nel sistema della guerra permanente, è
quanto venuto configurandosi negli ultimi anni. E' un sistema che
prevede l'invio di soldati all'estero per missioni militari mascherate
da operazioni di pace o guerre "umanitarie"; che utilizza le basi
militari USA e NATO nel nostro paese come strumento operativo della
guerra preventiva, includendovi - come è stato recentemente confermato
- anche le armi mucleari; che vede crescere sistematicamente le spese
militari e per la "sicurezza" sottraendo alle spese sociali; che
privilegia lo sviluppo della ricerca e degli investimenti
nell'industria bellica; che vara leggi liberticide contro la libertà di
informazione, di associazione e di manifestazione.

E' da questo sistema di guerra che dobbiamo sottrarre l'Italia per
indebolire qui da noi gli interessi e le basi materiali della guerra
infinita contro gli altri popoli e paesi. E' una sfida di civiltà e di
politica internazionale che il movimento per la pace lancia a questo ed
ai prossimi governi

E per questi motivi che intendiamo appoggiare i militari che si
rifiutano di andare in guerra e difendiamo gli attivisti perseguitati
perchè si sono attivati contro la guerra bloccando i treni, i porti e
le strade su cui transitavano gli armamenti destinati al mattatoio
iracheno.

Il 19 marzo prossimo, secondo anniversario dei bombardamenti sull'Iraq,
nelle principali città degli Stati Uniti e in decine di capitali nel
resto del mondo, il movimento per la pace tornerà in piazza sui suoi
obiettivi. In Europa, a Londra e a Roma, le manifestazioni assumono
particolare importanza perchè i due governi continuano a mantenere le
truppe in Iraq ed a sostenere l'occupazione del paese.

Chiamiamo i movimenti pacifisti, le forze sindacali, le forze
politiche, i soggetti della cultura e dell'informazione, a mobilitarsi
il 19 marzo anche in Italia in una grande manifestazione nazionale per
esigere oggi più di ieri il ritiro delle truppe di occupazione
dall'Iraq, per animare anche in Italia la campagna internazionale
contro le basi militari USA e NATO, le campagne per il disarmo
nucleare, contro il commercio di armi e per la riduzione delle spese
militari, per ribadire la legittimità delle forze che all'occupazione
dell'Iraq resistono anche sul campo.

Adoperiamoci in ogni ambito nelle prossime settimane per preparare con
incontri, sit in e manifestazioni locali la giornata mondiale contro la
guerra, affinchè il 19 marzo ci sia una nuova grande manifestazione nel
nostro paese. I governi della guerra devono trovarsi nuovamente la
strada sbarrata dal popolo della pace. Se non ora, quando?

Il Comitato promotore della manifestazione del 19 marzo

(si aprirà una casella di posta elettronica di raccolta delle adesioni)