[ Sul progetto di legge che vorrebbe equiparare i miliziani
repubblichini ai partigiani vedi anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4266
Sulle SS italiane vedi anche:
http://www.anpi.it/libri/ss_italiane.htm ]

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=40880

Da L'Unita' del 14.02.2005

La loro legge: SS uguali ai partigiani

di Wladimiro Settimelli

Sì, anche le Ss italiane che operarono direttamente al comando dei
nazisti negli ultimi mesi di vita della Rsi, se passerà il progetto di
legge presentato da Alleanza nazionale e ora all’esame del Senato,
potrebbero essere ritenute «cobelligeranti». Insomma, essere equiparati
ai partigiani e ai combattenti della libertà. Tale onore non
toccherebbe, dunque, soltanto alla Guardia nazionale repubblicana, alle
camicie nere della «Muti» e ai membri delle varie bande di torturatori
e di assassini che operarono, prima della Liberazione, a Roma, a
Firenze, a Milano e a Torino. Tra loro, come sta scritto in tutti i
testi di storia, c’erano gli uomini di Bardi , Pollastrini e Pietro
Kock per quanto riguarda Roma o agli uomini del maggiore Mario Carità
per Firenze.

Legittimi combattenti

Ma quello che più colpisce, appunto, è la eventuale possibilità che
persino gli ancora vivi delle «Ss» italiane, vengano considerati e
riconosciuti legittimi combattenti.

Insomma, se il progetto di legge è assurdo e inaccettabile per i
«repubblichini», mette in ansia e riempie di angoscia l’eventualità che
la stessa situazione venga persino applicata a coloro che servirono
direttamente agli ordini di Hitler.

Gli arruolamenti nelle «Ss» avvennero previo diretto e inequivocabile
accordo tra il governo di Salò e lo stato maggiore delle «Ss» a
Berlino. Dunque, gli italiani arruolati nel «corpo scelto» del nazismo,
un corpo «arianissimo» al servizio dei Reich, un corpo responsabili di
sterminii impensabili e gestore anche dei campi di concentramento, a
tutti gli effetti erano anche soldati di Salò. Certo, il loro
trattamemnto, dal punto di vista economico, da quello dell’armamento e
della vita nelle caserme era completamente diverso dagli altri
arruolati e questo suscitò proteste e gelosie tra gli stessi fascisti.
Anche le «Ss» italiane,ovviamente, furono considerate formazioni
d’elite e un corpo armato del tutto particolare. Intanto, sottratto
allo stato maggiore italiano, ai vari gerarchi come Ricci e Pavolini e
allo stesso Mussolini.

Arruolatevi!

L’arruolamento, si svolse in maniera rapidissima, perfino nei campi di
prigionia italiani in Germania. È dunque chiaro che alcuni si
arruolarono solo per tornare in Italia. Altri, successivamente, si
unirono alle formazioni partigiane portando via dalle caserme tutto
quanto potevano. Altri ancora, i peggiori, valutarono attentamente il
fatto che, in Italia, e nelle zone sotto controllo fascista, con la
divisa delle «Ss» addosso, era possibile spadroneggiare, rubare,
torturare, senza doverne rispondere direttamente ai comandi italiani.
Molti altri si arruolarono per poter servire fino alla fine il potere
di Hitler, con il «rigore» tipicamente nazista e la insindacabilità
concessa alle «Ss» anche sul suolo italiano.

Le «Ss» nostrane raggiunsero, ben presto, la forza di alcuni
battaglioni ed erano, dunque, diverse centinaia.

Per quali operazioni vennero usati gli uomini? Ovviamente per
rastrellare e catturare i partigiani, gli antifascisti o i giovani che
si erano rifiutati di presentarsi per il servizio di leva. È inutile
aggiungere che parteciparono ad alcuni terribili massacri e che si
distinsero nell’incendiare paesi e paesetti. Quando si trattava di
deportare la popolazione civile, in pratica si «nascondevano» sotto la
divisa nazista evitando persino di parlare in italiano per non farsi
riconoscere. Così capitò spesso che certe stragi e certi rastrellamenti
apparvero come opera dei soli soldati tedeschi. Nell’«armadio della
vergogna» e nel corso delle indagini su certe stragi terrificanti in
Emilia, Toscana, Piemonte e in Liguria, pare siano apparsi, nel
dopoguerra, i nomi di alcune comnpagnie di «Ss» italiane.

Scartoffie.

Naturalmente, quei nomi sono sempre rimasti sepolti sotto le scartoffie
e nessuno di quei personaggi, per ora, è stato chiamato a rispondere
del proprio operato. Molti di loro, alla fine della guerra, partirono
per il Sud America. Ora, con la proposta di legge di Alleanza
nazionale, anche loro potrebbero diventare come i partigiani e gli
altri combattenti della libertà. Per questo, martedì, nell’immediato
pomeriggio, proprio al Senato, i rappresentanti delle Associazioni
partigiane e della Resistenza, dei perseguitati politici, dei deportati
nei campo di sterminio, della Federazione dei combattenti per la
libertà, delle Associazioni ebraiche, terranno una conferenza stampa.

Saranno presenti anche l’ex presidente della Repubblica Scalfaro e il
partigiano Vassalli. Non mancheranno anche alcune famosissime medaglie
d’oro della Resistenza