Il bagaglino culturale (*) di Rifondazione:
Sulle foibe, bertinottiani dalla parte del revisionismo storico

(*) Nota: "Bagaglino" è la rivista di cabaret televisivo animata da Leo
Gullotta insieme a Pitto Franco e Pamela Prati


1. Venezia 13/12/2003
Fausto Bertinotti: "Sul lato non militare di quella resistenza non si
è indagato abbastanza. Abbiamo preferito fare un'operazione di
angelizzazione della nostra parte..."

2. Venezia 4/3/2005
Al VI Congresso PRC chi viene invitato a celebrare la Resistenza? Il
protagonista della operazione più infame di revisionismo storico e
revanscismo fascista del dopoguerra. Gullotta contestato.

3. Foibe: tombola anche a Cesena (segue...)
OdG al Congresso federale proposto da Progetto Comunista (moz. 3)


LINK UTILI SU PRC E FOIBE (in ordine cronologico inverso):

Venezia, VI Congresso PRC: OdG contro il revisionismo sulle "foibe",
RESPINTO dalla maggioranza bertinottiana
JUGOINFO Sab 12 Mar 2005

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4308

Cesena: Bertinottiani votano insieme ai fascisti OdG su "foibe e
deportazioni anti-italiane"
JUGOINFO Sab 19 Feb 2005

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4271

Visnjica Bertinotti

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4196

Una lettera di P. Behrens a "Liberazione"

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3179

La posizione di Bertinotti sulla violenza politica

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3095

Il commento di Claudia Cernigoi sulle dichiarazioni di Bertinotti

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3088

Spunti di discussione

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2852

Luca Casarini ed i suoi squadristi

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2838

I "Centri Sociali del Nord Est" di nuovo in azione

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2830

> Per un inquadramento storico complessivo vedi ad es:

> Claudia Cernigoi OPERAZIONE FOIBE A TRIESTE:
> https://www.cnj.it/FOIBEATRIESTE/index.htm

> Foibe: dalla propaganda fascista al revisionismo storico. Un opuscolo
> di controinformazione
> http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2951

La Storia e la Fiction: intervista a Alberto Negrin

18.02.2005    scrive Andrea Rossini
Il regista de “Il cuore nel pozzo” racconta ad Osservatorio sui Balcani
il proprio film, replicando alle accuse rivoltegli. La politica è
un’arma di distruzione di massa, noi raccontiamo le storie degli
uomini. Se oggi potessi girarlo di nuovo, però, farei un'introduzione

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3915/1/51/

Il cuore nel pozzo: intervista a Leo Gullotta

09.02.2005 scrive Andrea Rossini
Non è una ricostruzione storica, ma un'occasione per aprire una
riflessione su di un periodo oscuro. Così "Il cuore nel pozzo", la
controversa fiction sulle foibe prodotta dalla Rai e da Rizzoli
audiovisivi, nelle parole di Leo Gullotta/Don Bruno. L'intervista, in
collaborazione con Radio Onda d'Urto, è stata realizzata prima della
messa in onda del film...

<< ... Non è e lo risottolineo non è una ricostruzione storica di quel
momento... potevamo soltanto prenderla da un altro punto di vista. E'
la storia inventata... >> (SIC)

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/3880/1/51/


=== 1 ===

Venezia, sabato 13 dicembre 2003
Convegno di Rifondazione comunista sulle FOIBE
LA GUERRA E' ORRORE

L'intervento conclusivo di Fausto Bertinotti

...Noi, noi allora giovani, eravamo affascinati da entrambi gli
atteggiamenti, da quelli guerreschi, eroici, di chi raccontava ancora
con orgoglio quelle gesta e da quelli più silenziosi esplicitamente o
implicitamente critici non nei confronti di quei gesti, ma di quella
violenza che continuava a vivere in una cornice guerresca. Ma in
realtà sul lato non militare di quella resistenza non si è indagato
abbastanza. Abbiamo preferito fare un'operazione di "angelizzazione"
della nostra parte. Sfidati dalla brutalità del fascismo e dalla sua
violenza, abbiamo preferito pensare che un'alternativa umana ad esso
fosse già compiuta dopo esserci liberati da quel terribile evento.
Questa retorica e questa angelizzazione non ci hanno aiutato ad
indagare nella nostra storia per ricavarne risultati per il futuro.
Hanno invece fatto sì che da un lato disperdessimo le lezioni più
straordinarie che dentro quel percorso potevano annunciare il futuro,
e, dall'altro, che negassimo le violenze della nostra storia e della
nostra parte...


=== 2 ===

http://italy.indymedia.org/news/2005/03/743268.php

CONGRESSO PRC: CONTESTATO GULLOTTA PER FICTION SU FOIBE
L'attore Leo Gullotta, militante della prima ora del Prc, e' stato
oggetto di una dura contestazione verbale mentre recitava alcuni brani
dal palco congressuale al Palazzo del Cinema. "Venduto, venduto" gli
hanno urlato contro alcuni delegati, appartenenti a mozioni delle
minoranze interne, che imputano all'attore la partecipazione alla
fiction televisiva sulle foibe. "Chi e' venduto? e perche'? - e' stata
la replica di Gullotta - io sono limpido e onesto: la fiction ha fatto
sapere a 12 milioni di italiani che cosa sono state le foibe". Poi,
mentre dalla platea salivano applausi ma anche fischi, l'attore ha
invitato i 'dissidenti' ad un confronto dialettico sul palco. Ma il
confronto non e' stato possibile per l'intervento del servizio d'ordine
che, a quanto raccontano i protagonisti, ha impedito ai contestatori di
salire sul palco e li ha allontanati spintonandoli energicamente. "Da
alcuni dirigenti di Rifondazione ci siamo anche sentiti dare del
deficiente - si sono lamentati - mentre noi volevamo soltanto dire a
Gullotta che con quella fction lui aveva falsificato la storia e che si
era reso protagonista di un brutto telefilm". In soccorso di Gullotta
si e' schierato prontamente anche l'amico Fausto Bertinotti secondo il
quale "in questo partito c'e' un grado di violenza e intolleranza che
e' insopportabile". ()

---

http://www.repubblica.it/2005/a/sezioni/politica/proditornatre/
gullottaconte/gullottaconte.html

Uno sparuto gruppetto di delegati lo ha interrotto
mentre leggeva le lettere di alcuni partigiani

Rifondazione, Gullotta contestato
"Con le foibe in fiction hai tradito"

Amaro Bertinotti: "In questo partito intolleranza insopportabile"
I contestatori accusano: "Volevamo spiegare, ci hanno cacciato"

VENEZIA - Urla, grida e fischi. A una piccola ma rumorosa minoranza di
delegati al congresso di Rifondazione comunista non è piaciuta affatto
l'idea degli organizzatori di invitare Leo Gullotta a celebrare il
Sessantesimo anniversario della Liberazione leggendo le lettere di
alcuni partigiani.
Quando l'attore ha preso la parola, dalla platea è scattata subito la
contestazione: "Venduto! Vergogna traditore! Fai i soldi e poi vieni a
parlare di partigiani".
Gullotta è rimasto stupito prima ancora che seccato dalle urla. "Non so
cosa vogliate dire, non so a
cosa vi riferite", è stata la sua prima reazione. A questo punto è
iniziato un breve botta e risposta con i contestatori, che hanno
spiegato il loro gesto con la recente partecipazione dell'attore alla
fiction sulle foibe.
"Io sono limpido cristallino e se volete un dialogo con me vieni qui
sul palco e confrontiamoci. Con quella fiction - ha replicato ancora
Gullotta, mentre tutto il pubblico, compreso il segretario Fausto
Bertinotti, si alzavano in piedi e applaudivano in sostegno all'attore
- io ho contribuito a far conoscere a milioni di italiani che cosa sono
state le foibe".
Per nulla intimorito, uno dei contestatori ha continuato ad urlare:
"Venduto, venduto e ipocrita. Viva i partigiani". Dura l'ultima battuta
di Gullotta: "Scommetto che tu ieri eri tra quelli che non hanno
applaudito Ingrao. Io parlo di civiltà ".
La vicenda è durata pochi minuti in tutto, ma rischia di tenere banco a
lungo. Sia per le amare dichiarazioni rilasciate subito dopo dal
segretario Fausto Bertinotti, che ha parlato di un "insopportabile
grado di intolleranza in questo partito", sia per le accuse lanciate
dai contestatori.
"Eravamo pronti anche a replicare civilmente quando ce lo ha chiesto -
ha raccontato poco dopo in sala stampa Susanna, delegata di una mozione
di minoranza che ha dato vita alla protesta - ma il servizio d'ordine
ce lo ha impedito e ci ha subito allontanato dalla sala. Non abbiamo
fatto nemmeno in tempo ad alzarci che il servizio d'ordine ci ha
impedito di parlare e ci ha portato fuori. Se questo non è
stalinismo...".

(4 marzo 2005)

---
ALCUNI COMMENTI APPARSI SU INDYMEDIA
(vedi anche:
http://italy.indymedia.org/news/2005/03/743571.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/03/744160.php )
---

http://italy.indymedia.org/news/2005/03/744376.php

Il cuore nell'urna: Bertinotti & le foibe
by krukko Saturday, Mar. 05, 2005 at 3:49 PM

-Antefatto sull'operazione foibe:

"I partigiani (di tito) arrestarono sia i fascisti che i nazionalisti
italiani: ai loro occhi gli uni valgono gli altri, sono gli oppressori
(...). Centinaia di persone (non le migliaia della propaganda fascista)
vengono uccisi e gettati nelle foibe"
Così scriveva Giorgio Bocca (che non è di certo comunista...) nel 1966,
raccontando l'episodio delle foibe, e spiegando poi come l'odio
antiitaliano fosse nato in seguito alle angherie inferte da fascisti e
nazisti alle popolazioni slave.
Quindi: la storia delle foibe era tutt'altro che nascosta e
sconosciuta; le vittime non furono migliaia, non si può parlare di
tentato genocidio; il contesto in cui questo crudele episodio è
maturato (gli slavi trattati per anni come razza inferiore) non può
essere trascurato quando si parla delle foibe;
le foibe non possono essere messe sullo stesso piano, come numero di
vittime e gravità, dei campi di sterminio nazisti.
Questo tanto per chiarire che l'attuale spropositato battage sui
martiri delle foibe non è altro che un'operazione squallida sulla
memoria portata avanti dalla destra, ed avallata di fatto dal
centrosinistra.
Di questa operazione fa parte anche la ridicola fiction "Il cuore nel
pozzo".

-La bagarre al congresso del PRC:

Apprendo dal giornale (il Messaggero) che al congresso del PRC è stato
contestato Leo Gullotta, interprete di "il cuore nel pozzo".
L'episodio è narrato in questi termini: interviene l'attore, alcuni
"fossili politici" (trotskisti, stalinisti, titini(!?)) lo contestano,
il buon Fausto lo difende, anche lui si indigna per la violenza subita
dagli "italiani brava gente" ad opera dei perfidi titini.
Non nego che ci sia un pittoresco campionario di "ismi" all'interno del
PRC, ma stavolta io mi schiero in pieno con i Fossili Politici:
Bertinotti non si è schierato con la "verità" sulle foibe, che era
accessibile a chiunque volesse informarsi, ma con la mezza verità che è
stata tirata fuori adesso, quella che nasconde le violenze subite dagli
iugoslavi ad opera dei nazifascisti.
Non sono un nostalgico di Tito o del socialismo reale, non sono un
fanatico del Popolo in Armi né della "sacra identità" comunista, ma
penso che stavolta il PRC si sia prestato al gioco della destra,
soprattutto dell'estrema destra, che ha da decenni nelle foibe il suo
cavallo di battaglia.
E quindi non si tratta "solo" di storia, perchè siamo in un periodo in
cui gli antifascisti dei centri sociali subiscono in tutta Italia
arresti, denunce e agguati da parte dei neofascisti: adeguarsi al
revisionismo significa avallare questo clima mettendo sullo stesso
piano aggressori e aggrediti.
Quella di Bertinotti non è una "leggerezza" da poco, e non c'entra con
la sua "svolta non violenta": è una strategia studiata per ottenere un
messaggio attraverso i media che porti più voti al PRC. Già, perchè il
buon Fausto il cuore non ce l'ha nel pozzo, ma nell'urna, e ora, dopo
aver truffato alle europee il Popolo di Genova, punta ai voti del
Popolino delle Fiction.

Ai compagni che militano in buona fede nel PRC:
attenti, che anche Carabinieri, Distretto di Polizia e La Squadra sono
fiction di successo...

P.S.: il primo nucleo della Resistenza a Terni fu formato (come molti
sapranno) da prigionieri iugoslavi fuggiti dalle carceri fasciste. Ho
avuto modo di incontrare alcuni di loro anni fa ad una riunione dell'
ANPI.

P.P.S.: discussione articolata sull'"operazione foibe":
http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/Giap5_VIa.htm
http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/Giap6_VIa.htm

(...)

ma la verità non importa a nessuno?
by Fabio Mosca Saturday, Mar. 05, 2005 at 7:38 PM

dal quotidiano triestino Il Piccolo del 5 novembre 2001 la
testimonianza di Raffaello Camerini, ebreo, classe 1924.

«Nel luglio del 1940, ottenuta la licenza scientifica, dopo neanche un
mese, sono stato chiamato al lavoro "coatto", in quanto ebreo, e sono
stato destinato alle cave di bauxite, la cui sede principale era a S.
Domenica d'Albona.

Quello che ho veduto in quel periodo, sino al 1941 - poi sono stato
trasferito a Verteneglio - ha dell'incredibile. La crudeltà dei
fascisti italiani contro chi parlava il croato, invece che l'italiano,
o chi si opponeva a cambiare il proprio cognome croato o sloveno, con
altro italiano, era tale che di notte prendevano di forza dalle loro
abitazioni gli uomini, giovani e vecchi, e con sistemi incredibili li
trascinavano sino a Vines, Chersano e altre località limitrofe, ove
c'erano delle foibe, e lì, dopo un colpo di pistola alla nuca, li
gettavano nel baratro. Quando queste cavità erano riempite, ho veduto
diversi camion, di giorno e di sera, con del calcestruzzo prelevato da
un deposito di materiali da costruzione sito alla base di Albona, che
si dirigevano verso quei siti e dopo poco tempo ritornavano vuoti.
Allora, io abitavo in una casa sita nella piazza di Santa Domenica
d'Albona, adiacente alla chiesa, e attraverso le tapparelle della
finestra della stanza ho veduto più volte, di notte, quelle scene che
non dimenticherò finchè vivrò (...). Mi chiedo sempre, pur dopo 60
anni, come un uomo può avere tanta crudeltà nel proprio animo. Sono
stati gli italiani, fascisti, i primi che hanno scoperto le foibe ove
far sparire i loro avversari.
Logicamente, i partigiani di Tito, successivamente, si sono vendicati
usando lo stesso sistema (*).

[ (*) Dopo l'8 settembre furono i minatori a vendicarli giustiziando
tutti i fascisti della zona e la Direzione delle miniere, responsabile
del disastro di due anni prima nel quale erano morti duecento e feriti
altri duecento minatori a causa della assoluta mancanza di misure di
sicurezza.
I minatori erano di tutte le nazionalità. (L'esercito di Tito era
all'epoca sui monti della Bosnia, non in Istria dove giungerà solo nel
marzo del '45).
Un autocarro pieno di partigiani catturati dalla Milizia fascista pochi
giorni prima era passato davanti i minatori e si era fermato su l'orlo
di un pozzo. Gridavano "vendicateci!" ai minatori presenti... Fatti
scendere vennero falciati coi mitra e gettati dentro.
Questo è testimoniato da decine di testimoni oculari, fra i quali anche
un mio coetaneo, figlio di un impiegato delle miniere, che vide
l'episodio coi suoi occhi.
(E' italiano, per intenderci!).
Lo ha pure raccontato alla Rai regionale del Friuli Venezia Giulia il
prof. Guido Miglia, istriano... ma la Rai Nazionale si è sempre
guardata bene da divulgare queste notizie!
Vines è un sistema di pozzi carboniferi del bacino minerario dell'Arsa,
in provincia di Pola. ]

E che dire dei fascisti italiani che il 26 luglio 1943 hanno fatto
dirottare la corriera di linea - che da Trieste era diretta a Pisino e
Pola - in un burrone con tutto il carico di passeggeri, con esito
letale per tutti. (...)
Ho lavorato fra Santa Domenica d'Albona, Cherso, Verteneglio sino
all'agosto del `43 e mai ho veduto un litigio fra sloveni, croati e
italiani (quelli non fascisti). L'accordo e l'amicizia era grande e
l'aiuto, in quel difficile periodo, era reciproco. Un tanto per la
verità, che io posso testimoniare».

f.to Raffaele Camerini

[ I Tedeschi estrassero quei corpi dopo la loro "liberazione"
dell'Istria (che venne annessa al Terzo Reich) e ne fecero un battage
fotografico che per i due anni successivi quotidianamente venne
riproposto dai giornali Il Corriere Istriano ed il Piccolo di Trieste,
ma anche il Corriere della sera di Milano ed i giornali repubblichini.
Pavolini proclamava il 30 gennaio del '44 "Giornata del ricordo degli
Infoibati".
Quella campagna era tesa a spaventare gli Italiani dell'Istria che così
accettavano i nazisti come protettori. ]

---

http://italy.indymedia.org/news/2005/03/743988_comment.php#744577

(...)

"titini"...
by Fabio Mosca Saturday, Mar. 05, 2005 at 12:52 PM

I "titini", come sono spregiativamente chiamati oggi, partigiani come
si dovrebbero chiamare, erano anche Italiani, e non solo Slavi, come di
tutte le numerose etnie della Jugoslavia! Ben 30.000 italiani
combatterono con i partigiani jugoslavi...
Il termine "titino" dal '42 al 48 era esclusivo dei fascisti, e solo
dopo la scomunica di Tito nel '48 l'hanno addottato anche gli
stalinisti del PCI, Vidali di Trieste in primis - quel Carlos Contrera
che dirigeva la Ghepeù in Spagna dal '37 al '39 e che la "resistenza"
l'ha fatta negli alberghi di lusso in Messico cercando di ammazzare
Trozki, e dopo il suo assassinio restando negli USA dal '40 al '47 con
carte false fornite dalla ghepeù...
(leggere su Vidali in
-J'ETAIS UN AGENT DE STALIN di Walter G. Krivitski, pag.151
-LES COMMUNISTES CONTRE LA REVOLUTION ESPAGNOLE di Julian Gorkin,
-"The spanish revolution" di Burnett Bolloten, pag.457)
E' a quel Vidali campione di Stalin, esperto in torture e
"liquidazioni" di anarchici e trozkisti sin dalla guerra di Spagna, che
dobbiamo, anche, l'attuale acquiescenza degli ex comunisti a
quest'infame campagna denigratoria dei "titini" anche sulle foibe,
oltre che sulle delazioni inventate da tanto talento malvagio...
Mai e poi mai il PCI si discolpò di quell'appoggio acritico dato dalla
sua organizzazione al tentativo di Stalin di mettere sotto controllo la
Jugoslavia.
La menzogna è un'arma potente, usata senza scrupolo da una parte e
dall'altra fra i due stalinismi, i cui risultati luridi persistono
ancora.
Ma quanti operai ITALIANI dei cantieri di Monfalcone e Trieste sono
scappati in Jugoslavia per sfuggire al "terrore bianco" del pre Gladio
- X Mas e Osoppo finanziate segretamente da Roma - fra il 45 ed il 48!
Almeno 3000! Con le famiglie intere.
Dei poveri illusi, certo, che credevano al "sol dell'avvenir" (ma è una
colpa? oggi pare proprio di si!).
Illusi dai dirigenti comunisti che pur sapendo dei lagher nell'URSS,
tenevano tutto nascosto ed accusavano quei rari dissidenti di essere al
soldo del capitalismo ecc.ecc...
Ma la realtà qugli illusi la conobbero ben presto.
Dopo quel terribile '48 molti di loro vennero incarcerati dall'OZNA,
non perchè italiani, ma perchè fedeli a Stalin.
Una repressione stile staliniano contro altri staliniani!
Quegli operai ne rimasero stritolati!
Ma NON FU PULIZIA ETNICA come oggi si ciancia! I più colpiti furono
proprio i partigiani montenegrini, quelli che salvarono Tito in fuga
dopo la sconfitta di Uzice, che morivano di botte ripetendo "zivio
Staljin! zivio Staljin! zivio Staljin!..." (leggere GOLI OTOK di
Giacomo Scotti.)
Anch'essi, poveracci... non fosse per Scotti nessuno li ricorderebbe.
Molti di questi operai monfalconesi ritornarono in Italia come esuli
negli anni '50, demoralizzati, ignorati dal PCI che se ne vergognava,
soprattutto quando Kruscev andò a caccia con Tito nel '55! (fra questi
un mio zio).
Intanto migliaia di comunisti erano stati assasinati, dopo torture
indicibili, nei lagher in Ungheria, Bulgaria, Romania, Cecoslovacchia,
con l'accusa nebulosa di "titoismo". (inesistente allora come "teoria")

(...)

Il cuore nel pozzo va censurato è un film che distorce totalmente la
realtà!
by comunista Saturday, Mar. 05, 2005 at 6:12 PM

IL REVISIONISMO E' IL SONNO DELLA RAGIONE!
E' spaventoso questo film per il grado di faziosità e di stravolgimento
completo della realtà. Il film , mostra un soldato fascista italiano
presentandolo come un eroe che salva decine di bambini italiani da un
massacrato razziale ad opera dell'Armata rossa Yugoslava. Esattamente
l'opposto di quanto è accaduto. E' come se si faccesse un film sulla
rivoluzione d'Ottobre dove sarebbero i bolscevichi a sparare sulla
folla anzichè le squadracce zariste.
A tutto c'è un limite! non si può consentire uno stravolgimento simile
della realtà. Il film è scontato dall'inizio alla fine e si inquadra
perfettamente in un clima di totale revisionismo. Sono rimasto
letteralmente impressionato dalla puntata di porta a porta dedicata
alla famiglia mussolini a tre giorni dalle elezioni supplettive di
Napoli. Il programma ilare per gran parte della serata a visto la
esaltazione di mussolini da parte del figlio romano e della nipote
alessandra Presente in studio anche gervaso e se ricordo bene ferrara.
Chi esaltava l'intelligenza di mussolini, chi sosteneva che è stato
tradito! Poi vespa con le sue domande del tipo: "E' vero che a
mussolini piacevano le saponette alla mandorla?"
Evidentemente gli orrori del nazi-fascismo non hanno sfiorano neppure
lontanamente il programma. Le migliaia
di parenti delle vittime dei campi dell'orrore nazi-fascisti si saranno
rivoltati pensando a quanti sono stati deportati nei lagher , bruciati
vivi, saponificati. Niente!
I programma si è concluso a "tarallucci e vino" con il figlio di
mussolini che ha suonato e cantato "o sole mio con un pianoforte a
coda".Tre giorni dopo le elezioni a Napoli la Lista mussolini schizza
al 9,2%!
No abbiamo davvero bisogno di fronte alla dittatura del pensiero unico
mediatico di altri Revisionismi.
Tornare a Lenin! Difendere la memoria dell'URSS e della Resistenza
partigiana!

(...)

Gullotta confessa la sua ignoranza
by si DEVE ignorare la verità. Saturday, Mar. 05, 2005 at 8:06 PM
(...) Leo Gullotta: Stabiliamo subito che "Il cuore nel pozzo", il film
per la televisione su Rai Uno, non è una ricostruzione – sottolineo la
parola ricostruzione – storica sulle foibe. ...(è) L'occasione, presumo
da interprete, soltanto da interprete, dopo 60 anni di silenzio totale
da una parte e dall'altra, è quella della possibilità offerta dalla
televisione alla riflessione, al sapere e alla memoria. La televisione
entra nelle case, a differenza del cinema o del teatro che sono cose
che si scelgono, entra nelle case direi quasi a forza e quindi in
un'Italia che non sa - a parte la parte geografica interessata - che
cosa sono state le foibe, è un'occasione innanzitutto per accendere una
fiammella sul totale silenzio dopo 60 anni, con la speranza che si
cominci un cammino sereno di riflessione e di memoria. Questo è un
lavoro che devono fare gli storici, i politici, i giudici, quello di
ricomporre lentamente il perché questo avvenne. ... Le scuole, i
ragazzi, non sanno niente. E' un'offerta per i giovani, è un'offerta
alla memoria, un'offerta per dire anche in questa occasione mai più..."

Gullotta ignora tutto. Bertinotti sa la verità ma finge di saperne...
di più! E non legge nemmeno il Manifesto!

da Il Manifesto del 29 agosto 1996

lettere aperte, mai pubblicate da Il Corriere della sera e dalla
Repubblica di smentite delle falsità diffuse da tutti i media sulle
foibe, inviate da Galliano Fogar, direttore dell'IRSMLFVG di Trieste,
indirizzate a Violante, allora presidente della Camera:

"...E' falso (Corriere deIla Sera 18/8/'96} che tutte le vittime delle
repressioni jugoslave del 1945 a Trieste, Gorizia ed altrove, siano
state "infoibate", e, per di più, infoibate vive. Ci sono stati alcuni
casi di questa estrema ferocia che non assunsero però un carattere
collettivo.
Gran parte degli arrestati, poi scomparsi, fu deportata
nei campi jugoslavi e qui decimata da denutrizione, malattie ed anche
da condanne a mnrte. Una parte dei deportati fu rimpatriata a scaglioni
negli anni successivi...

...E' falso (Corriere della Sera 18/8/'96, La Repubblica 15/6/'96) che
non ci siano mai stati processi contro gli infoibatori.
Nel periodo del governo militare alleato a Trieste (giugno '45-ottobre
'54) la Corte straordinaria d'Assise, presieduta da magistrati
italiani, processò già nel periodo 1946-1949 circa un'ottantina di
imputati (per omicidio continuato e aggravato con o senza infoibamento,
sequestri di persone poi scomparse, sevizie ed altri reati di
violenza),comminando condanne sia ai presenti che ai contmaci,
dall'ergastolo a 30, 27, 25 anni di reclusione oltre a pene inferiori
ed anche assoluzioni.
Bastava una telefonata per verificarlo. Infatti i principali quotidiani
locali e regionali (Corriere di Trieste, Il giornale di Trieste, Il
Piccolo, La Voce libera, quotidiano del Cln di cui ero redattore, Il
messaggero Veneto di Udine), pubblicarono ampi servizi udienze e le
conclusioni di processi, di cui esistono comunque le sentenze. Inoltre
la polizia civile creata dal Gma e che aveva fra le sue file anche
diversi profughi italiani dell'Istria, effettuò numerosi arresti
(segnalati alla stampa) di infoibatori veri e presunti e di agenti
dell'Ozna (la polizia politica slovena e jugoslava, poi Udba).

...Dal novembre 1945 all'aprile del 1948 i vigili del fuoco di Trieste,
la polizia civile, il gruppo speleologico triestino ed il gruppo
rastrellatori mine effettuarono, con l'autorizzazione del Gma,numerose
esumazioni di salme dalle foibe e fosse comuni sull'altipiano carsico a
Trieste e Gorizia, recuperando 464 corpi di cui 217 civili e 247
militari fra italiani e tedeschi anche caduti in combattimento...

Dalle ricerche fatte finora dal nostro istituto, che sul problema delle
foibe e deportazioni ha scritto sin dai primi anni '60 libri e saggi
(ma di fronte alla grande stampa siamo disarmati), non risulta che sia
stato predisposto dall'alto un piano di sterminio o genocidio etnico
come stampa e Rai hanno più volte riportato.
Ci furono indubbiamente anche manifestazioni di revanchismo
nazionalistico, di resa dei conti, (italiano=fascista). Ciò avvenne
specie nel corso dell'insurrezione esplosiva e caotica slovena e croata
in Istria nel settembre '43 (crollo del potere dello stato dominante
italiano). Ci fu allora una presenza fra le improvvisate formazioni
degli insorti anche di torbidi "vendicatori" di interessi ed
antagonismi paesani e di autentici criminali.
In quel periodo furono uccise o scomparvero dalle cinque alle seicento
persone in maggioranza italiane ma anche slovene e croate.
La violenta e devastante controffensiva nazista dell'ottobre '43 che
seminò in Istria lutti e stragi sia fra le popolazioni civili italiane
che slovene e croate, indusse alcuni dei carceriori degli arrestati a
liberarsi di essi, pericolosi testimoni, uccidendoli.

L'Istria, povera ed emarginata con la popolazione contadina
perseguitata ferocemente dal fisco, con fenomeni di proletarizzazione e
di accattonaggio nelle principali città, riscontrate anche da fonti
prefettizie e fasciste, sofferse molto sotto il regime fascista.
Dal 1940 al 1943 conobbe la sferza delle dure repressioni poliziesche e
militari dettate da Mussolini ai capi militari: esecuzioni collettive,
deportazioni di civili con vecchi, donne e bambini, distruzioni di
villaggi.
Alla fine di febbraio del 1940, una devastante esplosione di gas nelle
miniere di carbone dell'Arsa (Iri), provocò la morte di 185 minatori
italiani e slavi ed il ferimento di 144. Sciagura annunciata da
precedenti vittime (13 nel 1937 e 9 nel 1939). A tre mesi di distanza
dall'entrata in guerra, il governo seppellì l'inchiesta sulle
responsabilità direzionali gravissime .

(E fu proprio lì, nell'Arsa, a Vines, che al crollo dello Stato
italiano esplose la vendetta contro la Direzione delle miniere e le sue
guardie fasciste che furono uccise e precipitate nella stessa
miniera-ndr). (...)


=== 3 ===

Oggetto: Foibe: tombola anche a Cesena

(segue ... Le puntate precedenti:
Cesena: Bertinottiani votano insieme ai fascisti OdG su "foibe e
deportazioni anti-italiane" - JUGOINFO Sab 19 Feb 2005
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4271 )


Fonte: aa-info @yahoogroups.com

Data: Mon, 21 Feb 2005 19:33:50 +0100
Da: "christian"

Allego quì di seguito l'odg che abbiamo presentato al congresso della
federazione di Cesena, votato solo dai compagni di progetto comunista +
un'astensione (l'ernesto). Tutti gli altri hanno votato contro (parere
sfavorevole di Musacchio, presente come membro di garanzia dal
nazionale).

odg

Ci ha molto preoccupato venire a conoscenza che, in sede di Consiglio
Provinciale, il nostro partito ha espresso voto favorevole al documento
di Alleanza Nazionale sul "Giorno della Memoria".
La prima domanda, che ingenuamente ci siamo posti, è stata: "ma della
memoria di chi?" Certo non la memoria di quanti ancora credono al
valore della obiettività storica: il documento proposto in sede
provinciale è frutto di affermazioni storicamente infondate e false,
pieno di volgare revisionismo ideologico.
Ma non solo! Esso si inserisce in una manovra di vera e propria
"disinformazione" e guerra propagandistica, che è parte di un progetto
politico molto più ampio delle destre ora al governo, dove introdurre
elementi di mistificazione e confusione, deve servire a preparare
generazioni future di italiane ed italiani ad essere educate nell'oblio
e nella rimozione. È l'ennesimo tentativo reazionario per scatenare una
canea contro il comunismo: ieri come oggi l'incubo dei padroni e
l'unica reale prospettiva di liberazione degli oppressi.
Una propaganda che, nel peggiore stile fascista, si avvale di strumenti
subdoli, quali la "fiction": vedi l'esempio di "Il cuore nel pozzo",
una colossale mistificazione storica anticomunista. Un'opera da
Ministero della cultura popolare di mussoliniana memoria, che fa parte
della campagna imbastita da Berlusconi e dai suoi alleati fascisti di
AN con alla testa Fini e Gasparri per denigrare la Resistenza, il
socialismo e il comunismo e riabilitare la dittatura fascista di
Mussolini.
E la cosiddetta "sinistra democratica", che si è piegata a questa
prospettiva distorta non fa altro che adeguarsi (con maggiore o minore
convinzione) al clima della "pacificazione nazionale", che partendo
dalla comprensione per i fascisti arriva a farne dei martiri
dell'«italianità», con l'unico fine, attraverso il ricompattamento
politico della borghesia italiana, di prepararsi la strada quale
affidabile forza di governo per una politica di alternanza borghese.
Se è inquietante che uno stato democratico decida di appoggiare il
revisionismo storico operato dai nostalgici dell'irredentismo fascista,
è addirittura spaventoso che i rappresentanti di quello che si
definisce il partito della rifondazione comunista si rendano complici
di questa manovra.
Le parole rassicuranti del segretario di federazione, il quale in
sostanza afferma che il voto in consiglio provinciale non è stato del
Gruppo di Rifondazione Comunista, ma una iniziativa personale e non
concordata dell' unico consigliere PRC presente al momento del voto,
sono state smentite da quanto avvenuto il 10 febbraio, a Cesena, in
Consiglio Comunale, dove, complice il PRC, è stato votato all'unanimità
(escluso i Verdi che sono usciti per protesta al momento del voto) un
documento, che ha accolto la richiesta del centro-destra di proporre
alla commissione toponomastica la dedica di una via agli infoibati.
Una posizione che, a nostro avviso, si discosta nettamente da quella
assunta in sede nazionale solo un anno fa, quando il PRC aveva votato
contro la Legge n. 92 del 30 marzo 2004, che istituiva il giorno della
memoria alle vittime delle foibe.
Non si possono avallare iniziative di questo tipo: iniziative che
ignorano volutamente l'intera storia che sta a monte delle foibe e del
cosiddetto "esodo", come se la storia cominciasse dal 1945 e quel che è
successo dal 1920 al 1945 (annessione dell'Istria e di parte di Fiume e
della Dalmazia all'Italia col trattato di Rapallo, invasione
nazifascista della Jugoslavia nel 1941, resistenza partigiana,
sconfitta del nazifascismo) non contasse nulla, non esistesse nemmeno.
Come se non fossero esistiti o non contassero nulla i crimini del
fascismo, quali l'italianizzazione forzata di quelle terre, le
deportazioni di intere popolazioni dalla costa verso l'interno per far
posto alla colonizzazione fascista (una vera e propria "pulizia etnica"
ante litteram), i tribunali speciali contro gli antifascisti sloveni e
italiani, i campi di concentramento dove gli jugoslavi sono morti di
fame, di stenti e di torture a decine di migliaia, i villaggi bruciati,
le esecuzioni sommarie, gli stupri, e così via.
È revisionismo storico aberrante l'asserire che, come i nazisti hanno
fatto funzionare la Risiera di S. Sabba come campo di sterminio, così i
"titini" hanno "infoibato italiani" e quindi che i criminali stanno da
tutte e due le parti.
Questo accostamento, che mette sullo stesso piano vittime ed
aggressori, non considera, infatti, tutta una serie di fatti:
innanzitutto che i nazisti avevano programmato lo sterminio dei popoli
da loro considerati "inferiori" (Ebrei e Slavi innanzitutto, ma anche
gli Zingari), così come l'eliminazione degli handicappati, degli
omosessuali, dei vecchi invalidi; e pure l'eliminazione fisica degli
oppositori politici e la lotta contro i partigiani condotta anche
mediante eccidi di massa, stragi, rappresaglie contro ostaggi innocenti.
Nessun paragone può essere fatto con il comportamento delle forze
armate partigiane (jugoslave ed italiane) che non avevano tra le loro
finalità né la pulizia etnica, né la purezza della razza, né era loro
proprio il concetto della rappresaglia terroristica.
Tra gli arresti e le esecuzioni del dopoguerra non vi furono massacri
indiscriminati: della maggior parte degli arrestati si sa che erano
militari o comunque collaboratori del nazifascismo che si erano
macchiati di crimini efferati.
Se vi furono delle vendette personali, di questo non si può rendere
responsabile un intero movimento di liberazione, né creare un caso
politico che dura da più di cinquant'anni, soprattutto alla luce del
fatto che di processi contro gli "infoibatori" se ne sono svolti
un'ottantina e non si possono processare nuovamente le persone per gli
stessi reati, né processare altri per reati dei quali si sono già
condannati i colpevoli.
In quanto alle onoranze richieste per i "caduti delle foibe"
(commemorazioni, erezioni di monumenti e lapidi, intitolazione di vie),
visti i ruoli impersonati dalla maggior parte degli "infoibati",
personalmente ci rifiutiamo di onorarli. Si può provare umana pietà nei
confronti dei morti, ma da qui ad onorare chi tradiva, spiava,
torturava, uccideva ce ne corre.
Il nostro timore è che se non correggiamo subito la rotta, niente e
nessuno potrà più arrestare questo minuetto di menzogne, questo
prodotto incrociato di falsità e di revisionismo, di parzialità elevata
a valore assoluto.
Alla luce di quanto esposto chiediamo dunque che il nostro partito si
astenga dall'appoggiare manovre di strumentale revisionismo storico,
che ci derubano della nostra storia e della nostra memoria.

Associazione marxista rivoluzionaria-collettivo di Cesena-Forlì

Cesena, 13 febbraio 2005