ARCHIVIO NAZIONALE CINEMATOGRAFICO DELLA RESISTENZA
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Sguardi sulle liberazioni d'Europa

In occasione del sessantesimo anniversario della liberazione d´Europa,
l´Archivio, in collaborazione con Goethe Institut-Turin, Associazione
culturale Piemonte - Grecia Santorre di Santarosa, Associazione
culturale Russkij Mir e Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia,
organizza una rassegna di film sul tema.

*** Mercoledì 25 maggio, ore 16:
BITKA NA NERETVI / La battaglia della Neretva

*** Mercoledì 1 giugno, ore 16:
NE OKRECI SE SINE / Non voltarti figlio

Sala Proiezioni, Corso Valdocco, 4/A - Torino


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SGUARDI SULLE LIBERAZIONI D'EUROPA
60 anni della Liberazione al cinema

Le liberazioni dei paesi europei dall´oppressione nazista, di cui si
celebra quest´anno il 60° anniversario, concludono sei lunghi anni di
guerra. Due mesi di film raccontano questo periodo attraverso alcuni
dei titoli più significativi della produzione mondiale.
La programmazione, articolata in nove sezioni, sarà replicata nel
corso dei mesi estivi ed autunnali. La rassegna è organizzata in
collaborazione con Goethe Institut-Turin, Associazione culturale
Piemonte - Grecia Santorre di Santarosa, Associazione culturale
Russkij Mir e Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia.
Introduzioni e presentazione dei film a cura di: Tamara Bellone,
Jacopo Chessa, Marco Farano, Amalia Kolonia, Fotos Lambrinòs, Paola
Olivetti, Fabio Pezzetti, Matteo Pollone, Costanzo Preve, Vittorio
Sclaverani, Caterina Taricano.

Sala Proiezioni del Museo Diffuso della Resistenza,
della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
Corso Valdocco, 4/A - Torino

Ingresso libero

Programma della rassegna:

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UNGHERIA/CECOSLOVACCHIA

Martedì 17 maggio, ore 16
Giorni freddi, di A. Kovacs (Ungheria, 1966, 101´)

Mercoledì 18 maggio, ore 16
La barricata muta, di O. Vavra (Cecoslovacchia, 1949, 128´)

GRECIA/JUGOSLAVIA

Mercoledì 25 maggio, ore 16
La battaglia della Neretva, di V.Bulajic (Jugoslavia/Italia/Rft, 1969,
134´)

Giovedì 26 maggio, ore 16
Incontro con Fotos Lambrinòs, seguirà
Aris Velouchiotis: il dilemma, di F. Lambrinòs (Grecia, 1978, 120´)

Venerdì 27 maggio, ore 16
In alto le mani Hitler, di R. Manthoulis (Grecia, 1962, 75´)

Sabato 28 maggio, ore 16
O thiasos, di T.Angelopulos (Grecia, 1975, 115´) – parte prima
Domenica 29 maggio, ore 16
O thiasos, di T.Angelopulos (Grecia, 1975, 115´) – parte seconda

Mercoledì 1 giugno, ore 16
Non voltarti figlio, di B. Bauer (Jugoslavia, 1956, 111´)

GERMANIA

Giovedì 2 giugno, ore 15
I giovani leoni, di E. Dmytryk (USA, 1958, 167´)

Venerdì 3 giugno, ore 16
Berlino, di Y.Rajzman (Urss, 1949, 90´ )

Sabato 4 giugno, ore 16
Gli assassini sono tra noi, di W. Staudte (Germania, 1946, 85´)

Domenica 5 giugno, ore 16
Germania anno zero, di R.Rossellini (Italia/Francia/Germania, 1948, 75´)

LE LIBERAZIONI DEI LAGER

Mercoledì 8 giugno, ore 16
Documentari sulle liberazioni di Majdanech, Mauthausen, Dachau, Auschwitz

Giovedì 9 giugno, ore 16
La passeggera, di A.Munk (Polonia, 1963, 42´)

Venerdì 10 giugno, ore 16
Notte e nebbia, di A. Resnais (Francia, 1956, 32´)

GRAN BRETAGNA

Mercoledì 15 giugno, ore 16
Duello a Berlino, di Powell & Pressburger (GB, 1943, 103´)

Giovedì 16 giugno, ore 16
Quell´ultimo ponte, di R.Attenborough (GB, 1977, 150´)

Venerdì 17 giugno, ore 16
Operazione Overlord, di S.Cooper (GB, 1975, 85´)

Sabato 18 giugno, ore 16
Breve incontro, di D. Lean (GB, 1945, 86´)

USA

Mercoledì 22 giugno, ore 16
Il grande Uno Rosso, di S. Fuller (USA, 1980, 111´)

Giovedì 23 giugno, ore 15
Il giorno più lungo, di K. Annakin (USA, 1962, 180´)

Venerdì 24 giugno, ore 16
D-Day to Berlin, di G. Stevens (USA, 1994, 46´)

Sabato 25 giugno, ore 15
Patton generale d´acciaio, di F.J. Schaffner (USA, 1970, 169´)

Domenica 26 giugno, ore 16
Strange Victory, di L. Hurwitz (USA, 1948, 75´)


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Per informazioni:
Telefono 011 43 80 111
Fax 011 43 57 853
E-mail info@ancr. to .it

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La battaglia della Neretva

1968, di di Veljko Bulajic

soggetto: Ugo Pirro, Ratko Djurovic, Veliko Bulajic; sceneggiatura:
Ugo Pirro, Ratko Djurovic, Veliko Bulajic, Stevan Bulajic; fotografia:
Tomislav Pinter; montaggio: Vanja Bjenjas, Roberto Perpignani; musica:
Vladimir Kraus Rajteric; interpreti: Sergej Bondarciuk, Yul Brynner,
Anthony Dawson, Milena Dravic, Boris Dvornik, Curd Jurgens, Sylva
Koscina, Hardy Kruger, Franco Rica, Renato Rossini, Lojze Rozman,
Ljubiza Samardzic, Oleg Vidov, Orson Welles, Bata Zivojinovic, Charles
Millot, Fabjan Sovagovic, Pavle Vuisic, Dragomir Felba, Hajro
Hadzicaric, Sibina Mijatovic, Ralph Person, Vasa Pantelic, Spela
Rozin, Nereo Scaglia, Bizidan Smiljanic, Abudurahman Salija, Tomislav
Todic, Giulio Verdirosi, Kole Angelovsky, Stole Arandjelovich, Miha
Baloh, Demetar Bitenc, Faruk Bejabi, Dusko Bulajic, Milena Ropcevic,
Velja Milojevic; produzione: Igor Film (Roma), Vereinigte Bitka Na
Neretvi (Sarajevo), Eichberg Film (Monaco); durata: 125'.

Il film

Nel gennaio 1943, temendo un attacco alleato nei Balcani, Hitler
ordina alle sue truppe in Jugoslavia, in collaborazione con quelle
italiane, di annientare le brigate partigiane capeggiate da Tito. Dopo
un primo violento attacco, respinto dai partigiani, questi ultimi
vanno all'assalto e ottengono la resa delle truppe italiane comandate
dal generale Morelli. Un ordine tedesco, ancor più perentorio del
primo, non ottiene miglior risultato, e le forze dell'antinazismo
conquistano, pur tra notevoli perdite, la più sicura vittoria.

Questo affresco in forma di superproduzione è relativo ad un celebre
episodio della Seconda Guerra Mondiale. Il meglio del film viene dalla
qualità delle scene girate in esterni nelle quali lo scenario naturale
acquista una presenza stupefacente. Il punto debole è la verità
guerriera a livello individuale. […] Per dirla con Eluard, il regista
passa piuttosto male dall'orizzonte di tutti all'orizzonte di uno
solo. Solo Sylva Koscina, sorprendente per sincerità nel ruolo di una
giovane partigiana, riesce a donare al film qualche momento di rara
emozione.

J. C. Guiguet, Saison '71, Parigi, 1971

Per più di un anno Veliko Bulajic ha girato sulle montagne
dell'Erzegovina, tra Dubrovnik e Sarajevo la più grossa produzione mai
intrapresa in Jugoslavia. Per questo gigantesco sforzo si sono
coalizzate sette case di produzione e altre ditte non cinematografiche
si sono impegnate a cooperare finanziariamente a quello che viene
considerato un vero e proprio affare nazionale, dato il tema del film.
Si tratta infatti della battaglia della Neretva (dicembre 1942 - marzo
1943) considerata dagli jugoslavi come la svolta decisiva della loro
guerra partigiana. La sconfitta dei nazisti e dei loro alleati in
questa lunga e terribile campagna segnò, in effetti, l'inizio della
vittoria finale della Resistenza nazionale che doveva liberare il
paese senza bisogno dell'aiuto sovietico. L'episodio centrale di
questa battaglia è la vicenda del ponte sulla Neretva, fiume impetuoso
che scroscia possente in profonde gole. I partigiani erano bloccati su
una delle due sponde e la presenza di importanti forze tedesche
impediva loro di raggiungere una regione montuosa già liberata. Tito
ebbe l'idea di ricorrere a un trucco. Fece saltare il ponte che i suoi
uomini avrebbero dovuto attraversare, facendo così credere al nemico
di aver deciso di ritirarsi. Quando poi i tedeschi si furono ritirati
fece attraversare di notte il fiume sulle rovine del ponte a tutta la
sua colonna: combattenti, feriti, malati, civili in fuga. Perché - e
questo è un altro aspetto significativo della battaglia - Tito aveva
voluto portare in salvo migliaia di feriti gravi e di malati di tifo
che rallentavano la sua marcia e mettevano in difficoltà i combattenti
validi. Nonostante pesanti perdite e molte sofferenze, la maggior
parte dei partigiani riuscì a fuggire all'annientamento, e i principi
morali che guidavano la lotta di resistenza nazionale furono così
salvaguardati.
Veliko Bulajic ha ricostruito questa pagina di storia con scrupolosa
esattezza, girando sui luoghi stessi in cui si erano svolti i fatti,
con la supervisione di ex comandanti partigiani. La distruzione del
ponte sarà naturalmente uno dei clou del film: non sarà naturalmente
quella del ponte vero (ricostruito) ma di un altro assai simile,
aggiungendovi altri trucchi complementari realizzati su modellini
negli studi di Barrandov presso Praga. L'esercito ha fornito quasi
5000 comparse e molto materiale, tutto d'epoca, tranne gli aerei.
Molti civili sono stati reclutati sui luoghi della lavorazione. Sono
state fatte solo due concessioni alle esigenze dello spettacolo per
poter vedere il film all'estero: il colore (ma si sono utilizzati toni
molto discreti e un po' spenti) e la presenza di alcuni attori
stranieri tra cui Sylva Koscina che è di origine jugoslava e che da
bambina ha vissuto i duri anni dell'occupazione. Si è immedesimata
nella sua parte di combattente della Resistenza, nel corso di tre mesi
di lavorazione svoltasi in condizioni spesso difficili per la neve e
il freddo. Bulajic ha dichiarato di non aver voluto fare un film
eroico o pomposo, ma soltanto di aver voluto esaltare i valori morali
che animavano la Resistenza nel quadro di una ricostruzione
rigorosamente documentaria, evitando la fotografia troppo ricercata e
qualsiasi trucco, a favore della massima spontaneità e autenticità. Il
regista ha saputo integrare perfettamente i suoi attori stranieri nel
contesto nazionale e ottenere effetti spettacolari senza pezzi di
bravura forzati, ma molto convincenti.

Marcel Martin, "Cinéma '69", n. 136, maggio 1969.

Abbiamo già detto dell'importanza patriottica di questa
superproduzione destinata a esaltare la battaglia sanguinosa e
vittoriosa che segnò una svolta decisiva nella guerra dei partigiani
jugoslavi. La ricostruzione scrupolosa, compiuta con mezzi enormi, ha
dato un risultato dignitoso; Bulajic, che aveva già realizzato cose
migliori, sembra qui un po' paralizzato dalle dimensioni dell'impresa
e dal peso delle responsabilità.

M. M., "Cinéma '71", febbraio 1971

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Non voltarti figlio

("Ne okreci se sine"), di Branko Bauer. Con B. Sotlar, L. Andres, J.
Cosmo, P. Jollen, R. Callan. RFS di Jugoslavia 1956 (1h42m - na
srpskohrvatskom - con sottotitoli in italiano)

Croazia, 1941-1943: in una Zagabria resa agghiacciante dalla violenza
razzista ustascia, l'odissea di un padre per recuperare il
giovanissimo figlio ai valori della fratellanza e della libertà. Un
film molto toccante in grado anche di chiarire, a noi oggi, gli
aspetti "politicamente scomodi" e dunque rimossi della storia
jugoslava contemporanea...