19 luglio in piazza a roma contro l'occupazione dell'iraq

VIA DALL'IRAQ SUBITO! L'UNICA SICUREZZA E' IL RITIRO

Con gli attentati di Londra la guerra è di nuovo entrata
drammaticamente nella vita quotidiana e nelle case delle popolazioni
di quegli Stati che partecipano alla guerra preventiva,
all'occupazione e all'oppressione di altri popoli. Dopo gli attentati
dell'11 marzo, a Madrid la gente scese in piazza con uno striscione
chiaro e coraggioso: "Nostri sono i morti, vostra è la guerra". Quella
parola d'ordine è stata la lapide di un governo reazionario e filo USA
come quello Aznar che aveva voluto a tutti i costi essere parte della
coalizione politico-militare che aveva invaso illegalmente l'Iraq in
contrasto con la volontà della maggioranza della popolazione.

E' tempo che anche il governo Berlusconi sia costretto a prendere
questa decisione. La maggioranza sociale del nostro paese vuole che le
truppe italiane in Iraq vengano ritirate e che l'Italia venga
sottratta alla guerra e alle sue conseguenze. Il governo - al
contrario - tenta di gestire il coinvolgimento dell'Italia nella
guerra e nell'occupazione di Iraq e Afghanistan come normale
amministrazione, potendo contare sulla riluttanza della gran parte
dell'opposizione ad ingaggiare una seria battaglia per il ritiro delle
truppe. Gli attentati di Londra dimostrano al governo e
all'opposizione che non c'è più molto tempo per prendere la decisione
giusta: ritirare le truppe dall'Iraq e mettere fine alla complicità
dell'Italia con la guerra. L'unica exit strategy possibile dal pantano
irakeno è il ritiro immediato di tutte le truppe straniere, senza
rinvii o escamotage come ad esempio quelli prefigurati da chi pensa ad
una copertura da parte dell'Onu.

Le conseguenze delle scelte sbagliate dei governi guerrafondai sono
state estremamente drammatiche per i cittadini iracheni, oltre che per
quelli di Madrid e Londra. Ma domani potrebbero diventarle anche per i
cittadini italiani.

Occorre agire subito, prima che l'Italia divenga il bersaglio del
terrore e prima che in nome della "sicurezza" e della lotta al
terrorismo vengano ulteriormente ristretti gli spazi di libertà e di
agibilità democratica attraverso leggi speciali liberticide. Le misure
annunciate dal Ministro Pisanu prefigurano uno "stato di pubblica
sicurezza" che già si sta scatenando contro i movimenti di lotta e gli
immigrati. Ancora più importanza assume oggi la battaglia per la
chiusura dei cosiddetti CPT.

Per questo proponiamo a tutte le forze che si oppongono alla guerra e
all'occupazione dell'Iraq di mobilitarsi martedì 19 luglio, in
concomitanza con la discussione in Parlamento del decreto di
rifinanziamento della missione militare italiana. Proponiamo per la
mattina un incontro con i capigruppo del centrosinistra per ribadire
le richieste del movimento contro la guerra, e una manifestazione
sit-in sotto la Camera dei Deputati nel pomeriggio (ulteriori dettagli
sull'orario verranno forniti non appena sarà reso pubblico il
calendario parlamentare)


Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq,
Federazione Nazionale delle Rappresentanze Sindacali di Base - CUB,
Confederazione Cobas, Radio Città Aperta, Rete dei Comunisti, "Essere
comunisti" - Partito della Rifondazione Comunista, Red Link, Action,
Forum contro la guerra, Associazione Argon Bloggersperlapace, Rete
Artisti contro le guerre, Gino Barsella, Adriana Spera (Consigliera
Capitolina PRC e Presidente V CCP), Claudio Ortale (Direttivo CUB
LAZIO e Presidente BKP Roma), Lotta per il Socialismo - CWI,


per adesioni:

viadalliraqora @ libero.it

cpiano @ tiscali.it