Garage Osijek

1. Garage Osijek (D. Hedl, OB)
2. CROAZIA: CRIMINI GUERRA; INDAGINI SU UCCISIONI DI CIVILI (F, Dota,
ANSA)
3. IL PRESIDENTE DELL'HHO ŽARKO PUHOVSKI SUI FATTI DI OSIJEK ALLA FINE
DEL 1991 ("La Voce del Popolo", Rijeka/Fiume)


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http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4567/1/51/

Garage Osijek

02.08.2005 scrive Drago Hedl
L'affare Osijek scuote la Croazia: un ex soldato, Krunoslav Fehir,
confessa i crimini commessi dall'esercito croato nei confronti dei
civili serbi. Le torture avvenivano in un garage, nel cortile
dell'attuale sede della Contea. I corpi venivano poi messi in celle
frigorifere e gettati nella Drava


La drammatica confessione dell'ex membro dell'esercito croato
Krunoslav Fehir, che ha descritto dettagliatamente al settimanale
Feral Tribune come a Osijek, cittadina della Croazia nord orientale,
durante la guerra del 1991, sono stati uccisi civili serbi, ha
scioccato l'opinione pubblica croata. Il trentenne Fehir, che negli
ultimi dieci anni ha lavorato come poliziotto stradale a Osijek, ha
confessato di essere stato lui stesso coinvolto in tali crimini. Fehir
ha reso le proprie dichiarazioni anche al Procuratore Generale dello
Stato Mladen Bajic, ripetendo tutto al Giudice delle indagini del
Tribunale della Contea di Zagabria.

Fehir ha dunque affermato di aver fatto tutto quello che ha fatto per
ordine di Branimir Glavas, la persona più potente di Osijek in tempo
di guerra. Glavas è oggi un parlamentare e fino a poco tempo fa, fino
a quando l'attuale Premier Ivo Sanader non l'ha estromesso dall'Unione
Democratica Croata (HDZ), era una della persone più potenti dello Stato.

Krunoslav Fehir, che al momento in cui è avvenuta l'eliminazione dei
Serbi di Osijek faceva parte dell'unità dell'esercito comandata da
Glavas, e aveva solamente 16 anni e mezzo, ha spiegato come, per
ordine di Glavas, civili serbi venivano arrestati, interrogati e
torturati, e come la maggior parte di loro è stata poi uccisa.

«I civili serbi venivano condotti in un garage nel cortile
dell'attuale palazzo della Contea, nel centro di Osijek», ha spiegato
Fehir. «Lì venivano interrogati e picchiati. Alcuni di loro, come
Cedomir Vuckovic, erano obbligati a bere l'acido solforico degli
accumulatori che si trovavano nel garage. Ricordo bene come quel
Vuckovic, per l'orrore e la sofferenza, era riuscito in qualche modo a
forzare la porta del garage, cercando scampo. Ho allora aperto il
fuoco su di lui colpendolo».

L'indagine autoptica, condotta sul cadavere di Cedomir Vuckovic dalla
divisione di Patologia della Clinica Ospedaliera di Osijek, ha
confermato che la causa della morte dell'uomo era stata
l'avvelenamento da acido solforico. I due colpi che, secondo la sua
confessione volontaria, erano stati sparati da Fehir, non erano stati
mortali.

Glavas ha respinto tutte le dichiarazioni di Fehir, definendolo un
bugiardo e persona dalla mente disturbata. Ha inoltre affermato di non
conoscere neppure [quella persona] e – alludendo all'età di Fehir – ha
dichiarato con arroganza che nel 1991 intorno a lui non si era
radunato un asilo infantile, ma dei veri soldati.

Il Feral Tribune, tuttavia, ha velocemente smentito Glavas. Nel
numero di venerdì scorso, infatti, il settimanale ha reso nota la
matricola ufficiale dell'esercito di Krunoslav Fehir del settembre
1991, nella quale si vede che il soldato era effettivamente agli
ordini di Glavas. Inoltre, il Feral ha pubblicato alcune fotografie di
guerra di Fehir. Diversamente da altri soldati dell'esercito croato,
che in quel periodo erano poco armati e scarsamente equipaggiati,
Fehir, in quanto appartenente all'Unità speciale di Glavas, appare con
le migliori armi, giubbotto antiproiettile e casco; l'uniforme è della
miglior qualità, con stivali e guanti di pelle. Per quel periodo, si
può ritenere che facesse parte di una Unità di élite. Quell'Unità era
comandata da Glavas.

Nella sua deposizione, Fehir ricorda che nello stesso modo in cui è
stato ucciso Vuckovic sono stati eliminati circa una decina di civili
serbi. Le indagini ufficiali di polizia per quel periodo parlano di 27
omicidi irrisolti e di una decina di scomparsi. Questi dati non sono
tuttavia da considerarsi definitivi, perchè nel frattempo i
giornalisti hanno contattato famiglie di vittime i cui nominativi non
si trovano in questa lista.

Fehir ha affermato che le persone che venivano interrogate nel garage
venivano trasportate in celle frigorifere, morte o ancora in vita,
fino al fiume Drava. Quelli ancora vivi venivano poi uccisi e gettati
nel fiume insieme agli altri.

Il procuratore della Contea di Osijek, Davor Petricevic, ha
dichiarato che almeno dieci persone sono state uccise nello stesso
modo. Gli sono state legate le mani dietro la schiena, la bocca chiusa
con del nastro adesivo e tutti giustiziati con un colpo alla testa da
distanza ravvicinata. In questo modo è stato ucciso il noto medico di
Osijek Milutin Kutlic, così come anche lo scacchista di fama
internazionale Bogdan Poucuc. Diversamente dagli altri casi, questi
corpi sono stati trovati.

L'unico testimone di questi omicidi è Radoslav Ratkovic,
sopravvissuto miracolosamente ai suoi assassini. Ratkovic ha descritto
in dettaglio agli inquirenti croati, già nel 2001, come tre soldati
dell'esercito [croato] nel dicembre 1991 l'avevano portato via dalla
casa in cui viveva dicendogli che l'avrebbero accompagnato a fare un
"breve colloquio informativo". Ratkovic ha descritto la casa nella
quale è stato trasferito, l'interrogatorio e le percosse, e come da
lì è stato condotto sulle rive della Drava dove gli hanno sparato due
volte alla testa. I proiettili sono però passati attraverso la guancia
e usciti dalla bocca. Dopo essere stato gettato nel fiume, Ratkovic è
riuscito in qualche modo a nuotare e a salvarsi. Oggi vive in Serbia.

Non solo Glavas, ma anche il padre di Fehir, Josip - anche lui membro
dell'Unità speciale guidata da Glavas - hanno cercato di dimostrare la
inconsistenza della testimonianza di Krunoslav Fehir, che ha avuto la
protezione della polizia e gode ora dello status di testimone
[protetto] . Josip ha dichiarato ai giornalisti che suo figlio non era
mai stato nell'esercito croato, dicendo poi che invece ne faceva
parte, ma che il suo ruolo era semplicemente quello di vivandiere.
Tuttavia, la testimonianza di Krunoslav Fehir e i documenti in suo
possesso raccontano una storia completamente diversa.

Dopo che "l'affare Osijek" ha ottenuto un'enorme pubblicità su tutti
i media croati, da Zagabria è stato inviato uno dei migliori esperti
di polizia, Vladimir Faber, con altri cinque agenti scelti. Faber ha
assunto il posto di capo della polizia di Osijek, avviando
immediatamente le indagini su tutte le questioni legate ai crimini di
guerra commessi nei confronti dei Serbi di Osijek.

Nonostante tutti gli indizi portino a Glavas, quest'ultimo finora non
è stato ufficialmente interrogato. Glavas sta cercando di dimostrare
che l'indagine in corso sugli omicidi di Osijek è una montatura
politica orchestrata dall'attuale Premier, Ivo Sanader. Sanader, come
abbiamo detto, lo aveva già espulso dall'HDZ da oltre due mesi, a
causa della creazione di un movimento per l'autonomia della Slavonia.
Gli osservatori, a Zagabria, ritengono tuttavia che questo fosse
solamente un pretesto, ma che la vera ragione della presa di distanza
di Sanader da Glavas fosse "l'affare Osijek", sul quale ha indagato
anche il Tribunale dell'Aja. Alcune fonti bene informate, vicino al
governo croato, ritengono che l'Aja lascerà che sia la Croazia a
condurre tale processo.

Glavas cerca ora di coinvolgere in tutta questa storia anche Vladimir
Seks, presidente del parlamento croato, già a capo del comitato di
crisi della Osijek in guerra dall'agosto alla metà di settembre 1991.
"Lì non succedeva niente senza che Seks ne fosse informato", afferma
ora Glavas. Il comitato di crisi era un'amministrazione speciale, che
durante la guerra conduceva il governo sia negli affari civili che
militari.

Seks rigetta tuttavia ogni implicazione negli omicidi dei civili di
Osijek. A suo favore c'è il fatto che la maggior parte di quegli
omicidi sono avvenuti dopo la sua partenza da Osijek, a metà settembre
1991.

Gli osservatori politici in Croazia ritengono che "l'affare Osijek"
rappresenterà un test per lo Stato croato, che mostrerà se Zagabria
oggi è pronta per giudicare i crimini di guerra che sono stati
commessi dai Croati. Tutti comunque concordano sul fatto che la
Croazia, in quanto Paese che vuole entrare nell'Unione Europea, non
può permettere che restino impuniti coloro che durante la guerra
ordinavano omicidi di civili, o eseguivano quegli ordini.


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CROAZIA: CRIMINI GUERRA; INDAGINI SU UCCISIONI DI CIVILI

(di Franko Dota) (ANSA) - ZAGABRIA, 22 LUG - Si prospetta sempre piu'
calda l'estate politica a Osijek, il capoluogo della regione piu'
orientale della Croazia, la Slavonia: la procura di Zagabria sta
portando avanti un'inchiesta sulle uccisioni di civili serbi avvenute
all'inizio della guerra (1991-1995) che vedrebbero coinvolto Branimir
Glavas, vincitore delle ultime elezioni regionali nella citta' croata.
Non e' una sorpresa che Glavas, conosciuto sin dai primi mesi della
guerra come 'lo sceriffo di Osijek', 'il padrone della vita e della
morte', venga indicato come il boss che ordino' le ''le liquidazioni
di pacifici cittadini di etnia serba'', come scrive oggi sul
quotidiano di Zagabria,'Jutarnji list', l'analista Sanja Modric.
Giornali e settimanali indipendenti hanno parlato innumerevoli volte
di un centinaio di civili trucidati. Molti, forse troppi, sapevano, e
tanti avevano visto con i propri occhi cadaveri riemergere dal fiume
Drava che attraversa la citta'. E tutti sapevano chi comandava a
Osijek in quei caldi mesi dell'estate del 1991 quando il paese era
sotto l'attacco delle forze dell'ex presidente serbo Slobodan
Milosevic e Osijek, quarta citta' per numero di abitanti in Croazia
(150.000), doveva reggere ad ogni costo. Ma Glavas, ufficialmente
riconosciuto come il fautore della difesa della citta' e' stato per
anni intoccabile. Come uno dei dirigenti della Comunita' democratica
croata (Hdz), partito del defunto presidente Franjo Tudjman, godeva
della protezione delle piu' alte leve politiche ed ha potuto per piu'
di un decennio governare a suo piacimento la Slavonia. Lui ha sempre
negato tutte le accuse con nonchalance, le autorita' giudiziarie non
si sono mai mosse, e mai un testimone che si facesse avanti, almeno
finora. Cos'e' cambiato? Solo poche settimane prima delle regionali
dello scorso 15 maggio, Glavas ha lasciato l'Hdz, oggi guidato dal
premier Ivo Sanader, presentando una lista indipendente. Sulla rottura
tra Sanader e Glavas si sono fatte le ipotesi piu' disparate, ma e'
certo che Glavas e' uno degli ultimi falchi nazionalisti a venire
espulso o a lasciare l'Hdz che Sanader sta spostando verso il centro,
costruendo un'immagine di partito democratico ed europeista che vuole
condurre la Croazia nella famiglia europea, al piu' presto. Ma, a
dispetto di Sanader, alle elezioni a Osijek ha vinto Glavas facendo
piazza pulita dell'Hdz e incassando quasi il 30% dei voti. Entrando in
coalizione con il Partito del diritto, (Hsp) di destra, Glavas, anche
se personalmente non ricopre nessun incarico pubblico, e' ridiventato
il 'padrone della citta' e della regione'. Sara' forse un caso, ma a
due mesi dalla vittoria, il settimanale 'Feral Tribune' svela
nell'ultimo numero che uno dei fedelissimi soldati di Glavas,
appartenente nel 1991 allo squadrone che prese anche il nome
dell'allora segretario della protezione civile di Osijek, Glavas
appunto, sta parlando come testimone sotto protezione con i magistrati
di Zagabria. La sua testimonianza, sempre secondo 'Feral Tribune',
incolperebbe Glavas come ''il mandante di interrogatori, torture e
liquidazioni sommarie di varie decine di civili'' di etnia serba
avvenuti nei primi messi del conflitto. Almeno due le vittime con un
nome, Djordje Petrovic e Cedomir Vuckovic, la cui atroce morte viene
descritta nei particolari. ''Dopo essere stati torturati a bastonate,
furono costretti a ingerire dell'acido'', riporta il giornale. Gli
'interrogatori' avrebbero avuto luogo in due edifici di Osijek usati
dalla protezione civile e da li' le vittime venivano caricate su di un
camion e portate alla riva del Drava dove venivano fucilate e gettate
nel fiume. Dopo le scoperte del settimanale si e' fatta viva anche una
vittima, scampata per pura fortuna alla morte, Radooslav Ratkovic,
oggi residente in Serbia, che avrebbe raccontato tutto ai magistrati
croati gia' nel 2001, ma senza alcun esito. Glavas continua a negare
ogni sua responsabilita' per i fatti del 1991, e controbatte a
Vladimir Seks, uno dei suoi piu' stretti amici di partito, prima della
rottura, e oggi presidente del parlamento di Zagabria, che all'epoca
era lui a capo della protezione civile. Seks se ne lava le mani
spiegando che la sua carica era puramente civile e non aveva
alcun'ingerenza militare. ''A Osijek regnava il caos, creato da
individui e gruppi che nessuno poteva controllare'', ha spiegato Seks
negando di essere stato a conoscenza dei crimini. Ieri il ministro
della giustizia Vesna Skare Ozbolt ha confermato che anche il
Tribunale penale dell'Aja (Tpi) per i crimini commessi nell'ex
Jugoslavia sarebbe interessato al caso. Rispondendo alle ultime accuse
di Glavas che ha definito la questione ''un processo montato, uno
spettacolo politico-giudiziario messo in scena'' contro i vincitori
delle regionali a Osijek, esponenti del governo hanno negato di aver
esercitato alcuna pressione sulla magistratura ''che sta conducendo le
indagini in piena indipendenza''. Nelle prossime settimane la procura
dovra' decidere se procedere, mentre il riemergere di uno dei piu'
atroci crimini di guerra commessi in Croazia, su cui molti allungo
hanno chiuso gli occhi, continua a scuotere la scena politica, non
solo della citta' di Osijek. (ANSA). COR
22/07/2005 17:59


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Da "La Voce del Popolo", Rijeka - Fiume, venerdì 29.7.2005

IL PRESIDENTE DELL'HHO ŽARKO PUHOVSKI
SUI FATTI DI OSIJEK ALLA FINE DEL 1991

Omicidi, spunta un nuovo testimone

Il sindaco Anto Đapić: no al linciaggio morale di Branimir Glavaš

OSIJEK – Žarko Puhovski, presidente del Comitato croato di Helsinki
(HHO), ha dichiarato ieri a Osijek di aver parlato con una persona che
è a conoscenza di quanto successo in questa città nell'autunno e
nell'inverno del 1991, aggiungendo che, la stessa, fra qualche giorno
contatterà il procuratore di Stato Mladen Bajić. Dopo una riunione a
porte chiuse con il sindaco di Osijek Anto Đapić, Puhovski ha rilevato
di avere "parlato con un signore che gli ha fornito precise
informazioni e una ventina di documenti". A detta di Puhovski,
quest'uomo è a conoscenza "di numerosi dettagli sui fatti della fine
del 1991". Nonostante le reiterate domande dei giornalisti, non ha
voluto svelare l'identità di questa persona, limitandosi a dire
unicamente che era un appartenente della "BOB", l'unità di Branimir
Glavaš.
Sempre secondo Puhovski, il suo interlocutore ha dichiarato di non
avere ucciso nessuno, ma di essere stato presente a tre liquidazioni
che non hanno nulla a che vedere con quelle di Đorđe Petrović e
Čedomir Vučković, delle quali nei giorni scorsi hanno ampiamente
parlato i mass media. A una precisa domanda se questa persona ha fatto
il nome di Branimir Glavaš, Puhovski ha risposto che l'interlocutore
gli ha detto "di avere avuto un comandante con il quale era in
contatto, ma che non si tratta del signor Glavaš".
"Non si tratta solamente di Osijek, visto che cose del genere sono
successe anche in altre città. Bisogna, invece, appurare se in Croazia
esista o meno lo stato di diritto. Le cose sono ancora poco chiare.
Per questa ragione, è lecito affermare che negli scorsi quattordici
anni non è stato fatto abbastanza e che l'indice accusatore deve
venire puntato su coloro che erano al vertice della Polizia e della
procura di Stato nel periodo passato", ha detto Puhovski.
Commentando il caso del testimone protetto Krunoslav Fehir, ha
rilevato che, evidentemente, la procura è giunta alla conclusione che
la testimonianza non è troppo attendibile. "E' alquanto insolito che
abbiamo un testimone protetto che, allo stesso tempo, è una 'stella'
mediatica. Ciò significa che qualcosa non funziona", ha detto Puhovksi.
Da parte sua, Anto Đapić ha ribadito la sua opposizione al "pubblico
linciaggio" di "una tra le persone più autorevoli di Osijek qual è
Branimir Glavaš", mettendo in rilievo la sua ferma volontà che venga
fatta piena luce su quanto successo nel capoluogo della Slavonia nel
1991 ma in conformità alle leggi croate e non a una campagna che
condanna una persona prima che nei suoi confronti sia stata avviata
qualsivoglia inchiesta.