COMUNICATO STAMPA

Mercoledì 5, giovedì 6 e venerdì 7 ottobre 2005, presso la Sala
Proiezioni del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione,
della Guerra, dei Diritti e della Libertà, in corso Valdocco 4/A
(Torino), si terrà una retrospettiva dedicata al regista croato Lordan
Zafranovic.

L'iniziativa, organizzata dall'Archivio Nazionale Cinematografico della
Resistenza insieme al Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia,
prevede la proiezione di tre film (Occupazione in 26 immagini, La
caduta dell'Italia, Il tramonto del secolo/Testamento) inediti in
Italia, centrati sui temi dell'occupazione italiana nei paesi dell'ex
Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale.

Occupazione in 26 immagini (1978, Arena d’oro a Pola, in concorso a
Cannes) fu il film più visto in Jugoslavia e in Cecoslovacchia nella
stagione 1978/79. Il racconto delle atrocità commesse dai
collaborazionisti ustasa durante l’occupazione italiana e tedesca della
città di Dubrovnik nel 1941 è famoso per una memorabile scena su un
autobus in cui si scatena la ferocia degli assassini.

La caduta dell'Italia (1981, Arena d’oro a Pola, premio Jelen sempre a
Pola, e Grand Prix a Valencia, presentato a Venezia) analizza la
brutalità fascista attraverso le imprese compiute dalle truppe
d’occupazione italiane e tedesche e dai collaborazionisti ustasa e
cetnici in un’isola della Dalmazia.

Il tramonto del secolo/Testamento (1994) appartiene invece al genere
documentario, e può essere considerato la sintesi della sua opera
nell'ambito del filone storico-politico dedicato alla Seconda Guerra
Mondiale.

Il regista, presente in sala, introdurrà personalmente i film. Tutte
le proiezioni avranno inizio alle ore 17.00.

Per informazioni:
011/4380111
011/4357853
redazione@...

Torino, 22 settembre 2005

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LORDAN ZAFRANOVIC - Maslinica, isola di Solta (Croazia), 1944

Cineasta controverso e scomodo, il suo tema o la sua ossessione è
l’analisi del male e del delitto, individuale e collettivo, a cui si
contrappone spesso il potere dell’eros.
Laureato in Lettere e Belle Arti a Spalato, pittore, completa gli studi
di regia all'Accademia di Cinema di Praga (FAMU), dove in seguito
insegna. Inizia con film amatoriali e sperimentali nel 1961 (ne
realizza una sessantina), e nel 1965 entra nel mondo della produzione
professionale di cortometraggi, con una serie di lavori (Pomeriggio,
Ave Maria) in cui già sono presenti i temi del male e della violenza
nell’animo umano.
Al lungometraggio si era già avvicinato come studente (La domenica,
1969), ma il suo primo lungometraggio importante è Muke po Mati (La
passione secondo Matteo) del 1975, premiato a Pola con il premio della
critica.
La sua opera si può dividere secondo due filoni: quello
esistenziale-metafisico-erotico – che include il già citato Muke po
Mati, Ujed andjela (1984), Haloa-praznik kurvi (1988), basato sul tema
del triangolo erotico, e Lacrimosa (1995), caratterizzato dal tema
della vendetta - e quello storico-politico, dedicato alla Seconda
Guerra Mondiale e compiuto ne La Trilogia : Okupacija u 26 slika
(L’occupazione in 26 immagini), Pad Italije (La caduta dell’Italia),
Vecernja zvona (Le campane a sera).
Okupacija u 26 slika (1978, Arena d’oro a Pola, in concorso a Cannes)
fu il film più visto in Jugoslavia e in Cecoslovacchia nella stagione
1978/79. Il racconto delle atrocità commesse dai collaborazionisti
ustasa durante l’occupazione italiana e tedesca della città di
Dubrovnik nel 1941 fu reso famoso da una memorabile scena su un autobus
in cui si scatena la ferocia degli assassini. Pad Italije (1981, Arena
d’oro a Pola, premio Jelen sempre a Pola, Grand Prix a Valenzia,
presentato a Venezia) continua ad analizzare la brutalità fascista
attraverso le imprese delle truppe d’occupazione italiane e tedesche e
dei collaborazionisti ustasa e cetnici in un’isola della Dalmazia.
La Trilogia di guerra termina con il film Vecernja zvona (1986, premio
per la regia, premio Jelen a Pola), che affronta le contraddizioni e le
tragedie di un’epoca significativa nella storia della Jugoslavia, e del
movimento comunista, quella del contrasto Tito-Stalin. Ma anche nei due
film precedenti vengono posti i temi della disuguaglianza tra gli
uomini, della ricchezza e della povertà, della consapevolezza e della
libertà, temi aperti a cui il regista non dà risposte predefinite.
Una caratteristica dei film di Zafranovic è il continuo indugiare sulla
bellezza dei paesaggi, quasi a indicare una contraddizione tra la
bellezza del mondo e la ferocia della specie umana.
La sua opera include anche la realizzazione di molti documentari, tra i
quali spiccano Antika (1972), Rad zida grad (1975) e Krv i pepeo
Jasenovca (1983), premiati al Festival del Documentario di Belgrado.
Una sintesi un po’ particolare della sua opera è il film Zalazak
stoljeca/Testament - Il tramonto del secolo/Testamento (1994): un
documentario della durata di più di tre ore, in cui si intrecciano
spezzoni di provenienza nazista e ustasa.
Si è anche dedicato a regie televisive per le televisioni di Zagabria e
Belgrado.
Dopo i cambiamenti politici degli anni '90 e la disgregazione della
Jugoslavia, si allontana dalla Croazia; a Praga, dove vive attualmente,
si dedica a nuovi progetti, spesso comunque legati alle tematiche del
territorio della ex- Jugoslavia.
Un' interessante realizzazione è il recente documentario, commissionato
dal governo della Repubblica Popolare Cinese, sulla città di Shangai
(Simfonija nebeskog grada/The Symphony of the Heavenly City) e
realizzato dalla Radio-televisione serba.