What's Left, 8 Novembre 2002

Guerra segreta: l'intervento USA e UE in Jugoslavia

di Gregory Elich

(SECONDA ED ULTIMA PARTE)


La settimana prima delle elezioni, l'Unione Europea inviò un
"Messaggio al popolo serbo" in cui si annunciava che una vittoria per
il candidato dell'opposizione Vojislav Kostunica avrebbe portato
all'eliminazione delle sanzioni. "Perfino se Milosevic fosse rieletto
democraticamente", affermava un funzionario dell'UE, le sanzioni
sarebbero rimaste. Questa era una potente pressione verso un popolo
impoverito e devastato da anni di sanzioni occidentali. (35)
Il funzionario del Dipartimento di Stato USA William Montgomery
notava: "Raramente si è impiegato tanto fuoco, energia, entusiasmo,
denaro – ogni cosa - quanto ne è stato impiegato in Serbia nei mesi
prima della caduta di Milosevic." (36)
Ancor prima delle elezioni, funzionari occidentali accusavano il
governo jugoslavo di frode elettorale, piantando i semi della distruzione.

Nei giorni delle elezioni ed in seguito, la coalizione detta
Opposizione Democratica della Serbia (DOS) proclamò la vittoria del
proprio candidato. Funzionari USA incoraggiavano l'opposizione ad
indire delle dimostrazioni di massa, perfino prima che fossero
annunciati i risultati ufficiali. In pratica ogni giorno la DOS
dichiarava differenti percentuali per il proprio candidato. A un certo
punto parlarono del 57 per cento. Due giorni dopo le elezioni, il 26
settembre, la DOS dichiarava che Kostunica aveva avuto il 54.66
percento dei voti, sulla base del 97.5 per cento dei voti scrutinati,
ma che 130.000 voti "e i voti dal Kosovo e Montenegro" non erano stati
considerati dalla DOS. Il giorno dopo, la DOS annunciò che Kostunica
aveva il 52.54 percento dei voti. Il dato era basato, dissero, sul
98.72 per cento degli scrutini. Stavolta, il portavoce dello Staff
Elettorale della DOS, Cedomir Jovanovic, cambiò di tono, dichiarando
che gli scrutini da fare erano quelli dei militari e quelli postali.
Secondo Jovanovic, il 26 settembre, 5.093.038 voti su un totale di
5.223.629 voti erano stati scrutinati, per un totale del 97.5%. Sulla
base del totale fornito da Jovanovic, ciò avrebbe significato che meno
di 64.000 schede sarebbero state scrutinate il giorno seguente, quando
fu dichiarato un conteggio pari al 98.72 percento. Assumendo che
Kostunica abbia perso tutti questi voti, la sua percentuale sarebbe
dovuta scendere a 52.75, comunque più alta dell'annunciato 52.54%.
Il DOS si avvantaggiò della confusione proveniente da tali
significative differenze sui totali. Il 26 settembre, Jovanovic
annunciò che Kostunica aveva avuto 2.783.870 voti, ed il giorno
seguente dichiarò che, quando tutti i voti sarebbero stati contati,
"Kostunica avrebbe avuto 2.649.000 voti." Quattro giorni dopo,
Jovanovic dichiarò 2.424.187 voti per Kostunica, e poi il 2 ottobre il
portavoce dell'opposizione Zoran Sami abbassò ulteriormente il totale
a 2.414.876, con una percentuale del 51.34%. In seguito, Sami disse
che il risultato finale mostrava 2.377.440 voti e una percentuale del
50.35% per Kostunica. Esclusi da tali conteggi erano i voti dal Kosovo
e dei rifugiati dal Kosovo.
I media occidentali accettarono acriticamente le dichiarazioni della
DOS, proclamandole precise e risultanti da meticolosi scrutini, e
grida di frode si alzarono invece contro il Governo jugoslavo.
Chiaramente c'erano state delle frodi. I dati forniti dalla stessa DOS
indicano chi stesse commettendo la frode. (37)

Nonostante le dichiarazioni in senso contrario dei media occidentali,
il conteggio ufficiale dei voti fu ampiamente pubblicizzato in
Jugoslavia. Vojislav Kostunica ottenne il 48.96 percento dei voti,
mancando di poco il 50% richiesto per la vittoria al primo turno. Il
Presidente Milosevic ottenne il 38.62 percento. Un secondo turno
elettorale per i due maggiori candidati venne indetto l'8 ottobre.
(38) Appoggiati dai funzionari occidentali, Kostunica e la DOS si
rifiutarono di partecipare al secondo turno, dichiarando che avevano
già vinto. La DOS presentò proteste prima alla Commissione Elettorale
Federale, e poi alla Corte Costituzionale. Chiedevano, tra l'altro,
l'annullamento dei voti dei rifugiati dal Kosovo, e quelli dal Kosovo
stesso, dove il Presidente Milosevic aveva ottenuto un vantaggio
ampio. La Corte Costituzionale sostenne la proposta di Milovan
Zivkovic, membro della Commissione Elettorale Federale, per
riesaminare il voto di tutti i distretti per eliminare i dubbi. (39)
Fu la minaccia del riconteggio dei voti a motivare la riduzione
quotidiana dei voti e delle percentuali dichiarate dalla DOS per i
suoi candidati. La percentuale finale che la DOS annunciò era vicina a
quella dei risultati ufficiali. Tuttavia, la DOS si rifiutò di
includere i voti dal Kosovo e quelli dei molti rifugiati dal Kosovo,
con il pretesto che il voto in Kosovo chiudeva alle 16:00 invece che
alle 20:00. Secondo la DOS, la chiusura anticipata dei seggi avrebbe
invalidato tutte le schede di questi votanti. Solo eliminando i voti
dei residenti e rifugiati del Kosovo la DOS potè proclamare una
vittoria attorno al 50 per cento per Kostunica.

Più di 200 osservatori internazionali di 54 paesi monitoravano le
elezioni. Gli osservatori seguirono
ogni stadio delle elezioni, incluso il conteggio del voto e la
correlazione dei risultati. Uno degli osservatori, il Ministro degli
esteri greco Carolos Papoulias, concluse: "Tutti quelli che hanno
annunciato ampie frodi, come [il commissario agli esteri dell'UE]
Javier Solana, hanno sbagliato" e il voto si è svolto in "modo
impeccabile."
Atila Volnay, un osservatore ungherese, disse che la sua delegazione
aveva visitato molte sezioni elettorali e confermava la presenza dei
rappresentanti dell'opposizione nelle commissioni elettorali, e che
"non ci potevano essere anomalie." Una delegazione di tre persone del
Socialist Labour Party del Regno Unito dichiarò che la Commissione
Elettorale Federale "ha fatto di tutto per assicurare che la gente
potesse votare senza intimidazioni ed in modo normale," ma che delle
irregolarità erano state rilevate in Montenegro. "Abbiamo ricevuto
molti rapporti di prima mano da persone che dichiarano di essere state
minacciate [dai sostenitori di Djukanovic] che avrebbero perso il
lavoro se fossero andate a votare." La delegazione notò anche che
"molti rifugiati dal Kosovo sono stati deliberatamente esclusi dalle
liste elettorali del Montenegro" e che la delegazione "può solo
concludere che tali tattiche di intimidazione e condizionamento erano
destinate ad avvantaggiare la cosiddetta Opposizione Democratica." Il
capo della delegazione russa, Konstantin Kosachev, disse che "erano
soddisfatti perchè non era stata possibile in pratica alcuna
falsificazione su larga scala delle elezioni in Jugoslavia."
Una dichiarazione finale degli osservatori afferma che "Il voto si è
svolto in modo ordinato e tranquillo" e che, "nell'opinione di molti
era eguale o superiore a quelli dei loro paesi." (40)

Dato il vantaggio elettorale al primo turno, una vittoria di Kostunica
era certa per l'8 ottobre. Quindi, perché Kostunica rifiutò di
partecipare al secondo turno? Come risultato delle elezioni del 24
settembre, la coalizione di sinistra aveva ottenuto 74 dei 137 seggi
nella Camera dei cittadini e 26 dei 40 seggi nella Camera delle
Repubbliche. La coalizione di sinistra aveva già la maggioranza nel
Parlamento serbo, la cui rielezione era prevista l'anno dopo. Sarebbe
stato dunque impossibile per la DOS attuare il proprio programma,
visto che i poteri del Presidente soro piuttosto limitati. Solo un
golpe avrebbe permesso alla DOS di superare i limiti legali e di
giungere al governo per regnare senza opposizioni. Il direttore
elettorale di Kostunica, Zoran Djindjic, chiamò allo sciopero
generale. "Noi dovremo paralizzare ogni istituto, scuola, teatro,
cinema, ufficio" e "far scendere in piazza tutti." (41) I sostenitori
della DOS ovunque nel paese seguirono la sua chiamata, fermando alcuni
settori dell'economia, mentre dimostrazioni di massa si avevano in
tutta la Serbia. Lo scenario di Madeleine Albright divenne realtà, nel
momento in cui i dimostranti si misero a chiedere la rimozione del
governo.

Secondo l'opposizione, almeno 10.000 sostenitori armati della DOS si
unirono alla manifestazione finale a Belgrado. L'assalto al Parlamento
Federale e alla Radio-Televisione della Serbia fu guidato da gruppi e
da squadre speciali di ex-soldati. Velimir Ilic, sindaco
dell'opposizione di Cacak, guidò gli assalti. "La nostra azione era
stata pianificata in precedenza" spiegò in seguito. "I nostri scopi
erano assai chiari; prendere il controllo delle istituzioni chiave del
regime, incluso il parlamento e la televisione." Ilic stabilì anche
precedenti contatti con poliziotti rinnegati che assistettero i
miliziani di Ilic. (42) E' probabile che la CIA fosse coinvolta nella
pianificazione dei ben coordinati attacchi. Dopo che forze speciali
armate ebbero aperto la strada verso il Parlamento Federale, ad esse
fecero seguito una massa di ubriachi, supporter della DOS, che
irruppero nell'edificio, distruggendo suppellettili e computer e
devastando il Parlamento. I poliziotti vennero attaccati e bande di
ubriachi, spesso armati di pistole, sciamarono nelle strade.
Le ambulanze, che portavano i poliziotti feriti negli ospedali,
venivano fermate dagli attivisti della DOS, che chiedevano di
consegnargli i poliziotti feriti. Dopo che la Radio Televisione della
Serbia a Belgrado venne occupata, essa pure fu incendiata. In tutta la
Serbia, gli uffici del Partito Socialista di Serbia (SPS) e della
Sinistra Unita Jugoslava (JUL) vennero demoliti. I socialisti vennero
minacciati e picchiati, molti furono minacciati per telefono. A
Kragujevac, dieci socialisti vennero legati e picchiati per ore. Gli
sgherri della DOS si spinsero fino a casa di Zivojin Stefanovic, il
presidente del Partito Socialista di Leskovac. Dopo aver saccheggiato
e distrutto le proprietà di Stefanovic, diedero fuoco alla sua casa. (43)

Mentre la teppaglia capovolgeva e bruciava le auto della polizia,
vandalizzando case e picchiando la gente, Kostunica annunciava: "La
Democrazia è arrivata in Serbia. Il Comunismo è caduto. Era proprio
ora." (44)
Stabilendo le loro credenziali democratiche, gli attivisti della DOS
occupavano sistematicamente i media di sinistra della Jugoslavia. I
giornali di sinistra, stazioni radio e televisioni vennero
riconvertite in strumenti della destra. Una cultura dei media già
ricca e diversificata, rappresentante l'intero spettro politico,
venne sottoposta alla cappa dell'uniformità e della propaganda per la
DOS. Bande di sgherri della DOS rimossero con la forza il management
delle imprese statali, delle università, di banche ed ospedali delle
città di tutta la Serbia. I ministri del governo vennero spinti alle
dimissioni, e la DOS creò un comitato di crisi per svolgere le
funzioni del governo, scavalcando il Parlamento Federale e i ministeri
governativi. Gli agenti della DOS minacciarono apertamente di
aumentare le violenza di strada come mezzo per spingere il Parlamento
Serbo ad accordare nuove elezioni, un anno in anticipo rispetto alla
scadenza.

I funzionari occidentali non potevano nascondere la loro
soddisfazione. Imprese statunitensi ed europee aspettavano il momento
per impadronirsi delle imprese di Stato. Il programma economico della
DOS era tracciato da una organizzazione denominata Gruppo 17+.
Il loro piano, Progetto per la Serbia, chiedeva una rapida transizione
a una piena economia di mercato.
Immediatamente dopo il golpe, la European Bank for Reconstruction and
Development subito annunciò piani per aprire un ufficio a Belgrado.
"E' importante che siamo sul posto subito" spiegava il portavoce della
banca Jeff Hiday. "Sospettiamo che ci saranno parecchie
privatizzazioni e ristrutturazioni." (45)

Giorni prima del golpe, il Presidente Milosevic aveva avvertito che la
DOS era uno strumento della campagna della NATO per imporre un
controllo neocoloniale sulla Jugoslavia. Milosevic indicava che i
paesi vicini, che erano già vittime dei diktat dell'Occidente, "si
sono rapidamente impoveriti in modo tale da distruggere ogni speranza
di una società più giusta ed umana" e che l'Europa Orientale vede "una
grande divisione tra una maggioranza povera e una ricca minoranza."
Inevitabilmente, disse, "tale quadro includerebbe anche noi." (46)

Sola e isolata, la Jugoslavia aveva resistito alla dominazione
imperiale, opponendosi alle secessioni, alle sanzioni, alle guerre, ed
alle operazioni coperte [cioè: attuate dai servizi segreti, ndt]
volute dall'Occidente. Viceversa, essa rimase indipendente e mantenne
una economia a carattere prevalentemente sociale. Le più potenti forze
del pianeta si schierarono contro di essa, e per un decennio la
Jugoslavia resistette. Il golpe della NATO ha spazzato via tutto. In
uno dei suoi primi atti da presidente, Kostunica si è unito al Patto
di Stabilità dei Balcani. Il suo ministro delle privatizzazioni,
Aleksandar Vlahovic, ha annunciato un piano per la privatizzazione di
7.000 aziende... "Mi aspetto che in quattro anni da oggi, le proprietà
sociali saranno totalmente eliminate", spiegava Vlahovic, chiarendo
che la privatizzazione delle aziende maggiori era appena iniziata.
(47) I milioni di dollari con cui l'Occidente aveva riempito le
tasche degli agenti della DOS avrebbero fruttato elevati dividendi.


NOTE

1) Paul Beaver, "Clinton Tells CIA to Oust Milosevic," The Observer,
November 29, 1998.
Fran Visnar, "Clinton and the CIA Have Created a Scenario to Overthrow
Milosevic," Vijesnik (Zagreb), November 30, 1998.

2) Douglas Waller, "Tearing Down Milosevic," Time Magazine, July 12, 1999.

3) Michael Moran, "A Threat to 'Snatch' Milosevic," MSNBC, July 8, 1999.

4) "Yugoslav Official Accuses CIA of Being Behind Montenegro Murder,"
Agence France-Presse, June 6, 2000.
Aleksandar Vasovic, "Serb Aide Says CIA Behind Slaying," Associated
Press, June 6, 2000.
"Yugoslav Information Minister Accuses CIA of Complicity in Zugic
Murder," Borba (Belgrade), June 6, 2000.

5) Statement by Richard Tomlinson, addressed to John Wadham, September
11, 1998.

6) "Serb Consensus: Draskovic Crash Was No Accident," Seattle Times
News Services, October 13, 1999.

7) "NATO: Milosevic Not Target," BBC News, April 22, 1999.

8) "Serbs Allege Milosevic Assassination Plot," Reuters, November 25,
1999.
"France Plots to Murder Milosevic," Agence France-Presse, November 26,
1999.
"SFOR Units Involved in a Plot to Kill Milosevic," Agence
France-Presse, December 1, 1999.
Gordana Igric, "Alleged 'Assassins' Were No Stranger to France," IWPR
Balkan Crisis Report (London), November 26, 1999.
Milenko Vasovic, "Belgrade's French Connection," IWPR Balkan Crisis
Report (London), November 26, 1999.

9) "Lt. Testifies at Milosevic Trial," Associated Press, April 26, 2000.

10) Aleksandar Vasovic, "4 Accused of Milosevic Death Plot,"
Associated Press, July 31, 2000.
"Dutchmen Arrested, Accused of Plotting Against Milosevic," Agence
France-Presse, July 31, 2000.
Email correspondence from Herman de Tollenaere, quoting from
NRC-Business Paper of August 1
"Arrested Dutchmen Admitted Plans to Kill, Kidnap Milosevic," BETA
(Belgrade), August 17, 2000.
"Dutch Espionage Terrorist Gang Arrested in Yugoslavia - Minister,"
Tanjug (Belgrade), July 31, 2000
"Yugoslav Information Minister Says U.S. Behind Dutch 'Mercenaries',"
BBC Monitoring Service, August 1, 2000.

11) "NDI Activities in the Federal Republic of Yugoslavia
(Serbia-Montenegro)," NDI Worldwide Activities, www.ndi.org

12) "Britain Trains New Elite for Post-Milosevic Era," The Independent
(London), May 3, 2000.
The New Serbia Forum, http://ds.dial.pipex.com/town/way/glj77/Serbia.htm

13) "Final Text of Stability Pact for Southeast Europe," June 10, 1999.
"Southeast Europe Equity Fund Launched July 26," U.S. Embassy, Skopje,
Macedonia, July 27, 2000.
"The Stability Pact for Southeast Europe: One Year Later," White House
Fact Sheet, July 27, 2000.

14) Michael Dobbs, "U.S. Advice Guided Milosevic Opposition,"
Washington Post, December 11, 2000.

15) "Federal Foreign Ministry Sends Memorandum to UN Security
Council," Tanjug (Belgrade), October 4, 2000.
"US Anti-Yugoslav Office Opens in Budapest," Tanjug (Belgrade), August
21, 2000.

16) "CIA Training Resistance Members in Sofia, Bucharest," Tanjug
(Belgrade), August 25, 2000.

17) Elena Staridolska, "Daynov Academy Trains Serbian Opposition,"
Standart News (Sofia), August 29, 2000.
Konstantin Chugunov, "We Report the Details: Our Little Brothers Have
Bent in the Face of NATO," Rossiyskaya Gazeta (Moscow), August 23, 2000.

18) "Bulgaria - Press Review" BTA (Sofia), August 12, 2000
"Bulgaria - Us CIA Director's Visit," BTA (Sofia), August 15, 2000
"CIA Did Not Tell Us the Most Important Thing," Trud (Sofia), August
16, 2000
"Bulgaria - Press Review," BTA (Sofia), August 14, 2000
"Bulgaria - Press Review," BTA (Sofia), August 16, 2000

19) Mila Avramova, "Italians Lease Training Ground for 400,000 Leva,"
Trud (Sofia), August 9, 2000
Michael Evans, "Balkans Watch for 'Invincible'," The Times (London),
August 26, 2000.

20) "U.S. Forces Travel to Croatia for Amphibious Exercise," Office of
the Assistant Secretary of Defense (Public Affairs), September 12, 2000.
"U.S. War Game in Adriatic, U.K. Navy in Mediterranean," Reuters,
September 16, 2000.

21) Ljubinka Cagorovic, "Montenegro Assembly Scraps Socially-Owned
Property," Reuters, November 13, 1999.
"Montenegrin Government Prepares to Privatise Economy," Tanjug
(Belgrade), December 25, 1999.

22) Central and Eastern Europe Business Information Center,
"Southeastern Europe Business Brief," February 3, 2000.
Central and Eastern Europe Business Information Center, "Southeastern
Europe Business Brief," April 27, 2000.
Anne Swardson, "West Grows Close to Montenegro," Washington Post, May
24, 2000.

23) Petar Ivanovic, "Montenegro: Laying the Foundation of
Entrepreneurship," Center for International Private Enterprise.

24) Statement by Montenegrin President Milo Djukanovic, "Important
Step in Opening New Perspectives For Montenegrin State Policy,"
Pobjeda (Podgorica), June 22, 1999.

25) "Albright Renews Montenegro Support," Associated Press, July 13, 2000.
"Montenegro Wants to Join NATO and the EU," Agence France-Presse, July
10, 2000.
Office of the Spokesman, U.S. Department of State, "Secretary of State
Madeleine K. Albright and Montenegrin President Milo Djukanovic,"
Press Stakeout at Excelsior Hotel, Rome, Italy, August 1, 2000.

26) "Montenegro Ahead of Elections: Boycott and Threats," BETA
(Belgrade), August 9, 2000.
"Montenegro and Elections - Boycott Becomes Official," BETA
(Belgrade), August 17, 2000.
Phil Reese, "We Have the Heart for Battle, Says Montenegrin Trained by
SAS," The Independent (London), July 30, 2000.
"Yugoslav Information Minister Says U.S. Behind Dutch 'Mercenaries',"
BBC Monitoring Service, August 1, 2000.
"Yugoslavia Says British SAS Trains Montenegrins," Reuters, August 1,
2000.
"Information Minister Sees Montenegrin Arms Purchases, Croatian
Assistance," BETA (Belgrade), July 31, 2000.
"Foreign 'Dogs of War' Training Montenegrin Police to Attack Army,"
Tanjug (Belgrade), August 9, 2000.
"Montenegro: Camouflaged Military Vehicles Seized in Ancona," ANSA
(Rome), August 21, 2000.
"Montenegro: Traffic in Camouflaged Armored Vehicles: Investigation
into Documentation," ANSA (Rome), August 22, 2000.
"SAS Training Montenegrin Police," The Sunday Times (London), October
1, 2000.

27) Richard J. Newman, "Balkan Brinkmanship," US News and World
Report, November 15, 1999.

28) "Clinton Warns Milosevic 'Remains a Threat to Peace," Agence
France-Presse, July 29, 2000.

29) "NATO's Robertson Warns Milosevic on Montenegro," Reuters, July
27, 2000.

30) Borislav Komad, "At Albright's Signal," Vecernje Novosti
(Belgrade), May 18, 2000.

31) George Jahn, "U.S. Funding Yugoslavian Reformers," Associated
Press, September 29, 2000.
Jane Perlez, "U.S. Anti-Milosevic Plan Faces Major Test at Polls," New
York Times, September 23, 2000.
"U.S., EU Generous to Foes of Milosevic," Associated Press, October 1,
2000.

32) Steven Erlanger, "Milosevic, Trailing in Polls, Rails Against
NATO," New York Times, September 20, 2000.

33) "U.S. House Votes to Fund Yugoslavia's Opposition Movement," CNN,
September 25, 2000.

34) Roger Cohen, "Who Really Brought Down Milosevic?" New York Times
Magazine, November 26, 2000.

35) Geoff Meade, "Cook Backs EU Over Oust Milosevic Message," London
Press Association, September 18, 2000.

36) Roger Cohen, "Who Really Brought Down Milosevic?" New York Times
Magazine, November 26, 2000.

37) "DOS Claims Kostunica Leading Milosevic with 54.66 to 35.01
Percent of Vote," BETA (Belgrade), September 26, 2000.
"DOS Announces Kostunica Clear Winner with 98.72 Percent Data
Processed," BETA (Belgrade), September 27, 2000.
"Federal Electoral Commission - DOS Election Staff Misinformed
Public," Tanjug (Belgrade), October 3, 2000.
"Who Lies Kostunica?" statement by the Socialist Party of Serbia,
October 11, 2000.

38) Federal Republic of Yugoslavia web site, www.gov.yu "Total
Election Results," and "The Federal Elections Commission Statement."
Both statements were removed following the coup.
"Final Results of FRY Presidential Election," Tanjug (Belgrade),
September 28, 2000.

39) "Yugoslav Constitutional Court Holds Public Debate on DOS Appeal,"
Tanjug (Belgrade), October 4, 2000.
"DOS Requests Annulment of 142,000 Kosovo Votes," BETA (Belgrade),
September 29, 2000.

40) "Contrary to EU Claims, Yugoslav Elections a Success: Greece,"
Agence France-Presse, September 26, 2000.
"210 Observers from 53 States Commend FRY Elections," Tanjug
(Belgrade), September 27, 2000.
"Foreign Observers Say Elections Democratic and Regular," Tanjug
(Belgrade), September 25, 2000.
"Yugoslav Elections - a Lesson in Outside Interference," Socialist
Labour Party statement.
Broadcast, Mayak Radio (Moscow), October 2, 2000.
"'A Fair and Free Election,' International Observers Say," statement
by international observers.

41) Misha Savic, "Milosevic Will Take Part in Runoff," Associated
Press, October 5, 2000.

42) Richard Boudreaux, "A Mayor's Conspiracy Helped Topple Milosevic,"
Los Angeles Times, October 10, 2000.
"Cacak Mayor Says He Led Assault on Yugoslav Parliament," Agence
France-Presse, October 8, 2000.
Jonathan Steele, Tim Judah, John Sweeney, Gillian Sandford, Rory
Carroll, Peter Beaumont, "An Outrage Too Far," The Observer (London),
October 8, 2000.
Gillian Sandford, "Army Units Claim Credit for Uprising," The Guardian
(London), October 9, 2000.

43) "Information for the Public," statement by the Socialist Party of
Serbia, October 7, 2000.
"Group of Demonstrators Demolished the House of the District Head,"
BETA (Belgrade), October 6, 2000.

44) "Protesters Storm Yugoslav Parliament," Associated Press, October
5, 2000.
"Good Evening, Liberated Serbia," The Times (London), October 6, 2000.
"Milosevic's Party HQ Ransacked by Protesters," Agence France-Presse,
October 5, 2000.

45) Jelena Radulovic, "Yugoslavia's Kostunica Sets Economic Goals for
New Government," Bloomberg, October 7, 2000.
"Brains Behind Kostunica Have a Plan," Sydney Morning Herald, October
2, 2000.
Stefan Racin, "Yugoslavia's Opposition Outlines Economic Plans," UPI,
September 27, 2000.

46) "Yugoslav President Milosevic Addresses the Nation," Tanjug
(Belgrade), October 3, 2000.

47) Beti Bilandzic, "Serbia Eyes New Privatization Law by April,"
Reuters, January 28, 2001.


Gregory Elich ha pubblicato decine di articoli sui Balcani e l'Asia
negli USA, in Canada ed Europa, in pubblicazioni come Covert Action
Quarterly, Politika, Junge Welt, Dagbladet Arbejderen,
Science&Society, Swans, e altre. Le sue ricerche sugli interventi
della CIA in Jugoslavia sono state il soggetto di articoli dei
giornali della Germania, Norvegia e Italia, incluso Il Manifesto. È
stato coinvolto nelle attività per la pace fin dalla guerra del
Vietnam, ed è stato coordinatore del Committee for Peace in Yugoslavia.
È stato membro della delegazione USA in visita in Jugoslavia dopo la
guerra della NATO, e membro della delegazione di Margarita Papandreou,
la prima occidentale a volare con la compagnia aerea nazionale
irachena a Baghdad in sfida alle sanzioni.


(Adattamento del testo a cura del CNJ, sulla base di una traduzione
pervenutaci da A. Lattanzio)

[ The original text in english can be found at:
http://www.artel.co.yu/en/izbor/yu_kriza/2003-10-02.html
or http://www3.sympatico.ca/sr.gowans/elich1.html ]