(italiano / english)
Riceviamo e volentieri giriamo:
From: hidden.theatre @...
Subject: I cancellati della Slovenia The cancelled people of Slovenia
of the Diary of Annet Henneman
Date: February 24, 2006 9:33:51 AM GMT+01:00
To: annethenneman @...
Teatro di Nascosto
Centro Interculturale di Porto Franco della Regione Toscana
Accademia di Teatro Reportage per Rifugiati e Richiedenti Asilo
Hidden Theatre
Intercultural Centre of Porto Franco of the Regione Tuscany
Academy for Theatre Reportage for Refugees and Asylum Seekers
Of the diary of Annet Henneman
A flash of the world of the rubbed out people in Slovenia
impressions, facts and thoughts
English text under the Italian
Dal diario di Annet Henneman
Un tuffo nel mondo dei cancellati della Slovenia; impressioni, fatti e
pensieri.
---
Citazione del documentario: "Zradirani" - "Rubbed Out" (I cancellati)
"Il 26 febbraio del 1992 il governo sloveno ha cancellato 18.305
persone dal libro di soggiorno permanente della Slovenia.
La corte costituzionale ha giudicato la cancellazione un atto illegale
dello Stato Sloveno e ha dato l'ordine di ridare i diritti tolti.
Nel 2004 in un referendum su questo argomento, da un terzo della
popolazione slovena che ha partecipato, 90% ha votato contro i
cancellati."
Sabato 4 febbraio 06
Liubiana,
Siamo arrivati in un freddo glaciale insieme ad Alessandra Ballerini,
Gianni Calastri, Talip Heval. Una Lubiana un pò cupa. Un viaggio che
ho voluto fare per diverse ragioni. Una è che mi vergogno di sapere
cosi poco di un paese vicino. Come mi vergogno di non essere stata in
nessun altra parte dell'ex Yugoslavia. La seconda è perché me l'hanno
chiesto Alessandra Ballerini, Maurizio Gressi, Roberto Pignoni. per
vedere se noi con il nostro lavoro di teatro reportage si potesse fare
qualcosa intorno alle storie dei cancellati...
Strano quanto una frontiera tra due paesi può essere netta, sempre me
ne meraviglio. Da un momento all'altro cambia la lingua, la cultura,
l'atmosfera... Dall'inizio, entrando in questo paese, mi si
accompagnano lontani ricordi dei tempi di "dietro il muro", ci sono
palazzi, persone, strade, facce, che fanno pensare a quando il muro
esisteva ancora... Ricordi di una Polonia che chiudeva le frontiere.
L'ultimo treno per l'ovest era anche il mio. Si picchiavano per poter
entrare. Il treno era così pieno che eravamo tutti ammassati, appena
lo spazio per respirare, e qualcuno se ne approffittava. Una mano mi
toccava tra le gambe e non potevo neanche girarmi o guardarmi
intorno... In quel tempo non mi realizzavo fino in fondo quello che
stava accadendo, cosa significava per tutte queste persone angosciate
quell'ultimo treno...
Primo pomeriggio
Dopo un pranzo delizioso e una passeggiata fresca in una città con una
architettura di cultura mista, entriamo in un piccolo teatrino dove
sono radunate tante persone. Per la più grande parte uomini, per la
piu grande parte cancellati.
Avevano la cittadinanza e il passaporto fino all'indipendenza dello
stato Sloveno. In quel momento, con la divisione dello stato
Yugoslavo, pensavano di essere legali, o Sloveni. Chi c'era nato, chi
viveva li da anni, lavorando, creando un attività, comprando una
casa, ci viveva regolarmente con la residenza permanente registrata.
Con l'indipendenza Slovena sono diventati illegali, "clandestini" nel
proprio paese. Sono rimasti senza diritti, il diritto alla pensione,
all'assistenza medica, all'educazione. Chi aveva lavorato duro per
lunghi anni perdeva la casa, il lavoro, la sua attività, la
possibilità di rimanere insieme alla propria moglie, ai figli, perché
incapace di mantenere la propria famiglia. Non sapevano, per una
ragione o un altra, che avrebbero dovuto chiedere cittadinanza entro
sei mesi (che poi è stata anche rifiutata a tanti che l'avevano fatto).
E cosi tante persone che non erano Sloveni di nascita o di famiglia di
origine slovena, si sono ritrovati illegali. Alcuni sono stati
espulsi, altri sono entrati ed usciti dai CPT... Per alcuni le cose si
stanno risolvendo, per altri dopo 13 anni, ancora non ci sembra la
possibilità di un futuro migliore. Forse con il coinvolgimento della
corte Europea la situazione cambierà...
La riunione viene introdotta da Aleksandar Todorovovic, (che guida il
movimento per i cancellati, creando forza mettendo tante persone con
lo stesso problema insieme) insieme a Ursula Lipocvec (antropologa
dell'università in Lubiana) che fa anche da traduttrice, Roberto
Pignoni, Alessandra, Maurizio e la sottoscritta...
Ursula e Roberto hanno creato l'associazione Migrazione Resistenza
Karavla Mir.
Un cancellato dice con intensità:
Tredici anni senza documenti
Tredici anni senza medico
Tredici anni senza poter andare nel tribunale
Tedici anni senza poter lavorare
Tredici anni senza poter visitare i parenti fuori della Slovenia
Tredici anni di vita nascosta
Viaggi nascosti
Tredici anni di sguardi sospettosi
Che dicono ma ci sarà qualcosa che non va
Ci sarà una ragione per la quale sono stati cancellati
Non c'era "giustizia" nei modi di cancellazione. E' successo che di
due gemelli uno è stato cancellato e l'altro no...
In questo momento c'é una nuova pressione rispetto a questo problema.
Quando se ne parla in televisione si chiede se sono terroristi...
Anche la donna che negli anni novanta era diventata miss Slovenia è
stata cancellata.
Raccontano Branislav e sua moglie. (Lui lo ringrazio di cuore per
avermi fatto da traduttore dallo Sloveno in Inglese per le altre
storie).
Qualche tempo dopo che ci siamo sposati la Yugoslavia si è divisa. Per
dieci, dodici giorni ci sono stati i soldati. Siamo scappati in
Francia dove abbiamo ottenuto asilo politico. E da lì siamo immigrati
in Canada a Quebec dove abbiamo organizzato dimostrazioni per
sostenere il nostro popolo incontrando anche il primo ministro
sloveno. Qua i politici, i parlamentari che devono dare un servizio
pubblico, si comportano ancora da "boss". Non capisco perché si
vogliono sbarazzare di persone che potrebbero pagare le tasse. Qua c'é
nazionalismo e non c'é uguaglianza. Un certo momento abbiamo deciso
che volevamo ritornare in Slovenia. Non ci sono stati problemi per me
e mia figlia, ma per mia moglie si. Continua lei: la vita è diversa lì
e non volevo più mangiare le verdure geneticamente modificate. Siamo
rientrati in Slovenia, avevo una carta di residenza nel momento di
partenza. Mi hanno cancellata mentre eravamo in Canada. Nell'Ottanta
su richiesta della polizia avevo fatto richiesta della nazionalità
jugoslava dove ero in quel momento, la parte Serba. Dopo
l'indipendenza e la divisione, per questa ragione, pur vivendo in
Slovenia, hanno deciso che ero serba...
Vivendo in Francia e Canada, riprende il suo marito, ho imparato che
abbiamo dei diritti e così lotto per averli. Mia figlia ed io abbiamo
avuto sempre la cittadinanza. In quel tempo sono andato in ufficio
anagrafico ed ho chiesto dei chiarimenti per la situazione della mia
moglie. Mi volevano mandare in altri uffici ma ho tenuto duro. Ha
durato tre anni prima che abbiamo trovato la soluzione.
Racconta Dusan
Sono nato in Lituania da un padre serbo ed una madre slovena. Un
giorno sono andato a rinnovare la patente e mi hanno detto che il mio
documento non era valido, che ero stato cancellato. In quel momento
avevo un bar dove la sera si suonava la musica etnica delle diversi
parti dell'ex Yugoslavia. Dicevano che la musica era troppo forte. Ho
l'idea che hanno usato questo come pretesto per cancellarmi. E' tutto
molto strano perché in quel periodo pagavo le tasse come tutti gli
Sloveni. Della famiglia solo io ho questo problema, i miei figli e mia
moglie hanno la cittadinanza Slovena. Ho perso il mio bar, la casa che
stava a mio nome, e mi guadagno la vita con lavori precari in nero.
Non mi è rimasto più niente delle mie proprietà.
(Questi racconti vengono fatti durante il momento nel quale tutti
sottoscrivevano un documento dando l'incarico ad Alessandra ed altri
suoi colleghi avvocati di essere i loro difensori davanti alla Corte
Europea. Se riescono a vincere anche solo una causa, a togliere la
cancellazione a un solo cancellato e fargli dare un indennizio, la
situazione di tutti i cancellati potrebbe cambiare, visto che la
Slovenia fa parte dell'Europa.
Durante questo momento Gianni (Calastri) ed io stiamo raccogliendo le
storie di diverse persone. Ci sono alcune che si mettono ad aspettare
diverso tempo per poter raccontare, altri iniziano discussioni e
raccontano le loro storie tra di loro.
E quanto fumo, quanti e quanto fumano...)
Un uomo anziano con la faccia triste...
In quel tempo sono stato dimesso perchè ero della Bosnia. Sono adesso
in Slovenia da 40 anni. Ho chiesto la cittadinanza slovena e mi hanno
chiesto di portare dei documenti. Quando ho mostrato il mio documento,
ci hanno messo un timbro: non valido. Nel 2000 finalmente ho avuto un
documento. Ma ho perso quasi dieci anni della mia vita...
Zikica e Dimitrije:
Nel 1984 siamo venuti dalla Serbia. Mio marito era un autista di
pulman in Lubiana. In agosto 1993 è stato dimesso perchè non aveva un
permesso di lavoro permanente. Se non hai una residenza non puoi
lavorare e se non hai lavoro non puoi avere la residenza. Continua
lui: Mia moglie ha lavorato fino al 95 quando ha perso il lavoro
perchè non le hanno prolungato la residenza. In qualche modo ha
trovato un appartamento e ha riavuto la residenza e il suo lavoro. Io
no. Abbiamo vissuto dei nostri risparmi.
Nel 2000 tramite amici ho trovato un lavoro. Abbiamo finito tutti i
nostri risparmi. Viviamo in una stanza di 12 metri quadri. Nell'87
abbiamo dovuto mandare i nostri figli all'età di 6 e 8 anni, dai loro
nonni in Serbia e non abbiamo avuto la possibilità con tutti problemi
che c'erano, di crescerli da noi.
Giovane donna di Marivar
All'indipendenza della Slovenia ho perso i miei documenti e sono
rimasta per 10 anni senza. Per questo quando ho voluto studiare
all'università ho dovuto pagare tutto il mio studio. Avevo 20 anni e
non potevo andare in nessun altro paese senza documenti. Durante quei
dieci anni ho sempre avuto paura della polizia, che sarebbe venuta e
che mi avrebbe mandato via. Attraversando la strada per esempio, avevo
paura di fare uno sbaglio e di essere notata da loro e da loro che poi
avrebbero scoperto la mia illegalità. Dovevo sempre fare attenzione.
Non mi potevo fidare di nessuno e per questo non ho fatto amicizie in
quel tempo. La gente che sapeva mi giudicava, era sospettosa, non
capivano che non avevo fatto niente di male per essere cancellata
dallo Stato... Non potevo aprirmi con nessuno. Poi ho sempre avuto
paura di perdere il mio lavoro...
FUMO FUMO FUMO
Sono affumicata... sembra che tutti fumano sempre dappertutto...
neanche finestre aperte che fanno entrare un'aria fresco gelido
riescono a toglierlo... il fumo. Non sono più abituata....
Sera.
Il freddo ci accompagna mentre camminiamo verso la macchina, dentro la
macchina, un freddo piacevole se non ci devi stare troppo tempo.
Insieme ad A. andiamo a trovare la sua famiglia, moglie e figli, che
si sono congelati aspettandoci fuori, in un centro di accoglienza.
Entriamo nella stanza per gli ospiti. Ci sediamo tutti insieme. La
moglie di A. ci porta burek caldo (e penso a Ridvan che mi ha
meravigliato quando lo preparava sul tavolo, me lo vedo ancora
davanti lì a Mazzolla, lavorava la pasta che diventava lunga e larga
un metro, fine come una pelliccia, e quanto era buono a mangiarla in
quei primi tempi poveri della nostra accademia )... Talip saluta un
uomo curdo, Alessandra coccola la bambina di Ali... Stiamo lì a
condividere un po' di tempo con persone che stanno aspettando; un
documento, l'inizio di una nuova vita...
A casa di Liliana
Tarda serata, andiamo alla baraccopoli dove vivono tanti cancellati e
Rom. Liliana ci ha invitati, me la vedo ancora davanti; la sua faccia
timida con gli occhi gentili che emanano amore materno. Siamo entrati
in tanti nella sua piccola cucina. La tavola viene spostata e suo
marito prende sedie dai vicini per farci sedere tutti. Arrivano
schnaps in bicchierini piccolini, che non devi svuotare, se no vengono
riempiti continuamente, arriva the, salatini, biscotti, succo
d'arancia... E se non avessimo interrotto sarebbero arrivati salcicce
e chissà quali altre cose. Lei è timida e dolce. Mi ha conquistata dal
primo momento che la vedo. Il calore, il senso di casa in quel piccolo
posto, noi tutti a ridere parlare intorno a quel tavolo...
Domenica mattina 5 febbraio
Partiamo per Koper, per incontrare altre persone cancellate. C'è il
sole, ghiaccio, luce... In macchina con noi Aleksandar... Un altro
teatrino... una ventina di persone tutti uomini e una, no due donne,
tutti cancellati...
Una introduzione simile a ieri, dalle stesse persone. Anche qua le
persone danno l'incarico agli avvocati italiani. Anche qui alcune
storie di chi vive qui o vicino a questa piccola città che fa pensare
a vacanze, turisti, con tante piccole strade, case caratteristiche...
Con il sole tutto sembra più bello e piacevole...
Sembra quasi che stavamo ad una passeggiata turistica invece di andare
ad una riunione di cancellati.
Anche la moglie di un uomo molto malato, in coma, è venuta a firmare
l'incarico per lei e il suo marito, tutti e due cancellati.
Dragomir Dabetic, padre di 5 figli:
Negli anni 90 hanno accusato mio padre di fare parte dei cetnici (dei
militari crudeli). Ma mio padre era un partigiano, ed anche mio
fratello non ha mai fatto parte dei cetnici. La polizia è venuta a
cercarci per questa accusa... (Non ho il tempo per sentire tutta la
sua lunga storia che è stata già raccolta da Ursula, e quello che mi
interessa di più é sapere come lui vive oggi)...
Sono stato cancellato... Mi sono divorziato da mia moglie e vivevo in
una casetta che lo stato Yugoslavo mi aveva messo a disposizione,
avevo i miei animali e vivevo bene. L'hanno chiusa con tutto dentro.
Dei non-cancellati l'hanno comprata. Sono dovuto ritornare dalla mia
ex moglie per avere una stanzetta per vivere. Lei ha dei dolori forti
allo stomaco. Avrebbe bisogno di cure ma non ci sono i soldi e non
abbiamo il diritto di curarci. Abbiamo tutti e due anche dei problemi
psicologici perché non possiamo vedere i nostri figli. Uno non
l'abbiamo visto da 12 anni. Noi stiamo solo aspettando la morte. Il
laboratorio sociale mi ha aiutato. Non ho amici. Noi cancellati non ci
conosciamo tra di noi. Quando c'era ancora la Yugoslavia c'era più
amicizia tra di noi.
Dobbiamo partire in corsa, Gianni, Alessandra, Talip ed io.
Salutiamo, abbracciamo... E pensiamo alla prossima volta... C'è
bisogno di ritornare, di capire di più, di sentire altre storie...
Vorrei sapere come vivevano prima dell'indipendenza...
---
Of the diary of Annet Henneman
A flash of the world of the rubbed out people in Slovenia
impressions, facts and thoughts
Citation from the documentary "Zradirani" or "Rubbed Out"
"On the 26th of February 1992 the Slovenian government rubbed out
18.305 people of the book of permanent sojourn.
The Slovenian constitution court has judged erasing people an illegal
act of the Slovenian state and has ordered to give back the taken away
rights.
In 2004 a referendum about the rubbed out people was organized. Thirty
percent of the Slovenian population took parte and ninety percent of
them have voted against the rubbed out people."
Saturday 4th of February 06
Liubiana
We arrived in an icy cold country, Alessandra Ballerini, Gianni
Calastri, Talip Heval and me in a cloudy somber Liubiana. A travel I
wanted to make for different reasons. First because I am ashamed to
know so little about a so near country, as I am ashamed that I never
have been in nay part of ex Yugoslavia. Second because Alessandra,
Maurizio Gressi and Roberto Pignoni asked me in the way we to see if
we could do something with our theatre reportage work around the
cancelled people...
Strange how a border between two countries can make such a difference.
Always I remain surprised. From one moment to another, the language,
the culture, the atmosphere changes. From the moment I entered this
country, far away memories of "behind the wall" are accompanying me,
there are buildings, roads, faces, that bring back images of times
that the wall still existed... I remember a Poland that closed it
frontiers, the last train for the west, was also mine. They were
beating each other up to enter. Still I can hear the sound of fists
beating the bare skin of faces. The train was so packed that we were
pressed one against another, with just the space to breathe. Some one
took profit out of it. A hand touched me between my legs and there was
not even the space to turn or to look around... In that moment I
didn't realize very well what was happening, what was the significance
of this last train for these frightened people...
Early afternoon
After a delicious lunch, and a fresh walk in this city with an
architecture of mixed culture, we enter in a little theatre where many
persons came together. For the biggest part man, for the biggest part
rubbed out.
They had citizenship and a passport until the independency of the
Slovenian state. They thought they were legal, or Slovenians, at the
moment of the division of Yugoslavia. The one who was born there, the
one who lived there for years, the one who had a job or his own
activity and bought a house, they were living there regularly with a
registered allowance permit. With the independency of Slovenia they
became illegal in their own country. They lost their rights, the right
to a pension, to health care, to instruction. Who had worked for many
years lost house, work, activity, at times the possibility to remain
together to wife and children, because incapable to maintain the family.
They did not know, for one reason or another, that they had to ask for
citizen ship within six months (although some did and where cancelled
the same)... And so many persons who were not born Slovenians or from
a original Slovenian family, they found themselves illegal from one
day to another. Some have been expulsed, others were inside-outside
removal centers. For some the problems are resolving, for others still
after thirteen years, there seems no possibility for a better future.
Maybe involving the European court will change the situation...
The meeting is being introduced by Aleksandar Todorovovic (who guides
the movement for the rubbed out, creating force gathering many people)
together with Ursula Lipovic Cebron (anthropologue of the University
of Liubiana) who is also translating, Roberto Pignoni, and than
Alessandra, Maurizio...
A cancelled man tells with anger:
Thirteen years without documents
Thirteen years without a doctor
Thirteen years without possibility to go to court
Thirteen years without possibility to work legally
Thirteen years without possibility to visit family outside Slovenia
Thirteen years of hidden life
Of hidden travelling
Thirteen years of suspicious glances
And of the people thinking: there will be something wrong
There will be a reason that that they were cancelled
There was no "justice" in the way they cancelled. It happened that of
twins one was cancelled and the other not...
In this moment there is a new pressure around this problem. When they
speak about it on the television they pone the question if there are
terrorists between us...
Also miss Slovenia of the nineties has been cancelled
Branislav and his wife tell. And I thank Branislav for the time he
spent translating the stories of the other people from Slovenian to
English
In the period we married Yugoslavia has been divided. There were
soldiers for about 10, 12 days. We escaped to France and got the
refugee state. From there we immigrated to Canada, Quebec, where we
were very active in organizing demonstrations for our country. We met
there the prime minister of Slovenia. Here the politicians who should
give a public service, they still behave like "bosses". I really
cannot understand why they want to get rid of people who could bring
money and pay taxes. Here is nationalism, not equality. A certain
moment we have decided to go back to Slovenia. For me and my daughter
there were no problems, but there were for my wife. And his wife tells
me: Life is very different there and we did not want to eat
genetically modified food anymore. So we came back to Slovenia. They
cancelled me while we were in Canada. In the eighties, on request of
the police, I had asked for Yugoslavian citizenship in the part
Serbian part. After the independency for this reason, even while I was
living and married in Slovenia, they said I was Serbian, and could not
have documents.
He takes over: Living in France and Canada, I learned we have rights
and that is why I fight to get them. My daughter and me we had always
citizenship. I went in an office and asked explanations about the
situation of my wife. They wanted to sent me to other offices, but I
insisted. It took three years before the situation was resolved.
Dusan tells
I was born in Lithuania out of a Serbian father and a Slovenian
mother. One day I went to renew my driving licence and they told me
that it was not valid anymore, that I had been cancelled. In that
moment I had a bar where in the evening there was life ethnic music
from the different parts of ex Yugoslavia. They said the music was to
loud and I think they used this reason as a pretext to cancel me. It
is all very strange, in that moment I was paying taxes like all
Slovenians. From my family I am the only one who has this problem, my
children and my wife have the Slovenian citizenship. I lost my bar,
the house which was on my name and I earn my life with precarious
black work. I lost all my possessions.
These stories are told while all are signing a document in which they
assign to Alessandra and other of her lawyer colleagues to be there
lawyers in front of the European court. If there they can make it to
win one case, to dissolve the cancellation of only one rubbed out, the
situation of all of them could change, being that Slovenia became a
European country. This is the moment that Gianni (Calastri) and me are
listening the stories of different people. Some are waiting to tell,
others are telling their stories and discussing between themselves.
(And smoking, how many are smoking and the air is filling up with
smoke...)
An elderly man with a sad face tells
In that period I have been dismissed because I was Bosnian. Now I have
been in Slovenia for 40 years. I asked for Slovenian citizenship and
they asked me to bring my documents. When I showed them my documents
they have put a stamp on it: not valid. In 2000 finally I have
received a document. But I have lost nearly ten years of my life...
Zikica e Dimitrije:
We came from Serbia in 1984. My husband was a bus driver in Liubiana.
In August 1984 he has been dismissed because he did not have a
permanent work permit. If you don't have a residence here you cannot
work and if you have no work you can not have residency. Her husband
continues: my wife has worked until 95 when she lost her work because
they did not extend her residency. In some way she found an apartment
and got back her residency and with this her work. I didn't. We lived
of our savings. In 2000 through friends I have found a work. We
finished all our savings. We live in a room of 12 square meters. In 87
we had to sent our children of 6 and 8 years old to their grandparents
in Serbia. We did not have the possibility to grow them ourselves with
all the problems we had.
Young woman of Marivar
At the moment of independency of Slovenia I was cancelled and lost all
my documents and I remained without for ten years. For this reason,
when I wanted to study at University I had to pay all my study by
myself. I was twenty years old and could not travel to any other
country without documents. During these ten years I have always been
afraid of the police, that they would come and sent me away. To cross
the road for example made me afraid to make any mistake which would be
a way for them to notice me and discover my illegal state. I had
always to be cautious. I could not trust anyone and so I didn't make
friends. The people who knew they judged me, were suspicious, they
could not understand that I had done nothing wrong to be cancelled by
the state. I could not open up with anyone. Later I have always been
anxious to loose my work.
Smoke smoke smoke
I have been "smoked". It seems that all they smoke everywhere... not
even open windows that let in the fresh freezing air are able to clean
the air form the smoke. I am not used anymore...
Evening.
The cold accompanies us to the car, in the car, a pleasant cold if you
don't have to stay there for to much time. Together with A. we go in a
reception centre for asylum seekers to visit his family, wife and
children, icy cold children because they waited for us outside. We
enter in a reception room and sit all together. A's wife brings us
warm burek (and I remember Ridvan how he would make the dough on the
big table in Mazzolla, which would become long and large one meter,
thin like skin, and how good his burek tasted in the so poor times of
our Academy)... Talip is speaking with a Kurdish asylum seeker,
Alessandra cuddles a little girl... we are sharing time with the
waiting people, waiting for a document, for a solution... to get out
of there and to start a new, normal life...
In the house of Liliana
Late in the evening we go to the shanty town. Liliana invited us.
Still I see her shy face with the warm friendly eyes. We were in so
many, entering in her little little kitchen. The table was placed in
the middle of the kitchen and chairs were borrowed from neighbours, in
the way we could all sit. Schnapps were put on the table in very
little glasses, which you should not empty if you didn't want them to
be filled continuously, then tea came, biscuits, salty snacks, orange
juice... And if we didn't leave, sausages and who knows what other
things they would have offered us. Liliana is sweet. She conquered me
from the first moment I saw her. The warmth, the sense of home in that
little place, all laughing and speaking around the table...
Sunday 5th of February.
We leave for Koper to meet other cancelled people. It is sunny. Still
icy cold but with light... We travel together with Aleksandar... The
meeting again in a little theatre... Twenty people there, one, no two
women, all cancelled... The introduction is similar to yesterday by
the same people.
Also here the cancelled people sign the document to assign a lawyer
for the European Court. Also here we listen to the stories, in this
little city that brings thoughts of holidays, tourists, with little
roads, characteristic houses... With the sun everything seems more
beautiful and pleasant. It nearly seemed we were doing a tourist tour,
instead to go for a visit to the cancelled people.
Also the wife of a very ill man, in coma, came to sign for herself and
her husband, both cancelled.
Dragomir Dabetic, father of five children:
In the nineties they accused my father to make part of the cetnici
(cruel soldiers). My father was a partisan, and also my brother has
never been part of the cetnici. The police came to get us because of
this blame... (There is no time to hear all his story, and what I am
interested in is to know how he lives today)...
I was cancelled... I divorced from my wife and in that period I lived
alone in a little house of the Yugoslavian state. I had my animals and
I lived well. They closed the little house with everything inside and
not cancelled people bought it form the state. I had to return to my
ex wife to have a little room to live in. She is suffering strong
stomach pain and needs to be cured, but we have no money and we have
no right to be cured. Both we have also psychological problems because
we cannot see our children. One we did not see for 12 years.
We are only waiting to die.
The social laboratory helped me to survive. I have no friends. We
don't know each other well, we cancelled people.
When Yugoslavia still existed there was more friendship between us...
We have to leave in a hurry, Gianni Alessandra, Talip and me. We say
goodbye, we hug... and we think of the next time. It is necessary to
return, to understand more, to hear other stories... I would like to
know how they lived before the independency...
Riceviamo e volentieri giriamo:
From: hidden.theatre @...
Subject: I cancellati della Slovenia The cancelled people of Slovenia
of the Diary of Annet Henneman
Date: February 24, 2006 9:33:51 AM GMT+01:00
To: annethenneman @...
Teatro di Nascosto
Centro Interculturale di Porto Franco della Regione Toscana
Accademia di Teatro Reportage per Rifugiati e Richiedenti Asilo
Hidden Theatre
Intercultural Centre of Porto Franco of the Regione Tuscany
Academy for Theatre Reportage for Refugees and Asylum Seekers
Of the diary of Annet Henneman
A flash of the world of the rubbed out people in Slovenia
impressions, facts and thoughts
English text under the Italian
Dal diario di Annet Henneman
Un tuffo nel mondo dei cancellati della Slovenia; impressioni, fatti e
pensieri.
---
Citazione del documentario: "Zradirani" - "Rubbed Out" (I cancellati)
"Il 26 febbraio del 1992 il governo sloveno ha cancellato 18.305
persone dal libro di soggiorno permanente della Slovenia.
La corte costituzionale ha giudicato la cancellazione un atto illegale
dello Stato Sloveno e ha dato l'ordine di ridare i diritti tolti.
Nel 2004 in un referendum su questo argomento, da un terzo della
popolazione slovena che ha partecipato, 90% ha votato contro i
cancellati."
Sabato 4 febbraio 06
Liubiana,
Siamo arrivati in un freddo glaciale insieme ad Alessandra Ballerini,
Gianni Calastri, Talip Heval. Una Lubiana un pò cupa. Un viaggio che
ho voluto fare per diverse ragioni. Una è che mi vergogno di sapere
cosi poco di un paese vicino. Come mi vergogno di non essere stata in
nessun altra parte dell'ex Yugoslavia. La seconda è perché me l'hanno
chiesto Alessandra Ballerini, Maurizio Gressi, Roberto Pignoni. per
vedere se noi con il nostro lavoro di teatro reportage si potesse fare
qualcosa intorno alle storie dei cancellati...
Strano quanto una frontiera tra due paesi può essere netta, sempre me
ne meraviglio. Da un momento all'altro cambia la lingua, la cultura,
l'atmosfera... Dall'inizio, entrando in questo paese, mi si
accompagnano lontani ricordi dei tempi di "dietro il muro", ci sono
palazzi, persone, strade, facce, che fanno pensare a quando il muro
esisteva ancora... Ricordi di una Polonia che chiudeva le frontiere.
L'ultimo treno per l'ovest era anche il mio. Si picchiavano per poter
entrare. Il treno era così pieno che eravamo tutti ammassati, appena
lo spazio per respirare, e qualcuno se ne approffittava. Una mano mi
toccava tra le gambe e non potevo neanche girarmi o guardarmi
intorno... In quel tempo non mi realizzavo fino in fondo quello che
stava accadendo, cosa significava per tutte queste persone angosciate
quell'ultimo treno...
Primo pomeriggio
Dopo un pranzo delizioso e una passeggiata fresca in una città con una
architettura di cultura mista, entriamo in un piccolo teatrino dove
sono radunate tante persone. Per la più grande parte uomini, per la
piu grande parte cancellati.
Avevano la cittadinanza e il passaporto fino all'indipendenza dello
stato Sloveno. In quel momento, con la divisione dello stato
Yugoslavo, pensavano di essere legali, o Sloveni. Chi c'era nato, chi
viveva li da anni, lavorando, creando un attività, comprando una
casa, ci viveva regolarmente con la residenza permanente registrata.
Con l'indipendenza Slovena sono diventati illegali, "clandestini" nel
proprio paese. Sono rimasti senza diritti, il diritto alla pensione,
all'assistenza medica, all'educazione. Chi aveva lavorato duro per
lunghi anni perdeva la casa, il lavoro, la sua attività, la
possibilità di rimanere insieme alla propria moglie, ai figli, perché
incapace di mantenere la propria famiglia. Non sapevano, per una
ragione o un altra, che avrebbero dovuto chiedere cittadinanza entro
sei mesi (che poi è stata anche rifiutata a tanti che l'avevano fatto).
E cosi tante persone che non erano Sloveni di nascita o di famiglia di
origine slovena, si sono ritrovati illegali. Alcuni sono stati
espulsi, altri sono entrati ed usciti dai CPT... Per alcuni le cose si
stanno risolvendo, per altri dopo 13 anni, ancora non ci sembra la
possibilità di un futuro migliore. Forse con il coinvolgimento della
corte Europea la situazione cambierà...
La riunione viene introdotta da Aleksandar Todorovovic, (che guida il
movimento per i cancellati, creando forza mettendo tante persone con
lo stesso problema insieme) insieme a Ursula Lipocvec (antropologa
dell'università in Lubiana) che fa anche da traduttrice, Roberto
Pignoni, Alessandra, Maurizio e la sottoscritta...
Ursula e Roberto hanno creato l'associazione Migrazione Resistenza
Karavla Mir.
Un cancellato dice con intensità:
Tredici anni senza documenti
Tredici anni senza medico
Tredici anni senza poter andare nel tribunale
Tedici anni senza poter lavorare
Tredici anni senza poter visitare i parenti fuori della Slovenia
Tredici anni di vita nascosta
Viaggi nascosti
Tredici anni di sguardi sospettosi
Che dicono ma ci sarà qualcosa che non va
Ci sarà una ragione per la quale sono stati cancellati
Non c'era "giustizia" nei modi di cancellazione. E' successo che di
due gemelli uno è stato cancellato e l'altro no...
In questo momento c'é una nuova pressione rispetto a questo problema.
Quando se ne parla in televisione si chiede se sono terroristi...
Anche la donna che negli anni novanta era diventata miss Slovenia è
stata cancellata.
Raccontano Branislav e sua moglie. (Lui lo ringrazio di cuore per
avermi fatto da traduttore dallo Sloveno in Inglese per le altre
storie).
Qualche tempo dopo che ci siamo sposati la Yugoslavia si è divisa. Per
dieci, dodici giorni ci sono stati i soldati. Siamo scappati in
Francia dove abbiamo ottenuto asilo politico. E da lì siamo immigrati
in Canada a Quebec dove abbiamo organizzato dimostrazioni per
sostenere il nostro popolo incontrando anche il primo ministro
sloveno. Qua i politici, i parlamentari che devono dare un servizio
pubblico, si comportano ancora da "boss". Non capisco perché si
vogliono sbarazzare di persone che potrebbero pagare le tasse. Qua c'é
nazionalismo e non c'é uguaglianza. Un certo momento abbiamo deciso
che volevamo ritornare in Slovenia. Non ci sono stati problemi per me
e mia figlia, ma per mia moglie si. Continua lei: la vita è diversa lì
e non volevo più mangiare le verdure geneticamente modificate. Siamo
rientrati in Slovenia, avevo una carta di residenza nel momento di
partenza. Mi hanno cancellata mentre eravamo in Canada. Nell'Ottanta
su richiesta della polizia avevo fatto richiesta della nazionalità
jugoslava dove ero in quel momento, la parte Serba. Dopo
l'indipendenza e la divisione, per questa ragione, pur vivendo in
Slovenia, hanno deciso che ero serba...
Vivendo in Francia e Canada, riprende il suo marito, ho imparato che
abbiamo dei diritti e così lotto per averli. Mia figlia ed io abbiamo
avuto sempre la cittadinanza. In quel tempo sono andato in ufficio
anagrafico ed ho chiesto dei chiarimenti per la situazione della mia
moglie. Mi volevano mandare in altri uffici ma ho tenuto duro. Ha
durato tre anni prima che abbiamo trovato la soluzione.
Racconta Dusan
Sono nato in Lituania da un padre serbo ed una madre slovena. Un
giorno sono andato a rinnovare la patente e mi hanno detto che il mio
documento non era valido, che ero stato cancellato. In quel momento
avevo un bar dove la sera si suonava la musica etnica delle diversi
parti dell'ex Yugoslavia. Dicevano che la musica era troppo forte. Ho
l'idea che hanno usato questo come pretesto per cancellarmi. E' tutto
molto strano perché in quel periodo pagavo le tasse come tutti gli
Sloveni. Della famiglia solo io ho questo problema, i miei figli e mia
moglie hanno la cittadinanza Slovena. Ho perso il mio bar, la casa che
stava a mio nome, e mi guadagno la vita con lavori precari in nero.
Non mi è rimasto più niente delle mie proprietà.
(Questi racconti vengono fatti durante il momento nel quale tutti
sottoscrivevano un documento dando l'incarico ad Alessandra ed altri
suoi colleghi avvocati di essere i loro difensori davanti alla Corte
Europea. Se riescono a vincere anche solo una causa, a togliere la
cancellazione a un solo cancellato e fargli dare un indennizio, la
situazione di tutti i cancellati potrebbe cambiare, visto che la
Slovenia fa parte dell'Europa.
Durante questo momento Gianni (Calastri) ed io stiamo raccogliendo le
storie di diverse persone. Ci sono alcune che si mettono ad aspettare
diverso tempo per poter raccontare, altri iniziano discussioni e
raccontano le loro storie tra di loro.
E quanto fumo, quanti e quanto fumano...)
Un uomo anziano con la faccia triste...
In quel tempo sono stato dimesso perchè ero della Bosnia. Sono adesso
in Slovenia da 40 anni. Ho chiesto la cittadinanza slovena e mi hanno
chiesto di portare dei documenti. Quando ho mostrato il mio documento,
ci hanno messo un timbro: non valido. Nel 2000 finalmente ho avuto un
documento. Ma ho perso quasi dieci anni della mia vita...
Zikica e Dimitrije:
Nel 1984 siamo venuti dalla Serbia. Mio marito era un autista di
pulman in Lubiana. In agosto 1993 è stato dimesso perchè non aveva un
permesso di lavoro permanente. Se non hai una residenza non puoi
lavorare e se non hai lavoro non puoi avere la residenza. Continua
lui: Mia moglie ha lavorato fino al 95 quando ha perso il lavoro
perchè non le hanno prolungato la residenza. In qualche modo ha
trovato un appartamento e ha riavuto la residenza e il suo lavoro. Io
no. Abbiamo vissuto dei nostri risparmi.
Nel 2000 tramite amici ho trovato un lavoro. Abbiamo finito tutti i
nostri risparmi. Viviamo in una stanza di 12 metri quadri. Nell'87
abbiamo dovuto mandare i nostri figli all'età di 6 e 8 anni, dai loro
nonni in Serbia e non abbiamo avuto la possibilità con tutti problemi
che c'erano, di crescerli da noi.
Giovane donna di Marivar
All'indipendenza della Slovenia ho perso i miei documenti e sono
rimasta per 10 anni senza. Per questo quando ho voluto studiare
all'università ho dovuto pagare tutto il mio studio. Avevo 20 anni e
non potevo andare in nessun altro paese senza documenti. Durante quei
dieci anni ho sempre avuto paura della polizia, che sarebbe venuta e
che mi avrebbe mandato via. Attraversando la strada per esempio, avevo
paura di fare uno sbaglio e di essere notata da loro e da loro che poi
avrebbero scoperto la mia illegalità. Dovevo sempre fare attenzione.
Non mi potevo fidare di nessuno e per questo non ho fatto amicizie in
quel tempo. La gente che sapeva mi giudicava, era sospettosa, non
capivano che non avevo fatto niente di male per essere cancellata
dallo Stato... Non potevo aprirmi con nessuno. Poi ho sempre avuto
paura di perdere il mio lavoro...
FUMO FUMO FUMO
Sono affumicata... sembra che tutti fumano sempre dappertutto...
neanche finestre aperte che fanno entrare un'aria fresco gelido
riescono a toglierlo... il fumo. Non sono più abituata....
Sera.
Il freddo ci accompagna mentre camminiamo verso la macchina, dentro la
macchina, un freddo piacevole se non ci devi stare troppo tempo.
Insieme ad A. andiamo a trovare la sua famiglia, moglie e figli, che
si sono congelati aspettandoci fuori, in un centro di accoglienza.
Entriamo nella stanza per gli ospiti. Ci sediamo tutti insieme. La
moglie di A. ci porta burek caldo (e penso a Ridvan che mi ha
meravigliato quando lo preparava sul tavolo, me lo vedo ancora
davanti lì a Mazzolla, lavorava la pasta che diventava lunga e larga
un metro, fine come una pelliccia, e quanto era buono a mangiarla in
quei primi tempi poveri della nostra accademia )... Talip saluta un
uomo curdo, Alessandra coccola la bambina di Ali... Stiamo lì a
condividere un po' di tempo con persone che stanno aspettando; un
documento, l'inizio di una nuova vita...
A casa di Liliana
Tarda serata, andiamo alla baraccopoli dove vivono tanti cancellati e
Rom. Liliana ci ha invitati, me la vedo ancora davanti; la sua faccia
timida con gli occhi gentili che emanano amore materno. Siamo entrati
in tanti nella sua piccola cucina. La tavola viene spostata e suo
marito prende sedie dai vicini per farci sedere tutti. Arrivano
schnaps in bicchierini piccolini, che non devi svuotare, se no vengono
riempiti continuamente, arriva the, salatini, biscotti, succo
d'arancia... E se non avessimo interrotto sarebbero arrivati salcicce
e chissà quali altre cose. Lei è timida e dolce. Mi ha conquistata dal
primo momento che la vedo. Il calore, il senso di casa in quel piccolo
posto, noi tutti a ridere parlare intorno a quel tavolo...
Domenica mattina 5 febbraio
Partiamo per Koper, per incontrare altre persone cancellate. C'è il
sole, ghiaccio, luce... In macchina con noi Aleksandar... Un altro
teatrino... una ventina di persone tutti uomini e una, no due donne,
tutti cancellati...
Una introduzione simile a ieri, dalle stesse persone. Anche qua le
persone danno l'incarico agli avvocati italiani. Anche qui alcune
storie di chi vive qui o vicino a questa piccola città che fa pensare
a vacanze, turisti, con tante piccole strade, case caratteristiche...
Con il sole tutto sembra più bello e piacevole...
Sembra quasi che stavamo ad una passeggiata turistica invece di andare
ad una riunione di cancellati.
Anche la moglie di un uomo molto malato, in coma, è venuta a firmare
l'incarico per lei e il suo marito, tutti e due cancellati.
Dragomir Dabetic, padre di 5 figli:
Negli anni 90 hanno accusato mio padre di fare parte dei cetnici (dei
militari crudeli). Ma mio padre era un partigiano, ed anche mio
fratello non ha mai fatto parte dei cetnici. La polizia è venuta a
cercarci per questa accusa... (Non ho il tempo per sentire tutta la
sua lunga storia che è stata già raccolta da Ursula, e quello che mi
interessa di più é sapere come lui vive oggi)...
Sono stato cancellato... Mi sono divorziato da mia moglie e vivevo in
una casetta che lo stato Yugoslavo mi aveva messo a disposizione,
avevo i miei animali e vivevo bene. L'hanno chiusa con tutto dentro.
Dei non-cancellati l'hanno comprata. Sono dovuto ritornare dalla mia
ex moglie per avere una stanzetta per vivere. Lei ha dei dolori forti
allo stomaco. Avrebbe bisogno di cure ma non ci sono i soldi e non
abbiamo il diritto di curarci. Abbiamo tutti e due anche dei problemi
psicologici perché non possiamo vedere i nostri figli. Uno non
l'abbiamo visto da 12 anni. Noi stiamo solo aspettando la morte. Il
laboratorio sociale mi ha aiutato. Non ho amici. Noi cancellati non ci
conosciamo tra di noi. Quando c'era ancora la Yugoslavia c'era più
amicizia tra di noi.
Dobbiamo partire in corsa, Gianni, Alessandra, Talip ed io.
Salutiamo, abbracciamo... E pensiamo alla prossima volta... C'è
bisogno di ritornare, di capire di più, di sentire altre storie...
Vorrei sapere come vivevano prima dell'indipendenza...
---
Of the diary of Annet Henneman
A flash of the world of the rubbed out people in Slovenia
impressions, facts and thoughts
Citation from the documentary "Zradirani" or "Rubbed Out"
"On the 26th of February 1992 the Slovenian government rubbed out
18.305 people of the book of permanent sojourn.
The Slovenian constitution court has judged erasing people an illegal
act of the Slovenian state and has ordered to give back the taken away
rights.
In 2004 a referendum about the rubbed out people was organized. Thirty
percent of the Slovenian population took parte and ninety percent of
them have voted against the rubbed out people."
Saturday 4th of February 06
Liubiana
We arrived in an icy cold country, Alessandra Ballerini, Gianni
Calastri, Talip Heval and me in a cloudy somber Liubiana. A travel I
wanted to make for different reasons. First because I am ashamed to
know so little about a so near country, as I am ashamed that I never
have been in nay part of ex Yugoslavia. Second because Alessandra,
Maurizio Gressi and Roberto Pignoni asked me in the way we to see if
we could do something with our theatre reportage work around the
cancelled people...
Strange how a border between two countries can make such a difference.
Always I remain surprised. From one moment to another, the language,
the culture, the atmosphere changes. From the moment I entered this
country, far away memories of "behind the wall" are accompanying me,
there are buildings, roads, faces, that bring back images of times
that the wall still existed... I remember a Poland that closed it
frontiers, the last train for the west, was also mine. They were
beating each other up to enter. Still I can hear the sound of fists
beating the bare skin of faces. The train was so packed that we were
pressed one against another, with just the space to breathe. Some one
took profit out of it. A hand touched me between my legs and there was
not even the space to turn or to look around... In that moment I
didn't realize very well what was happening, what was the significance
of this last train for these frightened people...
Early afternoon
After a delicious lunch, and a fresh walk in this city with an
architecture of mixed culture, we enter in a little theatre where many
persons came together. For the biggest part man, for the biggest part
rubbed out.
They had citizenship and a passport until the independency of the
Slovenian state. They thought they were legal, or Slovenians, at the
moment of the division of Yugoslavia. The one who was born there, the
one who lived there for years, the one who had a job or his own
activity and bought a house, they were living there regularly with a
registered allowance permit. With the independency of Slovenia they
became illegal in their own country. They lost their rights, the right
to a pension, to health care, to instruction. Who had worked for many
years lost house, work, activity, at times the possibility to remain
together to wife and children, because incapable to maintain the family.
They did not know, for one reason or another, that they had to ask for
citizen ship within six months (although some did and where cancelled
the same)... And so many persons who were not born Slovenians or from
a original Slovenian family, they found themselves illegal from one
day to another. Some have been expulsed, others were inside-outside
removal centers. For some the problems are resolving, for others still
after thirteen years, there seems no possibility for a better future.
Maybe involving the European court will change the situation...
The meeting is being introduced by Aleksandar Todorovovic (who guides
the movement for the rubbed out, creating force gathering many people)
together with Ursula Lipovic Cebron (anthropologue of the University
of Liubiana) who is also translating, Roberto Pignoni, and than
Alessandra, Maurizio...
A cancelled man tells with anger:
Thirteen years without documents
Thirteen years without a doctor
Thirteen years without possibility to go to court
Thirteen years without possibility to work legally
Thirteen years without possibility to visit family outside Slovenia
Thirteen years of hidden life
Of hidden travelling
Thirteen years of suspicious glances
And of the people thinking: there will be something wrong
There will be a reason that that they were cancelled
There was no "justice" in the way they cancelled. It happened that of
twins one was cancelled and the other not...
In this moment there is a new pressure around this problem. When they
speak about it on the television they pone the question if there are
terrorists between us...
Also miss Slovenia of the nineties has been cancelled
Branislav and his wife tell. And I thank Branislav for the time he
spent translating the stories of the other people from Slovenian to
English
In the period we married Yugoslavia has been divided. There were
soldiers for about 10, 12 days. We escaped to France and got the
refugee state. From there we immigrated to Canada, Quebec, where we
were very active in organizing demonstrations for our country. We met
there the prime minister of Slovenia. Here the politicians who should
give a public service, they still behave like "bosses". I really
cannot understand why they want to get rid of people who could bring
money and pay taxes. Here is nationalism, not equality. A certain
moment we have decided to go back to Slovenia. For me and my daughter
there were no problems, but there were for my wife. And his wife tells
me: Life is very different there and we did not want to eat
genetically modified food anymore. So we came back to Slovenia. They
cancelled me while we were in Canada. In the eighties, on request of
the police, I had asked for Yugoslavian citizenship in the part
Serbian part. After the independency for this reason, even while I was
living and married in Slovenia, they said I was Serbian, and could not
have documents.
He takes over: Living in France and Canada, I learned we have rights
and that is why I fight to get them. My daughter and me we had always
citizenship. I went in an office and asked explanations about the
situation of my wife. They wanted to sent me to other offices, but I
insisted. It took three years before the situation was resolved.
Dusan tells
I was born in Lithuania out of a Serbian father and a Slovenian
mother. One day I went to renew my driving licence and they told me
that it was not valid anymore, that I had been cancelled. In that
moment I had a bar where in the evening there was life ethnic music
from the different parts of ex Yugoslavia. They said the music was to
loud and I think they used this reason as a pretext to cancel me. It
is all very strange, in that moment I was paying taxes like all
Slovenians. From my family I am the only one who has this problem, my
children and my wife have the Slovenian citizenship. I lost my bar,
the house which was on my name and I earn my life with precarious
black work. I lost all my possessions.
These stories are told while all are signing a document in which they
assign to Alessandra and other of her lawyer colleagues to be there
lawyers in front of the European court. If there they can make it to
win one case, to dissolve the cancellation of only one rubbed out, the
situation of all of them could change, being that Slovenia became a
European country. This is the moment that Gianni (Calastri) and me are
listening the stories of different people. Some are waiting to tell,
others are telling their stories and discussing between themselves.
(And smoking, how many are smoking and the air is filling up with
smoke...)
An elderly man with a sad face tells
In that period I have been dismissed because I was Bosnian. Now I have
been in Slovenia for 40 years. I asked for Slovenian citizenship and
they asked me to bring my documents. When I showed them my documents
they have put a stamp on it: not valid. In 2000 finally I have
received a document. But I have lost nearly ten years of my life...
Zikica e Dimitrije:
We came from Serbia in 1984. My husband was a bus driver in Liubiana.
In August 1984 he has been dismissed because he did not have a
permanent work permit. If you don't have a residence here you cannot
work and if you have no work you can not have residency. Her husband
continues: my wife has worked until 95 when she lost her work because
they did not extend her residency. In some way she found an apartment
and got back her residency and with this her work. I didn't. We lived
of our savings. In 2000 through friends I have found a work. We
finished all our savings. We live in a room of 12 square meters. In 87
we had to sent our children of 6 and 8 years old to their grandparents
in Serbia. We did not have the possibility to grow them ourselves with
all the problems we had.
Young woman of Marivar
At the moment of independency of Slovenia I was cancelled and lost all
my documents and I remained without for ten years. For this reason,
when I wanted to study at University I had to pay all my study by
myself. I was twenty years old and could not travel to any other
country without documents. During these ten years I have always been
afraid of the police, that they would come and sent me away. To cross
the road for example made me afraid to make any mistake which would be
a way for them to notice me and discover my illegal state. I had
always to be cautious. I could not trust anyone and so I didn't make
friends. The people who knew they judged me, were suspicious, they
could not understand that I had done nothing wrong to be cancelled by
the state. I could not open up with anyone. Later I have always been
anxious to loose my work.
Smoke smoke smoke
I have been "smoked". It seems that all they smoke everywhere... not
even open windows that let in the fresh freezing air are able to clean
the air form the smoke. I am not used anymore...
Evening.
The cold accompanies us to the car, in the car, a pleasant cold if you
don't have to stay there for to much time. Together with A. we go in a
reception centre for asylum seekers to visit his family, wife and
children, icy cold children because they waited for us outside. We
enter in a reception room and sit all together. A's wife brings us
warm burek (and I remember Ridvan how he would make the dough on the
big table in Mazzolla, which would become long and large one meter,
thin like skin, and how good his burek tasted in the so poor times of
our Academy)... Talip is speaking with a Kurdish asylum seeker,
Alessandra cuddles a little girl... we are sharing time with the
waiting people, waiting for a document, for a solution... to get out
of there and to start a new, normal life...
In the house of Liliana
Late in the evening we go to the shanty town. Liliana invited us.
Still I see her shy face with the warm friendly eyes. We were in so
many, entering in her little little kitchen. The table was placed in
the middle of the kitchen and chairs were borrowed from neighbours, in
the way we could all sit. Schnapps were put on the table in very
little glasses, which you should not empty if you didn't want them to
be filled continuously, then tea came, biscuits, salty snacks, orange
juice... And if we didn't leave, sausages and who knows what other
things they would have offered us. Liliana is sweet. She conquered me
from the first moment I saw her. The warmth, the sense of home in that
little place, all laughing and speaking around the table...
Sunday 5th of February.
We leave for Koper to meet other cancelled people. It is sunny. Still
icy cold but with light... We travel together with Aleksandar... The
meeting again in a little theatre... Twenty people there, one, no two
women, all cancelled... The introduction is similar to yesterday by
the same people.
Also here the cancelled people sign the document to assign a lawyer
for the European Court. Also here we listen to the stories, in this
little city that brings thoughts of holidays, tourists, with little
roads, characteristic houses... With the sun everything seems more
beautiful and pleasant. It nearly seemed we were doing a tourist tour,
instead to go for a visit to the cancelled people.
Also the wife of a very ill man, in coma, came to sign for herself and
her husband, both cancelled.
Dragomir Dabetic, father of five children:
In the nineties they accused my father to make part of the cetnici
(cruel soldiers). My father was a partisan, and also my brother has
never been part of the cetnici. The police came to get us because of
this blame... (There is no time to hear all his story, and what I am
interested in is to know how he lives today)...
I was cancelled... I divorced from my wife and in that period I lived
alone in a little house of the Yugoslavian state. I had my animals and
I lived well. They closed the little house with everything inside and
not cancelled people bought it form the state. I had to return to my
ex wife to have a little room to live in. She is suffering strong
stomach pain and needs to be cured, but we have no money and we have
no right to be cured. Both we have also psychological problems because
we cannot see our children. One we did not see for 12 years.
We are only waiting to die.
The social laboratory helped me to survive. I have no friends. We
don't know each other well, we cancelled people.
When Yugoslavia still existed there was more friendship between us...
We have to leave in a hurry, Gianni Alessandra, Talip and me. We say
goodbye, we hug... and we think of the next time. It is necessary to
return, to understand more, to hear other stories... I would like to
know how they lived before the independency...