From: icdsm-italia @...
Subject: [icdsm-italia] Le recenti prese di posizione dell' ICDSM
Date: March 12, 2006 8:59:01 PM GMT+01:00
To: icdsm-italia @yahoogroups.com
Le recenti prese di posizione dell' ICDSM
(traduzione a cura di Curzio Bettio, che ringraziamo)
Il Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic
condanna il deliberato rifiuto del tribunale fascista dell’Aja a
rispettare qualsiasi codice di civiltà, di decenza e del diritto, che
ha avuto come conseguenza la morte, oggi 11 marzo 2006, del
Presidente
Slobodan Milosevic, prigioniero nelle loro mani. Le loro azioni sono
equivalenti all’assassinio di un uomo che si è eretto come simbolo
della resistenza al Nuovo Ordine Mondiale e come combattente
emblematico per l’indipendenza e la sovranità dei popoli della
Jugoslavia e per la giustizia sociale nel mondo. Questo era l’unico
suo
crimine.
Noi esigiamo che venga aperta un’inchiesta internazionale,
indipendente, sulle circostanze e sulle cause della sua morte, e che
la
sua famiglia, la sua parte politica e i suoi sostenitori siano parti
in
causa di questa indagine.
Inoltre pretendiamo il diritto per sua moglie e la sua famiglia di
partecipare al suo funerale senza timore di persecuzioni, arresti o
ogni altro impedimento al loro diritto ad onorare l’amato sposo, il
loro compagno e padre.
Al popolo della Jugoslavia noi offriamo la nostra profonda
solidarietà. Ora, quantunque Egli non sia più con noi in corpo, il
suo
incessante coraggio, la sua determinazione a mostrare al mondo la
verità sull’aggressione da parte delle potenze occidentali contro la
Jugoslavia, il suo spirito di resistenza al nuovo fascismo, e la sua
costante fiducia nella forza e nello spirito del popolo,
illumineranno
per sempre l’oscurità nella quale il mondo è piombato. Noi gli
rendiamo
onore e gli saremo riconoscenti e lo onoreremo per sempre.
Christopher Black
Presidente del Comitato Legale
e Vice Presidente dell’ICDSM
255-744-666-972
bar@...
*************************************************************
IERI, 10 MARZO 2006, ERA STATA INVIATA LA SEGUENTE LETTERA AI MEMBRI
DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU E AL PRESIDENTE DELLA CORTE DI
APPELLO DEL TRIBUNALE DELL’AJA.
**************************************************************
Noi siamo costernati e profondamente preoccupati per il rigetto
altezzoso e dilatorio da parte della Corte del Tribunale ICTY della
richiesta dell’ex Presidente Slobodan Milosevic, come raccomandato
dal
Centro Bakoulev di Mosca di rinomanza internazionale nel campo della
Chirurgia Cardiovascolare, per essere trasferito in questo Centro per
ulteriori indagini e un possibile periodo di cure, viste le sue
condizioni cardiovascolari con pericolo della vita. Tutto si basava
sulle indagini cliniche condotte sul Presidente Milosevic da parte di
tre medici, il 4 novembre 2005, fra cui il Dr. M.V. Shumilina, un
angiologo del Centro Bakoulev, e il Dr. L.A. Bockeria, Direttore e
Presidente del Centro Bakoulev, che riscontravano le condizioni del
Presidente Milosevic “critiche”. La Corte ha acquisito questi
responsi
medici il 15 novembre 2005.
Ancor più crea costernazione e preoccupazione la totale mancanza da
parte del Tribunale di indirizzarsi verso la reale conoscenza delle
condizioni cliniche del Presidente Milosevic e di predisporre le
indagini necessarie e il trattamento di cure che sono di diritto per
ogni prigioniero.
Il diritto Internazionale, e in particolare la Convenzione
Internazionale per i Diritti Civili e Politici, prescrive, e le
stesse
norme dell’ICTY sulla detenzione garantiscono, il diritto dei
prigionieri ad essere “trattati con umanità e con rispetto della
dignità che è insita nella persona umana”. Per tutto il periodo del
procedimento di legge, gli accusati sono presunti innocenti, e quelli
che sono privati della loro libertà devono essere trattati in una
maniera “consona al loro stato, come persone non riconosciute
colpevoli”.
Il Presidente Milosevic remane deprivato di cure, pur in presenza
delle conclusioni del Dr. Shumilina, che definiva il trattamento
sanitario presso l’Unità di Detenzione delle Nazioni Unite come
“inadeguato”. Incredibilmente, malgrado la sua storia di problemi
cardiaci e di ipertensione, prima del 4 novembre 2004 non gli era
stata
fatta alcuna diagnosi vascolare. In più la salute del Presidente
Milosevic ha suscitato una preoccupazione continua nel corso di tutto
il processo per gli ultimi tre anni. Lo stress dei dibattimenti, le
cure non adeguate e le condizioni della detenzione hanno pesantemente
peggiorato i suoi precedenti problemi di salute, mettendo in pericolo
la sua vita.
Il Tribunale non ha assunto alcun provvedimento per proteggere la
vita
di un prigioniero le cui condizioni fisiche sono state constatate
essere critiche. Al contrario, ha considerato trascurabile il suo
dovere di assicurare cure mediche adeguate ed indispensabili per una
persona sotto processo presso la sua Corte. Detenuti che hanno
necessità di cure speciali, come nel caso del Presidente Milosevic,
devono essere trasferiti in istituti specializzati per quelle cure,
come stabilito dai Protocolli Standard Minimi per il Trattamento dei
Prigionieri adottati dal Primo Congresso delle Nazioni Unite sulla
Prevenzione del Crimine e il Trattamento dei Condannati.
Il Tribunale sorprendentemente dichiara:
1. “Che ne’ il Dr. Shumilina e nemmeno il Dr. Bockeria hanno
stabilito che il Centro di Bakoulev è la sola possibile struttura per
una diagnosi appropriata e un trattamento di cure relative alle
condizioni dell’accusato”. Che atteggiamento presuntuoso potrebbe
indurre quei medici ad una tale vanteria? Loro, di sicuro pensano che
il loro Centro sia il migliore e questa conclusione è giustificata.
Invece, nessuna fiducia può essere riposta nelle scelte mediche delle
autorità della Corte dopo anni di negligenze e dopo la scelta, nel
dicembre 2005, del Dr. Aarts, un radiologo neurologico Olandese, che
non ha riscontrato nel Presidente Milosevic alcuna condizione
patologica e non ha fatto alcuna raccomandazione per un trattamento
urgente di cure.
2. Che “...accoglie la proposta del Procuratore di Accusa che, se l’
Accusato desidera essere curato da specialisti che non si trovano in
Olanda, allora questi medici possono venire qui a curarlo.”
Persone ricche e famose si recano da ogni parte del mondo per
raggiungere centri medici del tipo Bakoulev, spesso anche se lo
stesso
viaggio costituisce per loro un rischio. Nessuno di loro pensa che le
prestazioni di cure della stessa qualità possano essere fornite da
teams sanitari itineranti dei migliori medici del mondo e se questo
potesse avvenire, il numero di pazienti da loro curati sarebbe
drasticamente ridotto.
Entrambe le risoluzioni sono assurde in un procedimento, dove la vita
e i diritti fondamentali sono una scommessa. E allora, come fa l’
organo
giudicante collegiale a giustificare le sue autorizzazioni a Pavle
Strugar per essere ripetutamente rilasciato per recarsi in
Montenegro,
un’entità che non è membro dell’ONU, per un’operazione chirurgica
sostitutiva al femore, una procedura abbastanza sicura, semplice e di
minor gravità?
Procuratore di Accusa v. Pavle Strugar, IT-01-42- A, 3 dicembre 2001,
16 dicembre 2005.
La conclusione finale del Tribunale afferma che “ la Corte non è
soddisfatta…che è cosa più probabile che l’Accusato, se rilasciato,
non
faccia più ritorno per la continuazione del suo processo.” Che la
Corte
abbia più fiducia nel governo del Montenegro o nell’amministrazione
ad
interim del Kosovo che nella Federazione Russa, che ha dato la sua
parola per il ritorno del Presidente Milosevic, è cosa inspiegabile,
ma
l’insulto ad un membro permanente del Consiglio di Sicurezza è
inevitabile.
Il negare le cure mediche necessarie al Presidente Milosevic risiede
nella fiducia del Tribunale che il processo si trovi “nelle sue fasi
conclusive…alla fine delle quali…l’Accusato può trovarsi di fronte
alla
possibilità di un imprigionamento a vita”, e questo, al meglio, è
irrazionale.
Cosa significa, che in tali circostanze per un prigioniero può essere
cosa migliore morire? È troppo tardi per un trattamento medico
necessario urgentemente?
Significa che “la possibilità di ergastolo” è più alta nelle ultime
fasi del processo che all’inizio? Allora bisogna sottoporre a
critiche
l’importanza e la pesantezza delle prove per le quali si è iniziato a
giudicare!
Un imputato che ritiene sarebbe stato imprigionato e condannato a
vita
avrebbe atteso le ultime fasi del processo per cercare dei mezzi per
fuggire? Una Corte imparziale sarebbe obbligata ad esaminare tutte
le
prove testimoniali prima di raggiungere una decisione, prima di
credere
che l’imputato preferisca fuggire nelle ultime fasi di un processo
che
non al suo inizio, salvo che la Corte non abbia già ritenuto che le
prove supportino una pesante sentenza? La Corte ha messo in luce i
suoi
pregiudizi con questo suo grottesco affidamento su un presumibile
timore di una sentenza di carcere a vita da parte dell’Accusato nelle
ultime fasi di questo processo?
In fatto e in diritto, la decisione del Tribunale è insopportabile.
Rivela la strategia della Corte, senza tante scuse, di mantenere il
suo
pregiudizio e mette in piena luce le sue insufficienze per proteggere
la salute di questo prigioniero.
La decisione è tanto irragionevole e completamente ingiusta, tanto da
dimostrare l’apparenza e la sostanza del pregiudizio processuale.
La Corte ha stabilito che il Presidente Milosevic deve affrontare la
eventualità di morire, visto che esiste la possibilità di una
sentenza
di carcere a vita.
Questa decisione, da sola, se confermata dalla Corte di Appello,
procurerà un grande vulnus all’ICTY e al diritto internazionale
umanitario. La morte, o le serie limitazioni al Presidente Milosevic
di
avvalersi di cure mediche, imporranno la medesima sentenza all’ICTY e
al diritto internazionale, come strumenti di pace.
Noi vi esortiamo a rovesciare la decisione della Corte e di ordinare
l’
immediato trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev
per
gli esami e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.
(Conclusione per il Consiglio di Sicurezza)
Noi vi esortiamo a rivolgervi all’ICTY per decretare l’immediato
trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev per gli
esami
e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.
Ci rimettiamo rispettosamente,
Ramsey Clark, ex Procuratore Generale degli Stati Uniti, USA
Professor Velko Valkanov, dottore in legge, Presidente del Comitato
per i Diritti Umani, ex MP, Bulgaria
Professor Alexander Zinoviev, filosofo, scrittore, Federazione Russa
Professor Sergei Baburin, dottore in legge, Vice Presidente della
Duma
di Stato dell’Assemblea Parlamentare della Federazione Russa
Vojtech Filip, dottore in legge, Vice Presidente della Camera dei
Deputati del Parlamento della Repubblica Ceca.
Thanassis Pafilis, Membro del Parlamento Europeo, Segretario Generale
del Comitato per la Pace nel Mondo, Grecia
Tiphaine Dickson, giurista di criminologia internazionale, Quebec
Professor Aldo Bernardini, dottore di diritto internazionale, Italia
Christopher Black, giurista di criminologia internazionale, Canada
Klaus Hartmann, Vice Presidente dell’Unione Mondiale dei Liberi
Pensatori, Germania
==========================
IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)
Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204
==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-7915200 -- email: icdsm-italia @ libero.it
http://www.pasti.org/linkmilo.html
*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)
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Subject: [icdsm-italia] Le recenti prese di posizione dell' ICDSM
Date: March 12, 2006 8:59:01 PM GMT+01:00
To: icdsm-italia @yahoogroups.com
Le recenti prese di posizione dell' ICDSM
(traduzione a cura di Curzio Bettio, che ringraziamo)
Il Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milosevic
condanna il deliberato rifiuto del tribunale fascista dell’Aja a
rispettare qualsiasi codice di civiltà, di decenza e del diritto, che
ha avuto come conseguenza la morte, oggi 11 marzo 2006, del
Presidente
Slobodan Milosevic, prigioniero nelle loro mani. Le loro azioni sono
equivalenti all’assassinio di un uomo che si è eretto come simbolo
della resistenza al Nuovo Ordine Mondiale e come combattente
emblematico per l’indipendenza e la sovranità dei popoli della
Jugoslavia e per la giustizia sociale nel mondo. Questo era l’unico
suo
crimine.
Noi esigiamo che venga aperta un’inchiesta internazionale,
indipendente, sulle circostanze e sulle cause della sua morte, e che
la
sua famiglia, la sua parte politica e i suoi sostenitori siano parti
in
causa di questa indagine.
Inoltre pretendiamo il diritto per sua moglie e la sua famiglia di
partecipare al suo funerale senza timore di persecuzioni, arresti o
ogni altro impedimento al loro diritto ad onorare l’amato sposo, il
loro compagno e padre.
Al popolo della Jugoslavia noi offriamo la nostra profonda
solidarietà. Ora, quantunque Egli non sia più con noi in corpo, il
suo
incessante coraggio, la sua determinazione a mostrare al mondo la
verità sull’aggressione da parte delle potenze occidentali contro la
Jugoslavia, il suo spirito di resistenza al nuovo fascismo, e la sua
costante fiducia nella forza e nello spirito del popolo,
illumineranno
per sempre l’oscurità nella quale il mondo è piombato. Noi gli
rendiamo
onore e gli saremo riconoscenti e lo onoreremo per sempre.
Christopher Black
Presidente del Comitato Legale
e Vice Presidente dell’ICDSM
255-744-666-972
bar@...
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IERI, 10 MARZO 2006, ERA STATA INVIATA LA SEGUENTE LETTERA AI MEMBRI
DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU E AL PRESIDENTE DELLA CORTE DI
APPELLO DEL TRIBUNALE DELL’AJA.
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Noi siamo costernati e profondamente preoccupati per il rigetto
altezzoso e dilatorio da parte della Corte del Tribunale ICTY della
richiesta dell’ex Presidente Slobodan Milosevic, come raccomandato
dal
Centro Bakoulev di Mosca di rinomanza internazionale nel campo della
Chirurgia Cardiovascolare, per essere trasferito in questo Centro per
ulteriori indagini e un possibile periodo di cure, viste le sue
condizioni cardiovascolari con pericolo della vita. Tutto si basava
sulle indagini cliniche condotte sul Presidente Milosevic da parte di
tre medici, il 4 novembre 2005, fra cui il Dr. M.V. Shumilina, un
angiologo del Centro Bakoulev, e il Dr. L.A. Bockeria, Direttore e
Presidente del Centro Bakoulev, che riscontravano le condizioni del
Presidente Milosevic “critiche”. La Corte ha acquisito questi
responsi
medici il 15 novembre 2005.
Ancor più crea costernazione e preoccupazione la totale mancanza da
parte del Tribunale di indirizzarsi verso la reale conoscenza delle
condizioni cliniche del Presidente Milosevic e di predisporre le
indagini necessarie e il trattamento di cure che sono di diritto per
ogni prigioniero.
Il diritto Internazionale, e in particolare la Convenzione
Internazionale per i Diritti Civili e Politici, prescrive, e le
stesse
norme dell’ICTY sulla detenzione garantiscono, il diritto dei
prigionieri ad essere “trattati con umanità e con rispetto della
dignità che è insita nella persona umana”. Per tutto il periodo del
procedimento di legge, gli accusati sono presunti innocenti, e quelli
che sono privati della loro libertà devono essere trattati in una
maniera “consona al loro stato, come persone non riconosciute
colpevoli”.
Il Presidente Milosevic remane deprivato di cure, pur in presenza
delle conclusioni del Dr. Shumilina, che definiva il trattamento
sanitario presso l’Unità di Detenzione delle Nazioni Unite come
“inadeguato”. Incredibilmente, malgrado la sua storia di problemi
cardiaci e di ipertensione, prima del 4 novembre 2004 non gli era
stata
fatta alcuna diagnosi vascolare. In più la salute del Presidente
Milosevic ha suscitato una preoccupazione continua nel corso di tutto
il processo per gli ultimi tre anni. Lo stress dei dibattimenti, le
cure non adeguate e le condizioni della detenzione hanno pesantemente
peggiorato i suoi precedenti problemi di salute, mettendo in pericolo
la sua vita.
Il Tribunale non ha assunto alcun provvedimento per proteggere la
vita
di un prigioniero le cui condizioni fisiche sono state constatate
essere critiche. Al contrario, ha considerato trascurabile il suo
dovere di assicurare cure mediche adeguate ed indispensabili per una
persona sotto processo presso la sua Corte. Detenuti che hanno
necessità di cure speciali, come nel caso del Presidente Milosevic,
devono essere trasferiti in istituti specializzati per quelle cure,
come stabilito dai Protocolli Standard Minimi per il Trattamento dei
Prigionieri adottati dal Primo Congresso delle Nazioni Unite sulla
Prevenzione del Crimine e il Trattamento dei Condannati.
Il Tribunale sorprendentemente dichiara:
1. “Che ne’ il Dr. Shumilina e nemmeno il Dr. Bockeria hanno
stabilito che il Centro di Bakoulev è la sola possibile struttura per
una diagnosi appropriata e un trattamento di cure relative alle
condizioni dell’accusato”. Che atteggiamento presuntuoso potrebbe
indurre quei medici ad una tale vanteria? Loro, di sicuro pensano che
il loro Centro sia il migliore e questa conclusione è giustificata.
Invece, nessuna fiducia può essere riposta nelle scelte mediche delle
autorità della Corte dopo anni di negligenze e dopo la scelta, nel
dicembre 2005, del Dr. Aarts, un radiologo neurologico Olandese, che
non ha riscontrato nel Presidente Milosevic alcuna condizione
patologica e non ha fatto alcuna raccomandazione per un trattamento
urgente di cure.
2. Che “...accoglie la proposta del Procuratore di Accusa che, se l’
Accusato desidera essere curato da specialisti che non si trovano in
Olanda, allora questi medici possono venire qui a curarlo.”
Persone ricche e famose si recano da ogni parte del mondo per
raggiungere centri medici del tipo Bakoulev, spesso anche se lo
stesso
viaggio costituisce per loro un rischio. Nessuno di loro pensa che le
prestazioni di cure della stessa qualità possano essere fornite da
teams sanitari itineranti dei migliori medici del mondo e se questo
potesse avvenire, il numero di pazienti da loro curati sarebbe
drasticamente ridotto.
Entrambe le risoluzioni sono assurde in un procedimento, dove la vita
e i diritti fondamentali sono una scommessa. E allora, come fa l’
organo
giudicante collegiale a giustificare le sue autorizzazioni a Pavle
Strugar per essere ripetutamente rilasciato per recarsi in
Montenegro,
un’entità che non è membro dell’ONU, per un’operazione chirurgica
sostitutiva al femore, una procedura abbastanza sicura, semplice e di
minor gravità?
Procuratore di Accusa v. Pavle Strugar, IT-01-42- A, 3 dicembre 2001,
16 dicembre 2005.
La conclusione finale del Tribunale afferma che “ la Corte non è
soddisfatta…che è cosa più probabile che l’Accusato, se rilasciato,
non
faccia più ritorno per la continuazione del suo processo.” Che la
Corte
abbia più fiducia nel governo del Montenegro o nell’amministrazione
ad
interim del Kosovo che nella Federazione Russa, che ha dato la sua
parola per il ritorno del Presidente Milosevic, è cosa inspiegabile,
ma
l’insulto ad un membro permanente del Consiglio di Sicurezza è
inevitabile.
Il negare le cure mediche necessarie al Presidente Milosevic risiede
nella fiducia del Tribunale che il processo si trovi “nelle sue fasi
conclusive…alla fine delle quali…l’Accusato può trovarsi di fronte
alla
possibilità di un imprigionamento a vita”, e questo, al meglio, è
irrazionale.
Cosa significa, che in tali circostanze per un prigioniero può essere
cosa migliore morire? È troppo tardi per un trattamento medico
necessario urgentemente?
Significa che “la possibilità di ergastolo” è più alta nelle ultime
fasi del processo che all’inizio? Allora bisogna sottoporre a
critiche
l’importanza e la pesantezza delle prove per le quali si è iniziato a
giudicare!
Un imputato che ritiene sarebbe stato imprigionato e condannato a
vita
avrebbe atteso le ultime fasi del processo per cercare dei mezzi per
fuggire? Una Corte imparziale sarebbe obbligata ad esaminare tutte
le
prove testimoniali prima di raggiungere una decisione, prima di
credere
che l’imputato preferisca fuggire nelle ultime fasi di un processo
che
non al suo inizio, salvo che la Corte non abbia già ritenuto che le
prove supportino una pesante sentenza? La Corte ha messo in luce i
suoi
pregiudizi con questo suo grottesco affidamento su un presumibile
timore di una sentenza di carcere a vita da parte dell’Accusato nelle
ultime fasi di questo processo?
In fatto e in diritto, la decisione del Tribunale è insopportabile.
Rivela la strategia della Corte, senza tante scuse, di mantenere il
suo
pregiudizio e mette in piena luce le sue insufficienze per proteggere
la salute di questo prigioniero.
La decisione è tanto irragionevole e completamente ingiusta, tanto da
dimostrare l’apparenza e la sostanza del pregiudizio processuale.
La Corte ha stabilito che il Presidente Milosevic deve affrontare la
eventualità di morire, visto che esiste la possibilità di una
sentenza
di carcere a vita.
Questa decisione, da sola, se confermata dalla Corte di Appello,
procurerà un grande vulnus all’ICTY e al diritto internazionale
umanitario. La morte, o le serie limitazioni al Presidente Milosevic
di
avvalersi di cure mediche, imporranno la medesima sentenza all’ICTY e
al diritto internazionale, come strumenti di pace.
Noi vi esortiamo a rovesciare la decisione della Corte e di ordinare
l’
immediato trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev
per
gli esami e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.
(Conclusione per il Consiglio di Sicurezza)
Noi vi esortiamo a rivolgervi all’ICTY per decretare l’immediato
trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev per gli
esami
e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.
Ci rimettiamo rispettosamente,
Ramsey Clark, ex Procuratore Generale degli Stati Uniti, USA
Professor Velko Valkanov, dottore in legge, Presidente del Comitato
per i Diritti Umani, ex MP, Bulgaria
Professor Alexander Zinoviev, filosofo, scrittore, Federazione Russa
Professor Sergei Baburin, dottore in legge, Vice Presidente della
Duma
di Stato dell’Assemblea Parlamentare della Federazione Russa
Vojtech Filip, dottore in legge, Vice Presidente della Camera dei
Deputati del Parlamento della Repubblica Ceca.
Thanassis Pafilis, Membro del Parlamento Europeo, Segretario Generale
del Comitato per la Pace nel Mondo, Grecia
Tiphaine Dickson, giurista di criminologia internazionale, Quebec
Professor Aldo Bernardini, dottore di diritto internazionale, Italia
Christopher Black, giurista di criminologia internazionale, Canada
Klaus Hartmann, Vice Presidente dell’Unione Mondiale dei Liberi
Pensatori, Germania
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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)
Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204
==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-7915200 -- email: icdsm-italia @ libero.it
http://www.pasti.org/linkmilo.html
*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)
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