Le cinque banche della Bosnia

Il settore bancario della Bosnia Erzegovina verso una sempre maggiore
concentrazione, sotto il controllo di pochi grandi gruppi europei. In
base ai dati del 2005, l'italiana Unicredito sarebbe il primo gruppo
del settore

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Le cinque banche della Bosnia

27.06.2006 - Il settore bancario della Bosnia Erzegovina verso una
sempre maggiore concentrazione, sotto il controllo di pochi grandi
gruppi europei. In base ai dati del 2005, l'italiana Unicredito
sarebbe il primo gruppo del settore
Di Damir Hrasnica, DANI http://www.bhdani.com/ , 16 giugno 2006 (tit.
orig. Raiffeisen zvanično, a UniCredit grupa nezvanično najveća
banka u BiH)

Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak


Secondo i risultati preliminari delle attività commericiali per il
2005, la Raiffeisen BiH continuerebbe ad essere la banca leader nel
nostro paese, con un attivo complessivo di 2,49 miliardi di KM
[marchi convertibili, ndt.]. L'anno che è trascorso, tuttavia, sarà
ricordato per il fatto che la stessa Raiffeisen, dopo un lungo
periodo, ha (in realtà) perso la sua posizione di leader nella Bosnia
Erzegovina (BiH).

Nonostante la Raiffeisen ufficialmente fosse infatti la più grande
banca, nel 2005 in BiH, grazie ai movimenti globali, è stata superata
dalla UniCredit Zagrebacka banca Mostar. Il gruppo italiano UniCredit
ha comprato l'anno scorso la HVB tedesca e la Bank Austria
Creditanstalt, e in queste banche in BiH rientravano la HVB Central
Profit banka Sarajevo e la Nova Banjalucka Banka Banja Luka.

[...] Queste tre banche - UniCredit Zagrebacka, HVB Central Profit e
Nova Banjalucka Banka - insieme hanno un attivo del valore di 2,96
miliardi KM, il che praticamente significa che la Raiffeisen è già
stata scalzata dalla posizione di leader del settore. Bisogna ancora
solo aspettare l'acquisizione della HVB Central Profit e della Nova
Banjalucka Banka da parte della UniCredit Zagrebacka Banka, per
avere, ufficialmente, la più grande banca bosniaco-erzegovese.

Ad ogni modo, questo non è l'unico colpo alla fino ad ora intoccabile
Raiffeisen. Nonostante abbia un attivo di poco superiore a quello del
gruppo Hypo Alpe Adria in BiH (2,24 miliardi KM), composta dalle
omonime banche di Mostar e di Banja Luka, la Raiffeisen è alle spalle
di questa banca austriaca quanto a quota di crediti complessivi e
depositi totali in Bosnia Erzegovina. Il gruppo Hypo ha infatti una
quota di crediti in BiH del 22,01 per cento, rispetto al 18,07
percento della quota della Raiffeisen. Discorso simile per quanto
riguarda i depositi: il gruppo Hypo controlla il 28,5 per cento dei
depositi totali in BiH, la Raiffeisen il 24,12.

Il quarto grande gruppo bancario comparso sul mercato della Bosnia ed
Erzegovina nel 2005 è il gruppo Nova Ljubljanska Banka (NLB). NLB
possedeva già da prima in BiH la banca CBS Sarajevo e la banca LHB
Banja Luka, e durante l'anno scorso al gruppo di acquisizione sono
state unite anche la Banca di sviluppo del Sud est europeo Banja Luka
e la Tuzlanska Banka di Tuzla. Nel 2006 è iniziato il processo di
accorpamento della Tuzlanska Banka, della CBS, della LHB e della
Banca di sviluppo. Il gruppo NLB in BiH attualmente controlla un
attivo del valore di 1,08 miliardi di KM e con questo importo si
trova in quarta posizione.

Il quinto grande attore, entrato alla fine dell'anno scorso sul
mercato della BiH, è il gruppo italiano Banca Intesa. Intesa alla
fine del 2005 ha comprato la banca UPI di Sarajevo. Siccome l'attivo
della UPI, di 439 milioni di KM, era comunque troppo basso per una
seria competizione sul mercato, ci si potrebbe aspettare che Intesa
nel corso di quest'anno cerchi di comprare alcune delle restanti
banche libere in BIH e di unirle in un gruppo.

Nei circoli finanziari si specula sul fatto che l'acquisizione della
LT Gospodarska banca da parte di Intesa è praticamente già deciso.
Rimangono ancora libere di essere acquisite la ABS Banka Sarajevo, la
IKB Banka Zenica e la Nova Banka Bijeljina. A dire il vero, l'anno
scorso il fondo di investimento sloveno Poteza ha terminato la
capitalizzazione della Nova Banka e ne è diventato il proprietario di
maggioranza, ma si suppone che i pragmatici sloveni rivenderanno la
banca ad alcuni dei grandi attori, e lo faranno a chi offrirà di più.

Che nel periodo a venire ci si possa aspettare una guerra per la ABS
e la IKB Banka, lo testimonia anche il fatto che la Raiffeisen
Zentralbank Osterreich di Vienna durante il 2005 ha acquistato il
dieci per cento delle azioni di entrambe le banche. La Raiffeisen
dovrà crescere ulteriormente a causa della UniCredit, la Hypo a causa
della Raiffeisen, e l'Intesa e la NLB a causa di tutti gli altri, e
così sarà interessante osservare l'ulteriore sviluppo degli
avvenimenti sul mercato bosniaco erzegovese. Comunque, non bisogna
trascurare anche la possibilità che le grandi banche concorrenti alla
fine si metteranno d'accordo sulle acquisizioni e sulla divisione del
mercato in modo civile e democratico.

Delle altre banche presenti sul mercato della BiH ulteriori
acquisizioni potrebbero esserci anche da parte della Volksbank BiH
Sarajevo, i cui i proprietari di Vienna hanno assicurato una quota in
due miliardi di euro per nuove acquisizioni nell'Europa centrale e
nell'Europa orientale. Inoltre, nel corso di quest'anno è possibile
l'ingresso della Credit Agricole francese sul mercato bancario della
BiH. Si tratta di una delle più grandi banche europee, che ha già
espresso interesse per comprare la problematica Privredna Banka
Sarajevo. Seconda banca francese per dimensioni, la Societe General
l'anno scorso ha svolto una due dilligence della banca UPI, fatto che
dimostra anche il suo interesse per il mercato della BiH, ma gli
italiani, comunque, alla fine erano pronti ad offrire di più.
Ricordiamo che anche la Volksbank ha svolto una due dilligence della
UPI.

Dunque, il processo di ingrandimento del sistema bancario in Bosnia
ed Erzegovina, iniziato lo scorso anno, probabilmente sarà terminato
in questo o nel prossimo anno. A quel punto, come molti analisti
hanno previsto correttamente, in Bosnia ed Erzegovina avremo in tutto
cinque grandi banche e alcuni “attori” più piccoli, e gli
stranieri controlleranno la maggior pare del nostro sistema bancario.