I MONDIALI NELLA TESTA


editoriale di http://www.radiocittaperta.it/nuovo/index.php

Non sono ancora del tutto smaltiti gli effetti della sbornia per la
vittoria della nazionale italiana ai mondiali di calcio. Se riteniamo
legittimi i festeggiamenti, amplificati ed evocati oltre ogni limite
dalla società dello spettacolo, una volta metabolizzata la sbornia,
non possiamo rinunciare ad usare la testa. In questi mondiali c’è chi
l’ha usata poco, c’è chi la usata male e chi la usata per conciliare
la giusta ebbrezza di un evento sportivo con le ricadute ad esso
collegata ma teoricamente estranee.

Zidàne ha usato la testa in modo ambivalente. Per tirare in porta e
per colpire Materazzi. Si indaga ancora per capire cosa possa aver
detto il difensore italiano per far infuriare così un giocatore di
classe e di lunga esperienza. Il gesto rimane sbagliato ma le
motivazioni potrebbero essere plausibili.

In Senato si cerca disperatamente un senatore di testa dura che possa
replicare la testata di Zizou nei confronti del leghista Calderoli,
il quale dopo aver condiviso l’idea dell’uso della bandiera tricolore
come carta igienica, ha gioito per la sconfitta della Francia in
quanto squadra composta da “negri, islamici e comunisti”. Una testata
a Calderoli difficilmente lo farebbe rinsavire ma almeno farebbe
giustizia.

La testa di Berlusconi sembra invece aver perso i risultati della
ricrescita occultata dalla bandana. L’immagine dei campioni dentro
Palazzo Chigi, con Prodi gongolante e lui invece in ritiro nella sua
Villa in Sardegna, ha provocato una schiumante irritazione al
cavaliere. L’Italia vince i mondiali e lui non è più presidente del
Consiglio. Nel 2002 l’Italia fu buttata fuori ai quarti di finali e
agli europei del 2004 replicò la brutta figura. Sarà una coincidenza
ma l’effetto benefico della vittoria ai mondiali sul PIL indicato da
una banca d’affari olandese potrebbe andare a vantaggio dell’attuale
governo. Durante il governo Berlusconi una coincidenza malefica portò
male alla nazionale di calcio e al paese. Adesso sembra che tocchi
anche al Milan, alla Juventus e ad altri club.

La testa del ministro Mastella andrebbe invece registrata in più
punti. Con una logica apertamente dorotea, il ministro Clemente
vorrebbe approfittare dei Mondiali per passare un colpo di spugna –
pardon, di clemenza – sull’inchiesta che ha portato sul bando degli
accusati le grandi società calcistiche ree di aver inquinato e
corrotto i risultati delle partite e di interi campionati. Mastella
vorrebbe intercettare gli umori felici dello strapaese per impedire
una doverosa opera di pulizia dentro il business del calcio. C’è da
augurarsi che giudici sportivi e giudici penali mantengano la testa a
posto e non si lascino influenzare dal clima.

Infine c’è la testa di alcuni giocatori. In campo – e non sempre -
sembrano migliori di quanto siano alle prese con il mondo. Impacciati
e stonati di fronte alla folla festante sono sembrati dei dilettanti
allo sbaraglio. Quelli con più testa sono rimasti in silenzio, quelli
con la testa confusa non si sono voluti accorgere che sventolavano
uno striscione con una celtica. Una brutta immagine che qualche ora
dopo qualcuno ha replicato con pessime scritte e pessimi slogan nelle
strade di Roma.

Rimane solo la testa del paese. Il rischio è che la leadership
utilizzi al peggio quello che il presidente Napoletano ha chiamato
riscoperta dell’orgoglio nazionale. E’ un concetto che va usato con
il bilancino perché in passato ha portato a disastri storici che sono
stati pagati a gravissimo prezzo. L’idea di trasformare gli eventi
sportivi in manifestazioni di “fiera identità nazionale” è una
tentazione fortissima che va governata con grande attenzione perché
potrebbe generare mostri sopiti ma non sconfitti nel senso comune.
Non c’è da vergognarsi ad essere cittadini italiani, si tratta solo
di emanciparsi per sentirsi compiutamente cittadini del mondo,
soprattutto se si riesce a vincere un campionato mondiale. E’ una
questione di testa... appunto.